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Notiziario n° 86


Editoriale

dalla Federazione

Farmacie comunali

Mondo farmaceutico


Editoriale
Il nostro futuro non è commerciale

Ci colpisce sempre molto la sicurezza con la quale personaggi del mondo esterno alle farmacie parlano dei nostri problemi e prospettano soluzioni nette e ovvie. L’ultimo a svelarci una verità a portata di mano eppure finora sfuggitaci è stato il direttore generale di Conad Francesco Pugliese, che in un recente convegno tenutosi a Parma ha bacchettato i farmacisti italiani.

“Siete rimasti al 1960 in termini di evoluzione del processo di retailing», ha detto ai titolari, «dovete giocare la vostra partita, differenziarvi, promuovere l’’imprenditorialità tra i dipendenti, dare loro incentivi personalizzati. E non entrare in farmacia con il Sole 24 Ore sotto il braccio e chiudervi in ufficio”, ha detto il DG di Conad.

E ancora: “Nella farmacia multispecializzata si frazionano gli acquisti, c’è necessità di ampi spazi e di personale dedicato in ogni reparto, aumentano le scorte e i margini si riducono”.

Infine, assumendo una prospettiva più ampia, “Le leggi attuali non reggeranno e a breve sarà possibile l’entrata del capitale nella proprietà delle farmacie e quindi la nascita delle catene. Non siamo noi, con poche centinaia di corner, i vostri competitors: quanto impiegheranno i grandi gruppi internazionali a comprare le 1.000 comunali, appena sarà possibile? Datevi una mossa, noi lo abbiamo fatto molti anni fa”.

Si tratta di affermazioni che denotano una certa ignoranza del settore, ma soprattutto sono questo tipo di posizioni che rischiano di fermare il processo di sviluppo della farmacia italiana. Attenzione però a non trascurare ciò che di interessante possono contenere le parole del top manager Conad.

Procediamo quindi con ordine in una critica costruttiva. In sostanza, Pugliese denuncia due cose: la scarsa cultura commerciale e imprenditoriale dei farmacisti, e la fragilità del sistema di fronte all’aggressività delle multinazionali.

Come noto Assofarm per prima, e più recentemente tutto il mondo della farmacia italiana, sostengono con decisione la necessità di creare una farmacia non più “negozio che vende prodotti”, ma vero e proprio presidio sanitario in cui alla distribuzione del farmaco si affiancano consulenze specializzate in grado di supportare attivamente una corretta terapia farmacologica.

Delle parole di Pugliese condividiamo la grande attenzione che la farmacia deve avere per i suoi conti economici. I margini non torneranno mai più così elevati come in passato, e pertanto certe inefficienze interne non saranno più sostenibili. Ben venga ogni stimolo in tal senso da parte del mondo del commercio al dettaglio.

Ma non si pensi che il futuro della farmacia stia unicamente o prioritariamente in raffinate strategie commerciali del prodotto-farmaco. Per quanto si controlli ogni voce di costo, per quanto si renda la farmacia sempre più uno spazio rispondente alle leggi del commercio e il farmacista evolva (o involva) in una specie di commerciante del farmaco, nulla sarà in grado di sostituire gli alti livelli di remunerazione che lo Stato pagava per i farmaci convenzionati, da sempre la principale voce d’entrata delle farmacie.

È anche dalla presa d’atto di tale situazione, unitamente alla volontà di sviluppare maggiormente la dimensione professionale del farmacista, che nasce la nostra proposta di una Diversa Remunerazione, basata su principi e strumenti tipici della pharmaceutical care: il farmaco diventa mero strumento in un più ampio processo sanitario in cui il farmacista ha un ruolo più attivo e suo unico.

Se i margini da vendita dei farmaci sono così bassi, non si capisce perché le multinazionali del farmaco debbano essere interessate al nostro mondo. Sono ben altre le zone del mondo che possono soddisfare le aspettative economiche di certi giganti del mercato globale.

Ne è dimostrazione il recente tentativo di acquisizione di Celesio da parte del colosso McKesson: a trattative avanzatissime, non se n’è fatto più nulla perché le prospettive di ritorno sull’investimento non erano poi così chiare e promettenti.

Ma anche in questo caso, il fatto che il Direttore Generale di Conad sbagli l’analisi, non significa che non abbia individuato un punto critico del nostro settore: siamo troppo divisi, in larga parte incapaci di sviluppare sinergie ed efficienze di sistema. La nostra fragilità non sarà alla mercé delle multinazionali, ma ci impedisce di concretizzare certe potenzialità, e quindi ci limita nel nostro essere servizio sanitario a favore del paese.

Ed è su quest’ultimo punto che la lontananza dalle posizione di Pugliese è massima. Il fine ultimo della farmacia non è quello di vendere e guadagnare il più possibile. Di certo non lo è quello delle farmacie comunali. La dimensione mercantile c’è, ci sarà e dovrà essere curata maggiormente di quanto è stato fatto fino ad oggi. Ma buona parte dei guai odierni della farmacia sono stati determinati proprio da una sopravvalutazione del binomio negozio-prodotto, a svantaggio di quello presidio sanitario – servizio.

Se la farmacia seguirà la via del commercio, se cadrà nella tentazione di diventare luogo di compravendita di prodotti, non avrà futuro. Né il mercato né lo Stato sono in grado di garantire i numeri necessari per dare sostenibilità a questa opzione.

Il futuro della farmacia sta invece nella valorizzazione di tutti quegli elementi di immaterialità della professione farmaceutica: dalla gestione del Registro farmaceutico del paziente al più generale follow-up farmaceutico della terapia. Bisogna puntare non sulle prospettive commerciali del “luogo” farmacia, ma sui saperi scientifici propri del farmacista, al servizio di un rinnovato sistema sanitario italiano.

