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Notiziario n. 97

 

 Editoriale

Farmacie Comunali

Mondo Farmaceutico



Editoriale
Vittoria, solo in parte
 
La recente vittoria sulla fascia C è stata netta. Dopo un impegno politico non indifferente in termini sia di confronto istituzionale sia di ricerche e comunicati pubblici, la Farmacia italiana è riuscita a convincere il Governo che riformare non necessariamente significa liberalizzare. O che di liberalizzazioni il nostro settore ne ha già avute parecchie.
Una vittoria, si diceva, che però non consideriamo definitiva. Dubitiamo che in futuro grande distribuzione organizzata e parafarmacie abbandonino del tutto l’idea di rifarsi sotto per riproporre una revisione di quanto oggi contenuto del DDL Concorrenza. 
Certo è che oggi viene salvata la logica che ha sotteso la nostra battaglia: la presenza di luoghi territoriali deputata alla somministrazione di farmaci dietro ricetta medica è più che sufficiente, i problemi distributivi del nostro sistema non risiedono in una carenza di presidii territoriali. Di contro, una ulteriore liberalizzazione del mercato comporterebbe il rischio di abbassare le entrate delle singole farmacie al di sotto del livello di sopravvivenza. Nel medio periodo, quindi, la liberalizzazione avrebbe portato alla chiusura dei presidi farmaceutici, non ad una loro maggiore diffusione territoriale.
 
Siamo invece ben lontani dalla vittoria per l’altro grande tema del provvedimento: il superamento del limite della proprietà di quattro farmacie da parte di soggetti giuridici privati.
Nei giorni scorsi sia la FOFI che Federfarma hanno già mosso critiche condivisibili su questo punto. Da parte nostra vorremmo aggiungere che i rischi maggiori li corrono proprio le farmacie comunali. Siamo il soggetto più appetibile che ci possa essere per i grandi capitali. 
Il perché è semplice: pura questione di domande e offerta di mercato.
Dal lato della domanda tutti concordano che possono esserci grandi gruppi multinazionali, probabilmente già oggi operanti nel settore della distribuzione all’ingrosso o nella gestione di farmacie comunali. Soggetti che dispongono di ingenti capitali e che hanno necessità di fare rapidamente grandi acquisti in modo da ritornare quanto prima dei loro investimenti. 
Bisogni e obiettivi che non si adattano ad acquisizioni di singole farmacie detenute da privati. In pratica per questi colossi si tratterebbe di individuare una ad una le farmacie sul mercato, e di avviare tante trattative quante le farmacie che dovrebbero acquistare.
Ben diverso è quanto potrebbe offrire loro il mondo delle farmacie comunali. Le aziende farmaceutiche comunali detengono spesso un numero interessante di punti territoriali. Sono aziende quasi sempre in ottima salute economica, eppure purtroppo non mancano i sindaci che stanno pensando di dismetterle. Di fronte alla rendita solida della loro operatività (abbiamo dimostrato che le farmacie comunali italiane negli ultimi tre anni hanno prodotto 150 milioni di utili), alcune amministrazioni sono tentate dal più miope richiamo dell’incasso della loro vendita.
Se questa tentazione è già presente oggi che è possibile dismettere una farmacia comunale alla volta, cosa accadrà quando si potranno vendere in blocco, per di più ad un unico acquirente in grado di acquistarle tutte?
 
Prima ancora di ripararci dietro i tempi mai brevi dell’iter parlamentare di un DDL, dobbiamo costruire una difesa più affidabile e duratura. Quella di una maggiore cultura della Farmacia Comunale presso le amministrazioni locali nostre proprietarie.
La Farmacia Comunale è uno strumento in grado di produrre entrate non indifferenti per i Comuni. La rete italiana delle farmacie comunali condivide da anni esperienze di successo in tema di management e di marketing che è in grado di rafforzare ogni esperienza locale. Le aziende farmaceutiche locali sono inoltre uno dei migliori esempi a livello nazionale di razionalizzazione dei costi amministrativi e di buona gestione delle risorse professionali.
Tutto questo si accompagna, e al contempo produce, un servizio sanitario eccellente a favore delle comunità locali. Servizio che non potrà che crescere e svilupparsi con l’avanzare della cosiddetta Farmacie dei Servizi.
Sono questi i pilastri su cui costruire il futuro della farmacia comunale, che non passa solo attraverso efficienze di gestione, nuovi rapporti con il SSN e nuovi sistemi di remunerazione. Tutto ciò deve accompagnarsi ad una riscoperta, un maggiore senso di appartenenza da parte delle amministrazioni comunali. 
Nulla più di questo potrà salvarci dalle multinazionali o dalle norme “liberalizzatrici”.
 
