Notizie n. 39

Editoriale
dalle associate
Dalla Federazione
Mondo Farmaceutico



Editoriale
Un 2009 ricco di soddisfazioni

Stiamo portando a conclusione un 2009 davvero pieno di battaglie, e l’impegno profuso quasi ci fa dimenticare che molte di esse, le più importanti, sono state vinte. Siamo stati più volte riconosciuti come patrimonio pubblico delle comunità locali che serviamo, abbiamo svolto con grande impegno il nostro lavoro di operatori sanitari in contesti difficili e d’emergenza come il terremoto d’Abruzzo, abbiamo pienamente confermato il nostro ruolo d’avanguardia nel processo di costruzione della “farmacia dei servizi”. Vogliamo ora ripercorrere passo passo quanto la nostra federazione ha fatto negli ultimi dodici mesi.
 
Gennaio, le farmacie ancora usate per far cassa
Il 2009 si apre con forti perplessità su come si sta giocando attorno al Tavolo per la riforma del sistema farmaceutico. A gennaio l’attenzione era tutta per quanto stava accadendo al settore dei generici, dove in una prima bozza del disegno di legge di conversione del decreto-legge 185-2008 erano presenti alcune norme pesantissime per la farmacia italiana, come l’imposizione di una rigida suddivisione degli sconti di spettanza a distributori intermedi e farmacie sul prezzo del farmaco etico. Norme poi stralciate nell’articolato depositato.
“Il fatto che in sede di conversione non sia passata la proposta di incrementare gli extra-sconti a favore del SSN di un 1,4% una tantum (che per ogni farmacia avrebbe comportato una perdita di 9.000 di risultato prima delle imposte ) è certamente un dato positivo. Rimane però la preoccupazione che tale provvedimento possa essere reintrodotto in sede di conversione di legge. Ciò detto, non possiamo trascurare il risultato per noi del tutto negativo raggiunto dal Tavolo. Un risultato che non rispecchia gli interessi della collettività, prima ancora che delle Farmacie Comunali.
Le durissime “proposte” avanzate sotto la minaccia dell’azione giudiziaria a proposito di extra-sconti sui generici dimostrano non tanto la volontà di agire su meccanismi distorti del mercato distributivo, quantunque essi esistano e debbano essere risolti, ma l’insensibilità di istituzioni centrali e locali nei confronti di un sistema distributivo del farmaco che, seppure imperfetto, rimane un esempio di efficienza gestionale per la sanità italiana. La cosa per noi grave è che concentrandosi su elementi strettamente aziendalisti, come ad esempio gli extra-sconti sui generici, si va a coprire il dato politico: cioè l’attacco all’unico settore virtuoso del mondo sanitario italiano”, si legge nell’editoriale di gennaio.

Febbraio, le parafarmacie promosse d’ufficio?
Nel mese successivo il Tavolo ospita il mondo delle parafarmacie. Per i loro problemi di bilancio sembra farsi strada la soluzione di una conversione in farmacie. Una specie di “promozione di massa” del tutto contestata da Assofarm. Il problema che abbiamo fin da subito sollevato sta nel fatto che il settore non avrebbe sopportato un improvviso e così forte aumento della concorrenza, specialmente in un periodo come questo, caratterizzato da un continuo calo dei margini operativi. Si sarebbe ciò acuito un problema, senza peraltro che venisse risolto quello della distribuzione territoriale delle farmacie: “Queste considerazioni non stonano con quanto Assofarm ha affermato in passato a proposito di una sostanziale carenza di farmacie nel territorio italiano. Certo si ricorderà che tale denuncia era riferita alla necessità di una presenza in quelle aree rurali senza forti concentrazioni abitative, tali da non incentivare la presenza di farmacie private. Mentre un’eventuale presenza di farmacie pubbliche avrebbe concretizzato la nostra mission sociale di servizio sanitario pubblico, anche a discapito della redditività aziendale. Ora, alla nostra richiesta di ridisegno della pianta organica delle farmacie, si risponde implicitamente annullando il principio stesso della pianta organica. Se infatti le parafarmacie diventassero farmacie, verrebbe di fatto annullato ogni legame formale tra farmacia e posizionamento territoriale rispetto ad altre farmacie”, si legge nel nostro editoriale di febbraio 2009.

