Notizie n. 44

Editoriale
Farmacie comunali
Mondo farmaceutico e salute
Dalla Federazione

Editoriale
La penalizzazione di un’eccellenza

Questa volta è il caso di parlare senza mezzi termini. Se il Governo avesse emanato un decreto che ordinava di girare tutti gli utili generati in farmacia direttamente nelle casse dello Stato, avremmo convenuto che non mancava di chiarezza espositiva. La manovra finanziaria emanata lo scorso 26 maggio da Governo va infatti oltre le più nere previsioni. Il paventato taglio del 3% sui margini dei grossisti che il Ministro Fazio aveva ipotizzato qualche settimana fa, ora è diventato addirittura del 3,65%. E non finisce qui. Per capire quanto questa manovra finanziaria colpisca il nostro settore, ci aiuta la grafica del Sole 24 Ore: delle sette colonne riassuntive i settori di intervento del provvedimento, una è occupato dalla sanità, e in questa colonna cinque dei sei argomenti presi in esame riguardano medicinali e farmacie. Già da un primo sguardo insomma, emerge che i “sacrifici” riguardano solo il settore più sano della sanità italiana. Di miglioramenti all’efficienza del mondo ospedaliero, grande buco nero dei conti pubblici italiani, non c’è nessun accenno. Quando questo numero di Notizie da Assofarm verrà inviato, il dibattito sarà già aperto da giorni. Non è pertanto questo il contesto migliore per affrontare riflessioni approfondite sulle altre azioni presenti nella manovra, dai farmaci spostati dagli ospedali alle farmacie, ai limiti all’erogabilità in classe A dei farmaci equivalenti, allo sconto del 12,5% del prezzo degli equivalenti non coperti da brevetto.
Su tutto ciò, è ormai necessaria una considerazione ormai forte: la farmacia italiana, pubblica o privata che sia, deve prendere provvedimenti decisi e immediati per impedire la propria morte all’interno del sistema sanitario. Un sistema a sua volta governato da una Politica che, se da un lato proclama un ruolo sempre più strategico per la farmacia e al contempo scrive leggi che la incaricano di nuovi servizi, dall’altro non la dota delle risorse necessarie all’espletamento di questi ultimi. E addirittura draga ogni denaro prodotto in essa per coprire buchi generati altrove.  
Appena un mese fa avevamo scritto a lungo sul fatto che la riduzione dei margini dei distributori intermedi si sarebbe ripercossa sulle farmacie, perché il margine ufficiale del 6,65% garantito ai distributori, nella realtà, cioè al netto cioè degli sconti, arriva a non più del 3%. Una misura come quella adottata dal Governo significa quindi che i distributori lavorerebbero in perdita. Di contro, se questi ultimi ridurranno gli sconti alle farmacie, saranno queste a non poter produrre più alcun utile. Siamo insomma al di sotto dei margini minimi sopportabili dalla filiera. Se quindi non si produrranno sostanziali modifiche a quanto contenuto nella manovra finanziaria, siamo di fronte all’inizio della fine della farmacia italiana. Purtroppo segnali sconfortanti arrivano da più parti, e riguardano diversi aspetti del nostro mondo. Ultimi in termini di tempo sono quelli desumibili da un’interessante ricerca promossa da Federfarma Lazio e commissionata ai professori Alberto Pastore e Maria Vernuccio de La Sapienza, riguardante le evoluzioni del contesto e le dinamiche reddituali delle farmacie italiane.
Dallo studio emerge prima di tutto che la dimensione media della farmacia italiana è di appena 65 metri quadri. Ciò vuol dire che se il futuro del settore è quello dell’erogazione dei servizi, buona parte delle farmacie non hanno materialmente spazio per impiantarli e offrirli. Ogni ipotesi di trasferimento dei codici bianchi dal pronto soccorso alla farmacia, per fare solo un esempio, diventa del tutto velleitaria davanti a questo semplice dato. Tra i vari indicatori economici presi in considerazione dallo studio, emerge poi il Ritorno sulle Vendite (ROS): se nel 2006 l’utile prima delle imposte era del 7.95%, già nel 2008 è calato ad un 5,9%. Un trend negativo che nell’anno successivo è stato ulteriormente aggravato dal decreto Abruzzo.
Le considerazioni conclusive della ricerca sono raggelanti. In due anni si è assistito ad una riduzione del 6,7% dei ricavi, ad un -16% dei margini sui servizi convenzionati con il SSN, mentre è aumentato del 12% il costo del personale, come pure sono cresciuti del 121% gli oneri finanziari. L’utile ante imposte, come si diceva, ha perso un 31%. Calano le entrate, aumentano i costi.
Aggiornare questi dati tendenziali con una riduzione dei margini del 3,65% che il Ministro Fazio imputa ai distributori ma che noi sappiamo ricadrà sulle farmacie, significa che nel giro di pochissimo tempo molte delle nostre aziende saranno costrette a portare i libri contabili in tribunale.
Le misure per uscire da una situazione simili sono quantomeno due. La prima è quella di riformulare in maniera più equa e aziendalmente accettabile il sistema dei margini garantiti ai diversi attori della filiera. La seconda è quella dello sviluppo di un moderno pharmaceutical care, in grado di ridurre l’ospedalizzazione dei pazienti. Si tratta di argomenti che Assofarm propone da anni, raccogliendo sempre un certo disinteresse da parte di istituzioni e organizzazioni di categoria della filiera. Oggi forse, sulla spinta di un ritrovato istinto di sopravvivenza, certe attenzioni potranno attivarsi.