Venanzio Gizzi 
Presidente Assofarm
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 Versilia: farmacie comunali alleate per abbattere i prezzi
 
Calmierare i prezzi e migliorare i servizi ai clienti. Questo lo scopo per cui si è costituita l’Associazione Temporanea tra le Aziende che gestiscono le Farmacie Comunali di Massarosa, Viareggio, Pietrasanta e Forte dei Marmi.
“Un’ associazione- ribadisce l’assessore alle aziende speciali Damasco Rosi- nata al fine di individuare le potenziali sinergie da sviluppare congiuntamente, sia per quanto riguarda lo svolgimento di alcune attività, sia per quanto riguarda le procedure di razionalizzazione degli acquisti.
Un accordo estensibile ad altre Aziende Speciali o ad altre Società a prevalente partecipazione pubblica che vogliano aderire a questa iniziativa. Si tratta di un’opportunità che è destinata a portare dei vantaggi ai cittadini in quanto, per il raggiungimento di alcuni obiettivi, le aziende si presenteranno di fronte agli interlocutori come un soggetto unico potendone ricavare vantaggi economici.
La sinergia tra Aziende Speciali come in questo caso, tra l’altro sorta spontaneamente e per volontà di amministratori e tecnici- prosegue Rosi- risulta oltremodo positiva e virtuosa in quanto si inquadra all’interno di una più complessa strategia di razionalizzazione e semplificazione che il legislatore demanda anche agli Enti locali e ai quali chiede di unire le forze per ridurre la spesa pubblica e efficientare i servizi. Ciò avviene ad esempio nelle relazioni tra Comuni della Versilia i quali pur mantenendo la propria autonomia nel tempo si sono avviati, verso la gestione associata di varie funzioni che dovranno trovare sfogo e perfezionamento anche in futuro. Ridurre i prezzi e offrire servizi migliori è ovviamente uno degli scopi principali cui devono tendere le Società a capitale pubblico, per cui la direzione a mio avviso è quella giusta”
“Questa associazione tra aziende- spiega l’amministratore unico dell’Azienda farmacie comunali di Massarosa Marco Costa- vede la luce con l’intento principale di razionalizzare e ottimizzare i processi di acquisto delle aziende; di creare opportunità di sviluppo di servizi a supporto delle attività e di sviluppare buone pratiche per la gestione stessa delle aziende, che rimarranno,. in ogni caso, indipendenti ed autonome nella propria gestione. Il Comitato Strategico, formato da un rappresentante per ciascuna azienda, poi ha il compito di procedere all’attuazione di questi obiettivi così come previsti nell’atto costitutivo.
Per quanto riguarda in particolare la razionalizzazione dei processi di acquisto dei prodotti- aggiunge- le aziende associate si impegnano, in un percorso di miglioramento continuo a: identificare i prodotti maggiormente venduti, identificare degli sconti e delle condizioni di pagamento praticate alle Aziende, ottenere i prezzi migliori, identificare prodotti alternativi che garantiscano sicurezza di provenienza, efficacia del prodotto ed idonea tutela sanitaria di fabbricazione; formare il personale sui nuovi prodotti identificati; adottare prezzi comuni per i prodotti commercializzati con lo scopo sociale di calmierare i prezzi;”
“Lavoreremo sicuramente- concludono Rosi e Costa- per potenziare questa intesa e, se vi sono i margini, per allargarla. Cercheremo di individuare nuove soluzioni ed opportunità da sottoporre agli altri associati e saremo pronti a sposare quelle che ci verranno offerte, sempre con lo scopo primario di offrire ai nostri cittadini e ai cittadini della Versilia migliore qualità e servizi più efficienti”
 
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 Spinetoli: diserzione elettorale per la farmacia comunale
 