Francesco Schito
Vice Presidente Assofarm

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dalla Federazione
Farmacie Comunali di Torino: via alla distribuzione nazionale di farmaci

Dal settembre scorso le Farmacie Comunali di Torino hanno avviato un’attività di distribuzione di farmaci e dopo sei mesi di lavoro l’iniziativa produce un milione di euro al mese realizzato attraverso un network di circa 40 agenti in tutta Italia. I prodotti distribuiti vanno dall’etico alla fascia C, agli integratori innovativi. E tra i principali fornitori figurano Servier, Stroeder, Couper, Biohealth.

Le cose insomma stanno andando molto bene e, secondo l’amministratore delegato delle Farmacie Comunali di Torino Gabriele Cavigioli, molto dipende da un diverso approccio verso i farmacisti: “siamo farmacisti che lavorano con farmacisti.

Conosciamo molto bene i problemi di chi abbiamo davanti, ne condividiamo la mentalità e gli obiettivi. A differenza di altri distributori, abbiamo un metodo non commerciale ma formativo. Il nostro riferimento, pur con importanti differenze, è quello degli informatori farmaceutici verso i medici”.

Certo la dimensione commerciale è importante. Non a caso gli agenti sul territorio sono professionisti di notevole esperienza. Come del resto conta il fatto che, secondo Cavigioli, i prezzi sono concorrenziali. Ma secondo l’Ad torinese la forza sta in quanto appena detto.

Nel prossimo futuro il lavoro delle Farmacie Comunali torinesi verrà messo a sistema a vantaggio di tutti gli associati ad Assofarm. “La partecipazione della nostra azienda alla vita della federazione è sempre molto attiva, non ultimo l’impegno del nostro presidente al rinnovamento del contratto nazionale dei dipendenti delle farmacie comunali.

Con Assofarm crediamo che la federazione non debba giocare un ruolo non solo di rappresentanza politica, ma anche di networking operativo – continua Cavigioli – Ecco perché in futuro noi garantiremo condizioni particolarmente vantaggiose agli associati ad Assofarm, e loro ci aiuteranno a crescere, e quindi a porre le basi per collaborazioni ancora più vantaggiose in futuro”.

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Beatrice Lorenzin è stata un ottimo Ministro

Pubblichiamo di seguito il testo di un comunicato diffuso dalla nostra Federazione il 19 febbraio scorso, prima della nomina e successiva fiducia parlamentare del Governo Renzi, che ha riconfermato Beatrice Lorenzin Ministro della Salute

“Un’eventuale riconferma del Ministro Beatrice Lorenzin alla Salute sarebbe un fatto molto positivo, in grado di dare continuità ad un percorso che giudichiamo positivo e ricco di prospettive”: è questa la posizione del Presidente di Assofarm Venanzio Gizzi, riguardo i possibili scenari di questi giorni sulla nuova compagine di Governo. Il rapporto tra il Ministro Lorenzin e il mondo delle Farmacie Comunali è stato sempre ottimo.

Nel luglio scorso ha partecipato con interesse alla nostra Assemblea Federale, auspicando maggiore integrazione delle farmacie nel Sistema Sanitario Nazionale, riservando alla loro capillare presenza sul territorio un ruolo di “sentinella” tale da permettere sia l’erogazione più efficace di servizi sanitari di prossimità, sia una riduzione della spesa sanitaria.

Con pari sensibilità, nei mesi successivi, il Ministro Lorenzin ha mantenuto attenzioni ad alcuni temi estremamente rilevanti come la riforma della Remunerazione e la Convenzione con le Regioni.

“Ciò che abbiamo particolarmente apprezzato nel Ministro - continua Gizzi - è una sincera attitudine all’ascolto di tutti quei soggetti che come noi cercano di coniugare sostenibilità economica e sviluppo dell’efficienza sanitaria. La strada delle riforme è ancora lunga e ricca di nodi irrisolti, ma è evidente che l’impostazione del Ministro Lorenzin ci ha convinto fin da subito. Cambiare oggi, significherebbe aggiungere incognite ad un passaggio delicato, come è quello del Patto per la Salute”.

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farmacie comunali
Gaeta: il Consiglio dice sì all’unanimità

Il Sì unanime del Consiglio Comunale dà il via all’istituzione di una farmacia comunale a Gaeta. Nell’ultima seduta l’intera assise cittadina si è espressa a favore della costituzione di un apposito consorzio intercomunale per la gestione di farmacie comunali.

“Un’iniziativa di notevole rilevanza sociale - dichiara il Sindaco Cosmo Mitrano - promossa dalla nostra Amministrazione, sempre sensibile alle istanze cittadine, e particolarmente attenta a quelle espresse dalle fasce più disagiate.

L’istituzione della farmacia comunale consentirà, infatti, di erogare servizi di notevole utilità per la collettività, sopratutto a favore di anziani e disabili, come la consegna a domicilio di farmaci e parafarmaci.

Ed ancora si potranno promuovere campagne di informazione e prevenzione sanitaria, collaborazioni con associazioni, anche di volontariato, operanti nel settore socio assistenziale e socio - sanitario, realizzare, quando possibile, anche una contenimento dei prezzi dei prodotti farmaceutici e parafarmaceutici in vendita, per contribuire ad allentare la morsa della crisi economica che soffoca tante famiglie”.