Marzo – è di scena la Tomassini Gasparri

A marzo Assofarm organizza la giornata di studio sul DL 863/2008 “Disposizioni normative in materia di medicinali ad uso umano e di riordino dell’esercizio farmaceutico”, il cui successo di pubblico e contenuti conferma come la nostra Federazione sia sempre più una protagonista del dibattito nazionale del settore, apportando temi e contenuti d’avanguardia.
Ancora una volta la presentazione di un provvedimento legislativo è utile a fare il punto della situazione su tutti i grandi temi da esso toccati. “Prima di tutto il porre al centro del proprio agire il cittadino. Se veramente vuole fregiarsi del ruolo di servizio sanitario di maggiore prossimità all’utenza, allora la farmacia, privata o pubblica che sia, deve accettare gli impegni e le sfide che tale funzione comporta. In questo senso il documento illustratoci dal Senatore Tomassini appare del tutto convincente quando sancisce la priorità della distribuzione per conto del SSN da parte delle farmacie, affermando che diverse opzioni sono possibili solo se ne viene dimostrata la maggiore efficienza ed efficacia”. Rimangono invece acute distanze tra la Tomassini Gasparri e Assofarm in materia di vendita di un ristretto gruppo di farmaci senza obbligo di ricetta in tutti i canali commerciali, che il DL prevedeva come possibile, mentre la nostra federazione osteggiava in coerenza con l’obiettivo di elevare la figura del farmacista al di sopra del rischio di vederlo semplice “commesso con la laurea”, ma piuttosto un dispensatore di consigli e un accompagnatore all’uso corretto del farmaco. E dall’altra, non meno importante, dell’opportunità data al cittadino di pretendere e controllare il servizio ricevuto durante l’acquisto del farmaco.

Aprile – Terremoto in Abruzzo, c’è anche Assofarm
“…un appello lanciato dalle farmacie comunali italiane e dall’associazione Farmacisti in aiuto, organizzazione specializzata in interventi umanitari in paesi in via di sviluppo, ma pronta ad intervenire anche in casa nostra. Era fin da subito evidente che i dipendenti della AFM de L’Aquila non erano in grado da soli di far fronte all’emergenza: la maggioranza di essi viveva in tutto e per tutto la condizione di sfollato di noi tutti aquilani.
L’appello di Assofarm è stato immediatamente raccolto da decine di farmacisti da tutta Italia e dalle loro aziende, che hanno immediatamente acconsentito ad inviarli nei centri di soccorso. Uno sforzo quindi che ha coinvolto tutto il nostro mondo. anche chi è rimasto nella propria città a “coprire” i colleghi venuti da noi in Abruzzo. Insieme alle centinaia di altri volontari provenienti, anche i nostri farmacisti hanno fatto quello che hanno potuto tra tende e fango, tra mille mancanze materiali, ma forti di ben altre risorse: voglia di spendersi, professionalità, altruismo, inventiva. Senza tutto ciò non sarebbe stato possibile operare per giorni sotto una tenda, inventarsi metodi di pagamento e rendicontazione alternative al denaro, dal momento che la maggior parte degli aquilani aveva lasciato tutto quello che aveva a casa. Senza nemmeno ovviamente alcuna ricetta medica.
Eppure, sarebbe comunque irriconoscente ricordare il lavoro di questi farmacisti comunali unicamente per queste doti appena citate.
La loro presenze nei territori del terremoto d’Abruzzo non è stata solo quella di professionisti sanitari di grande qualità, ma anche di soggetti che operano all’interno di organizzazioni sanitarie che sono espressione dei loro territori di provenienza. Organizzazioni nate non solo per rispondere a bisogni concreti delle popolazioni locali, quello della somministrazione del farmaco, ma che intravvedono nel rapporto farmacistapaziente uno dei tanti “modi” coi quali si pongono le fondamenta di una certa visione civile del mondo. Fondamenta che stranamente si rafforza proprio quando attorno tutto trema”

Maggio emendamento Saltamartini, pericolo di restaurazione
Tra le righe dell’emendamento del Senatore Filippo Saltamartini tra le proposte di modifica al DDL AS 1167, nella maggioranza di contenuti sostanzialmente non inediti, sono presenti elementi non del tutto innocui.
Non convince la proposta di impedire l’apertura di nuove parafarmacie e la chiusura di tutte le parafarmacie già esistenti entro i prossimi dieci anni. Si tratta di un provvedimento che, privo com’è di alcuna portata realmente riformatrice, odora pericolosamente di restaurazione. “Abolendo di netto una parte importante della riforma Bersani, il testo in questione rischia di dare l’impressione di una vittoria della lobby dei farmacisti, capaci di recuperare terreno su un processo di liberalizzazione che, per quanto imperfetto, aveva effettivamente permesso un lieve abbassamento della spesa farmaceutica per le famiglie italiane”.

