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Notiziario n° 85

 
Editoriale

Farmacie comunali

Mondo farmaceutico

 Editoriale
Importazioni parallele: problema sistemico

Il dibattito pubblico apertosi nelle ultime settimane sulle esportazioni parallele è utile a  farci cambiare prospettiva: analizzare i nostri problemi non solo per le ricadute sul contesto italiano, ma anche per le loro origini, che in questo caso risiedono in un mancato processo integrativo dell’Unione Europea.

Il fenomeno va inquadrato nella sua complessità. Secondo uno studio elaborato da Fabrizio Gianfrate per conto di I-Com (Istitituto per la Competitività), quello delle importazioni parallele è un processo che ha assunto connotati quantitativi e qualitativi rilevanti da più di quindici anni e oggi riguarda circa il 7% del mercato farmaceutico europeo, per un valore di almeno 10 miliardi.

La “molla” che fa scattare questo mercato parallelo di esportazioni-importazioni di farmaci da un paese all’altro è dato dal differenziale di prezzo di farmaci rimborsati dalle autorità pubbliche nei diversi contesti nazionali. E ciò che permette tutto ciò è ovviamente il principio comunitario della libera circolazione dei  prodotti  e  dei  capitali  tra  i  paesi  membri, così come sancito dal Trattato di Roma. Si tratta pertanto, è bene dirlo fin d’ora, di una pratica commerciale del tutto legittima. Legittimità che non può essere messa in discussione dal fatto che in questo mercato parallelo si possano registrare casi di contraffazione e falsificazione di farmaci.

Rimane però il fatto che l’importazione parallela produce effetti collaterali non trascurabili. Primo fra tutti il rischio concreto di una carenza di  farmaci  di  grande  importanza  sanitaria  nei paesi esportatori. Parallelamente a ciò, anche le  multinazionali  del  farmaco  vedono  ridotti  i propri profitti (che il professor Gianfrate quantifica in circa un -3,5/4,5 miliardi l’anno) in quanto i loro farmaci nei mercati più redditizi sono venduti a prezzi più bassi. Ne risulta una minore disponibilità di risorse per la ricerca scientifica.

E’  invece  evidente  che  chi  beneficia  di  tale fenomeno sono non solo i grossisti dei paesi esportatori, ma tutti i cosiddetti “payers” dei paesi  importatori,  seppure  in  maniera  differente da un contesto nazionale all’altro: tanto la filiera distributiva, quanto i privati cittadini e i governi, che con tale strumento riescono a ridurre la propria spesa farmaceutica. Non è un caso che la maggior parte dei Governi dei paesi importatori incoraggino più o meno attivamente l’importazione parallela.

Gli importatori paralleli, secondo la disanima del professor Gianfrate, sono però di gran lunga quelli che ci guadagnano di più. Come si posiziona il nostro paese rispetto a tutto ciò?

Dall’Italia parte circa un terzo di tutto il parallel trade europeo. Ciò è sicuramente dovuto ai bassi prezzi imposti dal Servizio Sanitario Nazionale, ma anche dalle caratteristiche dei grossisti. Più che altrove, da noi si assiste ad un alto numero di piccole realtà dal raggio d’azione locale. Si tratta di aziende che riforniscono più volte al giorno le farmacie del proprio territorio, e che trovano il proprio modello di business nel liberare le farmacie stesse dai costi di magazzino. Peso finanziario che, sommandosi alle ridotte dimensioni del proprio mercato e ai bassissimi margini garanti dallo Stato, rendono pressoché necessaria l’apertura alle esportazioni parallele.

E’ evidente che ci sono anche grandi operatori italiani che nel mercato parallelo realizzano grandi speculazioni. Come del resto non vorremmo che si dimenticasse una certa bonarietà da parte di alcune Regioni nel distribuire licenze a nuovi grossisti.

Ma a parte queste precisazioni, ci appare chiare come alcune responsabilità individuali siano poca cosa di fronte alla complessità di problemi che generano e mantengono quello che dobbiamo considerare un fenomeno distorsivo del sistema sanitario europeo. Insomma, ci troviamo di fronte ad una situazione in cui si determina un reale danno per la salute dei cittadini europei apparentemente irrisolvibile a causa del rispetto del principio di libera circolazione dei prodotti all’interno dell’Unione.

Ma i principi sono sempre più importanti dei diritti individuali? La nostra risposta è un chiaro no.

I farmacisti italiani vivono quotidianamente la frustrazione umana e professionale di non avere a disposizione i farmaci richiesti da pazienti affetti da gravi malattie. A questi farmacisti, e ancor più ai loro pazienti, non si può rispondere “purtroppo è un effetto del Trattato di Roma”.

Si tratta di una risposta non in linea coi principi che hanno motivato i Padri fondatori dell’Unione Europea. Un grande progetto istituzionale nato da tragiche esperienze di sofferenza umana con lo scopo di creare istituzioni che armonizzassero i rapporti tra i popoli europei.

I  problemi  sociali  creati  dal  mercato  parallelo  dei  farmaci,  al  pari  di  quanto  già  accaduto  col famigerato Patto di Stabilità, produrranno un legittimo anti-europeismo sull’opinione pubblica. Operazioni che difendono gli Accordi e le casse europee, ma uccidono gli europei. Per salvare il corpo si rischia di uccidergli l’anima.