La legge prevede, per i Comuni con un numero di abitanti inferiore a 30.000, la necessità di consorziarsi ai fini dell’erogazione del servizio pubblico farmaceutico. Nel Consorzio, il Comune è titolare della farmacia comunale e controlla attraverso gli organi istituzionali consortili la concreta gestione del servizio. Uno dei vantaggi del Consorzio intercomunale consiste nella possibilità di gestire la farmacia attraverso una società mista pubblico - privata.

L’ingresso del socio privato significa nuove risorse volte alla gestione materiale della farmacia, la sua selezione avviene attraverso una gara ad evidenza pubblica. Partner del consorzio che ha ottenuto l’ok dell’assise consiliare è il Comune di Bracciano che, analogamente a Gaeta, come previsto dalla normativa vigente, ha formalmente espresso prelazione, nei confronti della Regione Lazio, per l’erogazione del servizio farmaceutico.

L’accordo tra i due Enti è stato raggiunto nell’incontro tenutosi il 7 gennaio scorso a Bracciano tra il Vice Sindaco Gianpiero Nardelli e l’Assessore Rinaldo Borzetti per la città ospite, ed il Vice Sindaco di Gaeta Cristian Leccese. Con la deliberazione dei rispettivi Consigli Comunali e la firma di una convenzione ad hoc, entrambi i Comuni potranno dar vita nel proprio territorio ad una farmacia comunale.

Il Consorzio sarà denominato CO.I.Fa.L (Consorzio Intercomunale Farmacie Laziali) e avrà una durata di 50 anni. Esso ha per scopo l’esercizio associato delle funzioni di governo, programmazione ed organizzazione della farmacia comunale. La quota di partecipazione per ciascun Comune è pari a 2.500 euro.

E’ ancora da definire il quartiere in cui verrà aperta la farmacia comunale, ma nella scelta si terrà conto della densità di popolazione, delle potenzialità di sviluppo dell’area, e quindi della necessità in loco di potenziamento dei servizi al cittadino.
(ilfaroonline.it)

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Giornate dell’Osteoporosi alle Farmacie comunali di Siena

Continuano le iniziative organizzate dall’Asp Città di Siena nelle tre Farmacie Comunali al fine di rendere le stesse un presidio del territorio nel quale il cittadino possa identificare un punto di riferimento che garantisca salute, sicurezza e benessere.

Visto l’apprezzamento ottenuto dalle analoghe iniziative promosse nelle Farmacie Comunali nei mesi scorsi, l’Asp Città di Siena offre, a partire dal giorno 11 febbraio, ogni primo martedì del mese la possibilità, attraverso una strumentazione all’avanguardia e previo appuntamento di effettuare un esame attraverso l’ultrasuonografia ossea al calcagno, un test non invasivo che permette di permette di prevenire l’Osteoporosi. Eccezionalmente sarà possibile effettuare l’esame al prezzo promozionale di 25,00 euro.

Il calendario prevede l’effettuazione dell’esame presso la Farmacia Comunale 3 (Piazzale Rosselli n.3) nei giorni 11 febbraio, 1 aprile, 3 giugno e presso la Farmacia Comunale 2 nei giorni 4 marzo, 6 maggio. L’Osteoporosi è una malattia comune che colpisce una donna su 3 ed un uomo su 8 e che si sviluppa in maniera silente e le cui conseguenze possono essere improvvise ed anche drammatiche, la cui prevenzione è dunque fondamentale.

Ancora una volta le Farmacie Comunali sono in prima linea nella promozione della prevenzione ribadendo la loro connotazione di servizio pubblico e presidio sanitario di riferimento per il territorio.
(sienafree.it)

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Aosta: trasparenza e potenziamento delle farmacie comunali, ecco gli obiettivi 2014 dell’Aps

Continua l’operazione per rilanciare APS Spa, la partecipata di pubblici servizi del Comune di Aosta. Sono sei infatti gli indirizzi politico-gestionali che il Sindaco Bruno Giordano ha individuato come linee guida per pianificare quello che sarà il 2014 dell’azienda e che ha illustrato questo pomeriggio durante i lavori della V Commissione Consiliare ‘Controllo e garanzia’: “Anzitutto il Piano trasparenza – spiega Giordano durante l’audizione – l’inserimento cioè sul sito web dell’APS di una sezione riguardo l’amministrazione trasparente, l’acquisizione dei lavori, i curricula del Direttore e del Vice-direttore, i compensi, il piano industriale e l’organigramma dell’azienda; e una nuova sezione dedicata alla rilevazione dei rischi per quel che concerne il Piano anticorruzione”.

A questi elementi di natura normativa proposti dal Sindaco al cda di A.P.S. Spa in qualità di Socio unico si aggiungono la costituzione di un ‘Ufficio gare’ per individuare le norme per l’affidamento dei lavori, sempre nella logica della massima trasparenza, il completamento della videosorveglianza presso i varchi di accesso alle zone a traffico limitato e un Piano di razionalizzazione che toccherà l’Edilizia Residenziale pubblica per rendere più efficace e efficiente il servizio ottimizzando la spesa: “L’obiettivo di razionalizzare e contenere la spesa – spiega Giordano – serve per far sì che tra APS e ARER ci si parli e si trovi un giusto mix che porti ad un risparmio di spesa sia da parte dell’azienda che da parte del comune che trasferisce le risorse, mantenendo i servizi”.

Altro indirizzo riguarda le farmacie comunali: anche qui si parla di un Piano di sviluppo che consenta di esplorare ogni soluzione per accrescere la competitività delle farmacie con tanto di rimodulazioni degli orari e riposizionamenti strategici.