Una nuova clamorosa protesta potrebbe scuotere Spinetoli. A tre mesi dal trasferimento della farmacia comunale alla vicina frazione di Pagliare, i cittadini stanno pensando di non andare alle urne alle prossime elezioni regionali. L’obiettivo dei cittadini, guidati dal comitato per la salvaguardia della farmacia comunale, è quello di “portare il caso di malasanità - scrive il comitato in una nota - all’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni nazionali. Spinetoli, paese di 800 abitanti, è senza servizio farmaceutico da tre mesi e ad oggi nessuno è in grado di dire quando riaprirà la farmacia né quando verrà aperto un dispensario per un servizio sostitutivo provvisorio. E non sono in grado di rassicurare i cittadini nemmeno gli attuali amministratori comunali - sindaco Luciani,
“Sono responsabili - prosegue la nota del comitato - di una sciagurata ed inaccettabile decisione politica, sono ancora attaccati alle loro poltrone, nonostante siano stati contestati e sfiduciati dai cittadini di Spinetoli, ai quali non hanno detto la verità in merito nella recente campagna elettorale. E non è stato in grado di rassicurarci nemmeno il presidente della Provincia D’Erasmo che, giustamente, ha ritenuto opportuno attendere la decisione del Tar Marche, che si è espresso il 19 febbraio scorso, rinviando l’udienza nel merito al 7 maggio”. [...]
 
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 Ravenna Farmacie, l’indagine di customer satisfaction conferma il grande gradimento dell’utenza
 
Ravenna Farmacie Srl ha recentemente elaborato i dati emersi dall’annuale indagine di “customer satisfaction”. Si tratta di un’indagine ormai tradizionale, che viene condotta fin dal 2004 su un campione molto significativo di utenti: anche nel 2014 sono stati intervistati circa 1800 clienti (60% donne e 40% uomini), e l’indagine ha coperto tutte e 15 le farmacie del gruppo.
Dall’indagine elaborata in questi giorni si evince che, pur partendo già da ottimi dati di soddisfazione ottenuti negli anni scorsi, le iniziative messe in atto dall’azienda nei tempi più recenti hanno portato un ulteriore e significativo miglioramento nella soddisfazione della cittadinanza.
 
 Le attività realizzate per migliorare
Recentemente, infatti, Ravenna Farmacie ha implementato molte attività per migliorare il livello di servizio per i cittadini: · l’ampliamento degli orari di apertura
· l’ampliamento del servizio farmacup
· i corsi di fomazione per migliorare il rapporto con la clientela
· l’ampliamento della distribuzione per conto, che consente ai cittadini di trovare in farmacia quello che prima si andava a prendere alla USL
· il lancio del “programma fedeltà”, con una pianificazione di sconti mirati e personalizzati
· lo spostamento di alcune farmacie (Comunale 6 di Ravenna, Comunale 2 di Cervia) in luoghi più comodi dal punto di vista dei parcheggi
· l’apertura della Farmacia Comunale 8 tutti i giorni dell’anno per 24 ore al giorno
 
 I dati principali
Partiamo dal dato più significativo della customer satisfaction, che rappresenta il tradizionale indicatore di soddisfazione globale: l’attenzione al cliente. L’indagine conferma che i clienti mantengo una ottima opinione dell’attenzione che ricevono dal farmacista. Oltre il 98 % ritiene di riceverne molta o abbastanza, e solo l’1,57% dichiara di averne ricevuta poca: un dato eccellente, oltretutto in ulteriore diminuzione rispetto ai già ottimi dati degli anni precedenti (nel 2013 era il 2.87%).
 Altro dato molto positivo è la percezione dei tempi di attesa, che sono considerati brevi o normali nell’84% dei casi. Anche per questo parametro si registra il miglioramento ulteriore di un parametro già ottimo negli scorsi anni (77,25% nel 2013). Molto interessante è la soddisfazione riguardo all’orario di apertura: l’83,62% di soddisfazione, il dato più alto da quando òl’azienda ha iniziato l’analisi di soddisfazione dei clienti. Il suggerimento più frequente riguardo eventuali miglioramenti riguarda l’apertura delle Farmacie con orario continuato (62% dei suggerimenti): suggerimento ampliamente soddisfatto dall’apertura continua della Comunale 8.
 Riguardo all’assortimento dei prodotti, il 97% degli intervistati sostiene di trovare quello che cerca, sempre o quasi sempre. Altri parametri interessanti Grande fedeltà: l’83,4% degli intervistati si dichiara cliente abituale delle farmacie comunali. Carta fedeltà: il 73% la conosce ed il 50% la possiede Servizio prenotazioni FarmaCUP: oltre l’87% dei clienti si è avvalso almeno una volta del servizio CUP della farmacia, dichiarando di esserne soddisfatto nell’83% dei casi. Logistica: la farmacia è “facilmente raggiungibile” nel 97% dei casi. Le segnalazioni di difficoltà di parcheggio calano dal 79% del 2012, al 60% nel 2013 al 29% nel 2014.
In definitiva, i risultati dell’indagine premiano le scelte dell’azienda e l’impegno che tutto il personale di Ravenna Farmacie sta esprimendo ogni giorno, per contrastare gli effetti negativi della crisi economica e delle azioni rivolte a ridurre la spesa farmaceutica.
 
