La carenza di farmaci è un’emergenza reale e grave? O piuttosto una delle tante criticità di un sistema complesso, e come tali affrontabili nella serena consapevolezza che l’impegno di tutti porterà ad un certa soluzione?

Crediamo sia saggio porre il tema in questi termini per almeno due motivi.

Il primo riguarda la psicologia sociale. La pandemia, nella sua durata pluriennale e nella tragicità dei suoi effetti, rischia di aver lasciato in molti cittadini un senso di costante insicurezza, uno stato ansiogeno che li fa sentire sempre di fronte all’inizio di una nuova emergenza pubblica. Tutti noi, ma in particolare chi ha un ruolo nel sistema sanitario italiano, abbiamo il dovere di evitare il dilagare di questo stato d’animo latente. La tutela della salute pubblica non ha solo una dimensione tecnico-scientifica, ma anche socio-relazionale, di rassicurazione.

Rassicurazione che in questo caso poggia su dati certi. E questo è il secondo motivo che dovrebbe spingere ad atteggiamenti più cauti. Come il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha opportunamente ricordato nei giorni scorsi, sul totale degli oltre 3.000 farmaci attualmente presenti nella lista dei medicinali carenti, solo l'1% di essi non presenta alternative. Numeri assolutamente in linea con la media di altri momenti storici. 

I dati insomma sembrano dirci che oggi stiamo vivendo una situazione che poco si discosta dallo stato delle cose sostanzialmente comune, dato dalla normale presenza di farmaci che hanno problemi di produzione o distribuzione, o che stanno uscendo dal mercato.


Se dunque il problema non deve essere vissuto con allarmismo, è altrettanto vero che deve essere affrontato. A tal proposito Assofarm ritiene che le azioni avviate da istituzioni e filiera del farmaco siano assolutamente corrette e adeguate alla dimensione del fenomeno.

La prima di esse riguarda il potenziamento della galenica, per la quale Assofarm sta promuovendo un’indagine conoscitiva interna alla propria rete, al fine di misurare la capacità produttiva attuale e il suo potenziale di crescita. Se  la carenza di farmaci non è solo da imputare alla scarsità di principi attivi, ma soprattutto ai rallentamenti produttivi di blister e packaging, la galenica potrà davvero dare risultati molto positivi.

Un altro importante contributo può certamente arrivare da un maggiore utilizzo dei farmaci equivalenti. Partita che si gioca in buona parte sul campo dei medici di medicina generale che dispongono dell’opportunità di prescrivere principi attivi e non specifici brand. 


Ma è a monte di queste dimensioni tecniche e organizzative, che la vicenda della carenza di farmaci ha registrato un rilevante elemento politico. 

Appena il tema ha attirato l’attenzione degli operatori, Assofarm si è immediatamente attivata con una lettera al Ministro, e sappiamo che altre organizzazioni di categoria si sono anch'esse mosse presso le istituzioni regionali e nazionali. Il Ministero della Salute ha risposto tempestivamente convocando un tavolo di confronto, dando a tutti noi l’impressione di essere ascoltati e considerati.

Ancora una volta, insomma, abbiamo vissuto un clima diverso rispetto al periodo precedente il Covid. Oggi sembriamo tutti più consapevoli del fatto che il confronto preventivo e l’azione concertata sono la strada giusta per costruire un nuovo sistema sanitario nazionale. Un sistema che sicuramente eredita dal passato tante criticità ma che può avere un futuro solo se caratterizzato da logiche collaborative come quelle che stiamo vivendo negli ultimi anni.


Francesco Schito

Segretario Generale Assofarm