E sull’argomento la Commissione è tornata a parlare anche della farmacia dell’Ospedale, sulla quale il Sindaco svela qualche dettaglio: “Una farmacia è prevista per il nuovo nosocomio – spiega Giordano – e l’idea è quella di aprirne una nell’area ex IP in Via Saint-Martin-de-Corléans (di fronte all’incrocio con via Chaligne). Ci sono già dei contatti in essere e trattative aperte da tempo.

Questa sarà una farmacia che va in gara, quindi affidata ad un privato, o consegnata al Comune di Aosta e gestita dal Comune stesso. Non c’è ancora una decisione definitiva, ma una farmacia in più contribuirebbe all’andamento dell’azienda, soprattutto se inserita all’interno del nuovo polo ospedaliero”.

E a proposito dell’andamento dell’azienda c’è spazio anche per una ‘fotografia’ dello stato di salute dell’APS: “Gli atti e i bilanci sono pubblici – conclude Giordano – e sono stati svolti studi approfonditi da parte di agenzie specializzate. Ne risulta che tra tutte le partecipate d’Italia APS Spa è la prima nel rating, grazie ad un cda composto da funzionari comunali qualificati che hanno contribuito nel tempo ad abbassare costi ed elevarne il grado di efficienza”.
(aostasera)

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Pisa: studenti all’opera dietro il bancone della farmacia

Importante accordo di alternanza scuola - lavoro tra le Farmacie Comunali di Pisa e l’IPSSAR ‘G. Matteotti’ di Via Garibaldi. Il tutto è stato possibile anche grazie alla collaborazione della Regione Toscana. E’ iniziato infatti da pochi giorni uno stage per cinque studenti delle classi seconde e terze (corso economico - indirizzo commerciale) che affronteranno un percorso formativo e professionale all’interno delle Farmacie Comunali, che aumenterà la capacita e la loro conoscenza preparandoli ad una futura esperienza lavorativa una volta terminati gli studi.

Un impegno importante per le Farmacie Comunali di Pisa che stanno sempre più allargando le collaborazioni con tutte le varie imprese e sono sempre più legate al territorio pisano oltre che al mondo dello sport. Con questa ultima iniziativa si è voluta coinvolgere la comunità scolastica. Gli studenti così avranno l’opportunità di cimentarsi con il mondo del lavoro e ottenere una qualifica certificata dalla Regione.


Non sarà dunque un esperienza qualunque come ci dice il Prof. di Economia Aziendale dell’IPSSAR ‘G. Matteotti’ Marco Salotti: “L’accordo raggiunto con le Farmacie Comunali di Pisa è molto importante per il livello di crescita dei ragazzi e perchè gli permette di sviluppare un percorso importante e avvicinarsi al mondo del lavoro raggiungendo una qualifica regionale e un attestato ufficiale che permetterà loro di specializzarsi come addetti alle operazioni di assistenza, all’orientamento ed informazione del cliente oltre che il riordino degli scaffali nelle farmacie. [...].
(pisatoday.it)

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Grosseto: Cgil, “per le Comunali un piano di rilancio”

Rilancio dell’azienda e tutela dei lavoratori: queste, per Filcams Cgil, le due condizioni necessarie che il Comune deve garantire in merito alla vicenda delle farmacie comunali.

“E’ fondamentale - sottolinea il segretario generale di Filcams Cgil, Andrea Ferretti - un piano di rilancio delle farmacie comunali, l’azienda potrebbe ottenere fatturati molto maggiori di quelli attuali”. Filcams Cgil ribadisce il “no” del sindacato alla vendita delle farmacie comunali e invita il Comune a “studiare un programma di valorizzazione dell’azienda”.

“Siamo sempre stati contrari - sottolinea Ferretti - a una vendita della proprietà delle Farmacie comunali riunite, sia come blocco unico, sia alla vendita delle singole farmacie, la cosiddetta vendita spezzatino.

Questo perché non condividiamo la logica della privatizzazione di un servizio pubblico che ha rilevanza sociale e anche perché siamo preoccupati della sorte dei lavoratori attualmente in organico”. Filcams Cgil ribadisce che la priorità è la tutela dei lavoratori.

“Rispetto all’ipotesi di dare la totale gestione a un nuovo soggetto privato - prosegue Ferretti - abbiamo chiesto di partecipare alla stesura di una clausola sociale che tutelasse i dipendenti. Richiesta che, pur dopo vari incontri, è stata totalmente disattesa prevedendo una clausola di salvaguardia largamente insufficiente a garantire gli attuali livelli occupazionali ed economici. Per questo non ci sentiamo minimamente responsabili del fatto che alla fine l’asta è andata deserta”.

Filcams Cgil avanza richieste ben precise: “Quello che torniamo a chiedere al Comune - spiega Ferretti - è di puntare, senza più perdere tempo, sul rilancio dell’azienda. Non chiediamo al Comune di fare il farmacista, come ha detto il sindaco, ma di studiare un programma di rilancio valorizzando l’organico. Rilancio che va realizzato facendo pressioni anche sul socio privato che, così come confermato anche dalla dirigenza di Farmacie comunali riunite, da troppi mesi ha bloccato qualsiasi investimento necessario in funzione di una possibile vendita di tutto il pacchetto provocando anche un’ulteriore perdita di mercato e di incassi”.