Le dichiarazione dell’assessore Giovanna Piaia
“La vocazione della farmacia pubblica è fortemente orientata all’educazione sanitaria. Per questo io credo che le farmacie pubbliche debbano essere valorizzate al massimo”. Lo ha detto Giovanna Piaia, assessora alla Sanità, aprendo questa mattina in municipio la conferenza stampa nel corso della quale il presidente di Ravenna Farmacie srl Paolo Pirazzini e la direttrice Barbara Pesci hanno illustrato i risultati dell’indagine annuale di customer satisfaction.
“Questa indagine – ha sottolineato Piaia – non viene compiuta a scopo autoreferenziale, ma per capire se i cittadini percepiscono il ruolo delle farmacie comunali nello sviluppo di una corretta cultura dell’utilizzo del farmaco, e quindi per orientare meglio il proprio operato in questo senso, così come in quello della erogazione di servizi, altra mission fondamentale delle farmacie pubbliche”. (ravennanotizie.it)
 
 
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 Livorno: “Mala gestione delle farmacie. Noi non le venderemo, anzi...”
 
A scatenare il dibattito è stata l’interpellanza de l consigliere Marco Cannito che ha chiesto chiarimenti sul destino delle farmacie comunali. “Si parla di una perdita di oltre 300mila euro per le nove farmacie comunali – ha detto Cannito – e la passata amministrazione voleva venderle. Qual è la vostra strategia?”. Ovviamente Cannito ha fatto anche delle proposte come fare una verifica dei vertici aziendali, delle dirigenze e la revisione dei rapporti con la Asl.
“Il problema è che questa amministrazione è in ritardo sulle farmacie – affonda Cannito – e i cambiare non sono una opzione ma una necessità”. Non si è fatto trovare impreparato l’assessore al bilancio Lemmetti che ha messo in fila problematiche e possibili soluzioni. A partire dal fatto che: «Non abbiamo intenzione di vendere le farmacie comunali. Sono una ricchezza in tutte le città e devono esserlo anche a Livorno”. Va avanti la liquidazione della Liri ma anche per la FarmaLi potrebbero esserci le ore contate «preferiamo la gestione diretta da parte del Comune” ha detto Lemmetti. Poi, sul fronte del servizio: «Tre anni consecutivi di perdite – dice l’assessore – e la legge mi dice di venderle. Metterle sul mercato ora è regalarle ad un prezzo irrisorio, frutto della mala gestione”.
Dunque ecco l’indicazione di mandato: “Le farmacie non verranno messe sul mercato, non ci sarà la privatizzazione ma dobbiamo subito rientrare nei parametri perché la legge ci impone una relazione entro il 31 marzo”. A quella data l’ente pubblico dovrà giustificare la sussistenza di tutte le partecipate. “C’è stata la ricapitalizzazione della Liri per 362mila euro – ha detto Lemmetti – mentre è al vaglio il piano industriale per riprendere le farmacie in perdita”.
Delle nove comunali: la «3», ha 35mila euro di perdite; la «4» 85mila euro; la «6» 176mila euro e la «8», 142mila euro. La «2» ha un utile di 93mila euro e le altre sono in sostanziale pareggio. L’advisor incaricato di fare una panoramica sulle farmacie ha varato un quadro preoccupante: perché Livorno è una delle poche città in Italia dove sono in perdita. Ecco che su tre punti la giunta intende lavorare: abbassare il livello delle scorte, una diversa gestione del personale e soprattutto aumentare il numero di punti vendita per incrementare il fatturato. 
(lanazione.it)
 
