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Per trasferire farmaci dalla distribuzione diretta alla dpc, e allargarne così l’accessibilità a beneficio degli assistiti, non occorre cambiare a tutti i costi la remunerazione delle farmacie. Non quando a decidere in materia di governance della spesa farmaceutica è un’amministrazione regionale che riconosce il valore della distribuzione di prossimità assicurata dalle farmacie del territorio. È – da molto tempo – il caso della Lombardia, che nei giorni scorsi ha emanato due disposizioni, una in vigore dal 2 gennaio scorso e altra dal 29 del mese, per il passaggio dalla diretta alla distribuzione per conto di quattro farmaci, per un totale di sei referenze: Pelgraz sc 1iniet 6mg 0,6ml, Lonquez sc 1sir 6mg 0,6ml+disp, Evenity sc 2pen 90mg/ml 1,17ml e Verquvo nelle confezioni da 14cpr riv 2,5mg, 14cpr riv 5mg e 28cpr riv 10mg.

Nel caso del Verquvo, precisa la Regione in una nota, la disposizione serve a dare «la possibilità al paziente di trovare la terapia vicino al proprio domicilio». Il passaggio in A/Pht, continua la comunicazione, non fa venir meno l’obbligo del Piano terapeutico, la cui redazione rimane a carico dei medici specialisti delle Uo di medicina interna, di cardiologia e geriatria delle strutture pubbliche e private accreditate; di conseguenza, il mmg può prescriverlo in dpc per la copertura di un mese di terapia.

«La Regione si conferma una volta di più attenta ai bisogni dei pazienti» commenta la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «perché snellisce l’accesso ai farmaci e semplifica le cure. Nell’ultimo anno sono diversi i provvedimenti di questo genere adottati dalla Lombardia, il che dimostra una cosa: il riequilibrio della distribuzione da diretta a dpc avviene soltanto se ci sono volontà politica e concertazione tra governo regionale e rappresentanze di categoria». (fpress.it)

"Apprezziamo il provvedimento dell'Anac che sospende in via transitoria l'applicazione delle ultime disposizioni sulla digitalizzazione dei contratti pubblici per gli affidamenti inferiori ai 5.000 euro. Purtroppo però, per la maggior parte delle nostre associate si tratta di un importo troppo basso. Le nostre aziende, spesso composte da un buon numero di singole Farmacie Comunali, necessitano di un innalzamento più sostenuto del limite massimo entro il quale poter usufruire di un sistema semplificato, quantomeno di 40.000 euro". Lo afferma il presidente di Assofarm Luca Pieri, riassumendo i contenuti di una lettera che la Federazione delle Farmacie Comunali Italiane ha recentemente inviato al presidente dell'ANAC Giuseppe Busia.

Buona parte delle aziende che gestiscono Farmacie Comunali non era soggetta all’art. 1, comma 450 della legge n. 296/2006. Quindi ora, e improvvisamente, si trovano a doversi confrontare con piattaforme di approvvigionamento digitale mai sperimentate prima e che, a giudicare da quanto viene riferito da numerose farmacie comunali, presentano in più di un caso malfunzionamenti e criticità non previste.

"Assofarm sostiene da sempre la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione - continua il Segretario Generale di Assofarm Francesco Schito - Riteniamo però che processi di tale complessità e importanza debbano essere maggiormente accompagnati da periodi e pratiche di transizione, capaci di garantire l'evoluzione del sistema senza pregiudicarne l'operatività quotidiana. Operatività che, nel nostro caso, si concretizza nella possibilità di acquistare quei farmaci che garantiscono il diritto alla salute dei cittadini. I nostri associati sono impegnati giornalmente nel ridurre le conseguenze connesse a questa macchinosa partenza”.

"Il problema è rilevante, e coinvolge un ventaglio di settori ben più ampio delle sole farmacie - conclude il presidente Pieri - Noi del resto stiamo raccogliendo una crescente preoccupazione dalla nostra base associativa. È probabile che nei prossimi giorni inizieremo un'opera di sensibilizzazione dei gruppi politici parlamentari, al fine di evitare che un problema tecnico-amministrativo possa generare scarsità di alcuni farmaci sul territorio".

Non smetteremo mai di professare il nostro orgoglio di essere soggetti pubblici, nella proprietà delle nostre aziende e soprattutto nella mission che anima il nostro quotidiano impegno. Molto raramente invece parliamo del prezzo che tutto ciò comporta. Farlo oggi, significa forse dare ancora più valore al nostro lavoro.

Negli articoli a seguire di questa newsletter riportiamo una nostra recente presa di posizione sui problemi vissuti dalle nostre associate per la difficoltà di acquisire i CIG per gli approvvigionamenti di farmaci. Confidiamo che la vicenda avrà esito positivo: speriamo che alla disponibilità di Anac di incontrarci possa seguire l'accettazione delle nostre proposte, e che in futuro le piattaforme digitali funzionino al meglio. 

Certo è, e qui sta il punto, che solo noi farmacie comunali viviamo problemi come questi. I nostri concorrenti non sono appesantiti da complessità burocratiche ahimè tipiche del mondo pubblico.

