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Notizie da Assofarm n° 55

Editoriale
Farmacie comunali
Mondo farmaceutico
Erba Vita e Assofarm



Editoriale
Prospettive di lungo periodo


Il programma col quale Annarosa Racca ha recentemente ottenuto la conferma alla presidenza di Federfarma contiene elementi in larga parte condivisibili da Assofarm e da anni presenti nelle proposte della nostra federazione. Questa condivisione di obiettivi tra settore privato e pubblico fa ben sperare sulle future capacità di cogliere sfide e opportunità atte a sviluppare il ruolo della farmacia italiana nel panorama sanitario nazionale.
Prima di tutto, Assofarm accoglie con deciso favore il fatto che anche le farmacie private considerino prioritaria l'introduzione di una nuova remunerazione del farmacista.
Dedicheremo i prossimi mesi alla costruzione di un dialogo sinergico sull'approfondimento di questo tema.
Una comunanza di contenuti, strategie d'azione e capacità di fare lobby che dovrà essere davvero forte, vista la marcata contrarietà di Farmindustria al riguardo di una remunerazione del farmacista diversa da quella attuale.
A prosito invece i giudizi positivi espressi dalla presidente Racca su una rapida attuazione della legge 69 riguardante i servizi in farmacia, la posizione di Assofarm è nota: non siamo contrari a questa legge, ma ne apprezziamo lo spirito più dei contenuti.
Siamo stati tra i primi a sostenere lo sviluppo della Farmacia dei Servizi, ma riteniamo che siano altri i servizi più realisticamente possibili, più remunerativi e soprattutto piùcentrati sul valore aggiunto della professionalità primaria e distinguente del farmacista.
La Pharmaceutical Care è cosa ben diversa dall'introduzione in farmacia di un infermiere.
Infine, il forte impegno della presidente Racca a contrastare ogni tentativo di fuoriuscita dei farmaci di fascia C dall'esclusivo canale farmaceutico a favore delle parafarmacie permette di delineare una decisa compattezza del mondo delle farmacie riguardo le basi sulle quali si dovrà costruire un ruolo assolutamente unico per il nostro mondo nel più ampio contesto del Sistema Sanitario Nazionale.
Ruolo che, si desume incrociando tra loro le diverse posizioni appena esposte, dovrà poggiare su una nuova relazione con il paziente, prioritaria rispetto alla semplice vendita del farmacoprodotto, adeguatamente remunerata dal SSN perché ne sarà stata riconosciuta la sua specificità e la sua virtù nel generare economie per le casse della sanità pubblica.
Una maggiore vicinanza di posizioni tra Assofarma, Federfarma, Farmindustra e tutte le componenti della filiera farmaceutica, è un presupposto importante alla realizzazione di quanto appena esposto. La farmacia italiana dovrà però affrontare i prossimi mesi con più coraggio, accettando il confronto con i produttori e stimolando le istituzioni.
Nel fare ciò, saremo sostenuti dalle recenti esperienze positive del Belgio, paese che ha introdotto una nuova forma di remunerazione, subito apprezzata da tutta la filiera.
Ma dovremo anche essere consapevoli che le innovazioni che stiamo chiedendo dovranno realizzarsi nel breve periodo, entro il 2013, prima cioè della scadenza di un'enorme tranche di brevetti farmaceutici.
Se ciò non avverrà, le farmacie non produrranno più alcuna redditività necessaria alla loro sopravvivenza.
Noi crediamo che si debba ragionare con maggiore attenzione su quali dovrebbero essere gli strumenti che garantiscano un'innovazione del servizio e al contempo maggiore redditività per le farmacie.
Le nostre proposte di introduzione del Registro Farmaceutico del paziente e delle Buone Prassi, la realtà del Fascicolo Sanitario Elettronico vanno certamente in questa direzione.
La recente attenzione ricevuta dal Ministero della Sanità e dalla FIMMG riguardo quest'ultimo strumento, già attivo presso alcune nostre associate, dimostra come le Istituzioni possano essere ben disposte nei riguardi di chi ha il coraggio di aprire nuove strade.
Queste nuove strade devono necessariamente avere una lunga percorrenza. Gli elementi di cambiamento registrati dalla recente piattaforma programmatica di Ferderfarma, e presenti da anni in quella della nostra Federazione, non possono soltanto mirare a preservare il presente.
Dobbiamo invece riflettere su come sarà la farmacia dei prossimi venti-trent'anni. Una farmacia in cui il farmacista è impegnato nelle attività più di tipo intellettuae-immateriale e meno in quelle materiali, più relazionale e meno commerciale. Un contesto, per esempio, capace di gestire il complesso processo distributivo dei nuovi farmaci predittivi, "personalizzati" sulle caratteristiche del dna di ogni singolo paziente.
Per arrivare a ciò dovremo certamente riscrivere le regole istituzionali del settore, ma dovremo anche ripensare gli attuali modelli di formazione continua secondo strategie e strumenti in grado di assicurare grande flessibilità e personalizzazione del trasferimento di competenze.
Ed è forse da questa prospettiva che andrebbe affrontata la prossima Convenzione Nazionale.
Infatti, se l'ultima approvata risale al 1998, è doveroso pensare e scrivere un prossimo accordo conferendogli una solidità in grado di reggere per almeno quindici anni.
Siamo insomma convinti che le tante emergenze del presente debbano essere affrontate a testa alta. Atteggiamento che non denota soltanto convinzione nelle proprie posizioni, ma anche la volontà di guardare lontano.
Ciò potrebbe certamente portare a nuovi e forti contrasti all'interno della filiera, ma anche rinsaldare alcuni rapporti tra mondo pubblico e privato della farmacia, e tra farmacia e la società italiana.

