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Alceste SANTUARI - "IL TERMALISMO IN EUROPA. UN CASO DI TURISMO SANITARIO"

L'Opera analizza - in modo innovativo, anche a livello comparato - il binomio sanità-turismo applicato al termalismo terapeutico, muovendo dall'assunto che le politiche sanitarie si possono integrare con quelle turistiche, avendo specifico riguardo al tema della mobilità dei cittadini-pazienti europei.

 

 

 

 

 

 

 


Pubblichiamo di seguito un’intervista ad Alceste Santuari, presidente di AMR di Rovereto, riguardante la sua recente pubblicazione “Il termalismo in Europa. Un caso di turismo sanitario”

1. Professor Santuari, da dove nasce l’idea di questo volume?
Si tratta di una seconda edizione, rivista e ampliata, di una ricerca condotta tra il 2005 e il 2006, che per la prima volta ha inteso prendere in esame il legame tra politiche sanitarie e politiche del turismo in Europa, per comprendere le implicazioni sottese al fenomeno della mobilità dei cittadini-turisti e cittadini-pazienti.

2. Perché studiare il binomio sanità-turismo? Non sono concetti antitetici?
Le stazioni termali sono conosciute non solo per l’efficacia delle cure ivi praticate, ma anche per il fascino del luogo, per la qualità dei servizi accessori, nonché per la facilità di raggiungimento delle strutture ospitanti. In questo contesto, il prestigio del centro termale arreca beneficio all’intero territorio circostante, rafforzandone il concetto di destinazione turistica. In termini moderni, si potrebbe affermare che la qualità dei servizi erogati (cure termali), la capacità di accoglienza e di benessere diffuso percepito contribuiscono ad incrementare l’appeal della destinazione turistica in cui l’offerta termale è inserita. A ciò si aggiunga che alcuni Paesi membri europei (in primis, l’Italia e la Germania) riconoscono le cure termali quali prestazioni sanitarie, il cui costo è sostenuto dai sistemi sanitari nazionali.

3. Ma le terme non sono spesso percepite quali strutture sanitarie un po’ “antiche” ?
La sfida per un adeguato rilancio dei centri termali passa da una maggiore validazione scientifica delle proprietà intrinseche delle prestazioni termali e la capacità di offerta turistica che il contesto turistico in cui le terme sono inserite è in grado di contemplare. L’offerta turistica deve poter essere in grado di valorizzare appieno la componente termale, finanche sperimentando nuove formule organizzative e gestionali, finalizzate a migliorare l’attività di promozione turistica a livello locale (marketing territoriale), in uno con il raccordo con le altre stazioni termali.

4. Lei ha fatto riferimento al contesto europeo: ce lo può descrivere brevemente?
Si assiste, in epoca recente, da un lato, ad un incremento dei flussi turistici transfrontalieri e, dall’altro, ad una crescita di consapevolezza circa l’offerta turistica e, quindi, di benessere richiesta. Nell’ultimo decennio, il concetto di “cura” si è, infatti, evoluto e lo scenario di riferimento ha registrato sensibili cambiamenti, in particolare a seguito del diffondersi di un approccio salutistico allargato, con l’entrata sul mercato, secondo una logica di marketing adeguata ai tempi, del comparto del benessere e delle attività connesse e con un forte aumento delle attività propriamente sportive mirate alla salute dei praticanti. Siamo di fronte a cambiiamenti che interessano l’ambito europeo in generale, in cui, nel comparto turistico, è possibile rintracciare, tra gli altri, i seguenti trends:

  1. il numero di seniors disposti a viaggiare è in crescita;
  2. i seniors sono più sani e con maggiore capacità di spesa;
  3. aumento della domanda di turismo nei periodi “morti” della stagione;
  4. maggiore consapevolezza dei turisti circa gli aspetti legati alla propria salute, che incide sulla scelta della destinazione e sui comportamenti durante i soggiorni;
  5. aumentata percezione del luogo e del territorio quale elemento distintivo per la vacanza.

5. Come si muovono i diversi Stati europei?
La mobilità dei cittadini-turisti e dei cittadini-pazienti all’interno dell’Unione Europea è ormai una realtà e non più soltanto un fenomeno da prevedere. La mobilità dei pazienti è strettamente connessa con l’organizzazione dei sistemi sanitari nazionali, e in particolare, con il riconoscimento da parte di questi ultimi della copertura delle spese sostenute per fruire delle cure termali, sia nelle strutture nazionali sia in quelle all’estero. Inoltre, la mobilità dei pazienti è intimamente collegata con la libertà di stabilimento e di erogazione dei servizi nel mercato interno. In questo contesto, gli Stati membri sono chiamati a confrontarsi sulle strategie più opportune per rilanciare il settore del termalismo terapeutico, in specie, in presenza di altri settori emergenti concorrenti.

6. In questo contesto, dunque, quale è il ruolo dei centri termali?
Per storia, per tradizione e per vocazione, le stazioni termali sono orientate ad operare “fuori dai confini” nazionali. In questa direzione, il termalismo terapeutico si candida naturalmente a realizzare sinergie positive tra profili sanitari e programmazione/ricettività turistica, saldando così un binomio, segnatamente, quello tra sanità e turismo, che oggi viene altresì evidenziato e supportato a livello comunitario. A questo riguardo, si registrano, pertanto, sollecitazioni a costruire un mercato comune dei “curisti”, in cui siano garantiti a tutti i cittadini europei i medesimi diritti non solo di accesso alle prestazioni sanitarie di carattere termale, ma anche di riconoscimento delle spese sostenute per ottenere le cure medesime. Contestualmente, in ordine a favorire la realizzazione di tali obiettivi, si rende necessario intervenire sul fronte dell’accreditamento delle singole strutture termali, affinché le stesse siano riconosciute quali centri di eccellenza sia sotto il profilo medicosanitario sia dal punto di vista turistico-ricettivo.

7. Quali sono le ricadute per l’Italia?
Alla luce di quanto sopra descritto, si può comprendere perché benessere, efficacia preventiva delle cure termali, necessità di diversificare ed innovare il prodotto termale diventano elementi di un’unica strategia di intervento e di azione, i cui obiettivi sono identificabili con la promozione della salute nella sua accezione ampia e con lo sviluppo (sostenibile) turistico del territorio. Si tratta, di conseguenza, di operare scelte nella direzione di potenziare la ricerca scientifica volta a rafforzare l’efficacia preventiva e terapeutica dei trattamenti e delle cure termali e di sviluppare un nuovo approccio alla promozione turistica locale, che sappia far leva sulla presenza delle terme, al fine di sottolinearne le capacità di pivot naturale del territorio.

8. Può indicare qualche ipotesi di lavoro per l’immediato futuro?
Si è di fronte ad una meta ambiziosa che richiede interventi programmatori che sappiano individuare strumenti e modalità di concertazione territoriale, dai quali emergano progetti di sviluppo in cui si possano sperimentare innovative soluzioni di collaborazione pubblico-privato. In particolare, si rende opportuno ipotizzare azioni in cui gli operatori turistici, le autorità sanitarie e gli enti locali diano vita a momenti di dialogo e di confronto, con l’obiettivo di favorire le cure termali, quali componente essenziale per la promozione di stili di vita e di salute e, quindi, di benessere. L’esperienza maturata e i trends sopra riportati indicano con chiarezza che anche le cure termali, ancorché fortemente ancorate alla loro dimensione terapeutica e medico-sanitaria, risultano strettamente collegate con i concetti di marketing territoriale e di destination management, in un’ottica di valutazione e valorizzazione della destinazione termale intesa anche come meta turistica.

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