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 Corso di perfezionamento “Il Management della Farmacia”
 
Visto il successo della precedente edizione, il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara ripropone il Corso di Perfezionamento in Management della Farmacia, percorso nato nel 2012 per fornire competenze gestionali ai farmacisti.. “viste le crescenti criticità economiche poste dall’avvento della distribuzione diretta, dalla spinta dei farmaci generici, dalla maggiore competitività nel settore” – afferma Emidia Vagnoni, Direttore del corso e Professore Ordinario del Dipartimento di Economia e Management.
 
“Negli ultimi anni – prosegue la Vagnoni – le sfide di efficienza e di economicità nel campo sanitario stanno modificando il ruolo e il modo di esercitare la professione di farmacista, per tali ragioni, momenti di discussione e di approfondimento sulle tematiche di natura manageriale come quelli forniti dal corso, sono indispensabili nell’ottica di miglioramento della posizione competitiva della farmacia territoriale. I provvedimenti normativi relativi alla farmacia dei servizi, l’introduzione del servizio di erogazione per conto, la diffusione dei generici seguente le numerose scadenze brevettuali, hanno infatti inciso fortemente sull’attività della farmacia, che ad oggi è sempre più spinta verso scelte di razionalizzazione delle risorse”.
 
Obiettivo del corso, a cui è possibile immatricolarsi fino al 7 marzo, è quindi fornire competenze di supporto all’esercizio della professione, quali la gestione dei costi e dei flussi logistici, di marketing e di area amministrativa e fiscale, ed è indirizzato a direttori, titolari e collaboratori di farmacia, ma anche ai neolaureati che intendano intraprendere la professione in modo più consapevole nell’attuale scenario.
 
Le lezioni si articoleranno in 9 incontri da 8 ore ciascuno e si terranno dal 28 marzo al 19 settembre 2014. Per informazioni su didattica ed iscrizioni è possibile consultare il sito dedicato http://www.unife.it/corsoperfezionamento/management-farmacia e contattare la segreteria organizzativa : tel. 0532/455092-455053, mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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 Liberalizzazioni. Arrivano le “catene” di farmacie. Chi ci guadagna e chi ci perde
 
