Notizie n. 37

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Le Farmacie comunali non sono un esercizio pubblico locale

Con ogni probabilità il prossimo 24 novembre dovrebbe essere approvato il disegno di legge 135/09 di riforma degli esercizi pubblici locali al cui articolo 15 si stabilisce che tutti si servizi pubblici dovranno essere messi a gara e compartecipati da un socio privato nella misura non inferiore al 40% del capitale sociale. Socio privato che avrà compiti operativi, mentre all’ente pubblico sarà riservato un ruolo di controllo dell’effettivo perseguimento degli interessi generali del servizio.
Si tratta, come già abbiamo scritto in passato, di una norma che potrebbe porre fine alle farmacie comunali, così come intese oggi.
Da tempo però circola nei nostri ambienti una differente concezione del ruolo delle farmacie pubbliche, tali da non doverle più considerare a tutti gli effetti semplici servizi pubblici locali. Tali posizioni sono state ribadite con particolare acume dal professor Stefano Colombari durante un recente convegno, nel quale ha affermato che la “la gestione delle farmacie, sia comunali che private, è un servizio in titolarità della Regione (tramite le USL), come tale non sottoposto, per quanto riguarda le modalità del relativo affidamento, alla disciplina dell’art. 23-bis del d.l. n. 112/2008 che testualmente concerne solo i servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il principio è ribadito dall’art. 8, comma 2° , lett. a) del d.lgs. n. 502/1992: «le farmacie pubbliche e private erogano l’assistenza farmaceutica per conto delle USL del territorio regionale (…)». Da ultimo, anche l’art. 11 della l. n. 69/2009 inscrive le «farmacie pubbliche e private nell’ambito del Servizio sanitario nazionale». Di conseguenza, sia la farmacia pubblica, sia la farmacia privata, possono operare solo sulla base di previa autorizzazione (che la giurisprudenza qualifica come vera e propria concessione di servizio pubblico) rilasciata dalle USL (art. 1 della l. 475/1968). Siccome, dunque, la titolarità del servizio pubblico non è dei Comuni (che invece sono concessionari proprio come lo sono i farmacisti privati), la gestione delle farmacia comunale non può essere servizio pubblico locale soggetto all’applicazione dell’art. 23-bis del d.l. n. 112 del 2008. Del resto, l’art. 23-bis è orientato ad aprire alla concorrenza la gestione della generalità dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Peraltro, l’integrale apertura alla concorrenza non è ciò che il legislatore vuole per il servizio farmaceutico (sia esso gestito dai privati ovvero dai Comuni): al contrario, in base alla legge n. 475/1968, il settore è sottoposto ad una limitata concorrenza. Così, ad esempio, il numero, le singole sedi farmaceutiche e la zona di ciascuna di esse vengono predefiniti mediante la pianta organica. Altre “restrizioni” attengono, come è noto, agli orari e turni delle farmacie (che non sono “liberalizzati”). Invero, la legittimità di restrizioni alla concorrenza nel campo farmaceutico è stata ripetutamente affermata sia dalla Corte costituzionale, sia dalla Corte di giustizia europea (da ultimo con la sentenza 19 maggio 2009, n. C-531/06, ove si sottolinea in maniera particolare la valenza sanitaria dell’attività). Anche quanto appena evidenziato conferma che una disposizione come l’art. 23-bis del d.l. n. 112/2008 (la quale vuole l’integrale apertura dei servizi pubblici locali alla concorrenza) non è coerente con il sistema farmaceutico, per larghi versi invece legittimamente sottratto ai principi della concorrenza medesima. A ciò si aggiunga che la legge stabilisce che una quota delle farmacie venga assegnata a privati mediante concorso, mentre un’altra quota possa essere oggetto di prelazione da parte dei Comuni. “L’art. 9 della l. n. 475/1968 stabilisce che, in quest’ultimo caso, il Comune sia direttamente presente nella gestione della farmacia, mentre non contempla la concessione a terzi da parte dell’ente locale: ciò è del tutto ragionevole perché si tratterebbe di una subconcessione della concessione rilasciata al Comune dalla USL titolare del servizio pubblico, di cui non sarebbe comprensibile la ragione giuridica (tanto varrebbe che fosse la USL ad assegnare la concessione a terzi senza bisogno dell’intermediazione comunale). Anche quest’ultimo elemento conferma l’inapplicabilità al settore farmaceutico dell’art. 23-bis del d.l. n. 112/2008: proprio perché la norma individua quale soluzione pressoché unica quella della concessione a terzi (pura ovvero nella forma della società mista il cui socio operativo è l’equivalente del concessionario), è chiaro che essa è incompatibile con l’ordinamento farmaceutico ove, lo si ripete, una concessione a terzi da parte del Comune risulterebbe non coerente con il sistema (essendo la concessione a terzi quella delle farmacie private da parte delle USL). In considerazione di quanto sopra, si deve ritenere che l’art. 23-bis del d.l. n. 112/2008 non trovi applicazione per quanto concerne la gestione delle farmacie comunali. Peraltro, al fine di evitare fraintendimenti, è opportuno inserire un emendamento in sede di conversione dell’15 del d.l. n. 135/2009 che tra le norme «fatte salve» rispetto all’applicazione dell’art. 23-bis del d.l. n. 112/2008 annoveri espressamente anche l’art. 9 della l. 2 aprile 1968, n. 475 e successive modifiche ed integrazioni”.
Si tratta di motivazioni cosi stringenti da un punto di vista logico e giuridico che il nostro movimento ha ottenuto un importantissimo successo politico, tale da porre in salvo le farmacie comunali dalla vendita al settore privato. Tutto ciò si concretizzerà probabilmente in un regolamento a firma del Ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, nel quale verranno escluse le farmacie dagli enti interessati dalla 135.
Si tratta di un atto di grande importanza per il nostro movimento, non solo perché ci permetterà di rimanere in vita così come siamo oggi, ma anche perché costituirà un importante passo avanti nell’affermazione concreta della farmacia come elemento imprescindibile del Sistema Sanitario Nazionale.