 
Francesco Schito
Vice Presidente Assofarm

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Farmacie comunali
Roma vuole privatizzare le farmacie comunali in rosso

Farmacap, l’Azienda farmasociosanitaria capitolina che gestisce le 43 farmacie comunali, potrebbe essere liquidata entro l’anno.
L’intenzione del sindaco Alemanno è infatti quella di privatizzare la municipalizzata, sacrificandola per tenere in ordine i conti del Comune.
L’idea non è affatto nuova, a dire il vero. Era infatti già stata formulata dall’ex assessore al Bilancio Maurizio Leo e il suo successore Carmine Lamanda non sembra essere affatto di avviso diverso.
Negli ultimi tempi si sarebbero tenute diverse riunioni riservate in Campidoglio alla presenza del sindaco e dei capicorrente del Pdl per fare il punto della situazione e decidere come procedere.
Il destino di Farmacap sembra dunque segnato: verrà venduta in quanto attività ritenuta non economica dal Comune.
Intanto l’inchiesta de Il Tempo sulla gestione dell’Azienda farmasociosanitaria capitolina ha sollevato i dubbi del consigliere Pdl di Roma Capitale e portavoce di Laboratorio Roma Pierluigi Fioretti. «Il direttore generale Orgera ha delle evidenti responsabilità. Mi chiedo come mai si trovi ancora al suo posto.
Perché tutti tacciono? Si può sapere da chi è protetto il direttore generale di Farmacap? », attacca Fioretti.
Sulla privatizzazione il consigliere di Laboratorio Roma è netto: «Mi sembra onestamente l’unica strada percorribile. Tutta l’azienda e le sue 43 farmacie verrano vendute mentre  la teleassistenza passerà in carico ai Servizi sociali del Comune.
D’altronde non ha senso tenere in piedi un’azienda in perdita costante.
Le farmacie comunali sono le uniche che non producono reddito. Certo la gestione nell’ultimo decennio è stata fallimentare.
Da quando c’è il centrodestra al governo di Roma le cose sono migliorate, però non si può tornare indietro da una strada ormai tracciata.
Entro l’anno verrà espletato il bando per la privatizzazione.
I dipendenti però non devono preoccuparsi: verrano riassorbiti dal Comune». Intanto, sulla gestione di Farmacap si addensano le nubi di casi di mobbing ai danni dei dipendenti.
L’Inail nel 2004 ha riconosciuto oltre 5.000 euro d’indennità a un dipendente per «menomazione dell’integrità psico-fisica» per «disturbo dell’adattamento reattivo a situazione lavorativa».
Fatti accertati anche dal Tribunale del Lavoro di Roma nel giugno 2007. I casi simili sarebbero molti in Farmacap.
Fonti interne dichiarano «almeno 17 casi» e non esitano a parlare di «condizioni di lavoro in locali fatiscenti, scarissima pulizia dei locali, aggressioni fisiche denunciate anche ai carabinieri,trasferimenti ritorsivi, minacce di trasferimenti penalizzanti, discriminazione nell’assegnazione dei premi di produzione e nella firma delle ferie, disparità di trattamento nell’assegnazione delle sedi».
Su alcune di queste denunce dei dipendenti c’è anche un’interrogazione all’allora sindaco Veltroni presentata il 25 novembre 2002 dall’allora consigliere comunale Bruno Prestagiovanni.
(fonte: Il Tempo)


La Preoccupazione di Assofarm


Assofarm, nell'apprendere dagli Organi di stampa le preoccupazioni dell'Amministrazione Comunale di Roma nei confronti dell'Azienda Farmasociosanitaria capitolina– Farmacap - ha inoltrato una nota al Sindaco di Roma per chiedere un incontro.
Le Farmacie Comunali, sostiene A.S.SO.FARM., sono un fondamentale presidio socio-sanitario inserito, a pieno titolo, nel Sistema Sanitario Nazionale e, come tali, consentono ai Sindaci, proprietari delle Farmacie, di recitare un ruolo da protagonisti nell'erogazione di un servizio costituzionalmente tutelato.
Da sempre, inoltre, le Farmacie Pubbliche operano nel settore sociale, garantendo attenzioni particolari verso le categorie più deboli e svantaggiate.
A.S.SO.FARM. nella nota fa appello alla sensibilità sociale ed alle sicure convinzioni del Sindaco Gianni Alemanno sull'essenzialità di un servizio pubblico nel settore farmaceutico e, nonostante le preoccupazioni che desta Farmacap,sarà sicuramente attento al valore di un'Azienda che eroga servizi sanitari.
Farmacap non è associata ad A.S.SO.FARM. e rappresenta un caso pressoché unico in tutto il settore delle Farmacie Comunali.
Difatti, A.S.SO.FARM. associa circa 1300 Farmacie di proprietà degli Enti Locali che svolgono il proprio lavoro con proficui risultati, sia sotto il profilo sanitario sia economico.
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Farmacie comunali
Assofarm al Forum Mediterraneo in Sanità 2011

