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Notizie n. 34


Editoriale
Le ambiguità di una vigilia

Il disegno di legge sullo sviluppo economico approvato dal Parlamento il 26 maggio scorso, come noto, delega il Governo per l’attivazione di nuovi servizi nelle farmacie. Si tratta, almeno in questa prima fase del processo avviatosi con tale provvedimento, di un importante riconoscimento del ruolo che le Farmacie, e in particolare quelle comunali, giocano già da anni nel sistema sanitario nazionale. Molti dei servizi contenuti nel testo in questione sono già svolti dalla maggior parte delle nostre associate, secondo uno spirito di servizio alla propria cittadinanza e senso di responsabilità che vanno ben oltre i ritorni economici non particolarmente redditizi stabiliti dalla Convenzione con il Ssn che fino ad oggi regola l’erogazione di alcuni di questi servizi. Parallelamente a questo formale maggior riconoscimento della Farmacia e all’imminente riapertura delle trattative sul rinnovo della Convenzione, il testo in questione presenta al suo interno elementi di forte ambiguità, che con ogni probabilità rischieranno di minare la base riformatrice del provvedimento. Nella legge si fa infatti riferimento al fatto che il Governo dovrà provvedere “forme di remunerazione da parte del Ssn entro il limite dell’accertata diminuzione degli oneri derivante dallo svolgimento delle suddette attività da parte delle farmacie, comunque senza maggiori oneri per la finanza pubblica”. In buona sostanza, lo stato è disposto a pagare questi servizi solo se ciò ridurrà i costi per il Ssn. Un discorso assolutamente condivisibile se esistessero metodologie affidabili e certe per la determinazione di costi e risparmi generati da questi servizi. È a tal fine che Assofarm ha attivato un gruppo tecnico di lavoro (formato da alcuni direttori delle nostre aziende, dalla presidenza e vice-presidenza di Assofarm e dalla professoressa Emidia Vagnoni che già aveva collaborato con noi a proposito sui temi della Remunerazione del Farmacista) col compito di determinare i costi effettivi delle quattro grandi aree di servizi definite dalla legge. Ci rimane però del tutto oscuro comprendere come si potranno calcolare i risparmi per il Ssn derivati , per esempio, da una campagna di sensibilizzazione come la nostra campagna nazionale sulla promozione dell’attività fisica in età adulta.
Il nostro timore è che se la discussione su questo punto verrà condotta solo su un piano pseudo-tecnico, difficilmente si arriverà ad un effettivo riconoscimento del valore dei servizi oggi offerti dalle farmacie.
Crediamo quindi che al posto di acrobatici calcoli debba essere raggiunto un accordo politico che sancisca il sostegno della farmacia come elemento essenziale del servizio sanitario nazionale. Un elemento che, sia detto fin d’ora, non può essere mantenuto a costo zero.
L’accordo politico di cui parliamo deve accettare il fatto che la qualità della prestazione farmaceutica nel suo complesso ha un costo, e che questo costo è il valore del servizio offerto al cittadino.
I primi segnali che invece raccogliamo tra le righe della legge in questione ci fanno sospettare che le prossime trattative per il rinnovo della Convenzione non si apriranno con grandi disponibilità al compromesso.
Undici anni fa l’ultimo accordo firmato prevedeva la raccolta gratuita dei dati dei consumi e della spesa farmaceutica da parte delle farmacie, a fronte dell’erogazione del contributo dello 0,15%. Oggi invece ci viene detto che questo contributo sparirà, che i servizi ci verranno pagati solo se le regioni risparmieranno denaro, e che dovremo continuare a raccogliere dati informativi in forma gratuita per lo Stato stesso. Rispetto all’ultima trattativa, questa volta manca qualcosa a favore delle farmacie, capace di controbilanciare quanto perderebbero da tutto ciò.
Abbiamo insomma l’impressione che ancora, pur all’interno di un processo di formale apertura e riforma del settore, si consideri la farmacia come una semplice “voce d’entrata” per il sistema sanitario pubblico, invece di essere considerata per le potenzialità di servizio pubblico che oggi solo la farmacia potrebbe dare.

Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm


Dalla Federazione
Farmacisti in aiuto, a L’Aquila

Torno a L’Aquila per l’ennesima volta. Qualcosa di speciale mi ha colpito e forse non ancora me ne rendo conto pienamente. Il dramma del terremoto non lo conosco, non l’ho mai vissuto direttamente né come volontario. E’ quindi la prima volta.
Da alcuni anni sono impegnato in azioni ed iniziative umanitarie che mi hanno portato lontano, in Africa nel Burkina Faso, in India nel Kerala e Tamil Nadu. Partecipo alla vita associativa dei “Farmacisti in Aiuto” ONLUS e impegno il mio tempo anche per contribuire a finanziare ed affrontare, per quanto possibile, iniziative volte alla soluzione di problematiche sociali e di vita quotidiana.
Salto dal letto a Pescara, dove vivo, alle 3.32 della notte del 6 Aprile. Mio Dio cosa è successo a L’Aquila, è stata la prima frase che ho rivolto a mia moglie. Al mattino seguente le prime telefonate al collega direttore delle farmacie comunali de L’Aquila. “Mario un disastro” mi dice, la mia famiglia è salva ma è un disastro dovunque, ancora non ci rendiamo conto. Ti richiamo per sapere, gli dico, cosa si può fare.
Lunedì il dramma, martedì si continua a scavare, la macchina imponente degli aiuti immediati è partita. Il primo contatto con i colleghi di “farmacisti in aiuto” per capire cosa si possa fare, aspettiamo, impreparati come siamo, prima di intraprendere iniziative che se non mirate rischiano solo di gratificare se stessi e poco utile alla collettività. Tra martedì sera e mercoledì mattina le postazioni mediche nelle tendopoli in via di allestimento entrano a regime e subito appare evidente di cosa ci sia necessità. I feriti sono stati accolti negli ospedali e lì hanno quanto occorre loro.
Nelle tendopoli ci sono tutti gli altri che nottetempo sono dovuti fuggire dalle proprie abitazioni e riparare all’aperto senza nulla prendere con se.
I diabetici, i cardiopatici, gli asmatici, i cronici in genere, i bambini , gli anziani, i disabili, i colostomizzati, i celiaci, i lattanti. Le farmacie con gli stessi problemi delle case, rotte e inagibili, tra loro una collega ha perso la vita. Nella giornata di mercoledì farmacie aperte sono pochissime e fuori città. E’ l’assalto per mille esigenze, quella della quotidianità di diecine di migliaia di cittadini che si ritrovano all’improvviso sfollati e sprovvisti di quanto necessario alla loro vita quotidiana, soprattutto di quanti con metodica cadenza segnano la loro giornata con l’assunzione dei farmaci.
Un SOS viene inviato: “servono farmacisti”, lo si dice ad Aquila a Roma, lo titola il giornale locale. Parto per L’Aquila, parlo con i colleghi che conosco e cerco di cominciare a ragionare sulle necessità mentre sono per strada. Arrivo in serata a L’Aquila e mi appare una città spettrale, vuota, senza luci, sono nella cinta esterna e la viabilità è solo quella dei mezzi di soccorso e delle forze di sicurezza. Un brivido mi percorre tutto riflettendo sulle scritte dei mezzi che transitano per le strade. C’è tutta Italia. Nord, Sud. Colori, scritte di ogni genere sui mezzi, dialetti di ogni parte, associazioni, onlus, sportivi, di tutto, da tutta Italia. Mi metto con il mio vecchio Camper nella piazzetta davanti alla farmacia “Santanza” inagibile . Posta sotto un palazzo di quattro piani, il collega, nella notte del 6 Aprile era di turno, e mi dicono continuava a lavorare anche nelle ore immediatamente dopo il sisma per le richieste che già si creavano. Il palazzo abbandonato vede la struttura in cemento armato che ha resistito al sisma ma la tamponatura perimetrale del primo e secondo piano, schiacciata dal sobbalzo del terreno, è letteralmente “scoppiata” mettendo a nudo gli uffici, le cucine, le camere da letto degli appartamenti.
