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Notizie n. 28


editoriale
Non è solo questione di sconti

Non è ancora del tutto chiaro il motivo per cui dalla bozza del decreto legge che avrebbe dovuto recepire i contenuti dell’accordo del Tavolo Farmaceutico dello scorso 15 ottobre è scomparsa la disposizione che imponeva la quota di spettanza alla filiera distributiva del farmaco, per i farmaci unbranded, nella misura di 8 punti percentuali.
Una disposizione che, vale la pena di ricordarlo, le farmacie pubbliche e private hanno sottoscritto con senso di responsabilità pur coscienti del peso che tale provvedimento avrebbe comportato per le casse delle nostre aziende.
La notizia quindi dell’assenza di tale elemento nella bozza di DL è stata accolta con non poca sorpresa. Ma ben più sorprendente è stato l’apprendere le altre novità presenti nel testo.
La volontà del Governo di irrigidire la regolamentazione della filiera distributiva del farmaco, probabilmente col fine di raccogliere da essa maggiori risorse fiscali, non si era per nulla attenuata.
Se infatti non c’era più traccia di quel gravoso 8%, il suo posto era stato preso da una disposizione ancora più forte. Si imponeva una suddivisione rigida degli sconti di spettanza a distributori intermedi e farmacie sul prezzo del farmaco etico: sarebbe insomma stato impossibile per le farmacie contrattare con i distributori margini di sconto inferiori a quel 6.65% fino ad ora solo suggerito dalla legge. Nessuna farmacia, privata o pubblica che sia, oggi si può permettere di perdere diversi punti di margine sul farmaco etico. Ragion per cui l’azione politica delle organizzazioni di rappresentanza, tanto noi quanto Federfarma, si è fatta particolarmente intensa e dura, fino ad ottenere la cancellazione della norma dalla bozza di legge.
L’attenzione però non deve calare, perché tutto può accadere nei sessanta giorni di tempo per la conversione, durante i quali il Governo potrebbe reintrodurre la parte cancellata, magari ponendo la fiducia. Se ciò accadesse, comporterebbe l’impossibilità di erogazione di servizi sanitari oggi possibili grazie ai margini derivati dalla vendita dell’etico, e forse significherebbe la chiusura delle piccole farmacie.
È chiaro che sulla gestione dei punti di sconto il Governo conta di recuperare in qualche modo risorse fiscali, ma davvero questa ragione vale la messa in crisi di un intero comparto sanitario nazionale che negli ultimi anni ha dimostrato efficienza e soprattutto efficacia in termini di servizio all’utente? E a chi pensa poi che bloccando i liberi meccanismi di mercato tra distributori e farmacie si offra maggiore trasparenza al settore, rispondiamo ricordando che già al Tavolo Farmaceutico la nostra Federazione si è dichiarata disponibile a portare i bilanci delle farmacie pubbliche proprio per dimostrare la necessità di non degradare ulteriormente i livelli odierni di marginalità di cui possiamo godere.
Le aziende farmaceutiche comunali più intraprendenti riescono ad ottenere anche cinque punti percentuali in più di sconto su quel 26,7% che ora il Decreto vorrebbe cristallizzare. Cinque punti che se da un lato dimostrano le buone capacità imprenditoriali ormai raggiunte dai nostri manager, dall’altro devono essere considerate risorse che le farmacie comunali raccolgono a favore degli enti pubblici proprietari. Da questo punto di vista, se nel Decreto tornasse questa disposizione, lo Stato toglierebbe altre risorse ai territori in cui operano le Farmacie Comunali.
È quindi un momento, l’ennesimo, estremamente delicato e preoccupante. Perché per questioni di fisco si mette a repentaglio la sostenibilità di un settore che negli anni ha saputo diventare pluralista e virtuoso, soprattutto nell’interesse del cittadino, in nome del quale anche lo Stato dovrebbe fare le sue scelte.