Dal 24 al 26 maggio si è svolto a Palermo, nella cornice del teatro Politeama, il Forum 2011 Mediterraneo in Sanità.
Nell’ambito dell’evento, che ha avuto un importante successo di pubblico, si è tenuta una sessione sull’argomento “Le farmacie comunali: opportunità di una presenza attiva dei Comuni in sanità”.
Sono intervenuti Venanzio Gizzi e Francesco Schito, rispettivamente Presidente e Vice Presidente di Assofarm, la Federazione delle Farmacie Comunali sul territorio nonché l’avvocato Stefano Colombari, incaricato nell’Università di Bologna.
Facendo il punto sulle più recenti novità normative, gli intervenuti si sono in particolare soffermati sul tema delle possibili forme di gestione delle farmacie comunali, evidenziando l’opportunità che l’ordinamento oggi riconosce ai Comuni di scegliere tra una pluralità di modelli, dall’azienda speciale, al consorzio, alla gestione in economia, alla società mista (con soci anche diversi dai farmacisti già dipendenti comunali) fino ad arrivare alla concessione a terzi.
Si tratta di un profilo di particolare interesse per gli amministratori locali e gli operatori del settore anche considerato che le numerose modifiche normative succedutesi nel tempo hanno determinato talora interpretazioni ingiustamente restrittive da parte di alcune categorie di addetti ai lavori.
Si è, inoltre, sottolineato il ruolo peculiare della farmacia comunale che consente di completare l’erogazione del servizio farmaceutico nell’ambito del servizio sanitario nazionale, ponendo particolare attenzione a profili non strettamente di mercato.
Nel chiudere la sessione, il Presidente e il Vice Presidente di Assofarm, trovando pieno riscontro nell’uditorio, hanno sottolineato l’impegno della Federazione nel senso di proporre interventi normativi che consentano ai Comuni di valorizzare pienamente l’opportunità della scelta tra le varie possibili forme di gestione delle farmacie oggi ammesse dall’ordinamento.
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Farmacie comunali
Indagine di Costumer Satisfaction

Dopo aver ulteriormente approfondito la conoscenza del sistema federale, dei servizi che erogano le Farmacie Comunali, delle appartenenze associative, sia a livello nazionale e sia territoriale, Assofarm prosegue il programma di studi ed indagini avviato dall’apposito Centro Studi della Federazione, con una sezione predisposta al fine di conoscere le aspettative dei cittadini ed il loro gradimento nei confronti delle Farmacie Comunali.
Difatti, da una prima riflessione sulla visibilità delle Farmacie, possiamo affermare che i cittadini spesso non distinguono le Farmaice pubbliche da quelle private sia pure nell’ambito di un servizio dove prestazioni delle farmacie tutte assumono caratteristiche di eccellenza.
In questi giorni gli uffici centrali della Federazione hanno trasmesso alle associate un questionario di rilevazione dei seguenti elementi:
Visibilità: Valutazione degli strumenti da gestire negli spazi fisici delle farmacie, volti a favorire la distinguibilità delle farmacie comunali rispetto a quelle private.
Informazione: valutazione dell’opportunità di dotarsi di un house organ informativo delle farmacie comunali e valutazione degli impatti derivanti dalla distribuzione di opuscoli e altro materiale cartaceo informativo.
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Farmacie comunali
VII Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa

Assofarm ha aderito alla VII giornata mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa. L’ipertensione arteriosa è una condizione molto diffusa: nei paesi industrializzati una persona su cinque ha la pressione alta. Poiché non dà sintomi, molte persone possono essere ipertese e non saperlo.
Il controllo della pressione arteriosa attraverso periodiche misurazioni è perciò un mezzo fondamentale di prevenzione cardiovascolare.
Il 17 maggio 2011 è stata celebrata la VII Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa, promossa in tutto il mondo dalla World Hypertension League.
Assofarm ha offerto la propria adesione a questa campagna promuovendo una giornata di sensibilizzazione offrendo gratuitamente, nelle Farmacie Comunali aderenti all’iniziativa, la misurazione della pressione arteriosa ai clienti che lo hanno richiesto.
La Farmacia per la propria peculiare dislocazione sul territorio e i numerosi contatti quotidiani che la mettono in stretta connessione con il tessuto sociale a cui fa riferimento quale servizio sanitario, è una delle sedi più qualificate per trasmettere messaggi educativi e il controllo della pressione rientra a pieno titolo fra le iniziative di promozione della salute che il Farmacista può mettere in atto.
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Mondo farmaceutico
Forlì, L’Ausl: “Spendiamo 2 milioni in più rispetto alla media regionale”