Al mattino sono al lavoro. Nella farmacia di Coppito, nelle vicinanze una tendopoli in un campo sportivo universitario e una postazione medica operativa. Nella farmacia arrivano i ragazzi volontari delle varie associazioni che con ricette o elenchi avanzano richieste di ogni tipo. Sono saltati i formalismi, la Regione si appresta ad emanare direttive operative che vanno incontro alle esigenze dell’utenza saltando di fatto la burocrazia che quotidianamente viviamo in farmacia. Non si può fare diversamente. Siamo ancora in pochi in farmacia e le necessità di rifornire la cittadinanza è tanta. Le Mail della ONLUS dei “farmacisti in aiuto”, i comunicati dell’Assofarm, della Federfarma e della stampa comincia a funzionare.
Comincio a ricevere telefonate da colleghi da ogni parte d’Italia che offrono la loro disponibilità a venire a L’Aquila e chiedono indicazioni al fine di rendersi veramente utili per la loro capacità e professionalità.
Non basta più prendere appunti, istallo il PC portatile e butto giù una griglia Excel dove comincio ad annotare numeri di telefono, nomi, tempi e date di disponibilità. Sono impreparato ma le risposte vanno date e non una risposta qualunque.
Si conclude la mia prima serata con la certezza che all’indomani arrivano altri colleghi già disponibili a dare il proprio contributo. Un piano di lavoro che si concretizza in presenze di colleghi che si muovono da Pescara, Chieti, Roma, le più vicine. Il giorno di Pasqua un collega, Piero, di origini abruzzesi si parte da Milano per esserci. Nei giorni successivi ci raggiungono da Ancona, Venezia, Benevento, Viareggio, Reggio Emilia, Rimini. Telefonate da Agrigento e Catania, da Cuneo e da Trento.
Una Pasqua di lavoro, come tante che ne facciamo nelle nostre farmacie, ma soprattutto una Pasqua di riflessione. Le serate passate con i colleghi sul posto per ragionare sul come organizzarsi per essere, come farmacisti e come “Farmacisti in Aiuto” parte integrata ed operativa del sistema di pronto intervento e soccorso in aiuto alle popolazioni nei casi di calamità.
Alcune farmacie da campo nelle tendopoli hanno avuto colleghi che hanno dato l’anima per consentire la distribuzione dei farmaci alla popolazione. Attrezzati di tanta buona volontà e professionalità ed anche loro con le riflessioni sulla necessità di essere già pronti ed organizzati, “già strutturati”.
Dalle riflessioni ai fatti. Pochi giorni e già circolano camper di colleghi nei campi per fare la loro parte, forse in tanti, senza saper di altri, di quanti altri, e di dove sono gli altri. Tra il susseguirsi di scosse ce n’è una che tocca le Langhe, nel Cuneese, mi torna in mente la collega che si era offerta di venire ed alla quale avevo detto, “grazie, ma sei cosi lontana che ti ringraziamo senza procurarti tanto disagio”. La chiamo per solidarizzare avendo avuto anche loro segnali del terremoto. Mi risponde al telefonino e mi dice : “sono a Tempere frazione de L’Aquila con il camper dell’Ordine di Cuneo”.
Siete grandi ! L’Abruzzo vi ringrazia tutti ! Un abbraccio a tutti voi!
Container come farmacie da campo, strutturate, con soluzioni ad ogni necessità organizzativa e necessità farmaceutica di emergenza, informatizzate, per gestire, come nella nostra quotidianità, anche momenti di calamità o di fatti straordinari, è un obiettivo che comincia a concretizzarsi e credo che per “farmacisti in aiuto” possa rappresentare una base di impegno che vada nello specifico della nostra professione finalizzando in tal senso le iniziative di solidarietà . Questo report vuole andare oltre la descrizione del dramma che la stampa quotidiana ha ampiamente riportato per ringraziare quanti hanno dato segno e prova della loro sensibilità e soprattutto per “non perdersi di vista” : www. farmacistiinaiuto.org