Giugno – Arrivano i nuovi servizi
Il disegno di legge sullo sviluppo economico approvato dal Parlamento il 26 maggio apre ufficialmente la strada all’attivazione di nuovi servizi nelle farmacie. “Molti dei servizi contenuti nel testo in questione – si legge nel nostro editoriale di giugno 2009 sono già svolti dalla maggior parte delle nostre associate, secondo uno spirito di servizio alla propria cittadinanza e senso di responsabilità che vanno ben oltre i ritorni economici non particolarmente redditizi stabiliti dalla Convenzione con il Ssn che fino ad oggi regola l’erogazione di alcuni di questi servizi”.
È un momento certamente positivo, che però impone di non trascurare elementi di forte ambiguità, primo fra tutti il fatto che il Governo dovrà provvedere “forme di remunerazione da parte del Ssn entro il limite dell’accertata diminuzione degli oneri derivante dallo svolgimento delle suddette attività da parte delle farmacie, comunque senza maggiori oneri per la finanza pubblica”. Da allora Assofarm è impegnata nella definizione di metodologie affidabili e certe per la determinazione di costi e risparmi generati da questi servizi. È a tal fine che la federazione ha attivato un gruppo tecnico di lavoro col compito di determinare i costi effettivi delle quattro grandi aree di servizi definite dalla legge.

Luglio – Proprietà delle farmacie ai soli farmacisti?
A qualche mese di distanza dalla famosa sentenza della Corte di Giustizia Europea che riserva la titolarità dell’esercizio delle farmacie private alle sole persone fisiche laureate in farmacia e a società composte esclusivamente da soci farmacisti, Assofarm riprende un interessante scritto dell’avvocato Nicoloso nel quale effettua una disanima dei punti che consentono di non considerare incoerente la normativa sulle farmacie comunali con la sentenza europea.
“In una parola, il Giudice comunitario ha tratto dalle deduzioni sulla dissociazione tra la titolarità del diritto d’esercizio delle farmacie comunali, ascritta a un soggetto (il Comune) al quale non può essere certo attribuito l’esercizio della professione farmaceutica, e la conduzione tecnico-professionale di tali farmacie affidata invece a un farmacista dipendente, un argomento per affermare, da un lato, la coerenza del diverso regime che impone per l’organizzazione delle farmacie private la corrispondenza biunivoca tra la titolarità del diritto d’esercizio delle farmacie e la gestione delle aziende a questo afferente che deve rimanere riferita a un farmacista ovvero a una società personale di farmacisti e per affermare, d’altro lato, la coerenza del diverso regime che si pone nella organizzazione delle farmacie comunali in cui non può essere sostenuto “ per la ragion che no’l consente” una tale corrispondenza”.
Siamo insomma di fronte ad un riconoscimento forte delle specificità delle farmacie comunali, rispetto a tutti gli altri servizi pubblici locali, in quanto si evidenzia la necessità di equilibrio tra la gestione economica delle farmacie e leggi di principio riguardanti gli stessi servizi pubblici locali.
Ma al di là di ciò è stato affermato nettamente che la titolarità dell’esercizio rimane del Comune, “Così che si può ragionevolmente affermare conclude l’avvocato Nicoloso che il servizio farmaceutico non può essere assunto dal Comune per dotarsi di un bene di cui potersi disfare per acquisire delle risorse alla bisogna in un’ottica di privatizzazione calda, ma può essere acquisito solo per essere gestito in termini di appropriatezza in un’ottica di privatizzazione fredda”.

Settembre – puntare sempre più sui servizi
Assofarm torna dall’incontro dell’Unione Europea della Farmacie Sociali con l’impressione di essere, al di là dei tanti difetti e incongruenze, un contesto nazionale che presenta elementi d’avanguardia sia nelle pratiche di dispensazione farmaceutica che nella normativa di settore.
A Bruxelles si è infatti discusso a lungo di un tema che in Italia ha dominato il dibattito di quest’ultimo anno, quello del ruolo attivo della farmacia nell’assistenza domiciliare integrata. A destare grande interesse è stato il progetto Asheville, studio sperimentale realizzato in una cittadina statunitense dove per cinque anni farmacisti pubblici e medici hanno lavorato a stretto contatto nell’assistenza domiciliare a pazienti diabetici.
I risultati sono stati ampiamente positivi: miglioramento del quadro clinico del paziente, diminuzione generale dei costi medi sostenuti dagli enti paganti (negli Usa le assicurazioni sanitarie private, da noi diventerebbero i servizi sanitari pubblici), e non ultimo un migliore rapporto percepito dal paziente con il farmacista. Il cerchio insomma si è chiuso con il raggiungimento di risultati positivi da parte di tutti i soggetti coinvolti, attraverso un processo virtuoso basato sulla sinergia tra economie di sistema e incentivi all’utenza.
Ora, alla luce del fatto che in Italia abbiamo una legge che permette di realizzare operazioni simili a quella di Asheville, e che ci pone all’avanguardia a livello comunitario, è bene che le Farmacie pubbliche non perdano l’occasione di cavalcare la loro forte esperienza in termini di servizi sanitari offerti all’utenza e si spingano quanto prima a sperimentare sui propri territori azioni simili a quanto fatto negli Usa.