Prima di tutto chi deciderà di vendere la “sua” farmacia alle nuove società. Restando in vigore la pianta organizza il numero massimo di farmacie resta lo stesso di oggi e quindi. Avevo già commentato, prima del Ddl Guidi, circa le possibili catene di farmacie. Aggiungo un paio di riflessioni dopo la sua approvazione di venerdì in CdM.
Il provvedimento consente di realizzare grandi catene di farmacie dirette da dipendenti. Ma restando il limite della pianta organica (indispensabile per un buon servizio pubblico) ad aprirne di nuove, le future “catene” dovranno comprarsi le esistenti. Che quindi aumenteranno esponenzialmente di prezzo e valore aggiungendo loro un costo superiore in entrata che inevitabilmente si scaricherà inflativamente sui prezzi al consumo, limitando quello che potrebbe essere l’indubbio beneficio collettivo dalle “catene”, la riduzione dei prezzi al pubblico di farmaci da banco ed extrafarmaco (e domani della C con ricetta…). 
Certo lo spesso tanto vituperato “grande capitale” sarà soddisfatto per l’apertura all’ingresso nel sistema offerto dal Ddl, benché a caro prezzo dato, appunto, il “numero chiuso” delle farmacie. Contenta anche l’altra parte “forte” che nel sistema già c’è, i titolari delle farmacie, che vedono amplificato il valore del loro bene (vale per la vendita ma anche per migliore accesso al credito, locazioni e quant’altro).
Meno contento il “ piccolo” farmacista non titolare che “il grande capitale” non ce l’ha e che ai valori attuali magari riesce a fare pur faticosamente l’acquisto non più possibile se si alzano i costi d’entrata. Selezioni in entrata che non rispecchiano esattamente i dettami liberisti della scuola di Chicago, dei Von Hayek, Friedman o Stiegler, nobel padri del liberismo.
Peggio ancora per quel o quella giovane farmacista che dopo il CdM di venerdì si dovranno accontentare di un eventuale posto da dipendente in una delle eventuali future grandi catene “macdonaldizzate” (cfr. Ulrich Beck). E pure difficile, considerando che la grande catena farà efficienze ed economie di scala, quindi difficilmente abbisognerà di più personale rispetto all’oggi, dato l’invariato numero di farmacie. Ma anche se i nostri giovani farmacisti quel posto da dipendente lo acchiappassero, sia chiaro sarebbe con le “nuove” regole post “job act” varate nello stesso CdM di venerdì. Proprio una brutta giornata, venerdì, per loro.
“Liberalizzazioni” un po’ così, dicevamo. Come per la sterile discussione sull’uscita, poi mancata, della C con ricetta dalla farmacia. Anche fosse stato, non avrebbe sortito alcun effetto concorrenziale di riduzione dei prezzi, almeno “sic stantibus rebus”, cioè senza grandi centrali d’acquisto o disintermediazioni nella filiera o integrazioni verticali tra produzione e distribuzione o sinergie complementari di settore con altri servizi sanitari. Basti vedere per analogia quanto accaduto con OTC e SOP dal prima delle “lenzuolate” di Bersani del 2006, nonostante i punti vendita aumentati del 20%, i prezzi sono tutt’altro che calati anzi sono persino aumentati (+22,8%, +3,6% depurato dall’inflazione, vedi tab. 1), con spesa e volumi complessivi calati. E con una quota di mercato di OTC e SOP fuoriuscita dalla farmacia verso ipermercati e parafarmacie di meno dell’8%, lo 0,8% del fatturato complessivo della farmacia. Spiccioli.
Insomma, tu chiamale se vuoi liberalizzazioni, se ti fa comodo: verso la fine della quaresima a Re Sole diventato insopportabile per la protratta astinenza da carne come da precetto, il Cardinale Mazarino fece preparare un succulento piccione tartufato a cui appena sfornato impose solennemente l”ego te baptizo piscem”.
Del resto il comparto vale circa 30 miliardi, è anticiclico verso ogni crisi e tra i pochi destinato a crescere per naturali dinamiche demografiche. Normale sia concupito dai “big business makers”, da dentro e fuori il settore stesso (comprese certe ricchissime organizzazioni illegali).
Fatto salvo il “costo d’entrata” nel sistema per l’acquisto delle farmacie esistenti, dal punto di vista macroeconomico la centralizzazione in grandi catene sposta per definizione in senso antiredistributivo i profitti verso la ricchezza già esistente.
Nel solco dello Zeitgeist di oggi, domestico e globale, di polarizzazione della ricchezza e della deflazione del lavoro e del capitale umano verso i soggetti imprenditoriali e finanziari più forti, in una sorta di meccanismo gravitazionale newtoniano della ricchezza fluttuante.
Impossibile non notare la casualità di come Ddl liberalizzazioni e job act vengano contestualmente dai due Ministri fino a ieri e per anni ai vertici proprio dei soggetti imprenditoriali e finanziari in assoluto e storicamente in Italia più forti e potenti, Confindustria e Cooperative. Tu chiamale, se vuoi, coincidenze.
(quotidianosanita.it)
 
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 Un trillo per ricordare: nasce nuovo servizio  per monitorare l’aderenza alla terapia
 