“Meraviglia molto che venga sollevata nuovamente la tematica della distribuzione diretta dei farmaci, intrapresa in tutte le Aziende sanitarie secondo la Legge Nazionale n. 405 del 2001, e la cui correttezza, per l’Usl di Forlì, è stata tra l’altro confermata dal Tar della Regione Emilia Romagna”.
Non si fa attendere la risposta della Direzione Generale dell’Ausl alle lamentele di Federfarma, espresse mercoledì sulla distribuzione diretta dei farmaci.
“Le considerazioni espresse da Federfarma nel corso della conferenza stampa del 4 maggio, che non è stata preceduta da nessuna richiesta di confronto con la direzione della nostra Azienda, sono in contraddizione con la recente dichiarazione ai quotidiani locali della stessa Federfarma che il 30 marzo scorso ha portato ad esempio l’Ausl di Forlì tra le Ausl romagnole che “si stanno comportando bene” riguardo alla distribuzione diretta.
Preme sottolineare che la nostra Azienda nel 2010, per i farmaci erogati dalle farmacie convenzionate, ha registrato una maggior spesa pari a 2 milioni di euro, su un totale di circa 35 milioni, rispetto alla media regionale  (è la seconda Ausl emiliano-romagnola per spesa)”, si legge nella nota.
“Il servizio di distribuzione diretta, offerto in occasione delle dimissioni, di controlli ricorrenti, e dell’assistenza domiciliare, ha distribuito un quantitativo di farmaci minore del 13% rispetto a quanto avviene in media nella nostra regione; nonostante la distribuzione diretta possa portare a grandi risparmi, si è privilegiata una politica di buon uso del farmaco e appropriatezza delle prescrizioni, in collaborazione con i professionisti.
Si coglie l’occasione per ricordare che tale servizio è garantito da personale laureato in farmacia, specializzato e appositamente formato, che opera non solo presso l’ospedale Pierantoni ma più capillarmente anche in altri punti del territorio aziendale, e di norma interessa cittadini che sono già presso le strutture per altri motivi, quali controlli, visite, dimissioni”.
“E’ doveroso ricordare - aggiunge la direzione dell’Azienda - che la spesa per i ricoverati in ospedale è stata oggetto di attenzione esattamente come quella territoriale: nel 2010 è stata pari a 5.650.000, cioè 1 settimo di quella convenzionata, con un calo del 9,5% rispetto al 2009, anche in questo caso grazie all’impegno dei professionisti, oltre che ai migliori prezzi ottenuti con la gara farmaci di Area Vasta Romagna, ciò pur garantendo la presa in carico di un maggior numero di pazienti affetti da patologie rare e gravi, con terapie costose ed innovative”.
“Per quanto riguarda la distribuzione di farmaci “per conto”, quella in cui l’Ausl compra il farmaco e la farmacia convenzionata lo distribuisce, Forlì è la realtà regionale che utilizza maggiormente tale modalità che si traduce nel riconoscimento alle farmacie convenzionate, nel rispetto dell’Accordo Regionale con l’Associazione farmacisti, di un compenso economico pari, nel 2010, a 328.000 euro.
E’ inoltre in fase di stipula il rinnovo del contratto Farma-CUP, che dal 1 gennaio 2011 porta la retribuzione per ogni singola prenotazione a 2,40 euro, rispetto ai precedenti 1,46 euro.
Preme infine sottolineare che l’Ausl di Forlì si fa carico, proprio attraverso i punti di distribuzione diretta, di erogare gratuitamente farmaci di fascia C ai cittadini meno abbienti, che dovrebbero altrimenti pagarli, oltre a farmaci difficilmente reperibili dalle farmacie territoriali, nello spirito non di concorrenza ma di una fattiva collaborazione, che è l’unico che può dare buoni risultati in un sistema che si dia come obiettivo la salute dei cittadini”
(fonte: Romagnaoggi.it)
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Mondo farmaceutico
Farmaci in ospedale: è polemica a Belluno


Che certi farmaci si debbano acquistare alla farmacia dell’ospedale può andare bene, qualora ciò non implichi, però, disagi per gli utenti. Iniziano a farsi numerosi i casi di persone “dirottate” alla farmacia ospedaliera di Belluno e Feltre, per acquistare particolari medicinali che potrebbero trovare anche nelle altre farmacie. E iniziano a farsi sentire i problemi. Come segnala un residente di Chies d’Alpago che in una lettera a La Repubblica definisce “simpatica novità della mia Regione”, il fatto che “un tipo di insulina non è più disponibile nelle normali farmacie e per ritirarla ci si deve recare al San Martino nella comoda fascia oraria che va dalle 10.30 alle 12 dei giorni feriali”.
E per i festivi? O ci si rivolge al reparto sperando che abbia il farmaco o si deve attendere il lunedì o comunque il primo giorno lavorativo utile. Ma non sempre è possibile.
E ieri in una farmacia del Bellunese è accaduto, come ci racconta il farmacista che, «una signora ha chiesto un antibiotico, che solitamente acquistava alla farmacia ospedaliera, ieri però chiusa, per cui si è rivolta al reparto che l’aveva finito. Per cui è venuta da noi ma, visto che non lo avevamo disponibile, le ho risposto che possiamo fornirglielo soltanto domani (oggi per chi legge, ndr).
Ma alla signora serviva ieri. Cosa si fa?». È difficile dirlo anche perchè per questi medicinali serve la ricetta rossa del medico di famiglia.
«Il problema», cerca di spiegare il problema Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno, associazione che non vede di buon occhio questa scelta dell’Usl, «è che manca un’informazione corretta all’utente che pensa che alcuni farmaci si trovino soltanto nella farmacia dell’ospedale.
E così capita che il medico di base, indirizzando il paziente alla struttura ospedaliera, non scriva la prescrizione rossa, ma compili il semplice foglio bianco, foglio con cui non si possono ritirare questi medicinali». Ma sotto, secondo Grubissa, c’è «il piano dei risparmi che la Regione ha formulato per le aziende sanitarie», cerca di specificare la situazione, il presidente dei Federfarma che aggiunge: «Da diversi mesi, infatti, le Usl hanno iniziato
a rivedere gli acquisti di medicinali e si sono orientate a una riduzione dei costi che può venire tramite un’acquisto di grandi quantitativi di medicinali.
Per questo viene incentivata la vendita nella farmacia ospedaliera», a scapito quindi delle farmacie private. «Nella nostra Usl, la spesa farmaceutica rappresenta il 13% del totale, e di questa quelle per medicinali particolari è solo del 5%.
Le due Usl ci hanno convocato per chiederci di sottoscrivere una convenzione, ma non ci stiamo perchè così si mette in difficoltà la fascia più debole della popolazione, come gli anziani, costretti a prendere il taxi, percorrendo decine di chilometri, per riuscire ad arrivare all’ospedale in tempo per acquistare le medicine. Va bene risparmiare, ma non sulla pelle dei cittadini».
(fonte: Corriere delle Alpi)
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Mondo farmaceutico
Nasce il portale informativo equivalente.it

