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Notizie n. 16

Editoriale

Primo Piano

Dalla Associate

Dalla Federazione
Mondo Farmaceutico

Consigli dal Mondo

 
Sotto le “liberalizzazioni”, una crisi culturale

C’è qualcosa che sembra essere pericolosamente sfuggito alla discussione sviluppatasi attorno alla famigerata “terza lenzuolata” Bersani.
 
Certo non è assolutamente irrilevante il fatto che saremmo stati il primo paese al mondo a liberalizzare la distribuzione dei farmaci che richiedono ricetta medica. E non può mancare un confronto serrato sul fatto che questo comporterebbe una vera e propria esplosione territoriale dei punti vendita del farmaco. È lecito infatti immaginare che nel giro di pochi mesi si passi da 17.000 farmacie a ben 27.000, con gravi ripercussioni sui bilanci aziendali di ogni esercizio già in essere. Per le farmacie pubbliche, peraltro, questo comporterebbe il volatizzarsi di quei margini che oggi consentono l’erogazione di servizi gratuiti. 
 
Eppure, presi dall’emergenza contingente di questo atto a dir poco rivoluzionario, ci siamo soffermati poco sulle ragioni che hanno portato alla scrittura dell’articolo 2. Da quale cultura nasce l’emendamento D’Elia? Quali esigenze e frustrazioni porta avanti il Movimento Nazionale dei Liberi Farmacisti? Cosa significa la contrarietà del Ministro Turco? E soprattutto, perché le posizioni “liberalizzatici” incontrano un ampio favore presso l’opinione pubblica italiana?
 
Insomma, quali sono i conflitti culturali che hanno portato l’Italia (lo ripetiamo, primo paese al mondo) sull’orlo dello smantellamento di un sistema organico di distribuzione del farmaco? 
 
Come ogni altro paese occidentale ad economia avanzata, anche in Italia la forbice dei redditi continua ad allargarsi. Da una parte, un ristretto numero di cittadini vede costantemente aumentare le propri entrate di anno in anno. Ma dall’altra la maggioranza incontra difficoltà crescenti a chiudere i conti del mese. La distribuzione tra queste due parti della forbice è nota. I fortunati sono tali perché godono perlopiù di rendite di posizione, mentre di fronte a loro si estende la moltitudine del lavoro impiegatizio, degli anziani e dei giovani.
 
Nella prima categoria l’immaginario collettivo colloca sicuramente i farmacisti titolari di farmacia. Vero o falso che sia tale giudizio, non si può negare che la titolarità di farmacia presenti ancora oggi forti elementi di corporativismo, primo fra tutti il meccanismo di trasmissione da padre a figlio. A ciò si aggiungono gli atteggiamenti ostruzionistici di alcuni dei farmacisti privati nelle sedi istituzionali ogni qualvolta si devono affrontare temi riguardanti le procedure concorsuali, la pianta organica, il diritto di prelazione esercitato dai sindaci per l’apertura di farmacie comunali.
 
Insomma, i farmacisti non sembrano riscontrare l’approvazione da parte dell’opinione pubblica. 
 
È chiaro pertanto che quando sale all’ordine del giorno un’iniziativa di abbattimento di certi inegualitarismi sociali, il farmacista è uno dei primi candidati alla sgradevole poltrona dell’imputato.
 
Assofarm, però, continua a non capire perché per colpire i privilegi del farmacista si debba distruggere la farmacia. Il primo è un imprenditore e professionista, la seconda è un “luogo”, dotato di una propria cultura e funzione, in cui si realizza un servizio sanitario. Certamente, vale la pena di ricordarlo, troppo spesso il farmacista ha trascurato la sua funzione professionale di consulenza nell’utilizzo del farmaco a favore di una dimensione più imprenditoriale, degradando così la farmacia da presidio sanitario a negozio.
 
I provvedimenti della lenzuolata intendono migliorare il sistema distributivo attraverso dinamiche liberalizzatrici che di fatto vanno ad acuire tale deriva mercantile della farmacia.
 
Rendere vendibili ovunque i farmaci, compresi quelli per i quali è richiesta ricetta medica, significa rompere del tutto il legame tra farmaco e atto-servizio farmaceutico.
 
È invece necessario rafforzare tale relazione, perché è in essa che si realizza il delicato processo di corretta assunzione dei farmaci. Il farmaco non è una cosa che si compra e si ingurgita.