Dott. Mario Delle Monache
Farmacia Comunale San Giovanni Teatino (Chieti)                


Mondo farmaceutico
Federconsumatori chiede chiarezza su prezzi dei farmaci da banco

Si ripristini la trasparenza sui prezzi dei farmaci da banco. Lo chiede l’associazione Federconsumatori, sottolineando come molti cittadini chiedano «chiarezza tra prezzo applicato e prezzo indicato».
«Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte dei cittadini in merito alla mancanza di trasparenza sui prezzi dei farmaci da banco. Il cittadino, infatti, nell’acquistare tali prodotti nelle farmacie, riscontra delle differenze tra il prezzo indicato sulla confezione e quello effettivamente pagato», afferma la vicepresidente di Federconsumatori Rita Battaglia. Ma «stranamente rileva ciò avviene sempre a vantaggio della farmacia».
Federconsumatori, ricorda Battaglia, «ha sempre promosso iniziative tese a rendere maggiormente trasparente il prezzo, anche attraverso un protocollo di intesa presso il Ministero delle Attività Produttive, che coinvolge i rappresentati istituzionali e le categorie interessate e che prevede l’esposizione di apposite liste dei prezzi dei farmaci più venduti nelle farmacie, parafarmacie e nei corner all’interno della grande distribuzione».
Alla luce dei «gravi episodi segnalatici, che vanno in tutt’altra direzione», Battaglia fa dunque una richiesta precisa alle autorità competenti: «Chiediamo al Garante dei Prezzi, ai ministeri della Sanità e delle Attività Produttive di avviare i necessari controlli per ripristinare la corretta applicazione dell’accordo e di aprire un confronto per trovare soluzioni che non danneggino il consumatore, a partire conclude dal rispetto del criterio di trasparenza tra prezzo applicato e prezzo indicato sulla confezione di questi farmaci».

(fonte: il Sussidiario.net)


Mondo farmaceutico                                             
A Brescia farmacie private on-line                                                        

Sito nuovo, nuovi servizi. Atf Federfarma Brescia, l’associazione dei titolari di farmacia della provincia di Brescia, ha inaugurato ieri il nuovo portale internet di consultazione, organizzato in due sezioni: una dedicata al pubblico e l’altra riservata agli addetti ai lavori.
Cliccando www.federfarma.brescia.it è ora possibile navigare su un sito interattivo, capace di soddisfare esigenze e curiosità dei visitatori. Il motore di ricerca, per esempio, consente di trovare la farmacia desiderata secondo diversi criteri: il nome della farmacia, il Comune, il distretto, la tipologia, i turni di apertura. Ma non solo. Individuata la farmacia «giusta», si può accedere a una scheda che ne contiene i dati salienti, le immagini e perfino la cartina geografica fornita da Google Maps. E per far sì che i dati siano sempre aggiornati, il farmacista stesso, inseriti login e password personali, potrà modificare in tempo reale le indicazioni relative alla propria farmacia.
Un’altra area del sito è dedicata alle farmacie di turno, per sapere in ogni momento, in modo chiaro e immediato, la farmacia aperta più vicina, visualizzata in pochi secondi. «Per rendere il sito ancora più interattivo e funzionale abbiamo pensato a una sezione dedicata al reperimento dei farmaci spiega il dottor Antonio Marinelli di Atf Federfarma -. Purtroppo in Italia spesso si evidenzia la carenza di alcuni farmaci dovuta al prezzo più basso d’Europa nei rimborsi del sistema sanitario nazionale. Così, alcune aziende preferiscono cercare su altri mercati il farmaco mancante. per esempio con le malattie rare».
VISTO IL SUCCESSO riscosso dalla rivista «Brescia farmacia Futura», una sezione ne prevede l’edizione on line. In «primo piano» gli articoli più importanti, mentre chi non avesse letto qualche numero o volesse rileggere un articolo potrà trovare nell’archivio tutte le edizioni precedenti al 2009, scaricabili in formato pdf.
Per le ultime notizie dal mondo della farmacia, della salute e del benessere, la sezione «edicola» offre inoltre uno spazio interamente dedicato alle news, ai comunicati stampa e alle «lettere al direttore».
Tutti i cittadini che avessero dubbi, curiosità e domande su un argomento di salute, o semplicemente bisogno di un consiglio su come curare i piccoli disturbi quotidiani e i malanni di stagione possono inviare una lettera cliccando nell’area «Il farmacista risponde» presente nell’Home page.