Francesco Schito
Vice Presidente Assofarm

Comunicato dalla presdenza di Assofarm
Le misure che il Governo intende varare a sostegno delle Famiglie, Lavoro ed Occupazione non devono danneggiare le Farmacie.

Le indiscrezioni che circolano, alla vigilia del varo del Decreto Legge relativo alle misure urgenti per il sostegno possibile a Famiglie, Lavoro, Occupazione ed Imprese, confermerebbero, purtroppo, misure estremamente punitive ed insostenibili per la Farmacia poiché, nonostante la spesa farmaceutica in regime di SSN sia in calo costante, conterrebbero le azioni seguenti:
1. i farmaci equivalenti subirebbero un pesante taglio dei prezzi che ridurrebbe ulteriormente il margine delle Farmacie oltre a ridurre, improvvisamente, il valore delle scorte di magazzino;
2. le Farmacie verserebbero un ulteriore contributo a favore del SSN dell’1,4% della spesa farmaceutica lorda senza che venga individuata con chiarezza la destinazione di tali somme, ovvero senza individuare in tali risorse ritorni alle Farmacie medesime per investimenti riguardanti l’innovazione tecnologica, l’ammodernamento e la remunerazione dei servizi che vengono erogati;
3. infine, è previsto l’obbligo per l’industria, il grossista e la Farmacia di rispettare i margini fissati dalla Legge, pena
onerose sanzioni economiche. Tale misura comprometterebbe ogni possibilità di sana concorrenza all’interno del
Sistema e di autonomia di gestione di impresa sanitaria a cui le Farmacie auspicano.
L’azione svolta dalle Farmacie ed in particolare da quelle comunali per la diffusione del farmaco equivalente naufragherebbe di fronte ad un annullamento dei margini che hanno incentivato fino ad oggi la diffusione di tali farmaci. Auspichiamo che le misure esposte siano soltanto oggetto di indiscrezioni, altrimenti le Farmacie si vedrebbero costrette ad intraprendere misure ed azioni a tutela della loro sopravvivenza.

Dalla Federazione
Un volume sulla gestione della Farmacia

Pubblichiamo di seguito la presentazione a firma di Venanzio Gizzi del libro “La gestione della farmacia - Il Ruolo del SSN e il modello di remunerazione”.

In questi ultimi anni A.S.SO.FARM., l’Associazione delle Farmacie Comunali Italiane, ha condotto un’analisi approfondita sul ruolo del farmacista in seguito agli ultimi sviluppi di tale professione.
La produzione industriale dei farmaci, la diversità, la specificità e la tecnicità crescente degli stessi, quale risultato di tale industrializzazione, hanno modificato il ruolo del farmacista e le responsabilità che gli competono. Di conseguenza, facendo largamente riferimento ad altre analisi dello stesso tipo, A.S.SO.FARM. è giunta ad enunciare e a precisare che il paziente e le autorità sanitarie hanno diritto di aspettarsi effettivamente dal farmacista i servizi correlati alla dispensazione del farmaco, in presenza o meno di prescrizione medica. Si tratta di ridefinire il ruolo del farmacista in modo globale, ma anche di enumerare le prestazioni essenziali relative alle sue mansioni professionali. In tale ottica si rivela quindi essenziale sviluppare la qualità delle prestazioni farmaceutiche, nel senso di soddisfare le necessità e le aspettative legittime del paziente. Di conseguenza, per quanto riguarda l’ambito farmaceutico, le nozioni chiave da trattare specificatamente sono l’accessibilità, l’efficacia e la sicurezza. Contemporaneamente a questa evoluzione fondamentale della professione, le modalità di retribuzione delle prestazioni farmaceutiche sono passate dal sistema più in uso nel settore sanitario – quello dell’onorario a prestazione di servizio (la preparazione del farmaco) – a un sistema rapportato alla vendita di farmaci. Fintanto che tale situazione permarrà, i farmacisti saranno principalmente incoraggiati ad aumentare il volume degli acquisti da parte dei pazienti piuttosto che ad allargare la gamma dei servizi offerti. L’obiettivo del lavoro condotto dalle autrici è quello di contribuire alla discussione di un miglior approccio per affrontare il dilemma al quale è sottoposto l’esercizio della
Il volume delinea pertanto un modello di retribuzione che incoraggia la prestazione di servizi da parte del farmacista così come attesi dai pazienti e dalla collettività. La doppia funzione del farmacista (distribuzione del farmaco e prestazione di servizi) richiede dunque che il sistema globale di retribuzione rifletta, in base a modalità che la ricerca definisce, le esigenze che risultano dalle due dimensioni della professione.
Tenuto conto della complessità dell’insieme delle prestazioni e dei servizi, il pregevole lavoro di Emidia Vagnoni e Monia Castellini mette a punto una modalità di retribuzione che spinge il farmacista, tramite incentivi di natura economica, alla fornitura di vere e proprie prestazioni di cura e di servizi. I pazienti e la società ne potrebbero beneficiare sia dal punto di vista economico (mediante una riduzione dei costi in capo ad altri ambiti di assistenza del Sistema Sanitario Nazionale) che dal punto di vista clinico e umano (migliore qualità della vita).
Il modello di retribuzione presentato in questo libro raggiunge questi obiettivi, conservando tuttavia semplicità e applicabilità. È per questo che, nell’esprimere gratitudine ai ricercatori dell’Università di Ferrara, sono davvero lieto di poter augurare che questo lavoro determini l’apertura di un dibattito approfondito sulla necessità di modificare il sistema di retribuzione del farmacista.