Filcams Cgil chiede un incontro tra le parti. “Chiediamo - conclude Ferretti - al Comune e alla dirigenza di Farmacie comunali riunite di evitare ulteriori polemiche e di convocarci quanto prima per discutere di tutto ciò che riguarda l’organizzazione del lavoro e dei lavoratori in modo da concordare tutti gli interventi necessari, nel rispetto delle norme di legge e del contratto nazionale, per rendere di nuovo di questa azienda un fiore all’occhiello della collettività grossetana”.
(la nazione)

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Melissano (Lecce): terzo tentativo d’asta deserto

Anche il terzo tentativo di alienazione della quota pubblica di maggioranza della Farmacia comunale è andato deserto.
L’Ente è titolare del 51% del capitale sociale e da tempo e, sinora, invano prova a fare cassa mettendo all’asta l’intera parte maggioritaria della società mista, in cui il socio di minoranza (con titolarità del diritto di prelazione sull’acquisto) è il dottor Emanuele Vergari. Nel corso dei mesi, il prezzo base d’asta è sceso dal milione di euro agli attuali 712.500 euro e da questa cifra si ripartirà anche nel prossimo bando, il quarto di trattativa privata con gara ufficiosa.

Le offerte saranno ritenute valide se presentate entro il termine perentorio delle ore 12 di venerdì 31 gennaio. Le eventuali buste, poi, saranno aperte, in seduta pubblica, nella mattinata di lunedì 3 febbraio.

È di 60mila euro, invece, l’offerta avanzata dalla società “R.C. Servizi s.r.l.” di Racale che si è aggiudicata uno dei due terreni “Carrino” inseriti nel piano delle alienazioni immobiliari.

L’Ente ha ritenuto la somma sufficientemente vantaggiosa. Su quel lotto gravano dei diritti reali di garanzia da parte di creditori del Comune. Per l’altro terreno “Carrino”, è in corso un altro bando di gara (prima trattativa privata) con base d’asta fissata in 160mila euro circa.

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Lo psicologo è in farmacia

Un servizio sociale totalmente gratuito di indirizzamento psicologico. E’ quello fornito da due anni in tre farmacie comunali di Firenze grazie ad AFAM (l’associazione delle farmacie fiorentine) con il patrocinio del Comune e la collaborazione degli ordini degli psicologi della Toscana e dei farmacisti di Firenze. Come funziona? Basta chiamare il 392.6104349 e fissare un appuntamento.


Il colloquio non è una seduta di analisi ma un indirizzamento. Gli psicologi, che prestano questo servizio in maniera volontaria, valutano la situazione e consigliano al paziente la strada più giusta per il suo problema.

Con un risparmio di energie non solo per il paziente stesso, ma anche per le strutture sanitarie che vengono alleggerite da richieste non appropriate. Tre le farmacie comunali che erogano il servizio: Campo di Marte nel quartiere 2, Europa nel Quartiere 3 e Canova, nel Quartiere 4.
(toscanatv.com)

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Mondo farmaceutico
Banco farmaceutico, raccolte 350 mila confezioni di farmaci

Oltre 350.000 farmaci raccolti nella sola giornata di sabato 8 febbraio, grazie alle donazioni dei cittadini in 3.561 farmacie (in aumento rispetto alle 3.375 dello scorso anno) e i volontari che hanno fatto un turno in farmacia sono stati oltre 14.000. Sono i primi e confortanti risultati della XIV Giornata di raccolta del farmaco, l’iniziativa di solidarietà organizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, in collaborazione con la Compagnia delle Opere - Opere Sociali e Federfarma.

“Con questa raccolta - si legge in una prima nota alla stampa diramata dal Banco - la Fondazione potrà dare una risposta importante al fabbisogno dei 1.576 enti assistenziali che si occupano di circa 600.000 poveri: immigrati, profughi e, sempre di più, italiani in difficoltà.”

A rendere ancora più ricco il “bottino” della giornata di sabato concorre l’oltre mezzo milione di euro donato dai farmacisti che hanno aderito alla giornata, mettendo a disposizione le loro farmacie ma anche mettendo mano al portafogli.

“In un momento di difficoltà - ha commentato Paolo Gradnik (nella foto),presidente della Fondazione Banco farmaceutico- occorre fare rete per sostenere quanti si trovano in stato di povertà e di emarginazione.

La Giornata di raccolta è un esempio virtuoso di come si possa secondo il principio di sussidiarietà dare una risposta concreta a una nuova povertà, quella sanitaria, che sempre più colpisce famiglie italiane e anziani soli. Sabato scorso - conclude Gradnik - abbiamo assistito a un vero miracolo della solidarietà e ancora una volta il cuore degli italiani si è dimostrato grande.”

Doverosi, alla fine, il ringraziamento e il riconoscimento del fondamentale sostegno garantito all’iniziativa da tutte le istituzioni (Regioni, Province, Comuni) che hanno patrocinato l’iniziativa, di Assosalute, della Fofi e di tutte le aziende farmaceutiche che hanno sostenuto la Giornata di raccolta.

“La Fondazione esprime riconoscenza - conclude la nota - in particolare alla Presidenza della Repubblica, alla fondazione Pubblicità Progresso che ha concesso il suo Patronato, riconoscendo il valore civile della Giornata di Raccolta, al Segretariato sociale della Rai e a Mediafriends Onlus.”
(farmacista33)

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Mondo farmaceutico
Genova, metà delle farmacie prive di solidità patrimoniale

Le farmacie genovesi sono in grosse difficoltà: il 45% ha una solidità economica e patrimoniale inesistente, in un anno hanno perso circa 6 milioni di euro di fatturato e di recente si è registrata una chiusura per fallimento senza arrivare nemmeno al concordato.