Un esempio, quello di cui stiamo parlando qui, che va a sommarsi ad altre vicende simili. Noi e solo noi  dobbiamo affrontare la lunga trafila dei concorsi pubblici per assumere personale. Solo noi dobbiamo correre il rischio del reato di danno erariale ogniqualvolta valorizziamo economicamente il lavoro dei nostri dipendenti. 

Intendiamoci, in queste parole non c'è nessun intento vittimistico. Abbiamo sempre affrontato il confronto con i titolari farmacia sul piano dei servizi al cittadino. Vorremmo solo che venisse ricordato che i manager delle nostre associate affrontano il mercato con qualche penalizzazione operativa in più. Ciononostante, le nostre aziende continuano a produrre utili, che poi diventano risorse fresche per il welfare locale realizzato dalle Amministrazioni Comunali nostre proprietarie.

Impegnarci, come stiamo facendo in questi giorni a proposito degli SmartCIG, a sciogliere certe inefficienze del sistema pubblico significa non solo continuare a garantire alla distribuzione del farmaco quella pluralità di offerta che contraddistingue ogni mercato sano, ma anche salvaguardare una fonte di entrate sempre più preziosa per il nostro sistema pubblico locale.

Luca Pieri  

Presidente Assofarm 

Tanta generosità e solidarietà: la raccolta di generi alimentari, nel periodo natalizio, a sostegno di 16 famiglie ucraine, residenti sul territorio, presso la Farmacia Salvo D'Acquisto di Palidoro ha superato i 500 chilogrammi di alimenti. 

"È un numero importantissimo e simbolico - dichiara il dott. Marco Tortorici - a testimonianza di quanto sia grande il cuore dei concittadini. Sapevamo che avrebbero risposto in tanti, ma siamo orgogliosi di aver visto tanta partecipazione".

"La cosa che più ci ha colpito - sottolinea - è il contenuto di quanto donato: non solo pasta, ma anche olio, tonno, salmone in scatola, detergenti ed altri prodotti non di poco costo. Ora, quanto raccolto verrà portato alle famiglie ucraine che vivono in condizioni di necessità. Portiamo avanti, quindi, l'impegno preso insieme al prof. Mauro Scarpellini, il nostro referente".

"Ringraziamo infinitamente quanti hanno partecipato alla raccolta alimentare - conclude Tortorici - anche solo con un piccolo contributo. Siamo fieri di sapere che si fidano di noi, sapendo perfettamente che le donazioni arrivano sempre a destinazione. Queste sono le buone azioni che ci fanno capire quanto la nostra comunità sia sensibile alle tematiche sociali e quanto sia pronta ad aiutare quando ce ne sia bisogno”. (fiumicino-online.it)

Una farmacia più moderna, funzionale ed accogliente – priva di barriere architettoniche – intitolata al ricordo della dottoressa Maria Gabriella Poli, indimenticata a amata farmacista del paese.

Sono stati inaugurati ieri mattina (27 dicembre), alle 11, i nuovi locali della farmacia comunale di Sillano nel Comune di Sillano-Giuncugnano. Un primo step di lavori in preparazione dei prossimi interventi che verranno effettuati sull’immobile, dove è previsto un progetto innovativo di telemedicina e diagnostica.

Al taglio del nastro erano presenti il primo cittadino del Comune di Sillano-Giuncugnano Marco Reali con i colleghi sindaci della Garfagnana, il comandante della polizia locale dell’Unione Comuni Garfagnana Andrea Giannotti, il gruppo degli Alpini e la popolazione sillanese. Presenti alla cerimonia anche i figli della dottoressa Poli e gli ex amministratori del Comune di Sillano che, nel corso degli anni, hanno avuto modo di collaborare con l’ex farmacista. 

Alla cerimonia inaugurale era presente, inoltre, l’attuale dirigente della farmacia, dottoressa Martina Giannasi, che ha provveduto a tagliare il nastro insieme ai familiari della dottoressa Poli. In memoria di quest’ultima è stata infine scoperta una targa commemorativa apposta proprio all’ingresso della struttura. (serchioindiretta.it)

Giovedì 18 gennaio Saronno Servizi ha ospitato un incontro tra i delegati di diverse farmacie comunali del comprensorio.

Un importante momento di confronto che per la prima volta ha riunito delegati di realtà diventate punti di riferimento di comuni di province diverse.

Erano presenti nella Sala del Camino di Villa Gianetti i coordinatori di Malnate, Solaro, Laveno, Uboldo, Gerenzano e Busto Arsizio.

Un momento di confronto importante organizzato da Saronno Servizi che gestisce in città le due farmacie comunali: “Vogliamo condividere il percorso con le aziende che credono nel nostro progetto e che vedono nel valore delle farmacie comunali un'opportunità per lavorare con un obiettivo comune: valorizzare la figura del farmacista, le farmacie e avere tutti gli strumenti necessari per rispondere alle esigenze di salute dei cittadini”.

Tanti i temi affrontati nel corso dell'incontro che ha spazio tra le diverse attività e necessità delle farmacie comunali, senza dimenticare le esigenze di crescita e di formazione. 
Insomma un pomeriggio che, per la prima volta, ha creato un'occasione di confronto tra le diverse realtà e per valutare la possibilità di collaborare per una rete di farmacie comunali.

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