Rassegna stampa
Con i multititolari efficienza e risparmi

Pubblichiamo di seguito un testo del presidente di Assofarm Venanzio Gizzi uscito sul Sole24Ore Sanità del 2-8 dicembre scorso..

La Corte di giustizia europea sta esaminando la legislazione italiana per valutare se la riserva di titolarità delle farmacie solo per i farmacisti, o per società totalmente possedute da essi, sia compatibile con gli articoli del trattato Ue, riguardanti la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali nell’Unione europea. Assofarm sostiene l’impegno della Commissione europea: tutte le persone fisiche o giuridiche devono poter possedere le farmacie, ferma restando la necessità di garantire la presenza del farmacista nelle farmacie. Fin dal 2005, quando la Commissione ha avviato la procedura di infrazione contro l’Italia, Assofarm ha presentato al Governo una piattaforma di modifica della legislazione farmaceutica che prevedeva tale libertà: le uniche incompatibilità devono sussistere per i produttori di farmaci ed i medici prescrittori. L’Antitrust, inoltre, deve verificare le posizioni dominanti, non solo in base alle soglie di fatturato, ma anche localmente per evitare i piccoli monopoli locali.
La nostra piattaforma prevede anche la salvaguardia del sistema di regole sul numero e la distribuzione delle farmacie in Italia: 2.900 cittadini per ogni farmacia, come è nei fatti oggi in Italia, sono un numero adeguato che deve essere ottimizzato sul territorio (tiene conto del 20% circa di farmaci Ssn distribuiti direttamente dagli ospedali al posto delle farmacie). La libertà della titolarità delle farmacie è suffragata da due considerazioni fondamentali. La prima. L’impresa delle farmacie deve crescere mettendo insieme più farmacie per migliorare i servizi per la salute: la riduzione dei costi attraverso l’aumento delle dimensioni dell’impresa è una strada indispensabile per ottenere efficienza. I tagli del prezzo dei farmaci con ricetta insieme allo sviluppo dei generici, a vendita negli ipermercati e nei negozi di vicinato degli Otc a prezzo libero, la distribuzione diretta da parte degli ospedali rendono la multi titolarità ancora più urgente. Condizione necessaria per dare più risorse alle farmacie da impiegare in qualità dei servizi socio sanitari offerti, a vantaggio dei cittadini. Questo è un processo auspicato anche dal Governo in carica: il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha affermato che le farmacie dovrebbero essere un importate punto di riferimento sociosa- nitario.
La seconda. Assofarm ritiene che la distinzione tra il ruolo dell’imprenditore e quello del professionista consentirebbe di ottenere più occupazione garanzie occupazionali, più facilità nei controlli e migliori garanzie per la salute dei cittadini. Si tratta di vantaggi evidenti e verificabili, come dimostrano le oltre 1.400 farmacie comunali italiane, di cui circa 300 gestite con successo da imprese private. Oggi in Italia sono legittime le associazioni in partecipazione di gestione di farmacie in cui l’associato non sia farmacista o la titolarità per gli eredi non farmacisti , anche queste realtà ne trarrebbero beneficio.
La nostra opinione sulla libertà della titolarità delle farmacie, sostenuta a livello europeo dall’Unione europea farmacie sociali che rappresenta più di 2.500 farmacie in Europa, è stata ribadita nella segnalazione dell’Antitrust italiano dell’11 giugno scorso “Liberalizzare per far ripartire il Paese”.

