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La risposta all’emergenza Covid e il successivo processo di riforma del Sistema Sanitario territoriale hanno comprensibilmente monopolizzato ogni recente dibattito sul contributo della farmacia al futuro del paese.

Oggi, in un contesto decisamente più stabile, riteniamo vi siano le condizioni per riflettere su altre tematiche non meno determinanti per la qualità della vita delle comunità in cui operiamo. In particolare, crediamo che la farmacia italiana possa impegnarsi maggiormente sul grande e variegato fronte della sostenibilità.

Un recente incontro dell’Unione Europea delle Farmacia Sociali ha riservato un momento particolare al tema della cosiddetta “greener pharmacy", cioè a quelle pratiche e politiche ecologiche volte a ridurre l'impatto ambientale delle attività farmaceutiche.

Stiamo parlando certamente del più classico complesso di azioni volte a ridurre l’impronta ecologica dei nostri presidi, utilizzando materiali e prodotti biodegradabili, ma anche procedure che calano la produzione dei rifiuti e aumentano il riciclo dei materiali, che adottano tecniche di conservazione dell'energia e utilizzano fonti rinnovabili.

Le farmacie "green" non si fermano alla propria organizzazione, ma estendono la propria azione verso il mercato, preferendo nella propria offerta prodotti con eccipienti non dannosi per l'ambiente (sposando così appieno la filosofia One Health), proponendo servizi educativi e di consulenza ai cittadini al fine di incoraggiare scelte di vita più ecologiche e sostenibili. 

Infine, le green pharmacy tutte insieme potrebbero attivare una vera e propria azione di sensibilizzazione sulla filiera per spingere l’industria farmaceutica a ridurre le componenti non biodegradabili di farmaci e della plastica utilizzata per il blisteraggio.

Siamo insomma di fronte ad una approccio olistico non solo del problema, ma anche fortemente coinvolgente verso tutti i soggetti (dai produttori ai cittadini) coi quali interagiamo. Un approccio non sappiamo quanto diffuso tra le circa 20.000 farmacie italiane ma che certamente rientrerà nei futuri programmi di sviluppo delle nostre Farmacie Comunali.


Tra tutti gli aspetti che dovremo migliorare secondo comportamenti più responsabili, ve n’è uno in particolare che dovrebbe avere una priorità assoluta. L'antibiotico resistenza, ovvero il fenomeno in cui i batteri e altri microrganismi diventano resistenti agli effetti degli antibiotici, è ormai una preoccupazione globale.  

Le conseguenze attuali del fenomeno sono già gravi. Secondo i dati dell'OMS, almeno 700.000 persone muoiono ogni anno a causa di infezioni resistenti agli antibiotici. Le prospettive per il futuro sono però ancor più allarmanti. Un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) del 2018 ha evidenziato che la resistenza agli antibiotici potrebbe causare fino a 3,5 milioni di decessi l'anno nel prossimo futuro. Alcune stime suggeriscono che entro il 2050 potrebbero verificarsi nel mondo fino a 10 milioni di morti in più all’anno, pari al tasso dei decessi per cancro nel 2020.

Siamo insomma di fronte ad un dramma sanitario globale nelle dimensioni, e terribilmente grave nelle sue conseguenze.

Le risposte ad esso dovranno necessariamente passare dalle istituzioni internazionali e nazionali. Operativamente però, le farmacie possono giocare un ruolo importante.

La personalizzazione delle dosi da parte del farmacista, tema che Assofarm caldeggia da tempo, produrrebbe il duplice beneficio di impedire l’abuso assuntivo di antibiotici (col relativo effetto-assuefazione ad essi) e al contempo di evitare lo spreco di risorse economiche spese in farmaci in esubero rispetto alla terapia prescritta.


Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla vicenda pandemica è che ogni farmacia, indipendentemente dalle dimensioni o dall’ubicazione, è un collegamento insostituibile tra i grandi piani sanitari e ogni angolo territoriale del nostro paese. 

Dovremo sfruttare questa consapevolezza anche per le sfide sanitarie che il futuro non mancherà di porci di fronte.


Francesco Schito

Segretario Generale Assofarm

Consulenze e approfondimenti sulle proprietà benefiche di erbe officinali e piante medicinali. L’iniziativa è promossa dalle Farmacie Comunali di Arezzo che, da lunedì 13 a sabato 25 febbraio, saranno sede della campagna di informazione “Rimedi naturali” che fornirà un’occasione di scoperta e di valorizzazione della fitoterapia per la prevenzione e il trattamento delle più comuni patologie stagionali. Il cuore del progetto sarà rappresentato dalla stesura di un vademecum che, frutto di un confronto tra medici e farmacisti, sintetizzerà alcuni consigli utili per il benessere del corpo e della mente partendo dalle proprietà intrinseche delle piante.