Tra le cause i costi di gestione, soprattutto del personale. Questo è il quadro tracciato a Farmacista33 da Giuseppe Castello, presidente dei titolari di Genova e, chiarisce, «descritto da uno studio di consulenti commercialisti commissionato da Federfarma Genova, che ha evidenziato non solo le difficoltà economiche, ma anche l’importanza della gestione imprenditoriale della farmacia come azienda, secondaria quando i tempi erano migliori, ma ora diventata imprescindibile.

Pena, il rischio di fallire, come accaduto a una farmacia della città che ha chiuso per fallimento senza arrivare al concordato ed è ora gestita da un curatore fallimentare, o a un’altra per la quale si è aperto una procedura fallimentare». I consulenti è stato dato mandato, prosegue Castello «hanno letto il bilancio del 2012 di 82 farmacie confrontandolo con quello del 2011 e hanno creato un benchmark differenziato in cluster per ampiezza della farmacia e fatturato.

Tra i parametri delineati, oltre al calo ben noto dei fatturati, è emersa una difficoltà patrimoniale, in particolare nelle farmacie più grandi». Nello studio, la solidità patrimoniale è stata valutata come inesistente nel 45% dei casi e scarsa nel 25% e il fatturato, dal 2011 al 2012, è sceso da 104,3 milioni di euro a 97,9, con una perdita di 6,4 milioni di euro.

Tra le cause di questo peggioramento, sottolinea Castello, «la crisi, la riduzione dei prezzi dei farmaci e i costi di gestione dell’esercizio su quali, per il 61%, pesa il personale. Non a caso» prosegue «le farmacie più piccole dove ci sono meno dipendenti e spesso lavorano i familiari del titolare, subiscono meno l’impatto ma nell’analisi non ha tenuto conto del costo del lavoro del titolare».

E conclude: «La nostra professione non ha aspetti solo tecnici e scientifici, ma deve includere anche competenze nella gestione e nell’imprenditorialità che dovranno assolutamente rientrare nei programmi delle scuole di formazione»
(farmacista33)

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Mondo farmaceutico
Istat: sanità, l’Italia spende meno dei grandi Paesi Ue

È certamente vero che la sanità costa molto, ma non è meno vero che il nostro Paese, in confronto ai partner europei più importanti, spende decisamente di meno, il 7% del Pil contro il 10% e oltre degli altri. L’inequivocabile conferma viene dai dati dell’ultimo rapporto Istat Noi Italia.100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo, presentato ieri.

Nel 2012 la spesa sanitaria si è aggirata sui 111 miliardi di euro, pari a 1.867 euro all’anno per abitante (pari a 2544 dollari Usa), in crescita rispetto ai 2.345 del 2011. Si tratta di valori che collocano l’Italia nella metà inferiore della classifica dei Paesi europei, dietro a Finlandia (2.477 dollari pro capite) e poco sopra la Spagna (2.244 dollari), a sua volta seguita a distanza da Portogallo, Slovenia e Grecia.

Nella parte alta della “classifica”, resta ben lontano il pur tradizionalmente risparmioso Regno Unito, con i suoi 2.821 dollari pro capite, e sono del tutto fuori portata Francia e Germania, che arrivano rispettivamente a 3.204 e 3.436 dollari.

Un dato significativo che emerge dal rapporto dell’Istituto centrale di statistica è quello relativo alla spesa sanitaria delle famiglie italiane, che nel 2011 hanno contribuito con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 20,6% (oltre -2% rispetto al 2001). La spesa sanitaria delle famiglie rappresenta l’1,8% del Pil nazionale, e ammonta mediamente a 949 euro per le famiglie del Mezzogiorno e a 1.222 euro al Centro-Nord .

Anche il tasso italiano di posti-letto ospedalieri è ben sotto la media Ue, con 3,5 per mille abitanti contro i 5,5 del dato medio Ue nel 2010: un tasso pari a quello della Danimarca e di poco superiore a quello di Cipro.

Commentando i dati sulla spesa sanitaria, Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ha affermato che sono ‘’il segno che il nostro Paese spende bene”, anche se spesso si percepisce la sanità come fonte di sprechi.

“I numeri dimostrano il contrario- spiega Scaccabarozzi -, anche perché l’Italia è il Paese che spende meno pur essendo rimasto l’unico con una sanità completamente universalistica, quindi dà di più di quello che spende.’’

Anche il settore farmaceutico ha fatto la sua parte in questi anni, continua il presidente di Farmindustria. ‘’Anche la spesa farmaceutica è la più bassa d’Europa, 270 euro a paziente contro oltre 300 degli altri Paesi - sottolinea - inoltre questa è l’unica voce di spesa sicura nel settore, perché è sottoposta a un tetto e sono le aziende a dover ripagare eventuali sforamenti.

Gli sprechi sono in altri settori’’. Da questi numeri, conclude il presidente degli industriali del farmaco, appare chiaro che la spending review al momento in corso non dovrebbe riguardare la sanità.

‘’Mi sembra che la sanità abbia già dato e fa bene il ministro Lorenzin a ribadire che il Fondo sanitario nazionale è a un livello minimo sotto il quale non si riuscirebbe più a garantire i Livelli essenziali di assistenza’’
(quotidianosanita.it)

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Ims Health, segnali di ripresa per il mercato della farmacia

Segnali di ripresa per il mercato della farmacia, che nel 2013 ha fatto registrare - secondo i dati che Ims Health ha presentato ieri al Consiglio delle Regioni Federfarma e dei quali riferisce un articolo del quotidiano on line del sindacato titolari, Filodiretto - una crescita a valori dell’1,3% sull’anno precedente, per un totale di quasi 25 miliardi di euro. Rispetto al consuntivo 2012, che segnò un decremento del 4,1%, sono più di cinque punti di differenza.