Dobbiamo recuperare una piena coerenza con i principi ispiratori della nostra comune casa europea, dobbiamo avere la forza di non lasciare le nostre società in mano a meccanismi impersonali e incapaci alla lunga di adattare il loro funzionamento al bene comune.

Non è quindi questione di trattati o di procedure d’infrazione, ma di visione e di volontà politica.

Francesco Schito
Vice Presidente Assofarm

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 farmacie comunali
Crisi, arrivano gli sconti anche per farmaci e cibo

Non solo abiti, borse e calzature. Complice più che mai la crisi economica, la ‘febbre da sconto’ al via questa settimana in tutta Italia coinvolgerà anche generi una volta esclusi dalle promozioni, come cibi e farmaci. In entrambi i casi si tratta di prodotti legati al periodo invernale e in particolare, per gli alimenti, al Natale; mentre per i medicinali,  le  riduzioni  di  prezzo  riguarderanno  soprattutto farmaci e parafarmaci che curano i malanni di stagione.

Secondo i dati di Fiesa, l’Associazione dei commercianti alimentari di Confesercenti, i prodotti gastronomici in ‘saldo’ a inizio gennaio saranno dunque dolci e piatti tipicamente  legati  alle  feste,  venduti  con  sconti  a  partire  dal 50%  per  liberarsi  delle  rimanenze  dell’anno.  Lo  sconto salirà ancora dopo l’Epifania, se si avranno ancora giacenze.

Ecco i prodotti interessati dalla ‘vendita di recupero’: zamponi e cotechini; capitone; confezioni speciali di lenticchie (i  ‘kit’  per  l’ultimo  dell’anno);  strenne  natalizie;  torroni; pandori; altri dolci da festività da acquistare a prezzo ribassato per riempire la calza della Befana, come monete di  cioccolata,  cioccolatini  e  caramelle  a  tema  natalizio. Ancora, sconti sulla frutta secca e sulle specialità gastronomiche regionali legate al Natale o al Capodanno.

Si passa poi ai farmaci senza obbligo di ricetta e ai parafarmaci,  che  si  possono  acquistare  in  farmacia,  ma anche  al  supermercato  e  nelle  parafarmacie.  Ed  è  qui che si potranno trovare gli sconti maggiori. “Da noi - dice all’Adnkronos Salute Giuseppe Scioscia, presidente della Federazione delle parafarmacie italiane - è possibile trovare già tutto l’anno sconti in media del 15% rispetto ai prezzi praticati dalle farmacie tradizionali”.

“Sicuramente in questo periodo di saldi generali - prosegue - le parafarmacie, circa 4.700 in tutta Italia, per stare ancora più vicine al cittadino applicano ulteriori riduzioni sia, ad esempio, sulle calzature ortopediche (si arriva a un -30-35%), sia sui parafarmaci e sui medicinali senza ricetta, in particolare quelli che servono per curare raffreddore e influenza: anti-febbre, antinfiammatori, integratori che alzano le difese immunitarie, scontati di un ulteriore 5%. Molte persone, inoltre, non si vaccinano contro l’influenza e scelgono di curarsi con prodotti naturali che noi proponiamo a prezzi vantaggiosi soprattutto in questo periodo. E’ il momento di farlo”.

Anche nei 100 corner salute della Coop si potranno trovare sconti su farmaci e parafarmaci, con il ‘pacchetto offerte’ del mese di gennaio, non strettamente legato ai saldi, ma comunque conveniente: 30 parafarmaci e una decina di medicinali che andranno in promozione con sconti fino anche  al  45%  nel  primo  caso,  e  in  media  del  15%  nel secondo, considerando che il prezzo di partenza è già di circa il 30% più basso di quello praticato in farmacia, riferiscono dalla Coop. Questo mese ad esempio si potranno trovare Buscopan e Buscofen a -15%, Borocillina a -10%, Mucosolvan a -15%. Per quanto riguarda i generi alimentari, via libera alle promozioni sui prodotti del periodo per dar fondo alle rimanenze, anche se ciascuna cooperativa deciderà autonomamente quanto e cosa scontare.
(rassegna.it)

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 Un ternano alla guida delle comunali dell’Umbria

Stefano  Mustica,  presidente  dell’Azienda  speciale  per  le farmacie municipali di Terni è stato nominato coordinatore regionale di Assofarm Umbria, l’associazione che raggruppa tutte le farmacie di proprietà pubblica dell’Umbria. “La nomina del presidente di Asfm a coordinatore regionale di Assofarm - afferma Libero Paci, vice sindaco di Terni - è un apprezzamento  al  lavoro  svolto  con  risultati  tangibili  raggiunti dall’Azienda del Comune di Terni non solo in ordine ai bilancio. Il ruolo di Stefano Mustica è anche un riconoscimento della rilevanza di una azienda che continua ad avere un ruolo centrale nel settore farmaceutico di Terni e dell’intera Regione e che ha tutte le condizioni e potenzialità per affrontare le prossime sfide”.

Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuta la riunione del coordinamento  regionale  di Assofarm,  con  all’ordine  del  giorno la definizione dei nuovi assetti di rappresentanza della farmacie comunali umbre. Sono stati nominati Stefano Mustica, presidente delle Farmacie Comunali di Terni - AsFM di Terni, come coordinatore Regionale di Assofarm, Francesca Di Stefano,  presidente degli Istituti Riuniti di Cannara, coordinatrice per i progetti di sviluppo e Raimondo Erquiglini dell’Afas Perugia, Antonio Tabascio delle farmacie comunali Bastia Umbra, Ilario Baratta dell’Afc Spoleto come responsabili della parte tecnico scientifica.

Volontà del Gruppo di Coordinamento é stata quella di ribadire l’importanza delle sinergie tra le diverse farmacie comunali dell’Umbria mettendo a fattor comune le competenze, i progetti e le risorse del sistema pubblico farmaceutico.
(quotidiano nazionale)

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 Farmavaldera: Ambulatorio e assistenza domiciliare

Domenica 26 gennaio a Ponsacco, il Sindaco Alessandro Cicarelli e il presidente di Farmavaldera Fabrizio Gallerini, hanno inaugurato l’ampliamento dei locali della Farmacia Comunale. I nuovi spazi serviranno ,oltre ad aumentare l’offerta  merceologica  con  un  nuovo  reparto  di  prodotti sanitari e ortopedici e un corner di ottica, a sviluppare il nuovo modello di farmacia dei servizi. All’interno della farmacia sarà infatti disponibile dal mese di febbraio un servizio infermieristico dal lunedì al sabato. Sarà possibile effettuare a prezzi contenuti iniezioni, medicazioni, etc..

Sarà  possibile  ricevere  informazioni  e  orientamento  sui servizi offerti dalla ASL attraverso un apposito sportello (come ottenere esenzioni, certificazioni, ausili di assistenza protesica, come accedere ad un ricovero in una residenza sanitaria, etc). Inoltre la farmacia apre una rete di servizi capace di assicurare alle famiglie , agli anziani e alla persone fragili una gamma di soluzioni assistenziali quali  assistenza  domiciliare,  infermieri  e  fisioterapisti  al domicilio,  telesoccorso  e  teleassistenza,  ricoveri  di  sollievo e residenzialità. Il tutto grazie alla collaborazione tra Farmavaldera e la Fondazione Easy Care , ideatrice del pacchetto di servizi Pronto Serenità , un sistema globale di assistenza per anziani e disabili.

Consulenza, assistenza, cura, formazione : tanti modi per accompagnare la famiglia e l’anziano offrendo la sicurezza e le garanzie di cui hanno bisogno nel rispetto delle loro abitudini, al loro domicilio o se necessario in residenze protette, anche x brevi periodi. La proposta è quella di una soluzione personalizzata ai bisogni che cambiano nel corso della vita, un’opportunità in più per le famiglie che si trovino ad affrontare una situazione di ridotta autonomia ,anche temporanea, un modello di assistenza alternativo al  ricovero  in  RSA,  a  costi  più  contenuti  e  modulato  in base alle esigenze della famiglia.

I servizi verranno svolti in collaborazione con le associazioni e cooperative sociali che operano sul territorio favorendo l’incontro tra la domanda e l’offerta. Grazie ai nuovi servizi la Farmavaldera sarà in grado di rispondere a 360 ° alle esigenze dei cittadini, dimostrando ancora una volta come le farmacie pubbliche possano essere l’avanguardia e lo stimolo al cambiamento. Una grande sfida che fa leva sulla professionalità del nostro personale e il rapporto fiduciario instaurato con la cittadinanza, la consapevolezza che nonostante i tempi difficili in cui operiamo l’innovazione e lo spirito di servizio possono fare da volano allo sviluppo.

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 Farmacie Comunali Foligno: dalla rappresentanza ai poveri

In tema di sprechi vergognosi, nell’anno passato l’Italia ne ha visti di tutti i colori ed il più delle volte gli italiani hanno concluso con un malinconico “tanto non cambia niente”. Ma la speranza è dura a morire e da Foligno viene un segno che potrebbe dare il via, o almeno si spera, ad una gara di emulazione.

Per adesso quel segno è un qualcosa di concreto di cui potrà usufruire una famiglia. ‘Abbiamo scelto di ridurre drasticamente tutti i costi ed in particolare le spese di rappresentanza dell’azienda, per poter destinare quelle cifre a concreti progetti di assistenza della Caritas di Foligno’.

Ad annunciarlo è lo stesso Alessandro D’Ingecco, presidente dell’azienda delle farmacie comunali folignate ‘Il 2013 è stato un anno duro anche per il settore farmaceutico – fa notare – abbiamo subito forti penalizzazioni dai tagli nel settore, dalla nuova politica dei prezzi e da una liberalizzazione che ha scompaginato il mercato. Nonostante  tutto  abbiamo  ottenuto  buoni  risultati,  consolidando  l’attivo  dell’Afam  e  facendo  quindi  affluire  nuove risorse economiche nelle casse comunali a beneficio dell’intera comunità. Il grande valore aggiunto delle farmacie pubbliche – sottolinea il presidente Alessandro D’Ingecco – resta comunque quello della prioritaria attenzione al sociale ed alle categorie più deboli.

Proprio per questo abbiamo voluto fare uno sforzo in più per rendere il nuovo anno meno pesante e più felice alla nostra comunità, mettendo queste esigenze prima dell’interesse stesso dell’azienda’.

