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Questa volta la riforma della Remunerazione del farmacista compie davvero un passo concreto in avanti. Era dall'ormai lontano 2013 che non accadeva più nulla di così sostanziale. Da quando cioè all'accordo tra stakeholder di settore e Aifa seguirono rilievi di sostenibilità economica da parte dei Ministeri della Salute e delle Finanze. 

 

La bozza di Legge di Bilancio bollinata e consegnata al Parlamento per il suo iter, parla chiaro. A fonte della perdita della remunerazione aggiuntiva (per intenderci, i famosi 150 milioni di euro riconosciuti alle farmacie soprattutto per il loro impegno durante la Pandemia), si segnala un possibile ampliamento dei farmaci di fascia A dispensati attraverso le farmacie, l'eliminazione di diversi sconti a nostro carico, fino ad un più serrato aggiornamento del Pht. Siamo insomma di fronte ad una netta volontà politica di riequilibrare il sistema distributivo italiano del farmaco in modo da garantire maggiore sostenibilità alla farmacia territoriale.  

E l'elemento centrale di questo disegno è certamente la remunerazione delle farmacie, che dal 1° marzo prossimo sarà costituita da un sistema misto a quote variabili e fisse, e quindi impostato secondo una logica non più e non solo prodotto-centrica. 

 

Intendiamoci, non siamo di fronte a quanto proponiamo ormai da tanti anni. Pur plaudendo quanto sta facendo oggi il Governo, rimaniamo convinti che si debba arrivare ad un completo svincolo della remunerazione del farmacista dal prezzo del farmaco dispensato.  

Dovremo certamente analizzare nel dettaglio le ricadute economiche generate dalle diverse quote presenti nella norma. Come del resto è probabile che, dagli osservatori più acuti del nostro settore, arriveranno presto osservazioni sulle criticità più o meno latenti della riforma.  

La complessità del sistema su cui si sta intervenendo è tale, che ogni singolo cambiamento comporta il rischio di generare squilibri altrove. 

 

Potrebbero insomma presentarsi debolezze per così dire tecniche. Però, ben più insidiosa è a nostro avviso la dimensione istituzionale, direttamente conseguente ai contenuti del Titolo V° della Costituzione.  

Vale la pena di ricordare che la riforma odierna ha origine dall'indagine conoscitiva parlamentare promossa dall'On. Marcello Gemmato (cui vanno anche grandi meriti per quanto sta accadendo oggi) sul finire della scorsa legislatura. Indagine che aveva il compito di confrontare approfonditamente i costi della Dpc e della Distribuzione Diretta.  

In quell'occasione fu chiaro che se si fosse voluto venire incontro ai bisogni quotidiani del cittadino, le farmacie avrebbero dovuto essere maggiormente coinvolte in un sistema distributivo più territorializzato. 

I contenuti della legge oggi in bozza devono quindi essere letti come una tentata mitigazione degli effetti distorsivi della legge 405/2001, per la quale da tempo e da più parti si avverte la necessità di un "tagliando". 

È però a questo punto che il progetto riformatore dovrà confrontarsi con le prerogative che la Carta garantisce alle Regioni. Regioni che in passato sono state spesso restie a rivedere i rapporti diretta/dpc, ma che in tempi più recenti hanno lanciato segnali positivi al riguardo. L'incognita istituzionale convive dunque con un clima politico non privo di elementi ottimistici. 

 

Insomma, non tutto è fatto e risolto. Ma certamente qualcosa di importante è iniziato. Ed è iniziato con una doppia prospettiva di redditività per la farmacia: il meccanismo remunerativo e l'ampliamento dei farmaci distribuiti per conto del SSN. 

In tutto ciò, ci piace ricordarlo, Assofarm ha giocato un ruolo primario. Di "nuova remunerazione" ne parlammo noi per la prima volta nel 2006 in un ormai storico convegno alla Sala Capranichetta, cui seguirono anni di riflessioni e studi, tutti rigorosamente inascoltati fino a quando il settore non ha più potuto rimandare la necessità di una riforma dei propri rapporti con il SSN. 

Ricordiamo questi fatti non solo per cercare riconoscimenti, crediamo meritati, quanto piuttosto per aver chiaro il fatto che i processi di riforma richiedono tempi lunghi. Tempi nei quali devono maturare nuovi punti di vista, nuove culture politiche e confronti tra le parti. Quanto sta accadendo oggi potrebbe segnare l'inizio di una nuova epoca nel nostro settore, il cui compimento richiederà ancora tempo, perseveranza e coraggio da parte di tutti. 

 

Francesco Schito 

Segretario Generale Assofarm  

Le Farmacie comunali di Pesaro e Gabicce Mare in prima fila contro il caro prezzi. Dal 1° ottobre parte in Italia il ‘Trimestre anti-inflazione’: un’intesa sottoscritta dal ministero del Made in Italy e da oltre 30 associazioni della distribuzione, del commercio e dell’industria del largo consumo. Il patto prevede di offrire fino al 31 dicembre un paniere di prodotti del carrello della spesa e di prima necessità a prezzi ribassati o calmierati. Nelle 10 farmacie comunali gestite dal gruppo Aspes S.p.A. a Pesaro (9) e Gabicce Mare (1) sarà applicato uno sconto del 25% su tutti i prodotti a marchio farmaciecomunali.it e sui servizi di elettrocardiogramma, holter pressorio e holter cardiaco.