Ottobre e Novembre – Le farmacie comunali non sono servizio pubblico locale
Ad ottobre tutta l’attenzione del mondo della farmacia pubblica italiana è concentrata sull’approvazione del disegno di legge 135/09 di riforma degli esercizi pubblici locali al cui articolo 15 si stabilisce che tutti si servizi pubblici dovranno essere messi a gara e compartecipati da un socio privato nella misura non inferiore al 40% del capitale sociale. Socio privato che avrà compiti operativi, mentre all’ente pubblico sarà riservato un ruolo di controllo dell’effettivo perseguimento degli interessi generali del servizio. Si sarebbe trattato di una norma che potrebbe porre fine alle farmacie comunali, così come intese oggi.
L’arma di Assofarm fu il sostegno alla posizione assunta da diversi giuristi, secondo cui la gestione delle farmacie, sia comunali che private, è un servizio in titolarità della Regione, tramite le USL. Siccome, dunque, la titolarità del servizio pubblico non è dei Comuni la gestione delle farmacia comunale non può essere servizio pubblico locale soggetto all’applicazione dell’art. 23-bis. È su queste basi giuridiche che Assofarm ottiene quasi subito un grande successo: “Stiamo attendendo un regolamento a firma del Ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, nel quale verranno escluse le farmacie dagli enti interessati dalla 135. Si tratta di un atto di grande importanza per il nostro movimento, non solo perché ci permetterà di rimanere in vita così come siamo oggi, ma anche perché costituirà un importante passo avanti nell’affermazione concreta della farmacia come elemento imprescindibile del Sistema Sanitario Nazionale”.
Alla soddisfazione per il risultato appena raggiunto, nel mese di novembre si sviluppa anche una considerazione di natura più strettamente politica: “questa vittoria definisce anche la considerazione che la nostra Federazione ha saputo guadagnarsi presso il mondo politico-istituzionale nazionale. Negli ultimi mesi infatti le nostre tesi sono state ascoltate e fatte proprie da un ampio numero di esponenti della maggioranza parlamentare e del Governo. Tra i primi desidero ricordare gli Onorevoli e Senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri, Lorenzo Cesa, Sandro Mazzatorta, Lorenzo Bodega, Armando Valli, Vincenzo Gibiino. Un particolare ringraziamento va alla disponibilità del Ministro per i Rapporti con le Regioni On. Raffaele Fitto e del Sottosegretrario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Delega al Federalismo On. Aldo Brancher. Esponenti politici, quelli appena citati, che hanno dimostrato grande attenzione e sincera sensibilità alla salvaguardia di un tassello ormai imprescindibile del SSn come sono le Farmacie Comunali”

Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm
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dalle associate
Castelfiorentino: la nuova farmacia comunale, un piccolo gioiello nel centro storico

Una farmacia all’insegna della modernità, ma anche in grado di valorizzare l’arte più antica del farmacista, grazie alla presenza al suo interno di un Laboratorio Galenico dove si possono realizzare farmaci personalizzati non prodotti dall’industria farmaceutica. E ancora: un’opera che si inserisce nel più ampio disegno di riqualificazione di tutta l’area ferroviaria, che finora ha colto traguardi importanti ma che già guarda agli obiettivi e alle prospettive future.
Questo il biglietto da visita della nuova Farmacia Comunale n.1, inaugurata domenica 6 dicembre scorso. La struttura è stata realizzata grazie alla ristrutturazione di un vecchio fabbricato di proprietà delle ferrovie (RFI), rimasto semiabbandonato da decenni. Il locale – 190 metri quadrati di superficie utile complessiva – è ad un solo piano e si sviluppa lungo un edificio lungo 40 metri, con tre ampie vetrine esterne che si affacciano su tutta l’area della Stazione. Come colore dominante dell’arredamento – peraltro ben visibile anche dall’esterno è stato scelto il verde, della stessa tonalità della croce verde, simbolo identificativo della Farmacia.
“La farmacia è un negozio molto frequentato – osserva l’architetto Massimo Mariani – ed è caratterizzato da una croce verde. Una croce che si vede da lontano e che, inequivocabilmente ormai, indica che quella è una farmacia. Per realizzarla – prosegue Mariani – abbiamo pertanto adottato la croce come segno generatore e caratterizzante di tutto il progetto. A forma di croce sono i grandi lampadari che illuminano il salone e a forma di croce sono anche gli espositori”.
Il costo complessivo della farmacia è di 670.000 euro, di cui 485.000 a carico del Comune e 185.000 a carico della società Farmacie Comunali srl. Dei 485.000 euro spesi dal Comune di Castelfiorentino, 350.000 euro sono stati finanziati grazie alla vendita dell’immobile della vecchia sede della farmacia. Altri 83.000 euro sono stati poi spesi per l’area esterna, la nuova piazzetta ubicata tra la farmacia e l’ufficio turistico. Come si ricorderà, per la riqualificazione complessiva dell’area è stato ottenuto anche un finanziamento dalla Provincia di Firenze.
“Questa farmacia è per noi un piccolo gioiello – osserva Maria Cristina Giglioli – non solo perché ci consente di disporre, anche in quest’area del capoluogo urbano, di una sede moderna e funzionale, ma anche perché rappresenta un altro tassello, un’altra tappa di quel cammino che abbiamo intrapreso alcuni anni fa e che ha portato all’apertura dell’ufficio turistico, alla realizzazione del parcheggio, alla riqualificazione insomma di tutta l’area della stazione, restituita alla cittadinanza come area di pregio e a servizio di tutto il centro storico cittadino. Un progetto globale, che proseguirà già nei prossimi mesi con la realizzazione di nuovi posti auto, un nuovo impianto di illuminazione e la riqualificazione di tutto il sottopasso ferroviario”.
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mondo farmaceutico
Federfarma, sprechi in distribuzione asl e ospedali