Francesco Schito
Vice-presidente Assofarm

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Farmacie salvate dal 23-bis

Mentre questo numero di Notizie da Assofarm stava andando in spedizione, è arrivata la notizia dell’approvazione in Senato di un emendamento che esclude le farmacie dalle disposizioni del 23-bis. Ora la parola definitiva a fine mese durante l’approvazione alla Camera

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Bilancio Sociale a Rovereto

Riportiamo di seguito il testo di presentazione al Bilancio Sociale del presidente di AMR di Rovereto Alceste Santuari.
Il documento illustra l’attività svolta nel 2008 dall’azienda multiservizi trentina nel campo farmaceutico, servizio parcheggi, servizi cimiteriali e gestione degli impianti sportivi. In linea con la propria logica illustrativa, il Bilancio Sociale 2008, alla stregua dei precedenti, presenta le attività svolte nel corso del 2008 da AMR: un’Azienda fortemente vocata all’innovazione e alla diversificazione dei servizi, in specie nel settore farmaceutico.
In un periodo storico caratterizzato da eventi negativi, sotto il profilo economico e finanziario, che non risparmiano i comparti in cui si esplica l’attività di AMR, l’Azienda realizza un risultato positivo superiore sia quanto fatto registrare nell’anno precedente sia alle previsioni di bilancio a suo tempo formulate.
Si tratta di un risultato conseguito in un contesto fortemente vincolato anche sul versante del pricing (e non solo normativo). Infatti, da un lato l’Azienda applica tariffe concordate con l’Amministrazione comunale e stabilite dalla stessa (per ciò che attiene a parcheggi, palestre e cimiteri) e, dall’altro, prezzi, relativi a prodotti che generano più di metà del fatturato di farmacia, imposti da attori esterni (AIFA, vale a dire il Governo, per quanto attiene i farmaci etici).
In questa situazione, se necessario, risulta vieppiù evidente il significato di “fine sociale” attribuito alle farmacie comunali. Il Consiglio di Amministrazione ritiene che il fine sociale si consegua attraverso l’erogazione di servizi utili ai cittadini, non necessariamente a pagamento. E anche quando il servizio prevede un corrispettivo, coerentemente con le finalità statutarie, AMR è in grado di realizzare un equilibrato mix fra logiche imprenditoriali e scopi di interesse pubblico, evitando di far ricadere sul cittadino la totalità dei costi aziendali relativi ai servizi erogati. Preme evidenziare che in un siffatto contesto un’azienda pubblica, ente strumentale dell’ente locale, la cui mission istituzionale è quella di erogare servizi alla comunità, operando con logiche imprenditoriali, è in grado di “trasformare” i fattori della produzione in servizi offerti ai cittadini da questi richiesti o apprezzati (value for money). Al riguardo, si pensi soprattutto al servizio farmaceutico: AMR si è impegnata a ricercare le modalità più efficaci per implementare ed aumentare la gamma dei servizi in farmacia a favore dei cittadini (es. ampliamento degli orari delle farmacie, potenziamento dei servizi per celiaci, analisi per la pelle), in uno con la “preoccupazione” storica che anima AMR fin dalla sua origine - segnatamente, l’educazione sanitaria. Si tratta di una voce che apparentemente non balza agli occhi di quanti analizzano il bilancio, ma che, al contrario, riveste una sua reale importanza per i costi e la complessità organizzativa che l’Azienda deve sostenere (per esempio sostituire personale di farmacia impegnato, in orario di servizio, come docente nelle scuole) e che esemplifica - ma non esaurisce - il compito di educazione alla salute e di prevenzione che costituisce il patrimonio genetico delle farmacie comunali.
Muovendo da un’azione aziendale vocata alla soddisfazione dell’utenza, anche il settore dei parcheggi è stato interessato da rilevanti novità, tra le quali si segnala l’apertura, tramite un sistema di automazione, 24 ore su 24, del parcheggio “Centro storico” (Viale dei Colli): possibilità questa che permette una più ampia fruibilità dello stesso, a tutto vantaggio degli utenti. Si tratta di servizi che richiedono un elevato supporto tecnico e professionale, unito a significativi livelli di comprensione e adattamento da parte del personale addetto, al quale deve essere espressa profonda riconoscenza per il quotidiano lavoro svolto e per l’impegno profuso, non raramente apprezzato dall’utenza che beneficia dei servizi di AMR.
Il profondo rispetto e il clima positivo che si respira all’interno dell’Azienda contribuiscono a migliorare le performances di una realtà pubblica che investe in capitale umano, in formazione del personale e nella ricerca di soluzioni adeguate ai bisogni della comunità e dei singoli cittadini.
In un contesto di profondi cambiamenti normativi ed economici, sembra opportuno, finanche strategico, ricercare sinergie e collaborazioni, all’interno e al di fuori del territorio provinciale. E’ questa una direzione intrapresa dal Consiglio di Amministrazione che, seppure non evidenziata nei dati di bilancio, testimonia di un ruolo propositivo, di stimolo e di coordinamento che AMR intende svolgere e che gli interlocutori hanno dimostrato di apprezzare. Anche in questa azione, AMR evidenzia il ruolo di ente strumentale del Comune, esecutivo e al contempo propositivo, dimostrandosi una risorsa per la città e potenzialmente per l’intero territorio.