Rassegna stampa
Prevale “autogestione misurata”

Gli italiani sembrano avviati “verso una nuova maturità in termini di consapevolezza e capacità di fruizione” dei farmaci.
Lo scrive il Censis nella sezione dedicata al Welfare del 42esimo Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese. In particolare lo studio nota “una diffusa propensione alla ‘autogestione misurata’, che si salda con la convinzione della delicatezza e della strategicità del ruolo dei farmaci”. Tanto che il 56,6% degli italiani, “pur favorevole a un allargamento dei soggetti preposti alla vendita dei farmaci, ritiene essenziale la presenza di un esperto, mentre è il 30,4% a pensare che i farmaci debbano essere venduti esclusivamente in farmacia”. L’80% degli italiani, secondo l’indagine Censis-Fbm realizzata nel 2008, ritiene che il farmaco aiuti a convivere con le patologie croniche (+26% rispetto al 2002), il 76% (+15,7% rispetto al 2002) vede nel farmaco uno strumento per il miglioramento della qualità della vita, mentre il 54% ne sottolinea il contributo nella sconfitta delle malattie mortali (+14% rispetto al 2002).
Da questo nuovo approccio alle medicine, comunque, il Censis rileva anche un potenziale “sviluppo perverso” che porterebbe “dalla rassicurazione alla dipendenza”. Ma un altro dato del Rapporto sembra rassicurare in questo senso: il 71,7% ritiene “che il consumo eccessivo di farmaci sia imputabile all’ansia e all’idea che possano risolvere tutto, un dato che ancora una volta si inscrive nel percorso di responsabilizzazione individuale rispetto all’uso dei farmaci”.

(fonte: Apcom)

Dalla federazione
Questionario di rilevazione sulle attività delle Aziende e dei servizi farmaceutici Associati ad Assofarm