Francesco Schito
Vice Presidente Assofarm


Farmacie comunali
Si prolunga fino al 1° luglio lo sportello di consulenza psicologica gratuita a favore delle mamme di Pistoia

E’ italiana, è fra i 30 e i 45 anni e ha un figlio che va prevalentemente all’asilo. E’ ’identikit della mamma che si è rivolta al servizio di consulenza psicologia gratuita de La Farmacia Amica delle mamme Far.com. Doveva chiudere tra poco, ma il successo è stato così eclatante e la richiesta così forte da prolungare fino al primo luglio la prima esperienza, tutta toscana, di consulenza psicologica gratuita a favore delle mamme. L’iniziativa delle Farmacie Comunali Pistoiesi Far.Com. rilanciano, prorogando il progetto.    
Più di 60 sono i colloqui del Servizio di consulenza psicologica gratuita attiva da febbraio negli spazi della Farmacia 1 di viale Adua e oltre 250 mamme hanno partecipato agli incontri nelle scuole del IV Circolo didattico e della Pubblica Istruzione del Comune di Pistoia. Un successo senza precedenti, che ha indotto a raddoppiare da subito l’orario di apertura dello sportello, prorogando di ben due mesi l’iniziativa. Forti di questi risultati davvero eclatanti le Farmacia Comunali Pistoiesi Far.Com. rilanciano, prolungando l’iniziativa “Farmacia Amica delle Mamme” fino al 1° luglio. Per altri due mesi le donne con figli e le famiglie avranno la possibilità avere un supporto psicologico gratuito che consenta loro di affrontare meglio i mille piccoli e grandi problemi nel rapporto con i figli. Lo sportello presso la Farmacia 1 rimarrà aperto ogni giovedì dalle ore 17 alle ore 20. Per prenotarsi telefonare al numero 0573-358597. Ma c’è di più. La Farmacia amica delle mamme ha organizzato un nuovo appuntamento nelle scuole. Mercoledì 5 maggio alle ore 17 presso la scuola materna La Coccinella di Bonelle le mamme potranno incontrare e dialogare la psicologa Beatrice De Biasi sul tema “Regole per crescere: l’educazione utorevole”.
Sono tutte italiane, fra le mamme che hanno bussato allo sportello di consulenza psicologica gratuita non ci sono immigrate, tutte hanno un’età fra i 30 e i 45 anni. In prevalenza hanno figli che vanno all’asilo, ma il 90% di loro ha figli dagli 0 ai dieci anni. Sebbene siano poche, non mancano però le donne con adolescenti a casa. Si rivolgono al Servizio per affrontare problemi molteplici che vanno dalla gestione della nascita del secondo figlio, a tematiche strettamente legate ai propri bambini e adolescenti: problemi alimentari, difficoltà di socializzazione dei propri figli, regole nell’uso dei nuovi media (internet, play station, social network, le chat…), problemi di gelosia tra fratelli, problemi di aggressività e opposizione, ansia da prestazione scolastica, tic, problemi legati al sonno, problematiche adolescenziali, problemi relazionali legati al disturbo del linguaggio e “maternity blues”, ovvero quella trist ezza che coglie le donne dopo il parto. Molte donne hanno voluto confrontarsi con la psicologa sulle difficoltà legate alla gestione della vita lavorativa e familiare. “E’ la prima iniziativa di questo tipo realizzata in Toscana che ha come fulcro le Farmacie comunali –spiega la presidente Simona Laing -, intesa non come semplice erogatrice di farmaci ma come punto di aggregazione per una salute consapevole. Il progetto si connota doppiamente per la sua capacità di raggiungere e intervenire a sostegno delle donne di ogni età, nel loro percorso di madri. Sinceramente il successo che ha raccolto se da un lato ci ha sorpreso, dall’altro ci ha spronato a fare di più. Per questo abbiamo prorogato l’iniziativa. I dati di adesione, sorprendenti, confermano la grande utilità di questo servizio nato a favore delle mamme”. La Farmacia Amica delle Mamme è stato da esempio a tante Farmacie comunali.
Esperienze analoghe sono infatti sorte non solo in Toscana, ma anche in altre regioni e grande è la richiesta di informazioni da tutta Italia sull’iniziativa.
La Farmacia Amica delle Mamme è un progetto avviato dalle Farmacie Comunali Pistoiesi Far.Com. nel febbraio scorso, che si è concretizzato offrendo più modalità di sevizio. La prima è la consulenza psicologica gratuita con la dr. Beatrice De Biasi presso lo sportello realizzato nella Farmacia di Viale Adua a Pistoia. Ogni giovedì dalle ore 17 la psicologa incontra singolarmente le mamme che vogliono dialogare con lei sui problemi dei figli, della famiglia e del lavoro. La seconda sono gli appuntamenti nelle scuole, da sem,pre luogo di incontro di quel mondo femmine che si confronta con la maternità e la crescita. La Farmacia a portata di click. Un’altra modalità è stata quella di gettarsi nelle rete, aprendo un account e un gruppo su Facebook, il maggiore Social Network, così da mantenere non solo i contatti con le mamme coinvolte e quanti sono interessati all’iniziativa, ma informare sugli appuntamenti, le iniziative e raccogliere anche commenti e suggerimenti. La Farmacia Amica delle mamme vede la collaborazione e il sostegno di Regione Toscana, Comune di Pistoia, Cispel e Circolo Didattico IV di Pistoia.


Orvieto, passaggio delle consegne al nuovo amministratore unico

“Ripristinare la credibilità della farmacia comunale e zittire il chiacchiericcio polemico su un’errata gestione sono ormai cose fatte. I mali non venivano dalla struttura, anche se in passato c’era stato un incremento molto spinto degli acquisti”. È di questo avviso il presidente del cda uscente Gilberto Settimi, che ieri ha ufficialmente consegnato la gestione dell’azienda speciale nelle mani del neo amministratore unico Aldo Salticchioli, nominato nei giorni scorsi dal sindaco.
“Il 2009 - ha spiegato Settimi - si chiude con un utile di oltre 20 mila euro molto positivo, anche perché ci siamo mossi nell’ottica del risanamento. Lasciamo una situazione che necessita di un assetto strutturale della farmacia rispetto al resto delle farmacie locali attraverso un riequilibrio”. Esiste, infatti, la possibilità concreta di trasferire nei quartieri ai piedi della Rupe, una delle quattro farmacie presenti nel centro storico, così come era già stato richiesto anni fa. L’eventuale ridistribuzione delle farmacie dovrà tenere conto dello standard regionale di una farmacia ogni 3.550 abitanti. Al momento le quattro farmacie di Orvieto centro, servono 5 mila abitanti, mentre paradossalmente nelle popolose periferie c’è solamente una per frazione.  
“Il punto centrale - ha aggiunto - è che la città si modifica, quindi le diverse farmacie si devono ricollocare in base ai progetti di sviluppo della città stessa. Il riassetto delle farmacie si decide ogni due anni, questo significa che tra ottobre e dicembre prossimo, l’amministrazione dovrà ricollocare le farmacie in un quadro di un nuovo assetto urbanistico”. A riguardo, il neo amministratore Salticchioli, ha già avuto uno scambio di vedute con il cda uscente. “Quella delle quattro farmacie sulla Rupe - ha confermato - è la fotografia della cannibalizzazione che si sta perpetrando e la ridistribuzione delle farmacie è un aspetto da prendere senz’altro in considerazione con l’amministrazione comunale. Cercherò di fare del mio meglio per continuare nel solco di quanto già fatto”.
I ringraziamenti al cda uscente e gli auguri di buon lavoro alla new entry sono arrivati anche dal primo cittadinoche richiamando l’intenso lavoro svolto dall’assessore Rosmini, ha ricordato che “la gestione dell’azienda si ispira ad una logica di snellimento della governance sulla base delle norme più recenti che hanno messo gli enti locali in condizione di intervenire nella direzione della semplificazione”. 
   