Teva Italia, tra le maggiori aziende nel settore dei farmaci equivalenti, ha lanciato il portale informativo equivalente.it, che mira a diventare il punto di riferimento per sensibilizzare il pubblico su questo tipo di farmaci con aggiornamenti, giochi e quiz a tema. Nel sito è possibile conoscere tutti gli appuntamenti della campagna “Equivalente.
Conosci e scegli i farmaci equivalenti” che prevede varie attività sul territorio nazionale, tra cui incontri nelle principali piazze e nelle farmacie, ASL, associazioni ed ambulatori.
Nel corso di questi appuntamenti con il pubblico medici ed altri operatori sanitari daranno consigli per la prevenzione e la gestione delle principali problematiche di salute e la corretta gestione dei farmaci: sono in programma, infatti, seminari dedicati all’approfondimento di tematiche di largo interesse pubblico.
Tra queste DireFareCuore, il filone di appuntamenti dedicati alla prevenzione cardiovascolare, che nel mese di maggio sarà a Cosenza (11 maggio) ed a Napoli (13 maggio). Il 15 maggio a Trescore Cremasco (Cremona) con entrambi i temi, mentre il 30 maggio a Molfetta (Bari) si terrà la sessione informativa sugli equivalenti.
“Oggi in Italia soltanto 1 cittadino su 10 sceglie di acquistare il farmaco generico garantendosi, a parità di sicurezza ed efficacia, un sensibile risparmio.
Negli altri Paesi il 50% delle confezioni di farmaci vendute è generico, con punte del 70%in Germania” afferma una nota di Teva Italia.
(fonte: vostrisoldi.it)
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Mondo farmaceutico
Da maggio in farmacia troveremo infermieri e fisioterapisti

Da maggio infermieri e terapisti in farmacia, il provvedimento è in Gazzetta Ufficiale.
Sarà possibile fare iniezioni, medicazioni, terapie. Andare in farmacia anche per farsi fare un’iniezione dall’infermiere o una medicazione, oppure un trattamento dal fisioterapista.
Dal 4 maggio sarà possibile in tutti gli esercizi che attiveranno questi servizi.
Il decreto attuativo definisce, in sei articoli, le regole per le prestazioni che questi professionisti potranno fornire nelle farmacie.
Infermieri professionali e fisioterapisti – sotto la responsabilità del farmacista – oltre a fare iniezioni o medicazioni, potranno assistere il paziente nell’esecuzione delle analisi di prima istanza  (come controllo della glicemia, del colesterolo, dei trigliceridi e altro), informarlo partecipando a programmi di educazione sanitarie, e offrire indicazioni per una migliore aderenza alle terapie seguite.
Gli infermieri – sempre all’interno dei servizi offerti dalle farmacie – potranno anche recarsi al domicilio del paziente per eseguire, su prescrizione medica, prestazioni di loro competenza.
Anche i fisioterapisti, sempre su prescrizione medica, potranno effettuare – sia in farmacia, sia al domicilio del paziente – le prestazioni definite dal loro profilo professionale: riabilitazione, recupero delle disabilità, massaggi, massoterapia. La farmacia, dal canto suo, dovrà mettere a disposizione strutture adeguate dove il paziente possa usufruire delle prestazionidi infermieri e fisioterapisti.
L’attivazione di nuovi servizi, si legge nel decreto, «non può comportare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica».
Per quanto riguarda la loro remunerazione, i criteri generali vengono fissati nell’accordo nazionale collettivo, mentre gli accordi regionali successivi fissano«i requisiti minimi di idoneità dei locali nel cuiambito leprestazioni sono erogate». Ma «fino all’entrata in vigore degli accordi regionali, i requisiti minimi dei locali sono quelli che le vigentidisposizioni di legge stabiliscono per lo svolgimento di  attività infermieristiche e fisioterapiche». Nelle farmacie, in ogni caso, potranno operare solo «infermieri e fisioterapisti,in possesso di titolo abilitante». Mentre «il farmacista titolare o direttore è tenuto ad accertare, sotto la propria responsabilità, il possesso di tali requisiti». Il farmacista deve anche occuparsi del «coordinamento organizzativo e gestionale dei nuovi servizi».
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Mondo farmaceutico
Tra corsi, convegni e appuntamenti guardando al futuro