“Ci risultano sprechi sul fronte dei medicinali distribuiti da Asl e ospedali” in Italia. Annarosa Racca, presidente di Federfarma, mette l’accento sulle criticita’ del sistema attuale di distribuzione dei farmaci, in particolare quella che avviene attraverso le aziende sanitarie e ospedaliere: “Questi canali non vengono monitorati con attenzione”, avverte oggi a Milano, durante il tradizionale incontro natalizio con la stampa.
Dell’attivita’ delle farmacie sul fronte dei farmaci dispensati con le ricette ‘rosse’ del Servizio sanitario nazionale, ribadisce, “si sa tutto. In tempo reale, attraverso la nostra rete informatica, si puo’ sapere chi ha prescritto un medicinale o quante confezioni sono state dispensate di mese in mese. Ma lo stesso non avviene con le Asl e gli ospedali”, sottolinea. E spesso, prosegue, “si generano sprechi. Il sistema non e’ ancora perfettamente funzionante e “alcuni meccanismi vanno migliorati. Chiediamo innanzitutto piu’ monitoraggio”.
Un esempio? “Non e’ possibile che i farmaci vengano dispensati in maxi tranche ai pazienti. Capisco l’intento di evitare che i malati facciano avanti e indietro per ritirarli, ma se poi il medico di famiglia gli cambia la terapia, la scorta di confezioni non utilizzate finisce nella pattumiera. Si parla di migliaia di euro. Ed e’ solo uno degli esempi di spreco”.

(fonte: libero news.it)
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mondo farmaceutico
Nelle farmacie ora arriva lo psicologo