L’invito rivolto ai cittadini è a rivolgersi ai professionisti delle otto farmacie di città e frazioni per ottenere consigli sull’utilizzo dei rimedi naturali per le più diffuse patologie collegate alla stagione invernale e alle basse temperature, quali tracheiti, mal di gola o raffreddori. In quest’ottica, un contributo importante arriva proprio dalla fitoterapia che studia l’utilizzo delle piante medicinali e dei loro derivati attraverso principi attivi che permettono di prevedere un’azione utile in fase preventiva per il consolidamento delle difese immunitarie e in fase curativa per intervenire direttamente sulla specifica patologia.

Un ulteriore supporto è fornito dalla galenica, cioè l’arte della preparazione di prodotti a base di elementi naturali su richiesta specifica dell’utente che viene tuttora praticata nei laboratori interni alle farmacie. Tra le varie preparazioni della farmacia “Campo di Marte”, ad esempio, rientrano anche tisane personalizzate con proprietà drenanti, digestive, detossinanti, lassative, energetiche e per le vie urinarie secondo antiche ricette erboristiche, in virtù dell’utilizzo di vegetali quali finocchio, zenzero, arancia, karkadè, menta, altea, malva, rosa canina e echinacea.

«Queste campagne di informazione - spiega Massimo Sisani, amministratore delegato delle Farmacie Comunali di Arezzo - vogliono essere un’occasione per portare avanti il nostro impegno di educazione alla salute e per promuovere utili concetti di benessere. La stagione invernale è caratterizzata da piccole e diffuse patologie su cui è possibile intervenire attraverso una scienza poco conosciuta quale la fitoterapia ma che può portare grandi benefici in termini di cura di sé, con una serie di rimedi naturali a base di erbe e piante che possono aiutare a vivere meglio i mesi più freddi dell’anno». (arezzonotizie.it)

In un anno di guerra, dal magazzino di raccolta di via Turri l’Associazione dei volontari ucraini in Italia – che a differenza di quanto può far pensare il nome è al 100% reggiana – ha spedito oltre 500 tonnellate di aiuti tra vestiti, generi alimentari, medicinali e prodotti per l'igiene personale. Il tutto in accordo con il Consolato ucraino di Milano, responsabile del coordinamento e dell’invio dei beni nelle aree più bisognose del Paese, e in collaborazione con le istituzioni cittadine.

Non è tutto: dal punto di raccolta di via Mazzacurati – nato in un secondo momento dalla collaborazione dell’associazione ucraina con il Comune di Reggio Emilia e la Protezione civile – sono partiti altri dieci tir carichi di 244 pallet: 151 di cibo, 87 di beni non alimentari (dalle coperte ai vestiti fino ai prodotti per la cura della persona) e 6 di medicinali. Questi ultimi soprattutto grazie al prezioso contributo di Farmacie Comunali Riunite, che hanno messo a disposizione la propria rete per la raccolta di farmaci e di materiale medico.

«Tutti i giorni per un mese dal magazzino di via Turri è partito un tir – racconta Diana Bota, volontaria e portavoce dell’Associazione dei volontari ucraini in Italia – gradualmente si è passati a due o tre a settimana. Ci siamo fermati a fine aprile. La solidarietà dei reggiani è stata incredibile: il magazzino era strapieno così si è reso necessario istituire un nuovo centro di raccolta, nato poi in via Mazzacurati». Dal Comune di Reggio Emilia riportano che «la prima spedizione è partita il 15 marzo e l’ultima il 20 dicembre». Sempre organizzate dal Consolato, a garanzia della migliore gestione possibile degli aiuti.

(gazzettadireggio.it)

Nelle farmacie comunali etrusche arriva il kit per la diagnosi precoce del tumore al colon retto. Un’iniziativa resa possibile grazie al programma di prevenzione della Regione Lazio, e rivolta a uomini e donne tra i 50 e i 74 anni. «L’esame – ha spiegato l’assessore alla sanità del comune di Cerveteri, Francesca Appetiti – è chiaramente gratuito e si pone l’obiettivo di individuare precocemente eventuali lesioni che potrebbero evolvere in tumore e prevede l’esecuzione, ogni due anni, di un esame delle feci per rilevare il sanguinamento non visibile a occhio nudo. Con la Multiservizi e in particolare con la collaborazione del nostro delegato, dottor Domenico Paglialunga, abbiamo voluto accreditare al ritiro dei prelievi anche tutte e cinque le farmacie comunali di Cerveteri. Un servizio che chiaramente, sarà svolto in maniera totalmente gratuita».