L’atto farmaceutico è invece un tassello del servizio sanitario nazionale che si pone a valle del rapporto tra medico e paziente e che sta a monte del mero atto di consumo del farmaco. Se manca tale atto, il paziente rischia di essere lasciato a se stesso dopo che è uscito dall’ambulatorio medico.

Questo atto deve poi consumarsi in un contesto che ne permetta un adeguato svolgimento: la farmacia deve pertanto recuperare la centralità della sua dimensione sanitaria. Deve liberarsi di tutti quei gadget commerciali che costituiscono un’offerta salutistica soft. Deve invece rafforzare l’offerta di quei servizi di supporto alla salute reale del cittadino.

Se la Farmacia vuole essere percepita dal cittadino e dalla politica come elemento importante nel sistema salute italiano, deve investire selle proprie peculiarità sanitarie, sui servizi alla salute dell’utente, anche cambiando il sistema di remunerazione attualmente vigente che premia solo l’aspetto commerciale a danno della qualità del servizio. Viceversa la remunerazione deve essere definita soprattutto attraverso l’essenza stessa dell’atto consulenziale.
 
 
Francesco Schito
Vice-presidente Assofarm
 

 
Passano le proposte del Tavolo, ma l’art. 2 è ancora un’incognita

Non si riesce a trovare un accordo sull’articolo 2. L’ultimo incontro del Tavolo del 27 novembre scorso ha registrato ancora una volta una cristallizzazione delle posizioni, su questo punto.

Mentre sembra che verranno comprese tutte le proposte del Tavolo riguardo la ridefinizione della Pianta Organica e l’abolizione degli orari massimi di apertura, e la nuova regolamentazione dei concorsi arriverà tramite un decreto successivo, rimangono assai rilevanti le differenze a proposito di farmaci di fascia C.

Il Tavolo ha “aperto” alla controparte, ad oggi rappresentata dal Ministero dello Sviluppo Economico, proponendo una trasformazione (operata naturalmente da Aifa) di una lista di farmaci di fascia C alla categoria SOP e OTC.

La proposta del ministero dell’on. Bersani è invece quella di lasciare l’esclusiva distributiva alle farmacie solo per alcuni farmaci di fascia C tra cui gli oppiacei . Si tratta, come noto, di farmaci particolarmente difficili dal punto di vista della gestione, che peraltro non è detto che garantirebbero sostenibilità economica alla farmacia stessa.

Nella visione del Ministero per lo Sviluppo Economico, tale trasformazione aprirebbe
 
la strada dell’entrata delle farmacie all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Cosa che è già sancita da una legislazione ampia e puntuale.
                
Secondo il vice-ministro Bubbico, delegato dal Ministro Bersani alla gestione della terza lenzuolata di liberalizzazioni, il soprannumero di punti di distribuzione del farmaco verrà progressivamente livellato dai naturali meccanismi selettivi del mercato.
 
 
Primo Piano
 

 
Nuove strategie di comunicazione per le farmacie Admenta

L’arrivo dei farmaci nella grande distribuzione e la nascita delle parafarmacie ha avviato da un anno e mezzo una grande dibattito non solo sugli aspetti più squisitamente etici di tale operazione, ma anche su quali saranno le nuove strategie di distribuzione e di politica del prezzo che le farmacie tradizionali dovranno adottare per far concorrere a questo nuovo fronte di concorrenza.

Poco invece si è parlato di strategie di comunicazione e politiche di brand e concept che le farmacie potrebbero adottare per fidelizzare i propri clienti.
 
Admenta Italia, il gruppo associato ad Assofarm, ha progettato un interessante format di comunicazione da applicare agli spazi fisici delle sue farmacie.
 
La prima realizzazione concreta di tale progetto è la Farmacia Comunale di Piazza Maggiore a Bologna appena inaugurata: uno spazio grande e articolato, in cui comunicazione visiva e informazioni sono state completamente riorganizzate.

Dopo aver dato maggiore risalto al logo Farmacia Comunale, l'agenzia ha elaborato una palette di colori basata sul verde, per suddividere la comunicazione istituzionale da quella di prodotto.

Le fasce in testa agli scaffali sono state progettate ad hoc e personalizzate con immagini in bianco e nero, evocative del settore specifico a cui si riferiscono.

Unico infine il format grafico per tutte le comunicazioni stampate delle farmacie, che diventano coerenti, leggibili e facilmente riconducibili al brand e ai suoi valori.
 
 
Dalle Associate
 

 
Un coordinamento di piccoli fa la forza

Piccolo non significa necessariamente debole, soprattutto se i piccoli si mettono insieme per affrontare le nuove sfide del mercato. È quanto è stato fatto negli ultimi anni in Umbria, dove si è costituito un coordinamento di 11 piccoli comuni dotati di farmacie pubbliche.