Il nutrito calendario di convegni e conferenze stilato per questa quindicesima edizione di Cosmofarma Exhibition è sinonimo e garanzia, per gli operatori professionali a cui sono rivolti, di formazione e di incontri e rappresenta oggi uno dei punti di forza della manifestazione. Per farmacisti e addetti ai lavori ogni appuntamento, dai convegni istituzionali, ai corsi Ecm e ai workshop aziendali, diventa un appuntamento di imprescindibile partecipazione per chi vuole farsi trovare pronto alle sfide che il futuro riserva aquesta professione. Vediamo gli incontri più significativi. Venerdì 13 maggio, per esempio, è previsto un incontro con  la stampa organizzato da Fofi - Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani - su «Un anno importante per il farmacista italiano e la rappresentanza professionale», con interventi del dottor Andrea Mandelli, presidente Fofi,del senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi e del dottor Maurizio Pace, segretario.
Sabato 14 è previsto il convegno a cura di Federfarma e Fofi, in collaborazione con Cosmofarma dal titolo: «Da  150 anni al servizio del cittadino.
La farmacia italiana ieri, oggi e.. domani?».  Aprono i lavori le relazioni del professor Giovanni Cipriani, docente di storia moderna Università di Firenze e del dottor Giacomo Leopardi, presidente Fondazione F. Cannavò.
Segue una tavola rotonda, moderata da Maurizio Imperiali e Lorenzo Verlato a cui parteciperanno tutti i rappresentanti della categoria: Andrea
Mandelli, presidente di Fofi; Annarosa Racca, presidente di Federfarma; Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm; Eugenio Leopardi, presidente di Utifar; Paolo Corte, presidente di Fenagifar.
L’attore Maurizio Micheli terrà invece una lettura tratta da Carlo Pedrazzini «La farmacia storica artistica italiana». Nella stessa giornata è in calendario il convegno organizzato da Promofarma - «E-Health: la ricetta elettronica e il fascicolo sanitario entrano in farmacia » - moderato dal vicedirettore di La7, Andrea Pancani, a cui parteciperanno Renato Brunetta, ministro dell’Innovazione; Francesco Massicci, Rgs, ispettore generale capo I.Ge.Spe.S;
Rossana Ugenti, del ministero della Salute, direttore generale del Sistema informativo; Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg; Annarosa Racca; Alfredo Orlandi, presidente di Sunifar;  Venanzio Gizzi e Gianni Petrosillo, amministratore delegato Promofarma.
Per la giornata di domenica 15, segnaliamo il convegno (con crediti Ecm) organizzato da Fenagifar: «L’evoluzione della farmacia e il farmacista del futuro».
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Mondo farmaceutico
Liberalizzazione delle farmacie: per i consumatori “molte ombre  e poche luci”