Farmacia comunale a Vigasio aperta lo scorso 19 aprile

Hanno aperto da poco la seconda farmacia in paese e già pensano alla terza. Gli amministratori comunali hanno avviato le pratiche per l’ottenimento, dalla Regione, della licenza per una nuova rivendita di farmaci che sarà collocata a Forette. Il sindaco Daniela Contri ha affidato a Marco Bovo, amministratore unico di Gestione servizi integrati Vigasio (Gsi), l’incarico di seguire la pratica per l’autorizzazione.
Nell’immediato, il municipio cercherà di acquisire il permesso per un dispensario di medicine, cioè una succursale che dipenderà da una delle due farmacie del capoluogo. In un secondo momento, quando il Comune avrà superato la soglia dei 10 mila abitanti (oggi i residenti sono più di 9 mila), la giunta presenterà l’istanza per la trasformazione della succursale in una farmacia comunale. Il piano per l’incremento del numero di farmacie sul territorio ha destato, in Consiglio comunale, non poche sorprese tra l’opposizione. Daniele Visparelli, portavoce della lista “Giusti per Vigasio”, ha osservato: «Mi sembra di capire che i criteri per la terza licenza siano legati alla quota di abitanti sul territorio. Non penso che nei prossimi cinque anni l’incremento demografico del paese sarà tale da consentire l’apertura di una succursale a Forette».
«Per la nuova farmacia comunale era necessario il raggiungimento di 7.500 residenti», ha replicato il primo cittadino, «ma oggi la popolazione è già a quota 9.200. Ritengo che si possa arrivare ai 10 mila abitanti, necessari per la nuova filiale, in meno di cinque anni». In attesa di nuovi sviluppi la giunta e i responsabili di Gsi Vigasio hanno programmato le attività della farmacia comunale Bassini, aperta lo scorso 19 aprile vicino alla chiesa. «Vi lavorano tre medici ed una commessa, tutti dipendenti di Gsi», ha spiegato Marco Bovo, «e il locale, preso in affitto, è stato scelto perché è in un luogo frequentato. Lo spazio, oltre al laboratorio, ha una piccola stanza separata per garantire la riservatezza al paziente, nei casi in cui è prevista dalla legge».
L’amministratore unico non fornisce cifre ma assicura che «entro fine anno dalla vendita dei farmaci ricaveremo un buon margine di utili. Prossimamente verrà lanciata una linea di prodotti per bambini, con il marchio della comunale. Saranno programmati incontri con i ragazzi delle scuole medie, per l’educazione degli studenti ad un uso corretto dei medicinali».    

(fonte: L’Arena)


Salute
Il termalismo in Europa. Un caso di turismo sanitario

Pubblichiamo di seguito un’intervista ad Alceste Santuari, presidente di AMR di Rovereto, riguardante la sua recente pubblicazione “Il termalismo in Europa. Un caso di turismo sanitario”

1. Professor Santuari, da dove nasce l’idea di questo volume?
Si tratta di una seconda edizione, rivista e ampliata, di una ricerca condotta tra il 2005 e il 2006, che per la prima volta ha inteso prendere in esame il legame tra politiche sanitarie e politiche del turismo in Europa, per comprendere le implicazioni sottese al fenomeno della mobilità dei cittadini-turisti e cittadini-pazienti.

2. Perché studiare il binomio sanità-turismo? Non sono concetti antitetici?  
Le stazioni termali sono conosciute non solo per l’efficacia delle cure ivi praticate, ma anche per il fascino del luogo, per la qualità dei servizi accessori, nonché per la facilità di raggiungimento delle strutture ospitanti. In questo contesto, il prestigio del centro termale arreca beneficio all’intero territorio circostante, rafforzandone il concetto di destinazione turistica. In termini moderni, si potrebbe affermare che la qualità dei servizi erogati (cure termali), la capacità di accoglienza e di benessere diffuso percepito contribuiscono ad incrementare l’appeal della destinazione turistica in cui l’offerta termale è inserita. A ciò si aggiunga che alcuni Paesi membri europei (in primis, l’Italia e la Germania) riconoscono le cure termali quali prestazioni sanitarie, il cui costo è sostenuto dai sistemi sanitari nazionali.
 

3. Ma le terme non sono spesso percepite quali strutture sanitarie un po’ “antiche” ?    
La sfida per un adeguato rilancio dei centri termali passa da una maggiore validazione scientifica delle proprietà intrinseche delle prestazioni termali e la capacità di offerta turistica che il contesto turistico in cui le terme sono inserite è in grado di contemplare. L’offerta turistica deve poter essere in grado di valorizzare appieno la componente termale, finanche sperimentando nuove formule organizzative e gestionali, finalizzate a migliorare l’attività di promozione turistica a livello locale (marketing territoriale), in uno con il raccordo con le altre stazioni termali.