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Farmacisti milanesi a scuola di pandemia

Forte adesione all’evento formativo organizzato per mercoledì 30 dall’Ordine dei Farmacisti di Milano, Monza Brianza e Lodi. Il corso è tenuto dal professor Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano Un’informazione corretta è il primo farmaco da dispensare: questa la linea adottata dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani nei confronti della pandemia da virus A/H1N1, alla quale l’Ordine delle Province di Milano, Monza Brianza e Lodi ha dato una pronta attuazione. “La forte adesione che abbiamo registrato è la conferma della volontà dei farmacisti di offrire un servizio sempre migliore e completo ai cittadini” ha commentato il presidente Andrea Mandelli. “Questo evento residenziale, cioè con una lezione tradizionale, nella quale è possibile un’interazione diretta, è complementare alle iniziative di formazione a distanza patrocinate dalla Federazione degli Ordini. Vorrei ricordare, infatti, che da ieri sono attivi i corsi on-line (www.farmafad.com) dedicati all’influenza stagionale e alle malattie da raffreddamento, sempre curati dal professor Pregliasco, e alla pandemia da virus A/H1N1 curato dal professor Giancalo Icardi del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Genova”. Sia gli eventi residenziali sia quelli a distanza sono gratuiti e accreditati ai fini ECM.

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Social Card a Campobasso

Da giovedì 1 ottobre 2009 con la Social Card sarà possibile acquistare presso le farmacie comunali di Campobasso prodotti farmaceutici e parafarmaceutici. l’Amministrazione comunale di Campobasso ha infatti aderito alla convenzione sottoscritta dall’A.S.SO.FARM, Ministero dell’Economia e delle Finanze - Diaprtimento del tesoro e Ministero del Lavoro, Salute e delle Politiche Sociali che estende l’ambito di utilizzo della Social Card, lo strumento di aiuto agli ultrasessantacinquenni (e ai bambini fino a tre anni di età) economicamente più disagiati dando la possibilità di fare acquisti anche nelle farmacie.
Con la sottoscrizione della convenzione l’Amministrazione comunale di Palazzo S.Giorgio rende un ulteriore servizio sociale alle famiglie mostrando sensibilità e disponibiità di fronte alle richieste avanzate e alle esigenze dei cittadini. I possessori della Social Card potranno acquistare a partire dal 1° ottobre 2009 a Campobasso presso le Farmacie comunali n.1 di Via Calabria, n.2 di Via XXIV Maggio e n. 3 di Via Toscana prodotti farmaceutici e parafarmaceutici usufruendo di uno sconto immediato del 5%.
Tale sconto non si applica all’acquisto di farmaci (con e senza obbligo di ricetta medica, anche omeopatici, che sono equiparati di fatto ai meidcinali senza ricetta), sui quali per legge non possono essere applicati sconti e non si applica al pagamento ticket.

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Carta Etica dei Valori

Nei prossimi mesi in tutte le farmacie pubbliche italiane verranno esposti in evidenza i punti salienti della Carta Etica dei Valori recentemente sottoscritta da Assofarm e dalle altre organizzazioni facenti parte di Federsalute. Si tratta di un documento fondamentale non solo di comunicazione sociale, ma anche impegno sostanziale verso l’utenza di quelli che sono i nostri impegni deontologici di equità, giustizia e trasparenza.
Nella Carta si legge che gli atti sanitari nelle nostre farmacie sono svolti esclusivamente da professionisti sanitari abilitati titoli specifici, professionalmente preparati e che usufruiscono di un aggiornamento continuo secondo i programmi di Educazione Continua in Medicina. Si dichiara inoltre che ogni farmacista si assume direttamente le responsabilità dei propri atti e, nell’interesse del paziente, può ricorrere al consulto di colleghi esperti. Il farmacista inoltre fornisce al paziente informazioni di natura tecnico-assistenziale adeguate in relazione al progetto terapeutico cui è sottoposto, al fine di realizzare in consenso pienamente informato del paziente. L’azienda farmaceutica che aderisce alla Carta si impegna inoltre a rispettare tutte le norme giuridiche, fiscali e contrattuali vigenti in materia di rapporti di lavoro col personale e rapporti con i cittadini.
Per Assofarm, l’adesione alla Carta Etica non è certamente un atto puramente formale, ma una certificazione importante di quanto le sue associate fanno già da anni in tema di professionalità e servizio all’utenza, e un documento importante in vista dei nuovi servizi che le farmacie si apprestano a realizzare all’interno del processo di progressiva integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale.