Quano ai beneficiari dell’iniziativa Mauro Masciotti, direttore della Caritas folignate fa sapere che ‘Grazie allo stanziamento che hanno destinato, l’Afam contribuirà ad aiutare una famiglia del nostro territorio pesantemente colpita dalla crisi economica e sociale.

Con queste risorse eviteranno lo sfratto e non rischieranno più di perdere la casa e finire in strada inoltre permetteranno alla famiglia di sostenere spese domestiche ed utenze, vivendo questo 2014 con maggiore tranquillità e serenità’.

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 Crisi comunali: da Sesto S. Giovanni (Mi) una possibile cura

Modifica al contratto enti locali per il personale in servizio e applicazione del contratto di settore Assofarm per le nuove assunzioni, con una riduzione dei costi di 200mila euro l’anno, trasferimento della sede di una delle farmacie in una zona più di passaggio, minor ricorso a farmacisti in libera professione, e la trasformazione delle Farmacie comunali da azienda speciale a società a responsabilità limitata (Srl) a capitale pubblico.

È questo un primo pacchetto di interventi che il sindaco di Sesto San Giovanni, Monica Chittò, ha messo sul tappeto per cercare di far uscire dalla crisi le farmacie comunali, che presentano un buco di circa due milioni di euro. La cura è presentata dal sindaco in una lettera in cui spiega come, dopo «un negoziato difficile», si sia chiuso l’accordo con le organizzazioni sindacali, «un compromesso» che vede l’applicazione del contratto di settore Assofarm, «decisamente meno oneroso, alle nuove assunzioni, mentre il personale in servizio mantiene il contratto degli enti locali ma con due modifiche che ne riducono i costi: non verranno pagati premi di produttività dal 2013 al 2016, e dal 2017 si riprenderà a pagarli soltanto se ci saranno utili – ai premi sarà destinata la metà degli utili e comunque gli importi non dovranno essere superiori a quanto i dipendenti percepivano fino al 2012. Inoltre per due anni il personale lavorerà due ore in più alla settimana senza alcun compenso aggiuntivo».

Tutte  modifiche  che  non  solo  «permettono  una  riduzione dei costi, assolutamente necessaria, di circa 200.000 euro all’’anno» ma anche un minor «ricorso a farmacisti in libera professione», ottenuto anche con una migliore organizzazione interna. Anche il cambio di sede di una delle farmacie sembra aver dato i suoi frutti: da un punto poco accessibile - «una delle ragioni del suo fatturato troppo basso» - a «una sede spaziosa, ben arredata, che affaccia sulla strada ed è facilmente raggiungibile» - e già «i primi giorni di attività dicono bene». Ancora in alto mare invece la questione del magazzino, che avrebbe dovuto servire farmacie e grossisti del circondario ma secondo la due diligence è invece responsabile «di oltre i ¾ della proiezione di perdita»: la gara è andata deserta «e ora nel rispetto della legge percorreremo la strada della trattativa privata, a tempi rapidi». Mentre sugli assetti futuri è pronto  il  progetto  di  risanamento  che  dovrà  essere  a  breve sottoposto  al  consiglio  comunale.

I  contenuti  erano  già stati  annunciati:  «trasformare  le  Farmacie  comunali  da azienda speciale a società a responsabilità limitata (Srl) a capitale pubblico in modo da poter gestire le farmacie in modo più agile, e cercare partner pubblici, privati o del privato sociale che rafforzino la nostra realtà». Un tema che vede un dibattito «vivace» con le organizzazioni sindacali. Ma, rassicura Chittò, «la Srl nascerà con il comune proprietario al 100% e in ogni caso, anche se ci si aprisse ad  altri  soggetti,  manterrà  la  maggioranza  assoluta  del capitale sociale e garantirà tutti i posti di lavoro». In ogni caso, «per avere un’’azienda solida, che regga i cambiamenti del mercato farmaceutico e non vada in affanno, è utile pensare sia a nuovi partner sia a un ampliamento della dimensione societaria».
(farmacista33)

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 Novi Ligure: farmacie comunali in attivo

A Novi la farmacia comunale di via Verdi ha chiuso il 2013 con un bilancio in positivo, segnando un attivo di oltre 12 mila euro. L’ottimo risultato raggiunto, pur in un momento di recessione, oltre a salvaguardare i posti di lavoro, conferma soprattutto quanto un esercizio pubblico possa essere produttivo per le casse comunali. La farmacia comunale negli ultimi anni è stata al centro di un acceso dibattito politico, tra chi voleva alienarla e chi, invece, ha sostenuto la volontà di mantenerla pubblica.

“Il risultato è più che confortante – ha commentato l’assessore alle Politiche sociali, Felicia Broda – anche perché vengono sicuramente salvaguardati 4 posti di lavoro. Non sono mai stata favorevole alla sua vendita o a una partnership con privati, ma nemmeno mi sentirei di innalzare barricate ideologiche. È stato più volte detto, ad esempio dall’assessore al Bilancio Germano Marubbi, che alla fine dell’anno passato si sarebbero tirate le somme sulla produttività di questo servizio. Ogni futura decisione spetterà alla prossima amministrazione”.