«In questi mesi l’inflazione ha messo a dura prova le imprese, i Comuni, ma anche centinaia di famiglie che non riescono a far fronte all’aumento dei prezzi – spiega il sindaco di Pesaro Matteo Ricci – Questa bella iniziativa di Farmacie Comunali consente di aiutare in maniera concreta i cittadini in difficoltà e le persone più fragili in condizione di vulnerabilità. Pesaro è Capitale italiana della Cultura 2024, ma negli anni ha dimostrato di esserlo anche della solidarietà, un valore diffusissimo diventato un pilastro della nostra comunità, anche grazie ad azioni come quelle di Farmacie Comunali».

«Le farmacie comunali operano in un mercato concorrenziale ma senza mai dimenticare la finalità sociale che le contraddistingue – spiega il presidente di Aspes S.p.A. Luca Pieri che, in qualità di vicepresidente nazionale di Assofarm, ieri era a Roma per firmare il patto sul trimestre anti-inflazione con il Governo – Per questo abbiamo aderito convintamente a questa iniziativa che confidiamo possa aiutare le famiglie ed i cittadini più fragili alle prese con il caro vita. Tre mesi di prezzi calmierati per contrastare l’inflazione e tutelare il potere d’acquisto. Un bel segnale che conferma come le farmacie comunali siano il primo avamposto del sistema sanitario sul territorio e siano attente ai bisogni dei cittadini». (centropagina.it)

Una terza farmacia comunale in zona Villanova, a Empoli, nella vecchia scuola della frazione. La Giunta comunale ha approvato prima il progetto redatto dall’ufficio tecnico del Comune che prevede la realizzazione della sistemazione esterna della ex scuola di Villanuova e in linea tecnica il progetto definitivo/esecutivo presentato dalla Società Farmacie Comunali Empoli Srl per la realizzazione di lavori di ristrutturazione interna dell'immobile che sarà sede della farmacia comunale a Villanuova.

"Si tratta di un passo in avanti concreto e significativo per la realizzazione di un progetto che si inserisce nel percorso di rigenerazione urbana che l'amministrazione comunale ha avviato e sta portando avanti su tutto il territorio - sottolinea la sindaca Brenda Barnini - Aprire la terza farmacia comunale a Villanuova non soltanto ci permetterà di offrire un servizio importante nella zona, andando quindi incontro alle esigenze dei residenti, ma di fatto ci consentirà di dare nuova vita e nuove funzioni a un edificio che, un tempo, ospitava una scuola, contrastando anche il senso di abbandono e degrado che una struttura non utilizzata porta inevitabilmente con sé".

I lavori prevedono manutenzione ordinaria e straordinaria degli interni finalizzati alla realizzazione della nuova sede farmaceutica. In particolare mediante modifiche di alcune aperture interne, adeguamento degli impianti, realizzazione impianto di raffrescamento, realizzazione impianto rete dati e antintrusione, nuove pavimentazioni e nuovi infissi interni ed esterni. I lavori stessi avverranno a totale cura della stessa Società e saranno rimborsati alla conclusione degli stessi da parte dell'Ente previa acquisizione della relativa rendicontazione.

L’intervento è finalizzato alla sistemazione del resede per la realizzazione di percorsi pedonali e spazi a parcheggio pubblico sulla parte frontale, ad uso della nuova sede Farmaceutica e alla realizzazione di un percorso separato, carrabile e pedonale di accesso alla porzione di fabbricato posteriore che rimarrà ad uso del Comune. Inoltre il progetto comprende la realizzazione di rampe con pendenza idonea per rendere il fabbricato completamente accessibile. Sarà realizzato l’impianto di illuminazione esterna del parcheggio con l’inserimento di cinque nuovi pali e relativi apparecchi e l’installazione di un sostegno per il posizionamento dell’insegna luminosa per la Farmacia. 
Le opere di giardinaggio saranno relative alla sistemazione delle aree antistanti la nuova farmacia, che verranno completate con la piantumazione di nuove alberature e siepi. L’importo complessivo del progetto è di 150.000 euro.

 
È stato approvato il progetto esecutivo per la realizzazione degli interventi esterni con il conseguente affidamento dei lavori.

Si tratta di un nuovo investimento che andrà a potenziare quei servizi già esistenti. La terza farmacia comunale andrà ad aggiungersi alla 'Comunale 1' di via dei Cappuccini e alla 'Comunale 2' al centro commerciale Empoli*Centro in via Sanzio di cui i cittadini sono molto soddisfatti e grati per competenza e passione dei dipendenti che li accolgono.  (055firenze.it)

I cittadini di Aosta hanno, ora, a disposizione spazi più ampi dove poter richiedere prestazioni come la misurazione della pressione o dell'indice glicemico in forma più riservata.

Nella farmacia è stato allestito anche il secondo "Baby pit stop" (dopo quello della Farmacia Comunale n. 4 di via Dalla Chiesa) per garantire la possibilità di allattare in tranquillità i propri figli, oltre che di cambiare loro il pannolino.

L’obiettivo è di aprire un Baby Pit Stop in ciascuna delle farmacie comunali realizzato secondo le linee-guida del progetto dell’Unicef adottato dal Consiglio comunale.