“L’idea è nata nel 2000 da un incontro tra farmacie pubbliche gestite in economia, a cui ha partecipato anche Assofarm” dice Antonio Tabascio, direttore della farmacia di Bastia Umbria, comune capogruppo del progetto, “il nostro obiettivo era quello di sfruttare la snellezza operativa delle nostre strutture per fare fronte alla necessità abbattere determinati costi. Nacque così un coordinamento della massa di 18 farmacie capace di gestire congiuntamente sia gli acquisti di medicinali che campagne informative”.

L’unione in questo caso ha davvero fatto la forza, una forza sufficiente a sostenere una gara d’appalto europea. “Il coordinamento – continua il dottor Tabascio – ci ha permesso di diluire tra i membri gli 8 - 10.000 euro di spese di gara e pubblicazioni, altrimenti insostenibili da ogni singola struttura.

In seconda istanza, il coordinamento umbro ha realizzato una forza contrattuale tale da poter ottenere uno sconto medio del 33% sull’acquisto tramite gara. “Ma la forza del coordinamento non si è esaurita nella semplice gara: sugli ordini diretti il coordinamento si è trasformato in un vero gruppo di acquisto, discretamente forte verso le industrie farmaceutiche più grandi”.

Parallelamente all’attività commerciale, il coordinamento umbro ha potuto sviluppare economie di scala anche a proposito di campagne d’informazione. Grazie ad un accordo con L’istituto Nazionale Tumori e l’Università di Perugia, è stata avviata un’ampia campagna di comunicazione e prevenzione sui rischi cardiologici e oncologici cui si va incontro a seguito di stili di vita sbagliati.

Il coordinamento, quindi, come elemento d’aiuto tanto al bilancio, quanto alla mission sociale della farmacia pubblica. Ma l’esperienza umbra può essere riproducibile anche altrove?

“Direi di si. Si tratta semplicemente di uno strumento, molto semplice da creare e da gestire. L’alternativa potrebbe essere il consorzio, che però coinvolge maggiormente la dimensione politica delle nostre aziende e le strutture amministrative dei comuni. Il coordinamento invece non interessa minimamente l’identità dei suoi membri, ma si concentra unicamente sugli elementi operativi”.
 
 
Dalle Associate
 

 
Carta dei Servizi a Capaci

Lo strumento del cittadino per conoscere la farmacia comunale e i suoi diritti: è questo il sottotitolo che apre il documento recentemente redatto da una delle realtà farmaceutiche pubbliche più attive del meridione d’Italia.

“La Carta – dice la direttrice Eliana Melchiore - vuole essere uno strumento di conoscenza teso a fornire una serie di informazioni sul servizio erogato, sulla organizzazione della farmacia, sugli standard di qualità nonché uno strumento di tutela per i cittadini che garantisca risposte a chi formula richieste, segnalazioni, proposte e suggerimenti, con ciò rispondendo alla normativa nazionale che assegna il ruolo di professionalità, qualità e garanzia alla Farmacia nel sistema salute”.

Nell’erogazione dei servizi di competenza, la Farmacia Comunale di Capaci opera nel rispetto dei seguenti principi: efficacia, efficienza, eguaglianza, cortesia,
 
valutazione e miglioramento della qualità, diritto di scelta, trasparenza e riservatezza, tutela del cittadino, partecipazione del cittadino.
 
 
Efficacia

Il Farmacista opera in maniera precisa e tempestiva alla richiesta di farmaci con prescrizione medica avendo cura di fornire al cittadino tutte le informazioni sulle modalità corrette di assunzione.

Efficienza

Il Farmacista mette a disposizione la sua preparazione professionale attraverso la partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento.

Eguaglianza

Ogni utente, italiano o straniero, giovane o anziano, ha la sua dignità e diritto di essere informato in maniera semplice e comprensiva, anche in relazione al suo livello di cultura, su quanto concerne la sua esigenza di salute.

Cortesia

È la ricerca continua di un dialogo con il cittadino improntato a disponibilità e comprensione.

Miglioramento della qualità

Valutazione costante della qualità di tutti i servizi adottando un sistema rapido ed efficiente di trasferimento delle innovazioni che sono state considerate positive.

Diritto di scelta

Il diritto di scelta come rispetto e garanzia della libertà del cittadino di approvvigionarsi del farmaco dove ritenga opportuno: i nostri farmacisti sono sempre a disposizione per chiarimenti e consigli anche su prodotti acquistati in altre farmacie.