“Abbiamo sostenuto con forza il mantenimento pubblico della farmacia comunale – dice il consigliere comunale del Pcl, Francesco Moro – contestando la sua alienazione voluta da questa maggioranza e, in buona parte, dall’opposizione di centrodestra. Il disaccordo è stato infatti uno dei motivi dell’uscita dalla maggioranza della sinistra. La nostra prossima campagna elettorale verterà anche su questo punto”.
(alessandrianews.it)
 

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 “Cinque per cento e lode”: le farmacie  di  Riccione  aiutano la scuola

“Uno  sconto  virtuale,  un  aiuto  reale”.  E’  lo  slogan  della campagna “Cinque per cento e lode”, lanciata Farmacie Comunali Riccione spa in favore delle Scuole elementari cittadine. “Il meccanismo è semplice – hanno spiegato Maria Chiara Ballerini, Presidente delle Farmacie Comunali Riccione e Antonio Marcello Muggittu, Amministratore delegato  della  società  - per ogni acquisto fatto nelle Farmacie comunali, esclusi i farmaci di fascia A e C (per i quali la legge esclude espressamente qualsiasi iniziativa di  natura  commerciale  volta  a  incentivarne  il  consumo, Ndr), l’acquirente riceverà un buono pari al 5 per cento dello scontrino, da consegnare a una scuola elementare della città per l’acquisto di materiali e attrezzature didattiche”.

In  altre  parole,  la  somma  dei  buoni,  raccolti  da  genitori, familiari e nonni e consegnati alla propria scuola darà l’ammontare del contributo finale da spendere in materiali e strumenti per la didattica. Il progetto delle Farmacie comunali  riccionesi  prevede  inoltre,  a  partire  dal  mese  di febbraio, un calendario di incontri e attività di educazione sanitaria dedicati agli alunni delle terze, quarte e quinte elementari sui temi dell’igiene orale, tenuti da un dentista specializzato, e dell’igiene personale, affidate ad un dermatologo.

“Cinque per cento e lode”: le farmacie di Riccione aiutano la scuola „“Ben vengano iniziative come questa – ha commentato il  Sindaco  Massimo  Pironi  –  che  hanno  come  fine  ultimo l’educazione dei ragazzi e la qualità del loro percorso scolastico.

Una  volta  tanto  si  mette  la  scuola  sotto  i  riflettori, non come un’emergenza ma come un’opportunità di crescita dell’intera collettività. Sono sicuro, per come conosco le nostre scuole e i loro dirigenti, che riusciranno a capitalizzare ogni singola risorsa, anche se modesta, e a farla fruttare a beneficio dei bambini e delle loro famiglie.”  Commenti entusiastici anche dai Dirigenti degli Istituti scolastici comprensivi 1 e 2, Paride Principi e Sandra Villa, che hanno sottolineato la bontà di iniziative che mettano  a  disposizione  delle  scuole  risorse  aggiuntive utili all’insegnamento, dopo l’infausta stagione dei “tagli lineari” subiti negli anni.“
(Riminitoday)

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 Bollini  Ztl: a Siena anche in Farmacia

" Siena  Parcheggi  e ASP  (l’azienda  pubblica  per  i  servizi alla persona che gestisce le farmacie comunali), due fiori  all’occhiello  per  l’amministrazione  comunale”,  questa l’apertura del sindaco Bruno Valentini alla conferenza stampa tenutasi questa mattina per presentare la nuova possibilità, dal prossimo mese di marzo, di pagamento e ritiro dei bollini ZTL nelle farmacie comunali.

“Due  aziende  –  ha  proseguito  Valentini  –  che  erogano servizi alla città in maniera trasparente, efficiente e con positivi risultati economici, e che sempre più devono diventare poli di comunicazione a livello turistico e cittadino. A breve si concretizzerà, anche, l’altra collaborazione con Tiemme per la gestione dell’ufficio informazioni e biglietteria alla Stazione ferroviaria. Tutta una serie di sinergie che testimoniano come a Siena le società pubbliche, partecipate  o  controllate  dal  Comune,  funzionino  bene nell’erogazione di servizi a beneficio della collettività>>. E l’esempio, riportato dall’assessore ai trasporti e traffico Stefano Maggi, è stato calzante: <
Adesso, grazie alla fattiva collaborazione tra queste due realtà è stata recepita e attuata l’idea del Sindaco di poter ritirare i bollini per la ZTL nelle tre farmacie comunali, da considerare sempre più “proiezioni esterne del Comune>>,  come  ha  evidenziato  il  presidente  dell’ASP  Pier Luigi Corsi. Vi si vendono prodotti per la cura del corpo, a marchio ASP, quindi più convenienti a parità di qualità, e medicinali ad uso veterinario; inoltre nella sede alla Stazione, in via sperimentale e fino al prossimo mese di giugno, è stato ampliato alle 21 l’orario di apertura”. Una farmacia, dunque, sempre più di servizio. Per l’assessore alla sanità e al sociale Anna Ferretti “una casa aperta a tutti, e volano di sviluppo”.

“Sicuramente  l’opportunità  di  aggiungere  agli  attuali  6 sportelli  bancari,  e  ai  due  della  Siena  Parcheggi,  le  tre farmacie comunali faciliterà - come ha informato il Presidente  della  Siena  Parcheggi  Roberto  Paolini  -  i  2197 utenti”, ma anche la stessa azienda che emette 20.500 bollini all’anno.