Uno studio commissionato dall’Unione nazionale consumatori sulle liberalizzazioni nella vendita dei farmaci, ha “simulato” i possibili effetti di un’eliminazione della pianta organica. Stando ai risultati ne deriverebbe una concentrazione degli esercizi nelle zone più densamente popolate a danno degli abitanti degli oltre seimila piccoli Comuni italiani con meno di cinquemila abitanti, che potrebbero non poter più contare sulle attuali farmacie rurali che assicurano loro l’assistenza farmaceutica.
“L’Ocse, nel suo rapporto annuale ha individuato nella riduzione delle barriere regolamentari e amministrative alla concorrenza, una delle principali priorità per l’Italia.
Si tratta di un’indicazione importante che va però valutata settore per settore, tenendo conto di ciascuna specificità e, soprattutto, dei reali benefici che ne discendono per i cittadini”. Ad affermarlo è stato Massimo Dona, segretario generale dell’Unione nazionale consumatori, che proprio questa mattina ha presentato a Roma i risultati di uno studio realizzato per conto della stessa UNC, da un pool di ricercatori del RESc (Ricerce Economiche Società cooperativa), sulla liberalizzazione della vendita dei farmaci.
Lo studio – a spiegarlo è stato Stefano Fantacone, presidente del RESc – ha analizzato, in particolare le conseguenze di una maggiore apertura della vendita dei farmaci rapportandola alla situazione delle farmacie rurali.
Quelle cioè che assicurano il servizio e l’assistenza farmaceutica nei 6 mila Comuni italiani al di sotto dei 5000 abitanti e lo fanno con utili e fatturati sensibilmente più bassi rispetto a quelli delle farmacie urbane.
Come è stato osservato il principio su cui si basano i processi di liberalizzazione è sostanzialmente quello di allargare l’area della concorrenza favorendo l’ingresso di altri operatori in un determinato settore, allo scopo di incidere – al ribasso – sulle dinamiche dei prezzi di un bene, facendo sì che i cittadini possano godere di un maggiore “benessere sociale”.
Questo principio però, pur positivo, poco si adatta alla vendita del farmaco. Come ha ricordato Fantacone, il beneficio derivante da una diminuzione dei prezzi dei farmaci “sembra insussistente”: da un lato, infatti, il prezzo del farmaco è rigidamente regolamentato dallo Stato.
E, anche in riferimento ai medicinali Otc, va comunque valutata la portata della domanda: difficile immaginare che si acquistino più farmaci se non ce n’è necessità.
Lo studio del RESc ha così cercato di definire i confini del problema, individuando tre “domande cruciali” alle quali rispondere: “la diffusione delle farmacie sul territorio è realmente capillare?”; “la fruibilità del servizio è adeguata?”;“l’occupazione del settore è limitata dalle norme che regolano l’apertura di servizi sul territorio?”. In particolare si è cercato di rispondere al primo quesito.
Per il quale i numeri sembrano confortare i fautori dell’attuale sistema della pianta organica. In Italia, infatti, la diffusione delle farmacie sul territorio è “del tutto paragonabile alla media europea”, con una farmacia ogni 3374 abitanti, contro un valore medio europeo di 3323.
In alcune Regioni, inoltre, questa media viene ulteriormente superata: si tratta soprattutto delle zone caratterizzate da una configurazione orografica “difficile” e nelle quali le aree urbane sono in numero decisamente minore rispetto alle piccole comunità locali.
La pianta organica, dunque, sembra rispondere efficacemente alle necessità dei cittadini garantendo la distribuzione farmaceutica sull’intero territorio nazionale.
Ma i ricercatori sono andati oltre, chiedendosi se “gli stessi risultati sarebbero stati ottenuti con un processo di liberalizzazione che avesse eliminato i criteri regolazione dell’inserimento delle farmacie sul territorio?”
Si arriva così ad esaminare la situazione delle farmacie rurali, quelle che, in sostanza, “soddisfano la domanda dei territori marginali con basso bacino d’utenza”.
E la risposta che ne deriva non è certamente in linea con gli auspici dei fautori delle liberalizzazioni. La ricerca del RESc, infatti, ha preso in considerazione un campione geografico – il territorio della provincia di Chieti – confrontando la distribuzione delle farmacie con quella delle parafarmacie aperte grazie alla legge Bersani.
Dal confronto è emerso che queste ultime sono tutte concentrate nella zona a più elevata densità di popolazione – nel caso in esame, la fascia costiera – dove sono certamente più elevate le condizioni di redditività.
“Se le scelte insediative delle parafarmacie fossero in qualche modo rappresentative dei comportamenti che prevarrebbero in una condizione di libero mercato” concludono i ricercatori del RESc “la spinta prevalente appare essere quella alla concentrazione degli insediamenti, con relativo abbandono delle zone marginali”. Un esito “prevedibile” ma anche “largamente indesiderabile e in potenziale contrasto con l’articolo 32 della Costituzione sulla tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo”. E che, inoltre, potrebbe ulteriormente favorire lo “spopolamento” dei piccoli Comuni, come ha ricordato Franca Biglio, presidente dell’Anpci (l’Associazione dei piccoli Comuni italiani), determinato anche dalla progressiva scomparsa di altri servizi di utilità sociale come gli uffici postali, le scuole o gli esercizi commerciali”.
Per quanto riguarda invece la fruibilità del servizio e l’occupazione, lo studio del RESc si limita a qualche considerazione: il primo aspetto è direttamente collegato alla presenza delle farmaci sul territorio e, piuttosto che da una liberalizzazione “spinta” potrebbe magari essere affrontato rivedendo il sistema degli orari di apertura degli esercizi, così da venire incontro “alle mutate abitudini della popolazione”.
L’occupazione, invece, meriterebbe una trattazione specifica: certo la regolamentazione delle aperture degli esercizi ha “presumibilmente” un effetto negativo e, al tempo stesso, il percorso formativo del farmacista non è “necessariamente finalizzato all’impiego nella distribuzione finale”.
In questo caso sarebbero forse opportune – oltre che una liberalizzazione del mercato – scelte politiche capaci di “ridisegnare il ruolo della farmacia nella fornitura di servizi sul territorio, cogliendo così l’opportunità di rafforzare e rendere più efficiente il modello di offerta sanitaria”.
(fonte: Quotidianosanità.it)


I commenti

Annarosa Racca - presidente Federfarma

“Permettere ai corner dei supermercati e alle parafarmacie di vendere anche i farmaci con ricetta medica significherebbe stravolgere il sistema attuale e privare della farmacia gli abitanti dei piccoli centri. Oggi il titolare di una piccola farmacia si accontenta di guadagnare poco, pur di maturare un punteggio per poter vincere, a concorso, una sede migliore.
Chi potrebbe costringerlo a continuare a rimanere lì, a garantire il servizio, sapendo che potrebbe aprire un esercizio farmaceutico in un grande centro urbano ed essere presto equiparato a una farmacia vera e propria? In quel caso gli abitanti dei piccoli centri, e in particolare gli anziani, rimarrebbero senza farmacia”.

Alfredo Orlandi - presidente Sunifar

“Si parla tanto dei problemi delle parafarmacie, esercizi collocati nelle zone commercialmente più redditizie e di proprietà, per la maggior parte, di società di capitale o di gruppi commerciali. Nessuno sembra preoccuparsi dei cittadini, di quel milione e trecentomila persone che abitano nei 2000 comuni con meno di 1500 abitanti che, in caso di liberalizzazione, rimarrebbero senza farmacia. Questo perché i titolari delle piccole farmacie rurali, che oggi garantiscono il servizio con grande sacrificio, 24 ore su 24, di notte e nei giorni di festa, in caso di liberalizzazione sarebbero i primi ad andarsene, per trasferirsi nelle zone più ricche e tenere aperto solo negli orari più redditizi”.