Trasparenza e riservatezza

Trasparenza e riservatezza rappresentano, insieme, lo sforzo dei nostri operatori di instaurare con il cittadino un rapporto di fiducia, al fine di fornire,in particolare nel caso dei farmaci di libera vendita, il prodotto più consono alle esigenze, al minor costo possibile, senza venir mai meno all’impegno di non divulgare notizie riguardo all’acquisto.
 
 
Dalle Associate
 

 
Sicurezza stradale a Ferrara

“Dopo la nostra campagna di distribuzione di un milione di brochure in tutte le farmacie comunali d’Italia e di applicazione di un warming su quei farmaci che possono produrre rischi per la guida, anche il mondo dell’industria farmaceutica si è mosso, impegnandosi a breve nel segnalare con indicazioni grafiche chiare sui farmaci che possono indurre sonnolenza o abbassamento della concentrazione”: il vice-presidente di Assofarm esordisce così nel suo intervento al convegno “I traumi addominali maggiori – dalla prevenzione sulla strada al codice rosso”, tenutosi a Ferrara il 16 e 17 novembre scorso. La lotta all’incidentalità strada dunque sta montando. Si moltiplicano le iniziative e i sostenitori di campagne di prevenzione. Si registrano sempre più convegni scientifici.

D’altronde, i numeri parlano chiaramente di una priorità assoluta per la salute pubblica italiana e mondiale. 617 incidenti al giorno in Italia di media, con 15 morti e un numero impressionante di feriti. Un costo sociale di 35 miliardi di euro l’anno, “come una manovra finanziaria” ha opportunamente fatto notare la direttrice dell’ACI dell’Emilia Romagna Donatella Melpignano, la quale poi ha ricordato come l’incidente stradale non è mai provocato da “tragiche fatalità”, termine assai caro alla cronaca giornalistica, ma piuttosto ad una serie di comportamenti gravemente pericolosi: le statistiche parlano di mancato rispetto della segnaletica, distrazione, velocità, mancato rispetto della distanza di sicurezza. Ecco perché una risposta a questa vera e propria epidemia (non ha caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera incidente stradale un “global killer”, al pari di tubercolosi, malaria e aids) si deve necessariamente rispondere con un mix di formazione, educazione, norme e controlli.

Assai interessante è stato l’intervento del professor Sergio Gambarino che, sulla base di dati scientifici forti quanto non conosciuti, ha ribadito con forza come l’incidente stradale è il risultato di un complesso interagire di più cause, prima fra tutte la sonnolenza, e che soprattutto è un grave errore quello di ridurre la lotta agli incidenti a pure campagne informative legate ad una sola causa, sia essa l’assunzione di farmaci, alcol o stanchezza. Ci troviamo pertanto di fronte ad una vera e propria piaga sociale dai costi umani ed economici pesanti, per la cui soluzione si deve necessariamente mantenere alto il livello di dibattito pubblico e di impegno.
 
 
Dalle Associate
 

 
Assofarm ancora con Telethon

A seguito della grande partecipazione di pubblico dell’anno scorso, Assofarm ha aderito anche per il 2007 all’attività di raccolta fondi per Telethon coinvolgendo le Farmacie Comunali ed i cittadini sul territorio. L’iniziativa è programmata in collaborazione con la Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas.

A quest’ultima il compito di spedire i salvadanai alle Aziende che hanno confermato l’adesione all’iniziativa della federazione. Le Aziende che aderiranno riceveranno tanti salvadanai quante sono le Farmacie gestite ed una locandina che dovrà essere affissa nella vetrina di ogni Farmacia.

Come per lo scorso anno, il contenuto raccolto entro il 12 dicembre 2007 potrà essere versato preferibilmente presso una filiale di BNL che individuerete nella vostra località.
 