Entro  quindici  giorni  la  Siena  Parcheggi  informerà,  per lettera, tutti gli utenti sulla nuova possibilità.

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 Grosseto: asta deserta per le farmacie comunali

“L’asta deserta è un fallimento per l’amministrazione co- munale”.  L’ex  sindaco  di  Grosseto, Alessandro Antichi, oggi consigliere regionale, analizza quello che è successo mercoledì a Grosseto rispetto alla vicenda della vendita delle farmacie comunali: nel giorno della scadenza del bando di vendita (prezzo a base d’asta 12.390.267 euro), il Comune di Grosseto si è trovato di fronte alla mancanza di offerte di acquisto, per cui non c’è stata l’apertura di alcuna busta.

“Quando un bando va deserto - spiega l’avvocato Antichi - c’è la mancata realizzazione delle aspettative del Comune rispetto alle entrate previste. Questo è un fatto molto grave per un’amministrazione perché quegli investimenti rimangono privi di copertura. Nel caso specifico, bisogna considerare  che  si  tratta  di  un  bando  con  un  prezzo  a base d’asta che supera i dodici milioni di euro e di entrate in bilancio di oltre sei milioni di euro. Senza dubbio - afferma Antichi - è un fallimento per l’amministrazione e non un accidenti che può lasciare indifferenti”.

Per l’avvocato Alessandro Antichi alla base dell’assenza delle offerte economiche “c’è stato un errore strategico”. “Ritengo - aggiunge Antichi - che ci sia stato un problema di formulazione e di gestione delle offerte. C’è stato un errore strategico che comporta delle perdite per il Comune. Adesso va analizzato il perché non ci siano state offerte e va riconsiderato un po’ tutto”.

Al momento non è noto quale sarà lo scenario futuro rispetto alla vendita delle farmacie comunali. Tutto è legato alle decisioni che prenderà il Comune di Grosseto. “Dobbiamo  arrivare  -  afferma  il  sindaco  Emilio  Bonifazi  -  ad un  ripensamento  complessivo  rispetto  alla  vicenda  della farmacie comunali, considerando che la procedura di vendita non ha registrato offerte di acquisto.

In effetti era, ormai, diventato improbabile trovare compratori dopo la campagna, che senz’altro non ha invogliato all’acquisto, portata avanti da chi si opponeva a questa scelta dell’amministrazione. E’ chiaro - aggiunge - che adesso si riparte da zero e che tutti i prossimi passi in materia vedranno nuovamente un pieno e concreto coinvolgimento del Consiglio comunale”. Bonifazi sottolinea anche come la scelta del Comune fosse “valida e partita dal presupposto che certi servizi potevano essere più competitivi con una gestione privata che mantenesse ferma la titolarità pubblica delle farmacie comunali”.

Il sindaco Bonifazi ribadisce che “quella di questi giorni non è certo una vittoria di chi si è opposto alla vendita”. “L’assenza di compratori - conclude il primo cittadino - da una parte conferma che non c’erano quelle speculazioni di cui in tanti avevano cianciato in questi mesi, alludendo a vendite precostituite e ad un prezzo considerato troppo basso e, dall’altra, evidenzia semplicemente che una minoranza rumorosa è in grado non di fermare una volontà politica legittima, ma certamente di danneggiarne l’applicazione”.

Preoccupazione per le ricadute sociali e per il futuro dei lavoratori. Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, che non hanno mai condiviso la scelta dell’amministrazione Bonifazi di vendere le farmacie comunali, lasciando trapelare nuove preoccupazioni rispetto a un possibile sforamento del Patto di stabilità. “Gli introiti derivanti dalla vendita delle farmacie - sottolinea Claudio Renzetti, segretario generale della Cgil di Grosseto - erano stati inseriti già nel bilancio di previsione, ma al momento non c’è alcun possibile acquirente e quindi la vendita è incerta. A questo punto c’è il rischio di uno sforamento del Patto di stabilità? In assenza di un piano B, scatterebbero una serie  di  sanzioni  e  di  implicazioni  per  la  cittadinanza,  il Comune e l’intero l’indotto (oltre 700 i lavoratori coinvolti). Nella peggiore delle ipotesi, c’è lo spettro di un eventuale dissesto finanziario. Chiederemo un incontro con l’amministrazione comunale”.

Andrea Ferretti, segretario della Filcams Cgil di Grosseto, fa una considerazione rispetto al rischio di “vendita spezzatino”  delle  farmacie:  “Adesso  è  fondamentale  evitare che il Comune riproponga un nuovo bando con un prezzo a base d’asta inferiore oppure che si decida di vendere le farmacie singolarmente.