Venanzio Gizzi - presidente Assofarm

“La fuoriuscita di farmaci con ricetta dalle farmacie significa dissestare un sistema a rete, erogatore di servizi sanitari, che ha garantito e garantisce da sempre un essenziale riferimento per la vita dei cittadini. Le farmacie comunali, che operano con un forte profilo sociale, saranno colpite irrimediabilmente da tali provvedimenti insieme alle farmacie dei centri minori che non avranno più la possibilità di sopravvivere, impoverendo di fatto collettività già isolate.
Le farmacie comunali garantiscono servizi in territori socialmente delicati e sono un riferimento per le popolazioni più deboli a cui dedicano attenzioni e servizi che verrebbero a mancare qualora i bilanci non fossero ritenuti dai proprietari, ovvero i Comuni, sufficientemente in equilibrio”.
Ecco i commenti dei rappresentanti della Federfarma, del Sunifar, il sindacato dei titolari di farmacia rurali e di Assofarm, l’Associazione delle farmacie comunali, rilasciati ai margini della presentazione dello studio del RESc commissionato dall’Unione nazionale consumatori.
(fonte: Quotidiano Sanità)
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Erba Vita e Assofarm
Una nuova frontiera contro il sovrappeso

Per diminuire il peso corporeo, un valido aiuto arriva anche dall’utilizzo di integratori alimentari, oltre a seguire una dieta ipocalorica adeguata (consigliata da uno specialista) e a fare una adeguata attività fisica (calibrata in base alle potenzialità e possibilità della persona).
Il miglior metodo per dimagrire in modo sicuro si basa su l’attuazione di un programma equilibrato in cui l’attività fisica, l’alimentazione e alcuni integratori specifici sono le tre componenti fondamentali. Gli integratori alimentari sono costituiti normalmente da miscele di sostanze naturali;
contengono in genere una certa quantità di fibre in associazione ad altre sostanze ad azione coadiuvante (ad esempio per contrastare la ritenzione idrica, per stimolare la termogenesi, ad azione lipobloccante o glucobloccante, ad azione saziante).
A seconda della tipologia di persona, in base al tipo di stile di vita o alla situazione oggettiva, si delineano diverse situazioni: c’è chi segue una dieta ma non sa rinunciare a pane, pasta e dolci;  c’è chi tende ad accumulare i grassi, soprattutto nella zona addominale; alcuni non riescono a controllare la fame nervosa; altri bevono poco, per una cattiva abitudine di vita, e si sentono sempre gonfi; alcune persone pur mangiando pochissimo tendono ugualmente ad ingrassare.
In questo ultimo caso, a parte i casi di disfunzioni ormonali, specialmente tiroidei, che sono abbastanza rari (questi casi sono delle vere e proprie patologie che se accertate dovranno essere trattate da medici specialisti con cure idonee al caso), la causa di questa anomalia potrebbe essere una cattiva funzionalità del fegato e delle vie biliari.
In pratica cistifellea e fegato sono intasati di sostanze di deposito che ne impediscono il corretto e totale funzionamento.
I nutrienti introdotti non vengono sufficientemente trasformati in energia e si accumulano sottoforma di grasso.
In questo caso l’approccio del drenaggio, di cui si parlerà di seguito, è assolutamente indispensabile.
In ogni caso la strategia dimagrante del drenaggio indipendentemente dai trattamenti proposti successivamente, è raccomandata a tutti, in quanto un organismo ripulito è più ricettivo ai successivi trattamenti, che risultano pertanto più efficaci e duraturi nel tempo.

la proposta

Linea 6 SNELL

Dall’esperienza dei laboratori Erba Vita è nata la nuova linea 6 SNELL! Una linea completa composta da 7 prodotti, di cui l’ultimo nato è il 6 snell   Peso + forma.
Tutta la linea è stata sottoposta a Test clinici sui principi attivi ed è anche per questo motivo che 6 SNELL “funziona”.
Utilizzare i prodotti della Linea Erba Vita 6 SNELL ci aiuta ad avere un metabolismo attivo, un organismo che lavora a pieno regime, che consuma meglio le calorie ed elimina in modo più efficiente le tossine.
Dal momento che un solo prodotto non basta per soddisfare le diverse problematiche di controllo del peso, ecco una nuova linea di integratori che risponde efficacemente alle diverse esigenze di ogni individuo.
I punti di forza della Linea Erba Vita 6 SNELL sono i seguenti:
  • Utilizza Attivatori del metabolismo basale: aumentano il dispendio calorico aumentando la termogenesi (Citrus aurantium, Lipofruit®, Bioperine®, Coleus, Fucus)
  • Utilizza Attivatori delle lipasi: aumentano la mobilitazione dei grassi (Rhodiola rosea, Fucoxantina, The verde,Finomate®,Caffè verde)
Effettua la Regolazione e Riduzione dell’assorbimento dei nutrienti:
i principi attivi limitano i processi di assorbimento (Faseolamina, Chitosano, Cassia nomame, Garcinia, Jambul, Cannella, Pomactiv®)
Effettua la Regolazione e Riduzione del senso di fame: i principi attivi rigonfiano, sequestrano, limitano l’appetito (Glucomannano, Guar, Pinnothin®, Garcinia)
  • Utilizza Carminativi ed eupeptici: i principi attivi facilitano la digestione e contrastano la formazione di gas e gonfiori addominali (Finocchio)
  • Utilizza Depurativi e drenanti: i principi attivi facilitano l’eliminazione di tossine e liquidi in eccesso (Ortosiphon, Ananas,Cardo mariano, Bardana, Carciofo, Rafano, Betulla,Fagiol)
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