(fonte: brescia oggi) 


Mondo farmaceutico
Liberi Farmacisti: ancora contro le liberalizzazioni

Continua senza sosta il tentativo di cancellare tutte le liberalizzazioni avvenute in Italia negli ultimi anni. Ad affermarlo è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti che indica per il settore del farmaci nel senatore Antonio Tomassini (Pres. XII Commissione Igiene e Sanità Senato) il principale protagonista di un disegno di restaurazione teso a cancellare il Decreto Bersani.
Il senatore scrive il MNLF mentre si elegge campione assoluto di liberismo vuole con il proprio progetto stilare una lista di farmaci che potranno essere venduti ovunque senza la presenza del farmacista e far rientrare sotto il completo controllo delle farmacie tutti gli altri farmaci d’automedicazione.
Mentre oltre il 67% degli italiani (indagine Eurisko) è favorevole alla vendita dei farmaci d’automedicazione fuori dalla farmacie e ben l’84% è contraria alla vendita di farmaci senza il farmacista, il Sen. Tomassini continua a difendere un disegno di legge che ha un unico obiettivo: difendere gli interessi corporativi dei titolari delle farmacie. La mistificazione raggiunge la massima espressione denunciano i liberi farmacisti quando si vuol far credere che con tale progetto saranno aperte 1500/2000 farmacie, mentre conti alla mano e verifiche su tutto il territorio nazionale chiariscono in maniera inequivocabile che grazie al riassorbimento delle farmacie aperte in deroga alla legge vigente non sarà possibile aprire più di 3-400 farmacie in tutta Italia.
Un progetto quindi conclude il MNLF che prende in giro gli italiani nascondendo il vero obiettivo: restaurare pienamente il controllo monopolista delle farmacie sul farmaco. Del resto sottolinea il MNLF la maschera è stata gettata quando, davanti all’opposizione delle associazioni dei consumatori, dei produttori degli stessi farmaci e di gran parte della società civile, si è cercata una via più veloce presentando in Commissione lavoro al Senato un emendamento ad un disegno di legge delega sulla sicurezza del lavoro che oltre ad azzerare la liberalizzazione sui farmaci impone entro dieci anni la chiusura degli esercizi aperti. L’emendamento in questione è firmato Filippo Saltamartini, non ha caso collega di partito del senatore Antonio Tomassini.

(fonte: fiscolavoro.com)