Metti uno psicologo in farmacia. Metti uno specialista pronto ad ascoltare e consigliare gratuitamente le persone stressate, depresse, ansiose, fobiche. Uno psicologo di base, diciamo, di quartiere oppure di prossimità. Una figura con cui fare due chiacchiere sotto casa, nella farmacia di quartiere, senza dover pagare le parcelle salate degli strizzacervelli privati né dover attendere i tempi scoraggianti di quelli del servizio pubblico. A Milano tutto questo è già realtà, a Bologna lo sarà presto: dalla metà di gennaio, ogni quartiere avrà la sua farmacia con annesso psicologo grazie a un’idea dell’istituto bolognese Erich Fromm diventata un progetto con la collaborazione di Ascomfarma. Si comincia dunque con una fase sperimentale di sei mesi. Ascomfarma (che conta 41 farmacie in tutto il Bolognese) ha già ricevuto l’adesione di quattro farmacie in città e una a Casalecchio. L’obiettivo è quello di arrivare alla metà di gennaio con una farmacia per ciascun quartiere. Per cominciare. «Poi, se il progetto funzionerà, ce ne saranno altre», dice Lea Garofai, presidente Ascofarma Bologna.
Gli psicologi, o meglio gli psicoterapeuti, saranno messi a disposizione dall’Istituto Erich Fromm di Bologna, scuola di formazione postuniversitaria riconosciuta dal Ministero dell’Università, che non percepirà un euro per questo servizio chiamato «di ascolto psicologico». Una delle novità più importanti introdotte da questo progetto è infatti che la consulenza sarà gratuita, dunque a disposizione di cittadini di tutte le fasce di reddito. «Nemmeno noi prenderemo un soldo — spiega Garofai — perché gli psicologi non prescriveranno farmaci, ma si limiteranno ad ascoltare e consigliare». Ma vediamo come funzionerà il servizio: inizialmente, gli psicoterapeuti dell’Istituto Fromm saranno presenti nelle farmacie coinvolte 3-4 ore a settimana. I bolognesi interessati a un colloquio dovranno prenotarlo in farmacia, anche in una non coinvolta direttamente nel progetto. «Presto, infatti, l’iniziativa sarà pubblicizzata attraverso volantini e locandine in tutti i punti Ascomfarma e negli stessi saranno disponibili i moduli per la prenotazione», spiega ancora Garofai. La chiacchierata con lo specialista avverrà in uno spazio privato, perché sia tutelata al massimo la privacy. «La presenza di un box riservatissimo è un requisito fondamentale perché una farmacia possa aderire al progetto», sottolinea la presidente Ascomfarma. La consulenza psicologica è rivolta a tutte le persone maggiorenni che pensano di soffrire di depressione, stress, fobie, ansia, attacchi di panico: i disagi del giorno d’oggi, insomma. Ma anche alle vittime di maltrattamenti, vessazioni, mobbing o molestie che non sanno a chi chiedere aiuto. «In pratica, con questo progetto cerchiamo di dare una forma più seria e professionale a qualcosa che in parte già accade nelle farmacie: quante persone si rivolgono al farmacista di fiducia per stati di disagio e sofferenze legati a problemi familiari, lutti o altro. Dalla metà di gennaio, il farmacista-confidente potrà indirizzare il cliente al servizio di ascolto psicologico», conclude Garofai. (fonte: corriere.it)
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Assofarm incontra il Ministro della Salute Ferruccio Fazio
 
In 17 novembre scorso i vertici di Assofarm hanno incontrato il Ministro Ferruccio Fazio, per esporre programmi e progetti della Federazione, anche alla luce del dibattito avuto in Giunta Esecutiva del giorno 4 novembre 2009.
Il Ministro ha ricordato l’impegno delle Farmacie Comunali ad operare all’interno del Servizio Sanitario Nazionale anche alla luce di quanto contenuto nell’art. 11 della legge 69/2009. A tal proposito si è convenuto che è essenziale offrire su tutto il territorio nazionale un servizio farmaceutico omogeneo e, pertanto, A.S.SO.FARM. ha ribadito la propria disponibilità affinché il Ministero possa promulgare al più presto possibile, così come di fatto sta operando, all’emanazione di un ulteriore decreto che fissi i criteri per l’adesione delle Farmacie medesime all’erogazione dei servizi in forza dell’art. 1 comma 3 del decreto medesimo.
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“Ancora utili”, un progetto per recuperarli

Salvati dallo spreco a beneficio della cooperazione nei paesi in via di sviluppo. I farmaci che per i più svariati motivi risultano non più necessari per privati cittadini, ambulatori e strutture ospedaliere potranno essere recuperati e donati a enti no profit che ne facciano richiesta per le loro strutture mediche. A permetterlo sarà un nuovo sviluppo del Last minute market a Ferrara, ossia il progetto “Ancora utili!” che ha ricevuto il via libera delle principali istituzioni politiche e sanitarie locali. Secondo l’idea di fondo del progetto, i medicinali con validità residua di almeno un anno potranno essere lasciati nei contenitori che verranno appositamente messi a disposizione dei cittadini nelle farmacie comunali. Dopodiché l’associazione Farmacia senza frontiere si occuperà dello smistamento alle organizzazioni no profit partecipanti all’iniziativa.
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Rassegna stampa
Il farmacista, primo presidio medico