Era inevitabile che la principale  sfida della sanità del presente e del futuro, ovvero migliorare e rendere sostenibile la gestione delle cronicità, coinvolgesse anche l’information technology, con  i suoi prodotti e le sue applicazioni. In particolare, il supporto dell’It può essere prezioso su quello che, almeno finora, si è rivelato uno dei problemi sanitari di maggiore rilievo, quello della compliance e dell’aderenza alle terapie, fondamentale per l’appropriatezza delle cure e per non sprecare risorse.
Un esperimento interessante, al riguardo, è l’iniziativa Un trillo per ricordare – Interactive monitoring service,  ideato da FBCommunication, agenzia specializzata in comunicazione medica. Per un’esaustiva illustrazione di cosa sia, a cosa serva e come funzioni Interactive monitoring service basterà cliccare qui.
Qui è sufficiente dire che alla sperimentazione del servizio in Italia hanno aderito  una decina di farmacie diffuse in diverse località del Paese (come Verona, Catania, Novellara , Montemarciano e Ruvo di Puglia ): a partire da questa settimana, saranno in condizione di  offrire Un trillo per ricordare ai pazienti portatori di malattie croniche (come diabete, ipercolesterolemia, ipertensione e broncopneumopatia cronica ostruttiva). Grazie a un sistema automatico,  i pazienti che decideranno di avvalersene  riceveranno una chiamata, nei giorni e negli orari stabiliti in fase di arruolamento, per indagare se effettivamente si attengono alle prescrizioni mediche, assumendo la propria terapia.
Tutte le risposte verranno registrate in un database e il farmacista potrà così verificare, su una pagina web a lui dedicata, se i propri pazienti seguono il trattamento indicato dal medico curante o in caso negativo, decidere, quando necessario, di intervenire per comprenderne le ragioni.
“Abbiamo cominciato a studiare le applicazioni negli ospedali e in Italia siamo partiti in Sicilia” spiega Fulvio Bruno (nella foto), amministratore unico di FBCommunication, 57 anni, laurea a Modena e un’esperienza di manager negli Usa e a Londra per quindici anni. “I risultati di questi sistemi sono eccellenti dimezzando i ricoveri per le ricadute della malattia. E le spese per le Ausl sono minime. Anziché affidare le chiamate, come si è tentato sperimentalmente all’estero, a un call center o ai sanitari, con ovvi problemi di costi e di accuratezza nelle risposte, con il nostro sistema è tutto automatizzato. Sia che si tratti di una app da scaricare sul telefonino o di collegamenti via computer, l’utente può rispondere a poche domande base con un sì o un no che corrispondono ai tasti 1 e 2. Se il paziente è allettato è possibile il collegamento a voce con un altro dispositivo o computer. E in casa di mancata risposta scatta l’allarme sanitario.”
 “L’idea di un servizio che la farmacia potesse offrire ai propri pazienti è nata dalla riflessione sul ruolo che i farmacisti svolgono per i pazienti, i quali spesso si rivolgono al personale della Farmacia per chiarire dubbi sulla terapia e ricevere consigli relativi alla salute”  continua Bruno. “Contattando le farmacie di tutta Italia ci siamo resi conto che i farmacisti, sebbene siano consapevoli dell’esistenza di una inadeguata aderenza tra i loro pazienti, si trovano senza strumenti adeguati per poter affrontare la situazione. La nostra proposta, quindi, è stata accolta con entusiasmo. L’interesse è tale che il numero di farmacie disponibili a utilizzare Un trillo per ricordare promette di crescere.”
L’obiettivo primario dello studio pilota, che si avvale per l’analisi statistica della collaborazione dell’Unità di Biostatistica ed Epidemiologia clinica dell’Università di Pavia, è la valutazione dell’andamento dell’aderenza terapeutica routinaria nei pazienti che usufruiranno del servizio per 12 mesi. Un’ulteriore valutazione, invece, riguarderà la soddisfazione e il livello di gradimento del servizio da parte dell’utente.
All’interno delle offerte della “farmacia dei servizi”,  l’inclusione di un servizio per il monitoraggio dell’aderenza alla terapia conferisce una maggiore qualità all’attività assistenziale offerta ai pazienti. Secondo stime dell’Oms,  in media solo il 50% dei pazienti con malattie croniche assuma correttamente il proprio trattamento, con enormi sprechi per il Servizio sanitario nazionale. In Inghilterra la spesa per farmaci usati non correttamente ammonta a 4 miliardi di sterline. Per i trattamenti a lungo termine l’aderenza terapeutica comincia a diminuire già dopo dieci giorni. In Europa questo significa una spesa evitabile di 1,25 miliardi di euro e 200 mila morti premature ogni anno. Iniziative come Un trillo per ricordare, concorrendo a migliorare l’aderenza, possono quindi  certamente contribuire a ridurre le spese sanitarie inutili.  Oltre, ovviamente, a garantire ai pazienti i benefici connessi all’assunzione corretta e appropriata delle medicine.
(Ordine Farmacisti Roma)
 
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