Mondo farmaceutico
Fofi: la fascia c al supermercato, una mossa disperata

La Legge Bersani non ha mantenuto ciò che prometteva e si corre ai ripari chiedendo di scardinare il Servizio farmaceutico facendo uscire il farmaco etico dalla sua sede naturale. Ma è un’ipotesi senza precedenti in Europa e improponibile alla luce della sentenza della Corte di Giustizia europea. “Non è più tollerabile che a scadenza periodica si ritorni a mettere in discussione l’assetto del Servizio farmaceutico italiano con argomenti pretestuosi e sperando in colpi di mano, ma chiediamo che venga ammodernato in modo organico il sistema” dice il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Farmacisti, Andrea Mandelli. “La richiesta da parte di alcuni esponenti della grande distribuzione di permettere la vendita di tutti farmaci della Fascia C, quindi anche quelli soggetti a prescrizione, fuori dalla farmacia è un totale controsenso”. Secondo la Federazione, è il caso di ricordare che in nessun paese europeo si permette la vendita di un farmaco etico, che sia o meno a carico del Servizio sanitario, fuori dalla farmacia, nemmeno nei paesi a vocazione liberista. Quanto all’argomento “forte” della presenza del farmacista, in posizione subordinata, costantemente sollevato dalla grande distribuzione, la risposta più adeguata l’ha fornita la sentenza della Corte di Giustizia. Lì, infatti, si legge testualmente che “Riguardo al gestore che possiede la qualità di farmacista, non si può negare che esso persegua, come altre persone, una finalità di lucro. Tuttavia, in quanto farmacista di professione, si ritiene che quest’ultimo gestisca la farmacia in base non ad un obiettivo meramente economico, ma altresì in un’ottica professionale. Il suo interesse privato, connesso alla finalità di lucro, viene quindi temperato dalla sua formazione, dalla sua esperienza professionale e dalla responsabilità ad esso incombente, considerato che un’eventuale violazione delle disposizioni normative o deontologiche comprometterebbe non soltanto il valore del suo investimento, ma altresì la propria vita professionale.
E si fa presente che con il termine gestore non si intende chi opera con il pubblico, come il farmacista dei corner, ma chi ha il controllo economico dell’attività. In sostanza, conclude Andrea Mandelli “mi sembra che i rappresentanti della Grande distribuzione si stiano comportando come quegli scommettitori che, avendo puntato sul cavallo sbagliato, alla scommessa successiva raddoppiano la postaper rientrare della perdita. E mi sembra che le difficoltà denunciate dai colleghi parafarmacisti e queste ulteriori richieste di allargamento della Legge Bersani ribadisco in contraddizione con tutte le normative europee rivelino il fallimento della legge stessa”.
 


Dalla Federazione
XVI Assemblea Federale

Il prossimo 2 luglio Verona ospiterà la nostra consueta assemblea federale il cui ordine del giorno prevede, oltre alla relazione del Presidente e l’esame di approvazione del Conto Consuntivo 2008 e del Bilancio preventivo 2009, anche una discussione sulle linee di impostazione per la prossima Convenzione con il S.S.N.
Il giorno successivo alle 10.00 sempre presso l’Hotel San Marco è stato organizzato un seminario di studio con il Sottosegretario di Stato per le riforme per il federalismo e la semplificazione normativa On. Aldo Brancheer, per una riflessione sullo stato legislativo delle Farmacie e, in particolare, delle Farmacie Comunali con le discussioni sull’emendamento presentato da Assofarm relativo al posizionamento delle Farmacie Comunali all’interno dei Servizi Pubblici Locali. Parteciperà ai lavori anche l’avvocato Costantino Tessarolo.
 