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False ricette: Federfarma, indignati, i controlli siano celeri

La Federfarma dell’Emilia Romagna condanna e giudica gravi i reati contestati dalla procura di Bologna a medici, farmacisti, dirigenti, nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa di un milione e 200mila euro ai danni del Servizio sanitario nazionale perpetrata attraverso l’emissione di ricette fantasma mai recapitate a pazienti ignari o in alcuni casi addirittura deceduti. Al momento i carabinieri del Nas hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di due manager di Italfarmaco, azienda farmaceutica milanese leader a livello nazionale, tre farmacisti e un informatore scientifico del farmaco con l’accusa di associazione per delinquere e truffa ai danni dello Stato. “Siamo i primi ad essere indignati - scrive la Federazione dei titolari di farmacie - perche’ questi fatti, anche se commessi da una percentuale infinitesimale danneggiano l’immagine della farmacia del territorio che, invece, e’ salda e apprezzata dall’opinione pubblica. Nella speranza che almeno alcuni colleghi possano dimostrare la loro innocenza, auspichiamo che questi controlli siano eseguiti ancora piu’ celermente, grazie anche alla verifica dei dati sulla dispensazione dei farmaci che sono forniti mensilmente dalle farmacie alle Asl e al ministero dell’Economia; queste informazioni sono dettagliatissime e pertanto utili per identificare immediatamente e contrastare possibili fenomeni criminosi che offendono la categoria e danneggiano l’intera collettivita’”. Nell’indagine sono coinvolti a vario titolo trentotto medici, la maggior parte dei quali (25) , e’ dipendente del policlinico S.Orsola di Bologna. Tra i medici iscritti sul fascicolo - aperto dal pm Enrico Cieri - risulta anche il sindaco del Pd di Rimini, Alberto Ravaioli, nella sua veste di primario di Oncologia dell’ospedale Infermi. Secondo l’ipotesi degli investigatori Ravaioli potrebbe avere compilato ricette fittizie e per questo dovra’ rispondere del reato di falso ideologico. Altri medici - non piu’ di sei per il momento - sono accusati anche di corruzione perche’ avrebbero ricevuto regali e rimborsi di viaggi in cambio della loro compiacenza. Intanto la giunta del Comune di Rimini ha espresso, in una nota, “piena e totale solidarieta’, stima e vicinanza” nei confronti del sindaco Ravaioli: “Nessuno di noi, che ha passato accanto ad Alberto molti anni della propria vicenda pubblica - scrivono gli assessori comunali - crede che quanto gli viene addebitato attraverso notizie sommarie possa essere credibile.
Siamo sicuri che rapidamente tutte queste accuse si smonteranno alla luce dei fatti. Per questo occorre che i tempi della giustizia siano rapidi e solleciti. Alberto e’ un uomo e un professionista cristallino, e la sua indole, la sua filosofia di vita sono quanto piu’ lontano al mondo possa esserci da quelle vergognose accuse”. La nota e’ stata firmata da tutti e dodici gli assessori della giunta Ravaioli: Antonella Beltrami, Roberto Biagini, Vittorio Buldrini, Anna Maria Fiori, Antonio Gamberini, Juri Magrini, Maurizio Melucci, Paola Taddei, Donatella Turci, Karen Visani, Andrea Zanzini, Samuele Zerbini.

(fonte: Agi news)

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Alimentazione. Bambini italiani i piu’ grassi d’Europa. Colpa dei genitori

“Quello che non ammazza ingrassa”. E’ un vecchio detto popolare che oggi dovrebbe essere invertito in “quello che ingrassa ammazza”. Oggi si celebra la giornata mondiale dell’obesita’ ed e’ occasione per fare il punto della situazione. La convinzione che i bambini grassi si concentrino nel Nord Europa, dove salsicce e patate imperano, e’ del tutto sbagliata. I piu’ grassi d’Europa stanno nel nostro Bel Paese, quello della dieta mediterranea, ben il 36% fino a 18 anni, con una prevalenza per il Sud. Le conseguenze del sovrappeso sono note: malattie cardiovascolari, diabete, ecc. Che dire? Che la responsabilita’ primaria e’ delle famiglie, cioe’ dei genitori. Pensare di fare il bene dei propri figli ingozzandoli di cibo, spesso ad alto contenuto calorico. Trasferire questo compito alla scuola e’ sbagliato. La scuola insegna, la famiglia educa. Una corretta “educazione” alimentare nasce nelle cucine delle nostre case, prima ancora che la scuola trasferisca le “informazioni” alimentari nelle aule. Se questo non e’ chiaro ai genitori avremo una prossima generazione di malati da “grasso”.

