Comunicati Stampa a cura di ASSOFARM

“Nel prossimo futuro – ha preso subito la parola lo stesso Gemmato – ci aspetta un grande lavoro sulla determinazione dei costi occulti della distribuzione diretta: dal maggiore impatto del personale delle farmacie ospedaliere, alla contabilizzazione dei farmaci scaduti, fino ai costi sociali sostenuti dai cittadini. Compresi quelli sanitari e umani generati dalla mancata osservanza delle terapie da parte di quei pazienti che faticano a raggiungere con continuità e regolarità la farmacia ospedaliera”.

Secondo Antonio Gaudioso, ogni futura analisi sui costi dovrebbe essere guidata da un solo obiettivo: cosa è meglio per il cittadino. “Il tema è armonizzare efficienza della spesa e umanizzazione della cura. Abbiamo atteso troppo per la farmacia dei servizi, per nuovi modelli di presa in carico del paziente, poi quando è arrivato il Covid abbiamo scoperto che mancava la sanità territoriale”.

A Falorni è spettato il compito di riflettere sullo stato dell’arte economico: “Dal 2006 ad oggi, da quando abbiamo iniziato a parlare di nuovi modelli di remunerazione del farmacista, la farmacia ha perso in redditività ma ha tenuto ferma la propria professionalità. Abbiamo resistito alla deriva commerciale, ma il prezzo di tutto ciò è stata una crescente fragilità economica, soprattutto per le piccole farmacie, urbane e rurali. Questa tendenza deve essere invertita: senza sostenibilità economica viene meno anche la mission sanitaria”.

E’ possibile rimandare ancora il rinnovo della Convenzione anche dopo l’esperienza del Coronavirus? E’ possibile relegare la farmacia ai margini del Sistema Sanitario Nazionale dopo il contributo che ha dato per tutta l’emergenza? E’ possibile non coinvolgere le farmacie nella vaccinazione di massa che verosimilmente dovremo affrontare al prossimo autunno? Sono queste le domande che il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi ha posto nel suo intervento.

Domande per le quali, secondo l’onorevole Gemmato, oggi non vi sono risposte certe. “Non è affatto scontato che nei 37 miliardi del MES, ammesso che il nostra paese ne usufruisca, siano compresi interventi a favore della farmacia”. Parole cui ha fatto eco Francesco Schito: “Nei primi interventi emergenziali, la politica ha dimostrato pochissima considerazione per le Farmacie. Tanti fondi per gli infermieri, nulla per le farmacie, anche se la quasi totalità di esse è rimasta aperta per tutto il lockdown”.

Eppure, qualcosa sembra muoversi davvero. È sempre Gizzi che conclude ricordando come la Dpc stia crescendo sensibilmente in diverse regioni, “e del resto siamo tutti d’accordo sul fatto che la norma Gemmato dimostra come ormai vecchie certezze a favore della diretta stiano venendo meno. Dobbiamo avere la forza di riprendere con decisione il confronto congiunto tra rinnovo della Convenzione e nuova remunerazione”