Sono tante (più di 17 mila), diffuse sul territorio (una ogni 3.335 abitanti, contro i 9.800 dell’ Olanda o i 7 mila dell’ Austria), hanno orari di apertura flessibili e sono in media più vicine, più facilmente accessibili e con tempi d’ attesa più brevi rispetto a ospedali, guardie mediche e studi specialistici. Sono le farmacie italiane, l’ ultimo avamposto della salute. Per tanti categorie «protette», anziani, badanti ed extracomunitari il primo e il più diretto contatto con l’ universo della medicina. Un presidio gratuito e dietro l’ angolo destinato, con la fresca entrata in vigore del decreto legislativo sui nuovi servizi socio-sanitari, a rafforzare ancora il suo ruolo di apripista. D’ ora in avanti, infatti, in farmacia ci andremo anche per prenotare e fare analisi (sangue e colesterolo), ritirare referti, chiedere assistenza a domicilio. E non solo. Una modernizzazione che ha il sapore antico di quando il farmacista, prima che un manager, era per tanti il punto di riferimento più immediato nelle questioni di salute. «All’ inizio ricorda Andrea Mandelli, presidente della Fofi, la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani il farmacista era prima di tutto un preparatore di farmaci. Dagli anni Sessanta è più che altro un dispensatore di prodotti precostituiti, nei Novanta c’ è stato il boom del benessere. Oggi il benessere non basta più, come non basta guarire quando si sta male: la gente vuole mantenersi costantemente in forma e in salute. La società si evolve e al farmacista chiede qualcosa di diverso». Cosa? «Prima di tutto che la aiuti a interfacciarsi con la cura. L’ aumento di anziani e single, il venir meno di quella solidarietà familiare e di “cortile” di una volta e la deospedalizzazione più rapida fanno sì che, prima o poi, il cittadino si ritrovi solo a confrontarsi con il problema salute. Al farmacista spetta il compito di mediare». Di fare da filtro tra sintomi, medicinali e ricette troppo spesso difficili da decrittare, «adattandosi alle nuove richieste spiega Mandelli e recuperando quella valenza sociale che per anni le farmacie hanno ricoperto, soprattutto nei paesi». Una professione in cammino («Anche i corsi di laurea si stanno attrezzando per garantire una formazione adeguata alle nuove esigenze») a cui il nuovo decreto vuole indicare la strada da seguire. La Fofi (80 mila iscritti attivi nel pubblico, privato, Asl e ospedali) ci ha puntato molto e subito: «Dal 2006, dopo le prime liberalizzazioni: il momento in cui tutto ha cominciato a cambiare». E in cui la farmacia contrattaccando l’ avanzata di parafarmacie e grande distribuzione ha imboccato la via della trasformazione in «centro polifunzionale di servizi». Una metamorfosi, dice la Fofi, che le nuove norme non fanno che codificare. «È vero conferma Annarosa Racca, presidente di Federfarma, che rappresenta le oltre 16 mila farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale -, molti dei nuovi servizi erano già erogati da tante farmacie ma la realtà era a macchia di leopardo. Ora a tutti i farmacisti viene riconosciuto quel ruolo sul territorio che li mette a contatto ogni giorno con 3 milioni di persone. Per distribuire farmaci ma anche misurare la pressione, dare consigli, fare prevenzione». Il rischio, nel mondo del «polifunzionale», è che si faccia confusione: «Fondamentale avverte Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, l’ associazione nazionale delle farmacie comunali è non invadere i campi». Non sostituirsi, cioè, al medico di base né al pronto soccorso ma assumere una volta per tutte quel «ruolo di alto presidio sanitario che sta a compimento del ciclo della salute dei cittadini». Al di là dei ruoli, per tanti il farmacista resta comunque il primo approdo. E al banco dei farmaci gli italiani tendono a fidelizzarsi: da un’ indagine Federfarma-Eurisko emerge che il 73,4% del campione sceglie di fare acquisti sempre nella stessa farmacia. Un quarto degli intervistati lo fa per via del buon rapporto con il personale. Tra gli ultrasessantenni la percentuale degli abitudinari sale al 79,7%, segno che per gli anziani il farmacista è soprattutto quello «di fiducia». «Per loro spiega Guglielmo Malagola stiamo attrezzando aree di sosta ad hoc, dove aspettare il proprio turno nel rispetto della privacy, bere, riposare». Malagola dirige la Società Ravenna Farmacie Srl, 16 esercizi sparsi tra Ravenna e altri quattro Comuni vicini. In molti di questi, i servizi previsti dal nuovo decreto (autotest, pressione, Farmacup, cioè prenotazione di esami e visite specialistiche) sono attivi già da da qualche anno: «Oggi dice si cura facilmente perché i farmaci a disposizione sono molti ma la gente vuole soprattutto consigli. E la professione del farmacista è destinata a evolversi ancora». I settori da sviluppare? «La vendita di alimenti specifici per celiachia e nefropatie, per esempio, e l’ assistenza territoriale». Anche a domicilio. Futuro prossimo: il farmacista uscirà fuori dalla farmacia? Giuliano Masina, coordinatore del comitato tecnico dei direttori Assofarm, è anche direttore generale delle farmacie di San Giuliano, tre più una in arrivo nell’ hinterland milanese. Ma l’ azienda 120 dipendenti ha anche altri campi di azione: assistenza domiciliare, asili, centri di aggregazione giovanile, servizi cimiteriali. Un’ avanguardia di quello che potrebbe essere il domani delle farmacie italiane. «Nella nostra esperienza spiega Masina abbiamo potuto “tarare” le esigenze della gente: quello che chiede di più è un accompagnamento nelle questioni pratiche-domestiche». Iniezioni, piccole medicazioni, assistenza. Una galassia polifunzionale tutta da mettere in piedi: «La sfida dice Masina è giocarsi bene gli spazi e le potenzialità». Non si rischia di disperdersi? «Per anni la farmacia ha preso la deriva del bazar, del punto di riferimento commerciale. Ora recuperiamo il nostro ruolo: non un semplice negozio, ma il braccio armato del Servizio sanitario nazionale».