(fonte: Aduc Salute)

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"Anche i farmaci di fascia C vanno venduti nei supermercati e nelle parafarmacie”

A tre anni dalle liberalizzazioni nel settore farmaceutico, che hanno consentito nuovi canali di distribuzione e innescato un po’ di competizione, i prezzi dei farmaci finalmente hanno cominciato a scendere. Lo testimonia la seconda Indagine Nazionale sulla vendita dei farmaci da banco nelle farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata, realizzata dal C.R.E.E.F. - Centro Ricerche Economiche, Educazione e Formazione della Federconsumatori Nazionale.
L’indagine è stata effettuata monitorando il prezzo di 24 farmaci da banco di largo consumo in 11 Capoluoghi di Regione (o Provincia) presso 47 farmacie private, 18 farmacie comunali, 46 parafarmacie e 19 corner della salute della G.D.O., per un totale complessivo di 130 punti di vendita.
Dai risultati emerge che la spesa media più elevata la si registra nelle «farmacie» pari a 164,8 euro, a fronte di una spesa più contenuta, pari a 152,06 euro, nelle «parafarmacie», con un risparmio medio di 12 euro pari al -8,3%. Nei «corner della salute» presenti nella grande distribuzione, la spesa media del paniere è la più bassa fra i diversi segmenti di vendita, ed è pari a 146,18 euro, con un risparmio di circa 20 euro, cioè il -14,2% rispetto alla spesa più elevata.
Alla luce di tali risultati, la Federconsumatori ha chiesto ancora una volta di estendere la vendita dei farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione ma non rimborsati dal S.S.N. anche all’interno delle «parafarmacie» e dei «corner», con risparmi ulteriori di 1 miliardo e 200 milioni di euro all’anno per le famiglie italiane.«Va ricordato, a tale proposito - ricorda Rosario Trefiletti, dirigente nazionale della Federconsumatori -, che in questi punti vendita un ruolo determinante è svolto dal farmacista, che offre servizi di consulenza e di informazione circa l’utilizzo e l’appropriatezza dei farmaci per la sicurezza dei cittadini consumatori».
Altra questione fondamentali è lo sviluppo ulteriore dei farmaci «equivalenti» con percentuali ancora basse in Italia rispetto agli altri paesi europei. L’uso dei farmaci equivalenti su larga scala permetterebbe risparmi di circa il 30 per cento rispetto al costo di quelli «griffati», pari ad oltre 400 milioni di euro all’anno. Federconsumatori riterrebbe inoltre necessario che si concretizzi il nuovo ruolo assegnato alle farmacie dalle nuove disposizioni legislative del governo, affinché queste ultime costituiscano dei veri e propri presidi sul territorio, attraverso la partecipazione all’assistenza domiciliare integrata, la possibilità di prenotazione di visite specialistiche e test di analisi per i cittadini (senza escludere tale possibilità anche per le parafarmacie e i corner nei supermercati).
Per questi motivi Federconsumatori ha chiesto con urgenza un incontro con il Vice Ministro della Salute Fazio, cui possano essere invitati tutti gli operatori dell’intera filiera del farmaco, nonché i rappresentanti dei lavoratori e le associazioni dei consumatori, per individuare soluzioni che mettano al centro il diritto alla salute e l’interesse dei cittadini.

(fonte: ilgiornale.it)

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Assogenerici, politici contro sviluppo del generico

‘’Ho l’ impressione che non ci sia la volonta’ politica di sviluppare in Italia il farmaco generico’’. Lo ha affermato il presidente di Assogenerici, Giorgio Foresti, durante un dibattito al Festival della Salute di Viareggio. ‘’Ben vengano tutte le iniziative regionali per il ‘generico’, ma ci vorrebbe un patto unico tra tutti gli interlocutori con l’ obiettivo di contenere i costi del settore farmaceutico. In Italia il farmaco generico continua a costare di piu’ che all’ estero’’. Secondo Foresti, ‘’il farmaco generico e’ un potenziale rimedio anche ai malanni del sistema sanitario perche’ in grado di consentire un risparmio tale da permettere non certo di risanare i bilanci, ma quantomeno di mantenerli in pareggio’’. Il presidente di Assogenerici ha ricordato che solo il 5% delle prescrizioni riguardano farmaci equivalenti. Ma a frenare lo sviluppo del consumo del farmaco generico, secondo quanto riferito da Ovidio Brignoli, vicepresidente della Societa’ italiana di medicina generale, ci sono anche le perplessita’ dei medici e le resistenze dei pazienti.

(fonte: ANSA)

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Oltre la metà dei nuovi farmaci non è superiore ai vecchi

In Italia negli ultimi anni sono stati registrati centinaia di farmaci, ma oltre la metà rappresenta un’innovazione modesta o moderata. La maggior parte di questi prodotti va a coprire bisogni già soddisfatti, a costi più alti e senza miglioramenti sostanziali. La denuncia viene dagli esperti della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (SIFO), durante la presentazione del 30° congresso nazionale della società scientifica di Ascoli Piceno.
Le esperienze di molti altri paesi ci insegnano che, nei sistemi sanitari nazionali, la sostenibilità può essere gestita solo mettendo a confronto la salute guadagnata con la spesa sostenuta. Gli indicatori della spesa massima sostenibile per unità di salute prodotta (per esempio 50 mila euro o 20-30 mila sterline per anno di vita guadagnato) sono infatti materia di frequente dibattito in altri paesi, ma non in Italia. In questo campo, Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Veneto hanno comunque già attivato degli organismi locali di gestione dell’innovazione o Health Technology Assessment (HTA) cui partecipano farmacisti SIFO.
Un farmaco può considerarsi innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle cure precedenti. L’accesso ai farmaci innovativi (che fa parte dell’assistenza al paziente) è però regolato da alcune variabili importanti: diritti del paziente, tetti di spesa, prontuari regionali e aziendali. Non sempre, quindi, è uguale per tutti, come per esempio avviene tra regione e regione.
Alla presentazione del congresso, il direttivo della SIFO ha però riconosciuto, che per alcune patologie in questi ultimi anni sono state introdotte molecole fortemente innovative: per esempio nel trattamento dell’infezione da HIV, nel trattamento di tumori (per esempio rituximab, sorafenib, imatinib, lenalidomide, azacitidina), nell’artrite reumatoide e nella psoriasi (per esempio farmaci biologici anti-TNF e altri). In alcuni casi, invece, come le malattie rare o orfane, la mancanza di innovazione è dovuta principalmente alla carenza di investimenti nel campo della ricerca.