Dalla fine dello scorso novembre gli uffici centrali della Federazione hanno distribuito un questionario di raccolta informativa delle attività delle associate. La raccolta e la tenuta di un’anagrafe dettagliata del sistema Associativo di Assofarm è preliminarmente necessaria per ogni attività e per impostare, a favore degli Associati, programmi e servizi che possano raggiungere capillarmente tutto il sistema e possano essere finalizzati secondo le utilità specifiche degli enti a cui sono indirizzati.
Inoltre, l’art. 30 del collegato alla manovra economica recentemente varata dal Governo, prevede per le Farmacie un nuovo ruolo e l’individuazione di nuovi servizi a forte valenza socio-sanitaria che devono essere erogati dalle Farmacie medesime, nell’ambito del Servizio Sanitario nazionale, sulla base dei criteri che vengono previsti al comma 1 del citato art. 30 lettere a), b), c), d), e), f).
Al fine di impostare le politiche legate alle future novità, peraltro sempre auspicate dalle Farmacie comunali, è necessario avere una perfetta conoscenza della situazione attuale dei servizi che effettuano le Farmacie medesime e, pertanto, abbiamo predisposto l’allegato questionario (A) che dovrà essere compilato e trasmesso ad A.S.SO.FARM. a stretto giro di posta, ovvero, via fax o via e-mail. Nell’allegato di cui trattasi è richiesta anche una informativa sull’eventuale apertura di parafarmacie e di sanitari. Inoltre, le indicazioni fornite nel corso dei lavori delle ultime Giunte, nonché dell’Assemblea dello scorso mese di maggio, fanno sì che A.S.SO.FARM. riprenda in maniera decisa ed organica una attività nei confronti delle aziende che svolgono servizi sociali e, in particolare, dei Comuni che intendano esternalizzare tali servizi.
In coerenza con quanto enunciato, A.S.SO.FARM. intende organizzare un ufficio che curi il settore sociale. L’intento è quello di individuare una grande opportunità per il futuro dell’Associazione che possa integrare l’opera che sul territorio svolgono le aziende associate. Tale ufficio, che si colloca nell’area dei “servizi alla persona”, deve prevedere, tra l’altro, nella propria missione un report finale con un’approfondita analisi dei dati allo scopo di definire “una fotografia dei servizi esistenti” nel sociale: anziani, minori, giovani, famiglia, diversamente abili, marginalità, servizio civile, ecc...
Al riguardo, riprendendo quanto già iniziato qualche anno fa con l’inoltro di un altro questionario, sottoponiamo alla vostra attenzione un nuovo documento (B) che dovrà essere debitamente compilato, in ogni singola voce, con preghiera di restituzione urgente alla Federazione. Si ritiene fondamentale l’apporto richiesto per iniziare il nuovo lavoro sottolineando l’importanza della compilazione, da parte degli Associati, degli allegati questionari come mezzo di coinvolgimento di tutte le realtà che gestiscono analoghi servizi.
Inoltre, al fine di definire, in maniera compiuta, un percorso di ricerca per l’attività della nostra Federazione si coglie l’occasione per sottoporre alla vostra attenzione la necessità di una esatta compilazione della scheda di rilevazione dei componenti del CdA di ogni singola azienda e delle relative strutture gestionali.
Questi ultimi dati, unitamente all’indirizzo della sede legale e delle Farmacie che compongono l’Azienda o dei servizi farmaceutici comunali, saranno inseriti in un programma che consentirà la consegna, senza errori, di materiale sanitario di comunicazioni ufficiali, inviti, iniziative e convegni.

Eventi Assofarm
Il Senatore Tomassini al convegno Assofarm del prossimo marzo

Il prossimo 10 marzo 2009 la nostra Federazione ha organizzato a Roma un incontro di approfondimento sul decreto Gasparri-Tomassini.
Contattato dalla presidenza di Assofarm nei giorni scorsi, il Sentaore Tomassini ha dato la propria disponibilità a partecipare al convegno.