Il dato complessivo, però, a disaggregarlo, evidenzia andamenti contrastanti: i farmaci di fascia A calano dell’1,2%, la fascia C cresce del 4%, così come l’area no prescription(Sop-Otc più parafarmaco), che registra una performance più o meno simile (3,8%). La sintesi finale indica una farmacia sempre meno ancorata e dipendente dal farmaco etico, che produce il 61,7% del fatturato, a fronte del 38,3% dell’area commerciale.

Un trend che secondo Ims Health proseguirà anche quest’anno, nel corso del quale si prevedono “genericazioni” per circa 350 milioni di euro che comporteranno inevitabilmente un ulteriore ribasso dei prezzi dei farmaci di fascia A e, per conseguenza, un’ulteriore erosione della “marginalità” della ricetta. Per Ims Health il mercato complessivo della farmacia dovrebbe continuare ad avere un andamento positivo anche nel 2014, ma per merito esclusivo dell’aumento della spesa privata, mentre sul fronte della spesa Ssn gli indicatori continueranno a restare sul segno meno. Il consiglio degli analisti di mercato è quello di “presidiare con attenzione l’extrafarmaco, dove non mancano alcuni segnali di allarme”, dovuti alla concorrenza più aggressiva su comparti come i prodotti nutrizionali e quelli per igiene e bellezza. [...]
(Ordine Farmacisti Roma)

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Fallisce un’altra farmacia nella provincia di Parma. Due in una settimana

È passata una settimana dalla notizia del fallimento della farmacia a Colorno, in provincia di Parma e, nella stessa provincia, si assiste a un’altra dichiarazione di fallimento, questa volta a Neviano degli Arduini.

La vicenda è simile: «una farmacia acquistata a un prezzo eccessivo e non in linea con l’andamento del mercato del momento», «cospicui debiti nei confronti di istituti di credito e fornitori che l’impresa non è in grado di ripianare» e «bilanci di esercizio a partire dal 2009 che si sono chiusi tutti con risultati negativi».

Secondo la sentenza, infatti, all’origine c’è «una situazione di tensione finanziaria che è da imputare principalmente al prezzo di acquisto della farmacia», «eccessivo e non in linea con l’andamento del mercato del momento, a cui la titolare ha fatto fronte attraverso un finanziamento a medio-lungo termine e in parte mediante dilazioni concesse dai fornitori».

L’operazione «si è rivelata con il tempo altamente antieconomica poiché ha appesantito eccessivamente la struttura finanziaria ed economica dell’azienda gravandola di oneri finanziari che hanno annullato completamente la redditività della farmacia» e che «la società non è in grado di ripianare».

«I bilanci di esercizio a partire dal 2009 si sono chiusi tutti con risultati negativi» continua il documento, e «quello al 2012 con una perdita di 145.683 euro». Così «la situazione patrimoniale alla data di presentazione della domanda di concordato evidenzia un passivo che supera ampiamente le attività»: «a fronte di un passivo concordatario quantificato dalla ricorrente in poco meno di 2,3 milioni di euro, l’attivo concordatario ammonta a 800mila».

Anche in questo caso è stata tentata la strada del concordato in continuità – istituto che prevede «il risanamento dei debiti con la prosecuzione dell’attività di impresa» - con la proposta di destinare «i flussi di cassa generati al soddisfacimento dei debiti pregressi nell’arco di cinque anni» e di soddisfare «i creditori chirografari per un 30,31%» dopo i privilegiati (contro il 28,8% su 4,6 milioni di euro di debiti ammessi nel concordato della farmacia di Colorno).

Questa volta il concordato è stato approvato dai creditori con il 74% dei voti a favore (vengono contati come voti favorevoli anche gli astenuti). Ma poi nel giudizio ai fini dell’omologa due creditori dissenzienti, che insieme rappresentano quasi il 25% dei debiti ammessi, si sono opposti e da qui la strada è segnata: il commissario giudiziale ha ritenuto che «per i creditori chirografari la proposta concordataria è meno conveniente rispetto a una procedura di liquidazione, anche fallimentare, sia per la percentuale di soddisfazione dei crediti sia per i concreti tempi di realizzo dell’attivo», con la conseguente revoca dell’ammissione del concordato e il fallimento della farmacia.

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Assosalute: “Bene i farmaci on line, ma 80% italiani vuole consiglio farmacista”

Anche Assosalute, l’associazione nazionale dei produttori dei farmaci di automedicazione presieduta da Stefano Brovelli (nella foto), ha voluto esprimere in una nota diffusa dalle agenzie di stampa una sua valutazione (ovviamente interessata) per il recepimento della direttiva UE sulla vendita on line dei farmaci da banco.

Secondo Assosalute, la nuova normativa, accolta con “soddisfazione”, consentirà “una maggiore tutela della salute dei cittadini, permettendo loro di orientarsi verso i canali autorizzati e legali per l’acquisto di farmaci per i piccoli disturbi”. “

Resta da valutare – scrive Assosalute nel suo comunicato - il reale impatto che le vendite dei farmaci on line avranno nel nostro Paese, vista la capillarità dei canali distributivi – farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata – e la possibilità di confronto e consiglio che i cittadini trovano grazie alla presenza del farmacista, aspetto che verrebbe a mancare con le vendite on line”.