(fonte: Sanihelp)

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Federconsumatori: “Farmaci e carburanti, ostacoli inaccettabili”

Inaccettabili gli ostacoli alle liberalizzazioni di farmaci e carburanti. È la posizione espressa il 12 ottobre da Federconsumatori che ricorda i vantaggi derivati dalla liberalizzazione del settore dei farmaci e quelli che potrebbero derivare dalla vendita dei carburanti nella grande distribuzione. “Francamente non si capisce perché, in Italia, quando qualcosa funziona, si fa ogni sforzo possibile per eliminarlo”, commenta Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori.
Nel settore dei farmaci, è emerso il risparmio per i consumatori - pari secondo un’indagine del C.R.E.E.F. - Federconsumatori all’8,3% nelle parafarmacie e al 14,2% nei corner della grande distribuzione - e l’assunzione di circa 6500 giovani farmacisti. “Alla luce di tale successo, da anni chiediamo che avvenga anche la liberalizzazione dei farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione, operazione che comporterebbe risparmi ulteriori di 1 mld e 200 mln di euro all’anno per le famiglie italiane”. E invece, afferma Federconsumatori, due provvedimenti legislativi vorrebbero minare tutto questo.
Altro versante nel quale vengono opposte difficoltà riguarda la liberalizzazione dei carburanti: liberalizzando il settore con la vendita attraverso la grande distribuzione, ricorda l’associazione, si avrebbe un risparmio di 8 o 9 centesimi al litro.

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Oltre 400 mila italiani comprano farmaci sul web

Cinquemila compresse di Viagra ‘taroccato’, per un valore di oltre 5 milioni di euro, sono state sequestrate di recente dalla Guardia di finanza e dal Servizio antifrode della Dogana all’aeroporto romano di Fiumicino: erano destinate alla vendita online.
Proprio le pillole antimpotenza sono in cima alla lista dei medicinali venduti su internet. A mettere in guardia dai rischi per la salute che si celano in questo mercato illecito sono gli urologi riuniti a Rimini per l’82esimo Congresso nazionale della Siu (Societa’ italiana di urologia). Oltre 1.000 gli specialisti presenti.
“Farmaci come Viagra, Cialis o Levitra - ricorda il presidente della Siu, Vincenzo Mirone - devono essere necessariamente prescritti dal medico, che valuta non solo le reali necessità del paziente, ma anche e soprattutto le sue condizioni generali di salute, l’esistenza di altre patologie e l’opportunità della terapia farmacologica”. La contraffazione riguarda anche altre tipologie di medicinali, come steroidi e anabolizzanti, ma in cima alla classifica dei più copiati restano le compresse nate per combattere i problemi di disfunzione erettile. “Indubbiamente - commenta Mirone - il problema della contraffazione è all’ordine del giorno. Dati della presidenza del Senato rivelano che oltre 400 mila italiani hanno acquistato almeno una volta farmaci online”.
Non solo. Secondo una recente indagine condotta dalla European Alliance for Access to Safe Medicines su un campione di oltre 100 farmacie online, il 95,6% dei siti opera illegalmente, il 78% viola norme su copyright e brevetti, il 62% dei medicinali acquistati in rete non è a norma di legge. In un 30% dei casi, poi, il farmaco non viene mai recapitato, con un danno, questa volta, più per il portafoglio che per la salute.
Quando a essere in gioco è invece la salute, “i rischi - spiega l’esperto - sono di diversa natura. Rileviamo una pericolosità legata ai principi attivi, che possono essere assenti, sottodosati, di scarsa qualità o diversi da quelli dichiarati. A seguire, componenti (tecnicamente eccipienti) tossici o tali da interferire con l’assorbimento del principio attivo o, ancora, un cattivo confezionamento”. Nel migliore dei casi, in pratica si assume una ‘caramella’ priva di sostanze utili a risolvere eventuali problemi, dunque senza alcuna efficacia terapeutica. Ma, visto che il farmaco non ha effetto, ci possono essere “ripercussioni sull’autostima del paziente e un peggioramento di eventuali blocchi psicologici”, sostiene Mirone, che conclude: “spesso una semplice mail indirizza l’incauto acquirente verso un sito che cela un’attività di brokeraggio, con operatori che raccolgono gli ordini girando parte degli introiti a fornitori, in Asia o in altre parti del mondo” .