4. Lei ha fatto riferimento al contesto europeo: ce lo può descrivere brevemente?
Si assiste, in epoca recente, da un lato, ad un incremento dei flussi turistici transfrontalieri e, dall’altro, ad una crescita di consapevolezza circa l’offerta turistica e, quindi, di benessere richiesta. Nell’ultimo decennio, il concetto di “cura” si è, infatti, evoluto e lo scenario di riferimento ha registrato sensibili cambiamenti, in particolare a seguito del diffondersi di un approccio salutistico allargato, con l’entrata sul mercato, secondo una logica di marketing adeguata ai tempi, del comparto del benessere e delle attività connesse e con un forte aumento delle attività propriamente sportive mirate alla salute dei praticanti. Siamo di fronte a cambiiamenti che interessano l’ambito europeo in generale, in cui, nel comparto turistico, è possibile rintracciare, tra gli altri, i seguenti trends:

  1. il numero di seniors disposti a viaggiare è in crescita;
  2. i seniors sono più sani e con maggiore capacità di spesa;
  3. aumento della domanda di turismo nei periodi “morti” della stagione;
  4. maggiore consapevolezza dei turisti circa gli aspetti legati alla propria salute, che incide sulla scelta della destinazione e sui comportamenti durante i soggiorni;
  5. aumentata percezione del luogo e del territorio quale elemento distintivo per la vacanza.

5. Come si muovono i diversi Stati europei?
La mobilità dei cittadini-turisti e dei cittadini-pazienti all’interno dell’Unione Europea è ormai una realtà e non più soltanto un fenomeno da prevedere. La mobilità dei pazienti è strettamente connessa con l’organizzazione dei sistemi sanitari nazionali, e in particolare, con il riconoscimento da parte di questi ultimi della copertura delle spese sostenute per fruire delle cure termali, sia nelle strutture nazionali sia in quelle all’estero. Inoltre, la mobilità dei pazienti è intimamente collegata con la libertà di stabilimento e di erogazione dei servizi nel mercato interno. In questo contesto, gli Stati membri sono chiamati a confrontarsi sulle strategie più opportune per rilanciare il settore del termalismo terapeutico, in specie, in presenza di altri settori emergenti concorrenti.

6. In questo contesto, dunque, quale è il ruolo dei centri termali?
Per storia, per tradizione e per vocazione, le stazioni termali sono orientate ad operare “fuori dai confini” nazionali. In questa direzione, il termalismo terapeutico si candida naturalmente a realizzare sinergie positive tra profili sanitari e programmazione/ricettività turistica, saldando così un binomio, segnatamente, quello tra sanità e turismo, che oggi viene altresì evidenziato e supportato a livello comunitario. A questo riguardo, si registrano, pertanto, sollecitazioni a costruire un mercato comune dei “curisti”, in cui siano garantiti a tutti i cittadini europei i medesimi diritti non solo di accesso alle prestazioni sanitarie di carattere termale, ma anche di riconoscimento delle spese sostenute per ottenere le cure medesime. Contestualmente, in ordine a favorire la realizzazione di tali obiettivi, si rende necessario intervenire sul fronte dell’accreditamento delle singole strutture termali, affinché le stesse siano riconosciute quali centri di eccellenza sia sotto il profilo medicosanitario sia dal punto di vista turistico-ricettivo.
 

7. Quali sono le ricadute per l’Italia?
Alla luce di quanto sopra descritto, si può comprendere perché benessere, efficacia preventiva delle cure termali, necessità di diversificare ed innovare il prodotto termale diventano elementi di un’unica strategia di intervento e di azione, i cui obiettivi sono identificabili con la promozione della salute nella sua accezione ampia e con lo sviluppo (sostenibile) turistico del territorio. Si tratta, di conseguenza, di operare scelte nella direzione di potenziare la ricerca scientifica volta a rafforzare l’efficacia preventiva e terapeutica dei trattamenti e delle cure termali e di sviluppare un nuovo approccio alla promozione turistica locale, che sappia far leva sulla presenza delle terme, al fine di sottolinearne le capacità di pivot naturale del territorio.

8. Può indicare qualche ipotesi di lavoro per l’immediato futuro?
Si è di fronte ad una meta ambiziosa che richiede interventi programmatori che sappiano individuare strumenti e modalità di concertazione territoriale, dai quali emergano progetti di sviluppo in cui si possano sperimentare innovative soluzioni di collaborazione pubblico-privato. In particolare, si rende opportuno ipotizzare azioni in cui gli operatori turistici, le autorità sanitarie e gli enti locali diano vita a momenti di dialogo e di confronto, con l’obiettivo di favorire le cure termali, quali componente essenziale per la promozione di stili di vita e di salute e, quindi, di benessere. L’esperienza maturata e i trends sopra riportati indicano con chiarezza che anche le cure termali, ancorché fortemente ancorate alla loro dimensione terapeutica e medico-sanitaria, risultano strettamente collegate con i concetti di marketing territoriale e di destination management, in un’ottica di valutazione e valorizzazione della destinazione termale intesa anche come meta turistica.

  


Dalla Federazione
PREVEDI, il valore dell’informazione sanitaria

Una nuova campagna informativa promossa da Assofarm, con la collaborazione scientifica dell’Istituto Nazionale
Tumori di Milano, questa volta incentrata sui corretti stili di vita.
La dieta, l’attività fisica e alcuni accorgimenti alimentari hanno un ruolo di primo piano nell’abbattimento delle malattie cronico-degenerative.
Un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale in tutto il mondo e che deve essere assolutamente arginato. Per informare ampie fasce della popolazione sui danni provocati da queste patologie, è stato messo a punto il progetto “Prevedi” (da Prevention Disease) grazie al quale chiunque può apprendere come prevenire e curare, senza l’utilizzo di farmaci, diabete, tumori, malattie cardiovascolari, demenze senili ecc. “Prevedi” coinvolge il Coordinamento di tutte le Farmacie Comunali con un progetto condiviso e coordinato con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano.
Tra i principali fattori di rischio restano i parametri che caratterizzano la Sindrome Metabolica (SM) quasi tutti facilmente rilevabili senza l’impiego di sofisticate strumentazioni o di analisi particolarmente invasive.
Tuttavia una “corretta informazione” sulla nutrizione e sullo stile di vita consente a chiunque di modificare e riportare nella norma i fattori di rischio che sono poi alla base delle malattie cronico-degenerative.
È, dunque, fondamentale, conoscere i comportamenti necessari affinché si possano modificare gli stili di vita e le conseguenze che hanno tali modifiche sull’incidenza delle patologie degenerative.
A tal fine Assofarm produrrà un libretto che verrà distribuito gratuitamente in 700.000 copie ai clienti delle farmacie.


