I farmacisti comunali ci sono
I farmacisti comunali ci sono
Ciò che oggi è drammaticamente chiaro nei numeri e nella immagini provenienti dai nostri ospedali, appena un mesese fa era oggetto di dubbi per buona parte dei migliori virologi italiani. La distanza temporale minima tra i due momenti, unita alla distanza massima tra valutazioni e realtà non può che suggerire una considerazione: se anche le menti più competenti del paese non hanno capito, allora forse non era possibile comprendere prima la complessità biologica e sanitaria di quello che da li a poco sarebbe successo. Non diciamo tutto questo per giustificare quanto abbiamo scritto nel notiziario scorso (nonostante gli errori fatti, avremo sempre fiducia nella competenza scientifica quando si dibatte di salute). Piuttosto, crediamo che ricordare le criticità di questo primo mese di crisi aiuti a meglio comprendere cosa invece ha funzionato. quanto in suo possesso. E qui forse risiede la componente più positiva, quasi epica, della vicenda. Perché accanto a risorse che ci riconosciamo da sempre, abbiamo scoperto di averne altre per così dire latenti.
Di fronte ad uno scenario così così inaspettato ed inedito, infatti, tutto il paese ha risposto con
Doti tradizionalmente italiche come generosità, intraprendenza, creatività di fronte l’imprevisto, in questi giorni sono state valorizzate da altre come la tenuta sistemica, la capacità collaborativa, un senso civico che hanno stupito i nostri partner comunitari. Non ha invece sorpreso, sia detto per inciso, la non-risposta politica offerta dalla componente nordica di questi ultimi.
Nel momento in cui abbiamo scoperto che non avevamo fatto abbastanza per tenere il male fuori dal Paese, l’Italia ha dimostrato di potersi difendere.