(fonte: IGN)

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La burocrazia e le corporazioni ammazzano i diritti dei consumatori. Il caso di Bologna

In un paesino dell’area metropolitana bolognese i cittadini non potranno avere una quarta farmacia perche’ il numero di abitanti non e’ sufficiente rispetto ai parametri della cosiddetta pianta organica (1). Pianta organica che prevede almeno 14.000 abitanti, requisito che Castenaso ha per i dati Istat aggiornati a marzo 2009, ma che non aveva quando e’ stata presentata la domanda per la nuova farmacia (13.982 a dicembre 2007) e, siccome la procedura della Provincia e’ lunga, il rifiuto arriva solo ora...
Una beffa? Si’, ma non solo. Anche l’ennesima conferma di un sistema che non rispondendo piu’ alle esigenze dei cittadini consumatori continua ad alimentare i privilegi della corporazione dei farmacisti. Questo di Castenaso e’ esemplare di come burocrazia e corporazioni ammazzino i diritti dei consumatori.
I rimedi ci sono e le sollecitazioni ci arrivano anche dalla Corte di Giustizia di Lussemburgo dove, proprio l’altro giorno, in merito alla normativa spagnola, l’Avvocato Generale ha sancito che e’ incompatibile con il diritto comunitario limitare il numero di farmacie con riferimento alla popolazione di un determinato territorio: sarebbe stato violato il principio di liberta’ di stabilimento sancito dal Trattato Ce (2). Conclusioni che potrebbero avere effetto su alcuni analoghi procedimenti italiani pendenti davanti alla medesima Corte, procedimenti che chiedono se il Testo unico italiano delle leggi sanitarie sia in conflitto coi principi del Trattato sulla protezione della salute pubblica e dei consumatori. Conclusioni, infine, che dovrebbero far riflettere i nostri legislatori nazionali e gli amministratori locali che, nel caso del paesino bolognese, invece di farsi travolgere da burocrazia e corporativismo, dovrebbero agire con fermezza per il rispetto e l’affermazione dei diritti dei loro amministrati.

(fonte: Aduc Salute)

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Le visite specialistiche entrano in farmacia

Prenotare una visita specialistica sarà sempre più semplice. Basterà recarsi al bancone della farmacia! Si tratta del decreto recentemente approvato con cui il Consiglio dei Ministri attua la delega conferita al Governo per definire i nuovi servizi erogati dalle farmacie nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Ai farmacisti saranno infatti conferiti nuovi compiti assistenziali come le partecipazione al servizio di assistenza domiciliare integrata e ai programmi di educazione sanitaria e farmacovigilanza; le prestazioni analitiche; le prenotazioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali.
Visite specialistiche: qualcosa è cambiato “Le farmacie da oggi - spiega il Viceministro il 2 ottobre scorso - accanto ai tradizionali compiti di distribuzione di farmaci e di presidi sanitari svolgeranno anche altri servizi nel rispetto dei Piani socio-sanitari regionali. In particolare i cittadini potranno prenotare esami diagnostici che saranno effettuati presso le strutture sanitarie accreditate e ritirare in farmacia i relativi referti. Le nuove mansioni attribuite ai farmacisti comprendono anche i servizi di prevenzione e di assistenza alla persona in base alle prescrizioni del medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta. Entrano quindi nel novero dei servizi resi dai camici bianchi la misurazione della pressione arteriosa, il controllo della glicemia e la colesterolemia. Viene inoltre prevista dalle nuove disposizioni una stretta collaborazione con i Distretti socio-sanitari per le attività di assistenza domiciliare mettendo a disposizione anche infermieri e fisioterapisti in base alle prescrizioni del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta. Il Decreto Legislativo contiene anche le nuove modalità per la stipula della convenzione nazionale delle farmacie territoriali che da anni non veniva rinnovata. Il potenziamento dei servizi resi dalle farmacie rientra in un progetto di ottimizzazione dei costi. Il business legato alle farmacie d’Italia è tutt’altro che secondario. La spesa farmaceutica, relativa a tutte le farmacie aperte al pubblico sul territorio nazionale, a carico del Servizio sanitario nel 2008 si aggira intorno agli 11 miliardi di euro (11.383 milioni di euro, pari a 193,76 euro per ogni cittadino italiano). Un dato in diminuzione rispetto al 2007 (-1%), ma che vede un aumento delle ricette (+5,5), e soprattutto che equivale all’11,6% del fabbisogno complessivo della sanità pubblica. Se poi si analizzano i dati parziali del 2009, relativi al primo bimestre (gennaio e febbraio), si scopre che la spesa farmaceutica netta a carico del Ssn ha fatto registrare un calo del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2008, attestandosi a 1.937 milioni di euro, pari a 32,49 euro per ciascun cittadino italiano. Sempre nel primo bimestre 2009 si registra anche un calo del numero delle ricette, che sono state quasi 96 milioni, pari a 1,61 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del Ssn sono state oltre 175 milioni, con un calo dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2008. Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media circa tre confezioni di medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale.

(FTA Ondine)

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Farmaci banco: voltaren e tachipirina piu’ venduti

E’ il Voltaren il farmaco senza obbligo di prescrizione piu’ venduto in Italia nel primo semestre del 2009, seguito a distanza dalla “classica” Tachipirina e dall’Enterogermina. Sono i dati pubblicati dal Ministero della Salute sul suo sito internet. In particolare, e’ boom proprio del Voltaren in gel, farmaco otc per il trattamento locale di stati dolorosi di natura reumatica o traumatica, di cui sono state vendute nelle farmacie e negli esercizi commerciali ben 3 milioni 476mila confezioni. La Tachipirina, usata prevalentemente contro la febbre alta, ha invece venduto quasi tre milioni di confezioni. Segue l’Enterogermina con 2.290.000 confezioni e il Moment, contro il mal di testa, con 2.269.000 confezioni. Solo settima l’Aspirina C effervescente, con 1.986.000 confezioni. Attorno al milione di confezioni vendute la Citrosodina, il Tantum verde colluttorio, il Lasonil e il Bisolvon, mentre sono piu’ in bassi in classifica i farmaci contro i problemi di stomaco, dal Maalox (937.000 confezioni) al Buscopan (867.000), fino all’Imodium, trattamento antidiarroico, fermo a 727.000 confezioni.