Mondo farmaceutico
Antitrust e nuova remunerazione dei farmacisti

In un documento inviato a Camere e Governo, l’Antitrust analizza l’attuale sistema di pagamento per i distributori finali del farmaco. Individuando numerosi fattori di distorsione. Per eliminarli propone un pagamento a forfait indipendente dal prezzo di ciascuna confezione venduta e un compenso per i servizi offerti in farmacia (prenotazioni visite, analisi ecc.). Una soluzione condivisa e apprezzata dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani È una vera e propria “rivoluzione dei margini” quella proposta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nel documento recentemente inviato all’attenzione delle Camere e del Governo. Si tratta, in sostanza di un’analisi delle regole sulle quali si basa l’attuale sistema di remunerazione per coloro che svolgono l’attività di distribuzione finale dei farmaci, cioè grossisti e farmacisti. Secondo i minuziosi rilievi dell’Antitrust, infatti, il sistema vigente è caratterizzato da elementi che finiscono inevitabilmente per agire in modo distorto su concorrenza e corretto funzionamento del mercato.
Il primo di questi elementi riguarda proprio il criterio che individua i margini di guadagno spettanti ai vari attori della filiera in percentuale sul prezzo del farmaco. Il modello appare “sostanzialmente sganciato dai costi effettivamente sostenuti dai farmacisti e dai grossisti per l’attività di distribuzione”: si tratta in realtà di voci fisse e variabili, attribuite “in misura pressoché omogenea” ai vari prodotti. In questo modo, si rileva nel documento dell’Antitrust, a parità di costi diventa assai conveniente vendere il prodotto più caro. L’introduzione di extrasconti regressivi sul prezzo di questi a favore delle Asl serve a poco anche perché funziona solo sui prodotti di costo più alto, quelli cioè meno venduti. Il secondo elemento di distorsione è stato invece individuato in quella che l’Antitrust definisce “asimmetria informativa” tra utente e farmacista. Se anche la legge obbliga quest’ultimo a consegnare al paziente il farmaco generico a prezzo più basso, rimane comunque forte l’influenza che lo stesso farmacista può esercitare sull’utente. Un’influenza tale da incidere comunque sulla decisione dell’assistito, e quindi capace di orientarla. Producendo così “effetti di rilievo sulla composizione delle vendite”.
Terzo e ultimo fattore negativo dell’attuale sistema è il carattere “non vincolante” delle percentuali di margine fissate. Alle quali si ricorre, come sottolinea l’analisi dell’Antitrust, solo per definire il “valore di riferimento minimo nella contrattazione tra le parti”. Una volta terminata questa funzione che ha dunque caratteristiche esclusivamente tecniche e serve a individuare il prezzo finale del farmaco, i rapporti tra produttori e distributori possono, di fatto, derogare alle percentuali stabilite, e “negoziare” i cosiddetti “extrasconti”. E così alla fine a ricavarne un guadagno non sarà il Ssn acquirente finale, bensì l’operatore della distribuzione, grossista o farmacista che sia.
Come uscire da questo ginepraio? Per l’Antitrust la soluzione è semplice: basta modificare il sistema di remunerazione, ponendo il distributore finale in una “posizione di neutralità” rispetto al consiglio da dare al paziente o facendo sì che diventi più conveniente per lo stesso distributore, consigliare il farmaco meno costoso.
Il meccanismo dovrebbe dunque prevedere una retribuzione del farmacista a forfait per la vendita di ciascuna confezione di farmaco, qualunque esso sia e indipendentemente dal suo prezzo. Sganciare la remunerazione dal valore del farmaco distribuiti e, magari, anche dalla dimensione e dal numero delle confezioni fornite in ciascuna vendita, renderebbe così “neutrale” la scelta di quale farmaco consegnare. Se a questa remunerazione a forfait si aggiunge poi un compenso (fee for service lo definisce l’Antitrust) per le attività di “servizio pubblico” che le farmacie possono svolgere a vantaggio della collettività (servizi offerti in collegamento con il Sssn come prenotazioni, visite ospedaliere, pagamento del ticket, ecc), si otterrebbe un ulteriore, prezioso risultato che copre – sul modello inglese – i costi necessari a erogare questi servizi e ne garantisce l’accesso ai cittadini.
Le misure recentemente adottate con il Dl 39/2009 non vengono giudicate positivamente dall’Antitrust. Non servono a correggere le distorsioni esistenti e si applicano ai soli medicinali equivalenti non di marca, che già per loro conto hanno prezzi molto bassi. Questa soluzione, inoltre, finisce con l’avvantaggiare i produttori dei farmaci di marca, peraltro più costosi, lasciandoli liberi – rileva l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – “di incrementare ulteriormente gli incentivi concessi ai farmacisti per la vendita di tali prodotti”.
La Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani si è dichiarata in linea con le conclusioni dell’Antitrust: “Avevamo già ipotizzato un possibile cambiamento del sistema di remunerazione della farmacia nel documento di rilancio della professione che la Federazione ha messo a punto circa due anni fa” ricorda Andrea Mandelli, presidente 7 della Fofi. “Il documento del presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato Antonio Catricalà, ora, va nella stessa direzione”. Particolarmente apprezzata da Mandelli, poi, la proposta di destinare parte della remunerazione del farmacista “per incentivare l’efficienza nello svolgimento delle ulteriori attività di servizio pubblico svolte da tali operatori, quali ad esempio, i servizi offerti in collegamento con il Ssn” (prenotazioni visite ospedaliere, pagamento ticket eccetera)”.
“Mi sembra importante e significativo che il Garante parli di stimare e rimborsare i costi sostenuti, in termini di tempo e investimenti, per erogare queste prestazioni. Peraltro questo è un elemento centrale anche per favorire il decollo degli ulteriori servizi proposti dalla Federazione e che sono stati inseriti nella Delega al Governo oggi in via di approvazione (AS 1082)” aggiunge il presidente della Fofi. “La situazione è matura per abbandonare un sistema – la retribuzione a percentuale che, oltre a ostacolare lo sviluppo della nuova farmacia, produce danni sempre maggiori alla dignità professionale. Si pensi al fatto che i farmaci innovativi oggi non vengono dispensati in farmacia.
E non certo per mancanza di competenze ma per motivi esclusivamente economici, provocando però così il disagio dei cittadini costretti a recarsi più volte presso le Asl. Con il sistema ipotizzato dall’Antitrust questa limitazione non avrebbe più ragione di essere”.
                                                                 