Quest’ultima ipotesi sarebbe dannosa per i dipendenti. Speriamo che il Comune, prendendo  atto  di  quanto  è  successo,  proponga  un  rilancio delle farmacie piuttosto che la vendita”. Preoccupato rispetto al rischio di un “vendita spezzatino” anche il segretario generale della Uil di Grosseto, Gianni Baiocco: “Abbiamo  sempre  sostenuto  come  l’operazione  non  si giustificasse da un punto di vista economico soprattutto in un momento di crisi. In ballo ci sono aziende che hanno un’importante valenza sociale ed economica. Adesso, l’auspicio è che il Comune non proceda alla vendita delle singole farmacie che sarebbe rischioso dal punto di vista occupazionale.  Il  Comune  aveva  escluso  questa  eventualità, noi continueremo a vigilare”. (lanazione.it)

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 Mondo Farmaceutico
Lorenzin: “Farmaci, sfora solo la spesa ospedaliera”

La spesa farmaceutica “è sotto controllo per quanto riguarda la parte territoriale, mentre quella ospedaliera sfora rispetto al tetto prestabilito” ma, prima di pensare di rivalutare il tetto, “bisogna capire perché la spesa sfora”. Lo ha spiegato Beatrice Lorenzin (nella foto) a margine della audizione resa ieri alla Camera dei Deputati sul Patto per la Salute, a proposito del quale il ministro della Salute ha confermato la prospettiva di chiuderlo entro febbraio, ricordando anche la progressione dei finanziamenti che - riportando condizioni di certezza operativa - verranno destinati alla sanità: 109,902 miliardi per il 2014, 113,452 per il 2015, 117,563 per il 2016 e 122 per il 2017. Secondo quanto riferisce una nota dell’Ansa, il ministro ha anche sottolineato come la spesa territoriale per i farmaci, oltre a essere sotto controllo, sia “talmente bassa da avere creato un mercato parallelo dei farmaci”, tanto che “le farmacie arrivano a non essere rifornite dei medicinali di cui hanno necessità”, come denunciato nei giorni scorsida Federfarma Roma. Per arginare il fenomeno, ha ricordato Lorenzin, “stiamo lavorando a più di una ipotesi normativa” che andrà inserita nel decreto di recepimento della direttiva europea sulla vendita dei farmaci online (Codice dei farmaci per uso umano), già all’attenzione delle commissioni parlamentari per i prescritti pareri. Nel corso dell’audizione, il ministro ha ricordato anche, a proposito della farmaceutica, che “occorre affrontare il tema della medicina personalizzata, che oggi viene toccato solo in piccoli tavoli tecnici. Trovo che quello dei farmaci generici o degli innovativi sia oggi un argomento ‘giurassico’, perché presto tutti vorranno accedere alle terapie mirate che non costeranno più 7-8.000 euro a ciclo come i chemioterapici attuali, ma 150-200.000 euro. E bisogna porsi la domanda, insieme al mondo industriale, di come garantire ai cittadini il meglio che c’è, ponendo anche la questione della compartecipazione alla spesa sanitaria”.
(quotidianosanita.it)

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 Mandelli: “Il futuro è quella dei ‘servizi’. Bisogna applicare norme già esistenti”

“Il futuro della sanità risiede anche nella ‘farmacia dei servizi’, dove si potranno eseguire esami del sangue, assistenza infermieristica, fisioterapia, prenotazioni di visite, possibilità di cambiare il medico di famiglia e soprattutto di essere seguiti nella propria terapia farmacologica. Perchè se lo Stato spende dei soldi per garantire i medicinali ai cittadini, per avere un ritorno in termini di salute e’ necessario assicurare anche la corretta aderenza”. Queste le dichiarazioni rilasciate ad Adnkronos Salute dal presidente della Federazione Ordini farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli. “Il nostro obiettivo per il 2014 - ha spiegato Mandelli - è proprio poter vedere finalmente realizzato a pieno il progetto ‘farmacia dei servizi’, sempre più vicina ai cittadini.

Gli strumenti legislativi ci sono tutti e in più ultimamente in finanziaria è stata introdotta una procedura grazie alla quale l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) individuerà farmaci di area ospedaliera che potranno essere distribuiti in farmacia. Noi lavoriamo per essere sempre più vicini alla gente, ora sarebbe importante che le Regioni cominciassero a intraprendere questo percorso, che la legge ha già pianificato. Anche per arrivare a una sanità meno costosa perchè meno ‘ospedalo-centrica’, ma che soddisfa ugualmente la domanda di salute. Grazie alle farmacie è possibile riuscire a coniugare un servizio capillare con il risparmio economico”.

Passando al tema liberalizzazioni, il presidente Fofi ha sottolineato come “ormai la storia e anche le recenti sentenze della Corte di giustizia europea indicano che nel campo della salute non c’è necessità di spingere su questo pedale. Quando si vuole applicare la politica economica al farmaco bisogna chiedersi: si tratta di un bene esistenziale o di un prodotto di consumo? Quella che noi vediamo come priorità è piuttosto la consulenza, aiutare i pazienti a prendere il farmaco e ad aderire alla terapia prescritta dal medico”.

Infine, sulla crisi che sembra stia attanagliando anche le farmacie italiane, Mandelli spiega come per il settore vi siano “grosse difficoltà e margini e spazi sempre più ridotti”. “Non bisogna più pensare alle vecchie farmacie e questo è un allarme forte, non certo mirato a difendere privilegi. Ci sono molti disoccupati e - secondo dati Federfarma - sono circa 3.000 le farmacie in difficoltà finanziarie, con 600 sull’orlo della chiusura. La speranza - ha concluso - è che anche i nuovi servizi contribuiscano a migliorare la situazione, anche se la priorità è offrire professionalità sempre più vicine ai pazienti”. (quotidianosanita.it)
 

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 Aifa: “Ancora basso in Italia il ricorso agli equivalenti”

“Nonostante  la  spesa  farmaceutica  territoriale  resti  intorno al tetto programmato, grazie all’abbassamento dei prezzi per un maggior impiego dei farmaci equivalenti, il numero di prescrizioni aumenta. Ogni anno si registrano 600 milioni di ricette, ma si continua a registrare un basso posizionamento dell’Italia, rispetto alle altre nazioni europee, nei consumi di generici.”