Mondo farmaceutico
Il Manifesto di Federsalute

La Federazione del settore sanità, cui aderisce anche Assofarm, ha presentato oggi a Bologna la “Carta Etica dei Valori” e il “Manifesto” dell’assozione. Lo ha fatto in occasione della giornata di apertura di ExpoSanita’ 2010. La progettazione e la realizzazione di una Carta Etica da parte delle Associazioni confederate in Federsalute, fornitrici in tutto o in parte di beni e servizi al SSN, e’ una scelta meditata “che ha l’obiettivo - sottolineano i promotori - di conciliare l’insieme dei valori e dei comportamenti adeguati che volontariamente le sigle firmatarie del Manifesto hanno sottoscritto, con gli obiettivi economici delle imprese. La situazione attuale
L’attività quotidiana dei professionisti sanitari e degli altri operatori delle associazioni aderenti a FEDERSALUTE viene intralciata da pastoie burocratiche che impediscono di svolgere tranquillamente il proprio dovere.    
Gli intralci burocratici sono dannosi in ogni tempo, ancor più nell’attuale congiuntura economica negativa, che non risparmia neppure il mondo produttivo sanitario e chi vi opera, con grave danno alle persone con disabilità, ai malati ed anche agli investimenti e all’occupazione. Per concedere le prestazioni e le protesi il Servizio sanitario nazionale italiano impone procedure di autorizzazione e collaudi costosi e spesso del tutto inutili, che riducono i medici al ruolo di burocrati ed i cittadini affetti da menomazioni invalidanti a quello di inutili postini.  
Chiediamo ai candidati al governo di tutte le Regioni di seguire l’esempio di alcune di queste, che stanno iniziando un processo di revisione e semplificazione delle procedure: in Toscana non ci sarà più necessità di autorizzazione per le riparazioni dei dispositivi medici e presto la Lombardia seguirà questo esempio.    
Chiediamo una concreta realizzazione dei principi di trasparenza e di corretta informazione per la garanzia di qualità adeguata e certa dei dispositivi e dei servizi. I controlli possono essere fatti in forma molto più efficace e molto meno costosa utilizzando l’analisi statistica dei consumi. Si liberino i cittadini che hanno bisogno di beni e servizi sanitari dalle inutili file di attesa e dalle pastoie burocratiche.    
Noi di Federsalute ci rivolgiamo a tutti i candidati al Governo delle Regioni ed ai leader politici di rilievo nazionale per denunciare gli intralci che costituiscono un vincolo allo sviluppo economico, occupazionale, professionale del nostro settore.
Si può e si deve aumentare l’efficienza dei sistemi regionali e aziendali ed accelerare i processi di razionalizzazione dei costi dei servizi e dell’acquisizione dei beni e servizi. Si deve promuovere l’accesso alle tecnologie biomediche da parte del S.S.N. con modalità sempre più “trasparenti” che tolgano le società fornitrici (nella necessaria collaborazione ed armonizzazione tra P.M.I e Multinazionali) dalla condizione di sudditanza nei confronti della P.A. e consentano “sempre” la possibilità di impresa a nuovi soggetti, che vogliono entrare in questo delicato e nevralgico settore, favorendo sia la ricerca che lo sviluppo.    
Noi di Federsalute siamo pronti a dare risposte sempre più adeguate alla domanda di salute, ponendo anzitutto attenzione ai bisogni degli anziani e delle persone con disabilità e collaborando con le istituzioni per aumentare la sostenibilità, l’appropriatezza e l’etica di un sistema sanitario, che deve essere sempre più a misura dei cittadini. Non ci sottraiamo al compito di rendere più produttive le risorse pubbliche, aumentandone l’efficienza, il value-for-money, valutato dal punto di vista economico, scientifico e sociale. E’ una responsabilità che i settori rappresentati in Federsalute sono pronti ad assumersi chiedendo alla “politica” di fare altrettanto, in particolare su due pessime pratiche che stanno portando al collasso le nostre aziende: ritardi nei pagamenti e acquisti centralizzati.

Ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione
I ritardi dei pagamenti hanno raggiunto la media di un anno con punte di oltre due anni. Sono scoperti insostenibili per le aziende del settore biomedicale, le residenze accreditate per la terza età e le persone con disabilità, per le innumerevoli Piccole medie imprese che operano nel comparto sanitario fra cui i Centri acustici, ottici, le sanitarie e ortopedie, per le farmacie di alcune Regioni inadempienti ecc..
Ritardi che portano alla riduzione dell’attività, degli investimenti, dell’occupazione, fino al fallimento. Il ritardo dei pagamenti è in contrasto con i contratti e le normative nazionali e comunitarie, rende drammatiche le condizioni delle aziende serie ed induce e “giustifica” i comportamenti disonesti.

Procedure d’acquisto centralizzate
Centralizzare gli acquisti delle ASL e delle Aziende ospedaliere (vedi le aree vaste e/o il proliferare dei “global service”) non significa un vero risparmio (in alcuni casi si sono creati seri problemi, come quello derivante dall’impossibilità di praticare l’I.V.A. in sospensione alle ESTAV in Toscana ed alla SORESA in Campania, creando delle disparità tra una regione e le altre).
Occorre fare attenzione ai costi “nascosti” della centralizzazione e prevederne anche le conseguenze future, non limitandosi all’ottica del breve periodo. Le gare d’acquisto, che secondo uno studio condotto da Fiaso (ed ampiamente condiviso dalla F.I.FO. (Federazione italiana Fornitori Ospedalieri) sono spesso basate su scelte estemporanee, su una utilità “percepita”, e operate di volta in volta sulla base degli umori “politici” del momento e del luogo, dovrebbero concentrarsi sui prodotti estranei alla sfera della salute, perché con le tecnologie sanitarie le maxi-gare al ribasso non funzionano: favoriscono inaccettabili penalizzazioni della qualità del prodotto e dell’assistenza al cittadino, oppure il mordi e fuggi e la concentrazione in oligopoli e monopoli, un premio per le multinazionali che spesso fanno affari nel nostro Paese e portano (sempre) i loro profitti all’estero, tutto a discapito delle Piccole e Medie Imprese, il nostro patrimonio produttivo da salvaguardare.