Secondo un sondaggio realizzato da Assosalute già nel 2011, infatti, l’80% degli italiani evidenziava l’importanza del consiglio del farmacista al momento dell’acquisto di un farmaco da banco. L’associazione sottolinea, inoltre, che “resta da affrontare il tema della certificazione dell’informazione sulla salute e sui farmaci sul web e l’importanza di promuovere fonti riconosciute e certificate.” L’auspicio di Assossalute è che la sfida del web venga colta anche da questo punto di vista.
(farmacista33)

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5 milioni di italiani non si curano per problemi economici

Sono sempre di più le famiglie sull’orlo della povertà e aumentano le persone che, non riuscendo a far quadrare i conti, rinunciano alle spese sanitarie. Nel periodo dal 2007 al 2012 la povertà assoluta in Italia è cresciuta di circa il 60%, arrivando a interessare il 6,8% della popolazione, quasi cinque milioni di persone. Nelle famiglie ‘povere’ si spendono in media per la sanità 16,34 euro al mese (pari a circa il 2% dell’intero budget familiare), rispetto ai 92,45 di media delle famiglie italiane (3,7% del budget).

I dati preoccupanti emergono dal primo Rapporto sulla povertà sanitaria e sulla donazione dei farmaci in Italia della Fondazione banco farmaceutico (Fbf), che ha utilizzato informazioni provenienti dalla ‘Giornata di raccolta del farmaco’ annuale (Grf), dalle donazioni delle aziende farmaceutiche e dai sistemi di monitoraggio degli oltre 1.500 enti caritativi che fanno parte della rete servita dal Banco, come riferisce un articolo per il nuovo numero on line dell’Almanacco della Scienza Cnr.

“Tra il 2007 e il 2013 la Fbf ha incrementato la raccolta di farmaci del 241%. I farmaci donati nell’ultimo anno sono stati 1.162.859”, si legge nel testo. Questo aumento è dovuto da un lato alla crescita delle donazioni durante la Grf (+23%), dall’altro al boom delle donazioni aziendali (+1345%).

Il trend di forte crescita della povertà ha però aumentato la forbice tra bisogno e capacità di risposta attraverso le donazioni. Se nel 2007 la giornata riusciva a coprire quasi il 55% delle richieste, nel 2013 siamo scesi al 43,2%.

Il picco di capacità di risposta è stato raggiunto nel 2011 (65,1%). Dal punto di vista economico, la Fondazione ha distribuito nel 2013 farmaci per oltre otto milioni di euro, rispetto ai 2,1 milioni di euro del 2007. Il 75% di questo valore è oggi garantito dalle aziende (era il 15% nel 2007).

Per quanto riguarda le tipologie di farmaci donati, i più diffusi sono quelli contro l’acidità (11,5%), gli analgesici (11,2%), gli antiinfiammatori (7,7%), i preparati per la tosse (6,8%) e i farmaci contro i dolori articolari e muscolari (5,8%)”.

Nel corso del 2013, 24 aziende hanno effettuato 274 donazioni, per un totale di oltre 812 mila confezioni. La propensione a donare è crescente nel tempo e potrebbe essere incentivata rimuovendo alcuni vincoli normativi e burocratici che ancora rendono complesso il sistema.
(Repubblica.it)

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Il dg Conad ai titolari: «Siete rimasti agli anni Sessanta»

Il supermarket della salute non funziona più, la multispecializzazione per categorie merceologiche in farmacia sarà difficile da sostenere economicamente, è indispensabile optare per un posizionamento distintivo. Lo raccomanda ai farmacisti Francesco Pugliese, direttore generale Conad, intervenuto al Corso Evoluzione Apoteca Natura 2014 che si sta tenendo a Parma.

«La multispecializzazione è in realtà despecializzazione: basti pensare a come le catene specializzate tipo Decathlon o MediaWorld abbiano messo in seria crisi gli ipermercati. Nel commercio conta la cura del dettaglio, cominciando dagli assortimenti: che senso ha tenere sei marche di lassativi e non soltanto due, scelte da noi tra quelli con il miglior rapporto qualità-prezzo?».

Pugliese ha ricordato che Conad gestisce 80 parafarmacie, con un milione di media di fatturato annuo e prezzi inferiori del 25% a quelli dei prodotti nelle farmacie.

La selezione dell’assortimento è chirurgica, lui che ha lavorato in grandi aziende sa bene che non si deve lasciare a loro le leve della vendita e dell’offerta, è il distributore che sceglie. «Siete rimasti al 1960 in termini di evoluzione del processo di retailing», ha detto ai titolari, «dovete giocare la vostra partita, differenziarvi, promuovere l’’imprenditorialità tra i dipendenti, dare loro incentivi personalizzati.

E non entrare in farmacia con il Sole 24 Ore sotto il braccio e chiudervi in ufficio». La mancanza di scelte chiare, manageriali e di un posizionamento distintivo non comunica un’identità chiara al consumatore e, inoltre, richiede costi enormi: «Nella farmacia multispecializzata si frazionano gli acquisti, c’è necessità di ampi spazi e di personale dedicato in ogni reparto, aumentano le scorte e i margini si riducono», ha spiegatoMassimo Mercati, amministratore unico di Apoteca Natura. «La mission dei farmacisti deve essere invece soddisfare i bisogni complessi di salute, non soltanto sfruttare l’occasione di acquisto dei consumatori». [...]

«Voi farmacisti vi opponete alle liberalizzazioni per difendere un orticello che si sta sgretolando da solo», ha proseguito Pugliese. «Le leggi attuali non reggeranno e a breve sarà possibile l’entrata del capitale nella proprietà delle farmacie e quindi la nascita delle catene.

Non siamo noi, con poche centinaia di corner, i vostri competitors: quanto impiegheranno i grandi gruppi internazionali a comprare le 1.000 comunali, appena sarà possibile? Datevi una mossa, noi lo abbiamo fatto molti anni fa». [...]
(farmacista33)
 

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