Così Luca Pani, direttore generale Aifa (nella foto),  intervenendo aElisir, la nota trasmissione dedicata ai temi della salute di Rai 3, che ha dedicato la sua ultima puntata all’uso dei farmaci, è tornata a evidenziare il ritardo del nostro  Paese  nella  “transizione” verso l’impiego  dei farmaci a brevetto scaduto.

“È più appropriato definirli equivalenti”  ha voluto sottolineare Pani “per meglio trasferire ai cittadini il concetto della loro equivalenza con i farmaci cosiddetti di marca, quanto a controlli sulla loro produzione e post-commercializzazione  e  effetti  terapeutici.  Su  questo  l’Aifa  si  è impegnata  in  una  campagna  di  corretta  informazione  e auspica un cambiamento culturale di approccio agli equivalenti da parte di medici e pazienti che infatti ha portato oggi a livelli di utilizzo e spesa rispettivamente del 46% e 64%, maggiormente in linea con la media europea”.

“È importante a questo riguardo – ha aggiunto il direttore generale - che i cittadini segnalino sempre per i farmaci equivalenti, così come per tutti i farmaci, le eventuali sospette reazioni avverse e i mancati effetti, per i quali l’Agenzia è sempre pronta a vigilare e mettere in atto le opportune misure.”

Pani, nel corso della trasmissione, ha però toccato altri temi: nell’evidenziare che la spesa a carico del Servizio sanitario nazionale per i farmaci in Italia è di circa 25,5 miliardi  di  euro,  ad  esempio,  ha  posto  l’accento  sulle principali patologie per le quali gli italiani ricorrono ai medicinali. Al pari degli altri Paesi Europei vengono principalmente impiegati farmaci cardiovascolari, antinfettivi e antidepressivi, come rilevano i dati relativi ai primi nove mesi del 2013.

Anche le patologie del sistema metabolico registrano elevati livelli di spesa e di utilizzo, un aspetto da  tenere  sotto  controllo.  “La  sindrome  metabolica–  ha evidenziato Pani – è la sindrome del nuovo millennio, ad essa sono legati disturbi quali obesità, diabete, malattie cardiovascolari”..

Un cenno, infine, il direttore dell’agenzia regolatoria nazionale ha voluto dedicarlo all’informazione, ricordando la Banca Dati Farmaci  Aifa,  a disposizione di tutti i cittadini per conoscere nel dettaglio le informazioni dei medicinali autorizzati in Italia, che offre on line non solo il Foglio Illustrativo di ogni farmaco in commercio a livello nazionale, ma anche la loro scheda tecnica, ovvero il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto, che“volutamente – ha commentato Pani – viene pubblicato nel database per garantire la più dettagliata informazione possibile a tutti gli utenti. Sono ad oggi 18.200 i documenti pubblicati nella Banca Dati Farmaci e aggiornati in tempo reale.

A questo proposito è in corso a livello europeo una revisione delle modalità di redazione dei testi dei fogli illustrativi che porterà sostanziali cambiamenti già entro il 2015.”

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 Tar Toscana: legittimo ampliamento diretta

«La politica di allargamento della distribuzione diretta non fa  che  mettere  ulteriormente  in  difficoltà  le  farmacie,  già pesantemente  segnate  dalla  crisi».  Così  il  presidente  di Federfarma  Toscana  Marco  Nocentini  Mungai  commenta la  sentenza  con  la  quale  il Tar Toscana,  in  risposta  a  un ricorso avanzato da titolari di farmacia senesi, considera legittime le misure di ampliamento della distribuzione diretta introdotte dalla Regione, con particolare riferimento alla distribuzione di off patent fino al raggiungimento di una quota non inferiore al 15%.

«Naturalmente prendiamo atto della sentenza, anche se è molto probabile un ricorso al Consiglio di Stato. Ma al di là delle sentenze resta un nodo politico che non si può sciogliere nelle aule. Mi riferisco» spiega Nocentini «alla politica di ampliamento della distribuzione diretta messa in atto dalla Regione, che rischia di creare una situazione di insostenibiltà per il sistema farmacia sul territorio». A supporto della sua tesi il presidente di Federfarma Toscana snocciola alcuni numeri inequivocabili.

«Le richieste  di  concordato  preventivo  al  Tribunale  sono  una quindicina  e  la  stima  delle  farmacie  in  difficoltà  ne  conta almeno 150. Il 15% del totale. La situazione è critica» ribadisce Nocentini «lo è per le farmacie ma lo è anche, di riflesso, per i cittadini». Quanto al Chronic care model, il progetto attivato dalla Regione Toscana per la presa in carico dei pazienti portatori di patologie croniche, il rappresentante dei titolari toscani auspica un ruolo per le farmacie «ma senza cambiare il modello distributivo» conclude.
(farmacista33)

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