(il bisturi.it)                                                  


Mondo farmaceutico
Dopo l’aspirina, la tachipirina Coop low cost

A metà giugno Coop raddoppia e venderà con il suo marchio anche il paracetamolo, principio attivo contenuto nella tachipirina, uno degli analgesici e antifebbrili più usati. Venti compresse da 500 mg per un euro e mezzo, meno della metà dello stesso farmaco di marca. Le aspettative sono alte, circa mezzo milione di confezioni vendute, una piccola parte di un mercato da 21 milioni e mezzo di confezioni in un anno. Del precedente farmaco con marchio Coop, acido acetilsalicilico e ascorbico, stessa composizione del Vivin C, in un solo anno ne sono state vendute ben quattrocentomila confezioni al prezzo di 2 euro, meno della metà dell’analogo di marca, venduto mediamente a 4,92.
Quale sarà il prossimo? Ovviamente i progetti ci sono ma Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia, si guarda bene dal rivelarli anche perché, ha tenuto a sottolineare, per questa seconda produzione, realizzata dall’italiana Zeta Farmaceutici, si è trovato di fronte improvvisamente ad una serie di ostacoli, “e di terreni spianati diventati misteriosamente accidentati”.
Ma non solo. Coop rilancia. “Ci sono quattro disegni di legge sulle liberalizzazioni precisa Aldo Soldi, presidente di Ancc-Coop, l’Associazione nazionale cooperative di Consumatori e temiamo che possa esserci un ridimensionamento. Le liberalizzazioni hanno sortito effetti molto positivi, sia per i farmacisti, con oltre 2700 assunzioni tra corner della grande distribuzione e parafarmacie, sia per i consumatori, con risparmi consistenti. Nessuno dei pericoli paventati si è realizzato: né un abuso di farmaci da parte dei consumatori, né un danno per i ricchi conti economici delle farmacie né lo svilimento della figura del farmacista. E anzi, aumentano le matricole nelle facoltà di Farmacia. Con i farmaci a marchio Coop abbiamo dimostrato che si può intervenire sulla filiera industria-grossista-distributore: contraendo tutte queste rendite di posizione noi riusciamo a vendere, guadagnandoci, a un prezzo molto più basso degli altri”.
 

 
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