 
Dalla Federazione
 

 
 

 
Alla Cattolica primo Master sullo sviluppo del farmaco

Fornire le basi teoriche per una approfondita conoscenza del processo di sviluppo di un farmaco. E’ questo l’obiettivo del primo Master universitario di 2° livello in “Sviluppo preclinico e clinico del farmaco: aspetti tecnico-scientifici, regolatori ed etici”. Il Master e’ promosso dall’Istituto di Farmacologia dell’Universita’ Cattolica di Roma in collaborazione con la Societa’ di Scienze Farmacologiche Applicate e con il patrocinio dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), di Farmindustria e della Societa’ Italiana di Farmacologia. Rivolto a laureati in Medicina e Chirurgia, Farmacia, Chimica e Tecnologia Farmaceutica, Biologia e Biotecnologie Mediche, il Master e’ diretto dal prof. Pierluigi Navarra, ordinario di Farmacologia all’Universita’ Cattolica, con il coordinamento didattico-scientifico del dott. Cesare Mancuso, ricercatore presso l’Istituto di Farmacologia dell’ateneo del Sacro Cuore. Il Master si articolera’ in 12 moduli didattici che si terranno da novembre 2007 a giugno 2008. Tra gli argomenti del Master: scoperta di nuovi farmaci, test di tossicita’, aspetti legali ed etici, statistica e trattamento dei dati, sviluppo farmaceutico, trial clinici, sicurezza dei medicinali, affari regolatori, informazione e promozione, farmacoeconomia, dipartimenti medici nell’industria. Per i partecipanti sono previsti stage in particolare nelle Direzioni di Ricerca e Sviluppo di qualificate aziende farmaceutiche, con lo scopo di favorire una verifica sul campo di quanto appreso nel corso delle lezioni teoriche.


(fonte: AGI)


 
Cosa è la Propoli

La Propoli è un prodotto che le api ottengono attraverso la elaborazione delle resine balsamiche che ricoprono le gemme e le cortecce degli alberi. Essa è il frutto di una vera e propria filiera produttiva alla quale partecipano vari tipi di api.

Il processo produttivo inizia con l'attività dell' ape "propolifera" che preleva le resine e gli essudati balsamici dalle piante durante le ore più calde del giorno quando la consistenza di queste sostanze è più molle e gommosa. All'interno dell'alveare un altro tipo di ape operaia trasforma le resine mediante secrezioni salivari ed enzimatiche dando così vita alla Propoli in quantità tali da soddisfare il fabbisogno dell'alveare. La Propoli ha un caratteristico odore aromatico e la sua colorazione varia dal giallo al marrone scuro mentre la sua consistenza appiccicosa varia a seconda delle temperature ambientali.

Secondo alcuni studiosi il termine Propoli avrebbe una origine latina, in particolar modo deriverebbe da pro=a favore di e da polire=pulire, a sottolineare la funzione igienizzante di questa sostanza.

Le api utilizzano la Propoli come sostanza imbalsamante per coprire le carcasse di piccoli invasori uccisi dentro l'alveare: in questo modo i resti di questi animaletti morti si seccano senza che si verifichino processi putrefattivi ed evitando in tal modo qualsiasi pericolo di infezione.

La Propoli viene utilizzata dalle api anche come intonaco protettivo per chiudere le fessure delle arnie, per verniciare i favi e per rivestire l'interno delle cellette appena costruite, prima che l'ape regina vi deponga le uova. La Propoli è quindi per le api una sostanza preziosissima utile per proteggere l'alveare da microrganismi e insetti parassiti che potrebbero rappresentare un serio pericolo soprattutto per le loro piccole larve.

La Propoli nella storia

Fonti storiche attestano che le proprietà curative della Propoli fossero note fin dall'antichità più remota. Gli Incas la utilizzavano infatti per curare le febbri mentre gli Egiziani la impiegavano nei processi di mummificazione dei loro faraoni. Anche il naturalista dell'antica Roma Plinio parlò delle proprietà benefiche della Propoli nella sua opera Naturalis Historia e i soldati dell'Impero Romano ricevevano in dotazione piccole quantità di propoli da utilizzare per medicarsi le ferite.

Anche i manuali di medicina araba e lo stesso Corano riportano spesso delle citazioni sulla Propoli.

La composizione della Propoli

La Propoli presente nell'alveare ha un livello di purezza che oscilla tra il 60 e l'80%. La principale impurezza è la cera che le api aggiungono alla Propoli in percentuali tra il 10 e il 30% per renderla più malleabile. La Propoli è composta da varie sostanze (resine, balsami, oli essenziali, flavonoidi, vitamine, minerali e tracce di polline) ma è oramai consolidato il fatto che le sostanze maggiormente responsabili dell'efficacia della Propoli sono i flavonoidi e l'olio essenziale.

Le Propoli sono tutte uguali?

Le propoli di diversa origine non sono tutte uguali. La propoli di provenienza cinese per esempio, a causa dei processi e dei trattamenti a cui viene sottoposta è completamente priva dell'olio essenziale. Quella di origine europea invece mantiene questo importante componente responsabile oltre che della sua efficacia anche del suo odore gradevolmente aromatico.
 
 
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