Federsalute sottolinea altre questioni importanti

Fondi integrativi   
Un ruolo importante per la salute e il benessere può essere assolto dall’assistenza sanitaria complementare, definita il “secondo pilastro” per quella derivante da contrattazione collettiva e “terzo pilastro” per quella individuale. Lo sviluppo dei Fondi sanitari integrativi non deve comportare oneri aggiuntivi per le imprese che danno più occupazione, penalizzandole in termini di competitività. Devono essere fiscalmente privilegiati i fondi che coprono le spese per le cure a lungo termine e per la riabilitazione, in particolare per le spese più ingenti, che già riguardano le residenze sanitarie e assistenziali e le protesi odontoiatriche, includendo fra i beni altamente meritevoli anche le protesi acustiche per la rimediazione della sordità, in forte crescita non solo presso la popolazione anziana, e le ortoprotesi per le persone con disabilità, per la parte non coperta dal SSN.  

Prevenzione  
Infine va ricordata l’opportunità di una correzione culturale volta a privilegiare la prevenzione rispetto alla cura: ciò riguarda sopra tutto gli stili di vita, nonché il monitoraggio delle proprie condizioni e delle prospettive di salute.   
L’evoluzione dell’epidemiologia induce a una visione preventiva dei problemi, dimostrando l’efficacia e l’efficienza della prevenzione primaria, secondaria e terziaria: al contrario troppe norme ancora vigenti nel SSN, eredità del passato regime mutualistico, tendono a ritardare la rimediazione dei danni soltanto dopo che il danno ha raggiunto soglie elevate, quando l’intervento non può più ottenere i risultati sperati. Federsalute confida nella realizzazione del nuovo Piano Nazionale Prevenzione (PNP) 2010-2012 e nelle linee di intervento che rientrano nella stesura dei Piani delle Regioni, con le linee operative del PNP che comprendono interventi considerati prioritari e in quanto tali debbono essere effettuati in ogni Regione.
Come esempio di grave carenza di prevenzione si sottolinea la sottovalutazione del problema sordità e ipoacusia, che colpisce ben 8 milioni di persone nel nostro Paese, in forte crescita anche fra i giovani, secondo gli allarmi lanciati in proposito dall’OMS. Prevenzione appropriata significa avviare campagne nazionali per l’educazione sanitaria ella popolazione e per il controllo dell’udito, formazione del medico di famiglia, che al momento non conosce o sottovaluta chi ha problemi di udito, sottovalutazione che comporta emarginazione, depressione, danni cognitivi irreversibili, costi notevoli sociosanitari e una riduzione del PIL che, riferita all’Europa, risulta pari a 287 miliardi di euro/anno (Bridget Shields, 2005 “ Ricerca del costo socioeconomico del deficit uditivo”).

Questione dei farmaci
La spesa farmaceutica territoriale a consuntivo 2008 è risultata pari a 13,47 miliardi di euro, pari al 13,7% della spesa sanitaria complessiva.
Per la prima volta in Italia, non solo l tetto del 14% è stato rispettato ma addirittura si è registrata una minor spesa di 327 milioni di Euro. Ciò è la conseguenza dell’aumento del mercato dei generici e dei meccanismi introdotti dalla legge 222/07, in base alla quale ogni Azienda farmaceutica all’inizio nell’anno conosce il proprio budget e il proprio tasso di incremento, superato il quale l’Azienda deve restituire l’eccedenza (pay-back).
Il tetto per il 2010 è stato ulteriormente decurtato e fissato al 13,3%: questo eccesso di tagli finanziari finisce per rendere quasi impossibile il suo rispetto e anzi giustifica il suo superamento. Il pay-back non grava unicamente sulle Aziende farmaceutiche, ma anche u farmacie e grossisti e in caso di sforamento l’onere viene spalmato sull’intera filiera e, quindi, anche su soggetti come le farmacie, che non hanno un ruolo diretto nel determinare lo sfondamento.
Secondo quanto previsto dal comma 3/Bis dell’art. 22 della Legge n. 102/09 il meccanismo di applicazione del pay back va rivisto affinché eserciti un plausibile contenimento delle attività di marketing delle Aziende farmaceutiche, facendo ricadere manovre compensative solo sui soggetti che hanno determinato incrementi di spesa non programmati.
Viceversa la spesa farmaceutica ospedaliera è completamente fuori controllo sforando nel 2008 il tetto programmato del 2,4%. Il trend di tale sforamento è in fortissimo aumento e si prevede nel 2010 che arriverà al superamento del 100% del tetto fissato. Si contrae quindi la spesa farmaceutica territoriale mentre si dilata la spesa farmaceutica ospedaliera, contro le indicazioni generalmente accettate, che chiedono di dare maggior spazio alla domiciliarità e al territorio.

Federsalute, la Carta Etica e dei Valori
Per meglio tutelare i diritti dei cittadini Federsalute pubblicizza i valori e i comportamenti assicurati da parte delle aziende associate.
Contro la crescita della corruzione e degli sprechi Federsalute scende in campo con una propria Carta Etica e dei valori e promuove per tutti i suoi associati l’adozione (senza indugi) del D.lgs. 231 del 2001 “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche”. Parlare di etica professionale in ambito sanitario rappresenta una sfida complessa sotto il profilo filosofico, culturale, storico, scientifico, professionale. Il richiamo all’etica emerge periodicamente da cittadini confusi tra la necessità di avere fiducia e la paura di una fiducia mal riposta, con il timore di andare incontro a esiti negativi, che in ambito sanitario hanno a che fare con la tutela e la salvaguardia della salute e dell’integrità propria e dei familiari.
La progettazione e la realizzazione di una Carta Etica da parte delle Associazioni confederate in Federsalute, fornitrici in tutto o in parte di beni e servizi al SSN, è una scelta meditata che ha l’obiettivo di fare emergere l’insieme dei valori e dei comportamenti adeguati che volontariamente le sigle firmatarie di questo manifesto hanno sottoscritto, da conciliarsi con i legittimi obiettivi economici dell’impresa. Parallelamente occorre favorire comportamenti etici anche nella Pubblica Amministrazione, la parte che riceve ed acquista i servizi ed i Dispositivi Medici. Le logiche e gli assetti organizzativi, le modalità delle prestazioni, i tipi di beni erogati, le modalità relazionali individuali, avranno come riferimento prioritario i bisogni di salute dei cittadini e i diritti della persona affetta da malattia e/o disabilità. Sulla base di questa scelta ci proponiamo come interlocutori e anello di congiunzione positivo fra il Governo del SSN e delle Aziende sanitarie da un lato e dall’altro le aspettative dei cittadini, riconoscendone la rappresentanza collettiva alle associazioni di utenti.