(fonte: corriere.it -Ziino Giulia)
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Ferrara: il benvenuto delle farmacie ai nuovi nati

Al via la campagna di benvenuto ai nuovi nati “Amore al cubo”, promossa da A.F.M. Farmacie Comunali Ferrara e Bio logika srl. Tutte le mamme in dolce attesa potranno ritirare gratuitamente un kit di benvenuto per il proprio nascituro recandosi, da subito e fino al 31 maggio 2010, presso la farmacia centrale n. 1 di Porta Mare con l’apposito tagliando di richiesta.
Si tratta di una simpatica confezione regalo contenente il vestiario essenziale per il nascituro: tutina, calzini, bavaglino ecc. Il coupon è reperibile nelle 11 farmacie comunali di Ferrara e al Centro salute donna di via Boschetto.
“E’ un’iniziativa strettamente legata al ruolo sociale che da sempre caratterizza l’operato delle nostre farmacie, – spiega Riccardo Zavatti, direttore delle farmacie municipalizzate – abbiamo pensato di essere vicini alle mamme in un momento delicato come quello della gravidanza, offrendo un regalo utile che fa parte del corredino necessario per l’ingresso al reparto maternità, ma è anche un modo per trasmettere alle future mamme il messaggio che in qualunque momento nelle nostre farmacie potranno avvalersi della preziosa esperienza dei nostri professionisti per risolvere ogni dilemma e trovare le soluzioni più idonee alle esigenze specifiche del proprio piccolo: dai diversi tipi di latte per la prima infanzia, alle pappine, ai pannolini, ai molti altri articoli per crescere in salute il bebè”. “La farmacia non deve essere considerata solo un luogo di distribuzione dei farmaci – dichiara Francesco Schito, presidente di AFM – essa svolge soprattutto la funzione di promotore di salute e benessere, attività che devono essere comunicate verso l’esterno attraverso iniziative che coinvolgano i cittadini. Solo in questo modo la farmacia diventa quindi un luogo dove le persone possono confrontarsi con dei valori, più che con dei prodotti”.
Il kit di benvenuto è composto da capi che fanno parte di una linea specifica per i neonati, denominata appunto “Amore al Cubo”. Questi vengono realizzati impiegando materiali di prima scelta e sono certificati Oeko-Tex. Tutti gli articoli inseriti nel kit sono in cotone 100%, è sono stati studiati appositamente per garantire al bebè il massimo comfort e soprattutto il miglior adattamento alla delicata pelle dei piccoli appena nati.
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dalla federazione
Rinnovo della convenzione con la Carta Acquisti Sociale

Al rinnovo della convenzione della Carta Acquisti anche per il 2010, offerta a cittadini che versano in condizioni di bisogno assoluto cui Assofarm è stata tra le prime istituzioni ad aderire, sono emersi risultati di grande interesse sull’utilizzo della stessa durante il 2009.
Firmando la convenzione, Assofarm si impegna ad applicare uno sconto del 5% sul venduto parafarmaceutico a tutti i possessori della carta, offrendo così un ulteriore aiuto ai nostri concittadini più bisognosi. Uno dei dati più critici emersi dall’esperienza di quest’anno arriva da Federdistribuzione, che rappresenta circa l’80% della gdo italiana, secondo la quale nel novembre scorso c’è stata un ulteriore e più drammatica contrazione dei consumi, specialmente proprio tra i detentori della carta. Segno quindi che per le fasce più deboli della popolazione la crisi è ben al di là da essere finita. Un altro elemento invece di grande interesse arriva dai funzionari del Ministero dell’Economia e delle Politiche Sociali, che insieme gestiscono il funzionamento della Carta. Ciò che è stato notato che le telefonate che arrivano al numero verde di servizio all’utilizzo della Carta sono quasi interamente effettuate da telefoni cellulari. Vale inoltre la pena di ricordare che nessuna delle maggiori compagnie telefoniche applica sconti ai possessori della Carta.
Ora, incrociando i due dati, si deve supporre che il paniere dei beni considerati primari è evidentemente mutato: gli alimenti sono meno “primari” della possibilità di chiamare chiunque in ogni momento. Non si tratta di semplice consumismo, ma forse di una necessità di socialità e di un bisogno di relazione che trova nella comunicazione a distanza una possibilità di soddisfazione.
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