(fonte: Agi)

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Marche: farmacista di corsia

Il farmacista va in corsia. Le Marche sono tra le prime Regioni d’Italia a prevedere, entro la fine del 2009, il ‘farmacista clinico di reparto’, una nuova figura che operera’ a stretto contatto con i medici e gli infermieri in ospedale, a vantaggio dei pazienti. La novita’ e’ stata annunciata al XXX Congresso della Societa’ italiana di farmacia ospedaliera (Sifo), che si chiude oggi a Colli del Tronto (Ascoli Piceno).
“E’ dimostrato - spiega Vincenzo Moretti, direttore della farmacia dell’ospedale Le Torrette di Ancona - che con l’introduzione di questa figura professionale si avra’ una riduzione del 40% della spesa di reparto, grazie a una migliore selezione dei farmaci e a un loro impiego piu’ efficiente e accurato. Senza dimenticare i vantaggi in termini di farmacovigilanza, cioe’ del riconoscimento precoce delle reazioni avverse, che la presenza costante in corsia del farmacista puo’ garantire. Non solo. Il farmacista, che conosce pregi e difetti di ogni molecola - prosegue - puo’ contribuire a ridurre il rischio di errore nella somministrazione: ad esempio dal 30% di sbagli nel dosaggio si scenderebbe al 10-8%”. In Italia esperienze simili sono state avviate all’ospedale Le Molinette di Torino e all’Istituto mediterraneo dei trapianti (Ismett) di Palermo. “Entro la fine del 2009 - afferma Isidoro Mazzoni, presidente del Congresso Sifo e direttore del Servizio assistenza farmaceutica dell’Asur Marche a San Benedetto del Tronto - potrebbe essere avviata la prima fase di sperimentazione che durera’ circa un anno. Alla fine del 2010 potremo verificare i risultati e valutare se servono eventuali modifiche”. Il progetto e’ parte dell’attivita’ che la Commissione regionale sull’appropriatezza terapeutica, istituita dalla Giunta delle Marche, sta promuovendo per favorire appunto l’appropriatezza delle cure.

(fonte: libero-news.it)

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Urologi lanciano nuovo allarme Viagra tra i giovani

Nonostante abbiano meno di 50 anni e siano in buona salute, sono sempre di piu’ i giovani che assumono le cosiddette pillole dell’amore, come viagra e cialis, per scacciare la timidezza. Un fenomeno in larga diffusione e pericoloso perche’ questi farmaci, nati per i disturbi erettili, vengono assunti con alcol e droghe. A parlare di questo problema sono gli urologi della Societa’ italiana di urologia (Siu), che da domani al 7 ottobre saranno riuniti a Rimini per il loro 82/o congresso nazionale. ‘Viagra, Cialis e Levitra agiscono sulla vasodilatazione - spiega Vincenzo Mirone, presidente della Siu - e possono avere pesanti effetti collaterali, portando in alcuni casi a gravi ipotensioni, fino allo shock. E’ essenziale che tali farmaci vengano assunti esclusivamente dietro prescrizione medica’. Ma perche’ un ragazzo di 18 anni decide di ricorrere a questi farmaci? ‘I ragazzi vivono oggi il sesso - precisa - con ansia, hanno spesso paura del confronto. Pensano che una pillola ‘magica’ togliera’ ogni imbarazzo nell’approccio con la partner, mettendoli al sicuro da brutte figure. Purtroppo avere questi farmaci e’ sempre piu’ facile, grazie anche al dilagante fenomeno della contraffazione e delle vendite online’. Secondo alcuni dati, il 10% dello spam mondiale riguarda la pubblicita’ di aiuti farmacologici per la sfera sessuale. ‘Pillole vendute come cioccolatini - aggiunge Mirone - salvo poi scoprire che il costo di 2 dollari, o anche di 1,50, si riferisce alla singola pillola. Questo spiega come le confezioni maxi possono arrivare a costare 720 dollari per 360 compresse, che poi l’acquirente, da vero e proprio pusher, rivende in singole dosi nei locali frequentati da giovani e giovanissimi’. La piaga del mercato dei farmaci contraffatti e’ in costante espansione, e coinvolge anche gli adulti, visto che ‘oltre 400mila italiani hanno acquistato almeno una volta farmaci online - conclude Mirone - I rischi per chi prende farmaci contraffatti vanno da problemi di pressione e tossicita’ al non avvertire alcun effetto, trattandosi di pillole prive di qualsiasi efficacia. In questo caso a soffrire sara’ l’autostima del paziente, che neanche con l’aiuto della pillola riuscira’ a fare bella figura sotto le lenzuola’.

(fonte: Aduc Salute)

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