Abusivismo professionale e commerciale  
Affinché la correttezza delle imprese associate a Federsalute non si ritorca contro di loro, si deve instaurare un regime di contrasto all’abusivismo, che nel settore sanitario e sociosanitario costituisce una realtà estesa e molto pericolosa, troppo spesso tollerata da parte di coloro che dovrebbero invece reprimerla.
In particolare le Aziende sanitarie trovano sollievo economico dall’esistenza di servizi, come ad esempio residenze che ospitano persone con disabilità a prezzi ridotti, tutti a carico del privato, ove non si rispettano neppure gli elementari diritti della persona ricoverata. A causa delle carenze di leggi, di controlli pianificati e di sanzioni effettive, nel settore protesico e riabilitativo è molto presente il fenomeno dell’abusivismo, sia perché molti operatori non posseggono titoli per esercitare la professione, sia perché le pratiche sono svolte in modo non corretto influenzando negativamente il mercato. In particolare la concorrenza sleale riguarda: operatori che non hanno requisiti per svolgere l’attività; commercianti generici, para-farmacie e sanitarie che non potrebbero fornire presidi di competenza dei tecnici ortopedici; aziende che utilizzano cosiddetti “prestanome” contribuendo a rendere sempre più confusa l’offerta di dispositivi e presidi. Nel settore veterinario si chiede una più rigorosa valutazione nel rilascio delle licenze da grossista di farmaci veterinari, per garantire una filiera distributiva corretta e trasparente, escludendo quelle attività commerciali che chiedono autorizzazioni di copertura, ma che in effetti poco hanno a che fare con la figura del grossista. Le concessioni ad operatori non qualificati arrecano enorme danno al settore veterinario, alla salute pubblica e a quella zootecnica, e favoriscono il dilagante abusivismo del farmaco veterinario.
L’inserimento nel mercato di operatori scarsamente qualificati, che non garantiscono i requisiti minimi di legge, destabilizza il mondo sanitario, interferisce nei delicati equilibri di domanda ed offerta, sminuisce la credibilità della professione e contribuisce ad acuire le contrapposizioni ed a ridurre i già scarsi margini di guadagno, spingendo molte aziende alla logica della subfornitura.
Questo panorama è reso più complicato dal comportamento di numerose ASL che interpretano in modo eccentrico la normativa in vigore, avviano gare d’appalto con procedure atte a favorire soltanto alcune aziende e considerano con sufficienza i servizi forniti dai tecnici sanitari, come adattamenti, personalizzazioni, collaudi, consegna a domicilio, manutenzione, training per il corretto ed efficiente utilizzo dell’ausilio.

Conclusioni
In conclusione Federsalute ribadisce l’alto profilo sociale e civile dei principi deontologici che guidano l’esercizio dei professionisti delle Associazioni rappresentate e vuole contribuire con un proprio ruolo centrale ai processi di individuazione dei bisogni, della corretta ed appropriata erogazione dei servizi e/o dei dispositivi e della valutazione dei risultati secondo gli indirizzi ICF, a fianco dei Cittadini e delle persone con disabilità e delle Associazioni che tutelano i loro Diritti. In conclusione Federsalute offre il proprio impegno per un comportamento virtuoso di valori condivisi, per un miglioramento dell’efficiacia e dell’efficienza del SSN.    



Mondo farmaceutico
Farmacie, le più amate dagli italiani

Agli italiani la farmacia continua a piacere. L’ultimo sondaggio in ordine di tempo che lo conferma è quello condotto dal Censis per conto del ministero della Salute: per il 62% degli intervistati la qualità del servizio assicurato dai presidi del territorio risulta «buono» e per il 35,4% merita la sufficienza; messi assieme fanno il 97,8% del campione, una quota che rende le farmacie le strutture del Ssn più apprezzate in assoluto. Gli ambulatori dei medici di famiglia, giusto per fare qualche esempio, si fermano infatti al 92%, quelli dei pediatri di libera scelta all’89%, gli ospedali all’81%. Per i farmacisti il sondaggio è un invito a insistere sul progetto di una farmacia in cui oltre al medicinale gli italiani possano trovare un’ampia gamma di servizi sanitari, erogati in regime Ssn o anche a pagamento. Nell’autunno scorso un decreto legislativo aveva fissato le linee guida, a giorni dovrebbero arrivare i decreti attuativi del dicastero della Salute. Tra i farmacisti in attesa c’è Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm.   
Presidente Gizzi, la ricerca del Censis dà alle farmacie un voto da “prime della classe”. Con i decreti sui servizi ormai alle porte, non potevate sperare in un viatico migliore...   
In realtà i risultati del sondaggio non ci meravigliano. Sapevamo da tempo che la farmacia gode di un’immagine lusinghiera su tutto il territorio. Nessun altro presidio del Ssn, d’altronde, è in grado di fornire lo stesso servizio, sette giorni su sette e 24 ore su 24.
Quali riflessioni trae dalla ricerca?
Abbiamo la conferma che la farmacia è a tutti gli effetti un presidio del Servizio sanitario pubblico. Per questo siamo tra coloro che hanno lavorato intensamente al progetto sui nuovi servizi: vogliamo dare ancora più valore alla farmacia allargando il suo ruolo sociale e la sua presenza sul territorio.
E le farmacie comunali come si collocano in questo progetto?
Noi perseguiamo da tempo il modello della “farmacia sociale” e in molte città i presidi comunali offrono da tempo servizi dalla chiara connotazione sociosanitaria. Per noi i decreti attuativi saranno soprattutto lo strumento con cui collocare questi servizi nella cornice del Ssn: le farmacie verranno remunerate dal sistema pubblico per le prestazioni erogate, cosa che oggi avviene solo raramente, e questo consentirà l’allargamento e il rafforzamento dell’offerta. Il tutto nell’interesse dei cittadini.
(fonte: Dica33)



Mondo farmaceutico
Fofi, per la farmacia dei servizi puntiamo su professione

“Nella farmacia oggi piu’ che mai e’ il momento della professione. Il rinnovamento del servizio farmaceutico che si prospetta, con la nascita della ‘farmacia dei servizi’ e con l’arrivo dei farmaci innovativi nelle farmacie, presuppone l’impegno di professionisti capaci di evolvere, di aggiornarsi e di acquisire nuove competenze”. Cosi’ il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli, ha aperto l’annuale conferenza stampa della Federazione, all’interno del Cosmofarma 2010, che si svolge presso la Nuova Fiera di Roma, illustrando le numerose attivita’ ed i progetti, molti dei quali commissionati dal Ministero della Salute, a sostegno della formazione e dell’aggiornamento. “L’anno passato - ha proseguito Mandelli - proprio al Cosmofarma, avevamo presentato i punti che avrebbero guidato l’azione federale per promuovere il ruolo del farmacista e del nostro servizio a vantaggio di un migliore tutela della salute. Oggi - ha continuato - possiamo valutare quanto e’ stato tradotto in realta’: la farmacia dei servizi e’ in via di compimento, abbiamo ottenuto la ripresa dei concorsi per l’assegnazione delle sedi vacanti in situazioni incancrenite come quella siciliana e la commissione ministeriale per l’aggiornamento dei quiz delle prove concorsuali si e’ riformata. Infine, il presidente Fofi ha toccato il punto della riforma delle professioni: “riteniamo - ha detto - che anche le rappresentanze professionali debbano adeguarsi ai cambiamenti della societa’ non procedendo per strappi, ma attraverso percorsi armonici e mi sembra che ci si sia avviati sulla strada giusta”, ha concluso.

(fonte: AGI)


Mondo farmaceutico
Dompè: regioni passive tornino in ambito spesa

“Le regioni oggetto di piano di rientro devono tornare nell’ambito della spesa in pochissimo tempo, perché non ci possiamo più permettere ritardi”. Così Sergio Dompé, presidente di Farmindustria, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano dei tagli alla spesa farmaceutica che potrebbero essere contenuti nella manovra 2011. Le Regioni a cui si riferisce sono quelle oggetto di piano di rientro, come Lazio, Campania, Sicilia e Calabria.
“Non c’é e non esiste un problema di spesa farmaceutica. C’é e va combattuto, e le aziende farmaceutiche contribuiranno ad essere parte della soluzione, un problema di scorrettezza della spesa da parte di alcune Regioni”. “Pensiamo di fare molto, sia come settore farmaceutico sia come esempio per tutti gli altri settori - ha aggiunto - per andare a lavorare insieme al Governo e alle Regioni per vedere di contenere la spesa lì dove ci sono inappropriatezze”. Dompé si è detto “molto sereno”, anche perché “ci stiamo impegnando ad impostare un ragionamento differente, validato da Confindustria e già presentato al ministro della Salute Ferruccio Fazio, che sostanzialmente porta il settore a confrontarsi con tutti i principali indicatori internazionali, dove ne usciamo come i migliori in assoluto in Europa sul rapporto qualità/prezzo e sulla quantità dell’offerta farmaceutica”.
“Non ci sono tagli che devono uscire dalla manovra - ha ribadito - ma l’impostazione deve prevedere tutte le voci, non solo il farmaceutico, e parlare di tagli è appropriato solo per le regioni in deficit: ad esempio, la Lombardia non è un problema. E’ impensabile che siamo sempre noi”, si è riferito al farmaceutico, “che già costiamo il 30% in meno rispetto al resto d’Europa, a pagare per quei settori che invece sono andati a +40%. Noi chiediamo rigore - ha concluso - correttezza e un’impostazione che combatta le inappropriatezze”.

(fonte: ANSA)


Mondo farmaceutico
DDL riordino, per alcuni vendita senza farmacista

Per un piccolo gruppo di farmaci, scelti tra quelli per cui non vi e’ l’obbligo di ricetta medica, sara’ possibile la vendita negli esercizi commerciali senza la presenza di un farmacista. E’ questo uno dei punti contenuti nel ddl 863 sul riordino del sistema farmaceutico, su cui ora sta discutendo la commissione Sanita’ del Senato. Ci sara’ una commissione ad hoc, composta dall’Aifa, dalla commissione permanente per la farmacopea e la conferenza dei presidi delle facolta’ di farmacia, che dovrebbe stilare ‘’una lista di una decina di molecole di uso supercollaudato - spiega Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl), relatore del provvedimento - scelte tra i farmaci senza obbligo di prescrizione, da poter vendere fuori dalle farmacie e senza un farmacista’’. Dall’elenco devono essere esclusi i farmaci che richiedono particolari condizioni di conservazione o con una validita’ inferiore a 18 mesi. Vietata anche, per questi farmaci, ogni forma di promozione o concorso a premio. ‘’Negli autogrill - continua D’Ambrosio Lettieri - e’ troppo costoso mettere una farmacia o anche una parafarmacia. L’idea e’ quindi di mettere un piccolo scaffale con una decina di medicinali, come ad esempio una pomata per le contusioni o la pillola per il mal di testa, pensando alla loro vendita anche in confezioni start, cioe’ con 2-3 compresse’’. Per la parafarmacia rimane invece l’obbligo della presenza del farmacista. L’iter dei lavori in commissione vede al momento aperta la discussione generale, che dovrebbe concludersi poi con la presentazione degli emendamenti. Un testo unificato ancora non c’e’, ma il relatore e’ ‘’orientato ad utilizzare in tal senso il testo base 863 Tomassini-Gasparri’’.
(ANSA)