Dalla Federazione
Sport invece dei farmaci, medici lo prescrivono a Ferrara

Niente nomi e dosi di farmaci sulla ricetta, ma la prescrizione di una bella camminata all’aria aperta. Perché l’esercizio fisico è un vero e proprio medicinale. Partirà da questo presupposto un progetto ad hoc dell’Azienda sanitaria locale di Ferrara e dell’assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia- Romagna, che coinvolgerà 300 medici di medicina generale e 11 mila pazienti fra diabetici, ipertesi e anziani fragili. A tutti verrà consegnato un opuscolo sul movimento da effettuare, nonché un contapassi per ‘controllare’ che eseguano le indicazioni giuste. I primi risultati verranno presentati a giugno 2009, mentre quelli definitivi a giugno 2010, con le cifre sui benefici e i risparmi ottenuti. “Oltre al guadagno di salute per i cittadini, che è il nostro primo obiettivo - ha spiegato oggi a Roma presentando il progetto Francesco Conconi, direttore del Centro studi biomedici applicati allo sport dell’università di Ferrara - si potranno infatti ottenere risparmi per il Sistema sanitario regionale stimati attorno ai 660 euro a paziente ogni anno, come suggeriscono i risultati di un progetto simile attivato a Perugia, dove i 200 pazienti coinvolti hanno effettuato una camminata di mezz’ora al giorno per il periodo di studio”. Grazie allo sport si prevede dunque una riduzione sia del consumo di farmaci sia di altri trattamenti sanitari: una ricerca statunitense ha evidenziato che, in un gruppo di 179 pazienti diabetici, per quelli che percorrevano cinque chilometri a piedi ogni giorno la spesa pro capite annua per i medicinali diminuiva di 550 dollari (circa 430 euro), mentre quella per altre prestazioni di 700 dollari (circa 545 euro). “Dai numerosi appelli lanciati alle coscienze dei cittadini - ha detto Fosco Foglietta, direttore generale dell’Ausl di Ferrara - siamo passati a strutturare percorsi precisi, come fossero vere e proprie prestazioni sanitarie. E se nel corso di un anno riusciremo a dimostrare che le condizioni dei pazienti migliorano o rimangono buone, e che si producono risparmi, il progetto diventerà facilmente replicabile in altri contesti, con enormi benefici per il Sistema sanitario nazionale. Siamo già partiti con la formazione dei medici di famiglia coinvolti ed entro il 2008 completeremo l’arruolamento dei pazienti da seguire”. Il progetto ‘L’esercizio fisico come farmaco’ è sostenuto dalla Fondazione Carife e dalla Cassa di risparmio di Ferrara, oltre che dall’Associazione delle farmacie comunali (Assofarm) che distribuiranno gratuitamente in tutta Italia lo stesso opuscolo utilizzato per l’iniziativa emiliana in 500 mila copie. “L’Emilia Romagna - ha evidenziato l’assessore regionale alla Politiche per la salute, Giovanni Bissoni - è una sorta di ‘laboratorio’ per lo studio dell’invecchiamento della popolazione italiana: abbiamo infatti una quota di cittadini anziani del 23%, che in Italia verrà raggiunta solo nel 2015. Questo è un tema che, insieme a quello dell’innovazione, alcuni pensano possa portare al dissesto dell’assistenza sanitaria. Ma io sono contrario alla drammatizzazione, perché con un servizio adeguato si possono contenere i costi. Riorganizzare la medicina generale e integrarla col territorio, sottraendo all’assistenza ospedaliera la sua centralità, ci ha aiutato e ci aiuterà”. L’assessore ha infine reso noto che “ci sono altre proposte simili al progetto presentato oggi: in particolare, un’idea dedicata ai cardiopatici dimessi dagli ospedali, con programmi calibrati di attività fisica, e una a favore degli anziani, contro la perdita di tono muscolare tipica dell’età”.

(fonte: Adnkronos Salute)

Dalla federazione
Medicinali consegnati senza ricetta

Il DM 31 marzo 2008 del Ministero della Salute “Consegna da parte del farmacista, in caso di urgenza, di medicinali con obbligo di prescrizione medica in assenza di presentazione della ricetta” inviato con circolare n. 2353 del 14 aprile 2008 prevede che:
  1. le farmacie debbano registrare i dati relativi alla numerosità e alla tipologia dei medicinali consegnati nei casi di urgenza in assenza della prevista ricetta medica;
  2. Assofarm per le Farmacie Pubbliche e Federfarma per le Farmacie Private raccolgano e comunichino, entro il mese di dicembre, al Ministero della Salute e all’AIFA i dati relativi alla numerosità e alla tipologia dei casi di ricorso alle procedure previste dal decreto in questione registrati fino al 30 novembre 2008.
Per ottemperare agli obblighi previsti dal DM suddetto, Assofarm ha distribuito e sta raccogliendo un modulo nel quale devono essere specificato numero e tipologie dei medicinali consegnati fino al 30 novembre 2008 nei casi di urgenza in assenza della prevista ricetta medica.

Rassegna stampa
Primo giorno in farmacia: esordio rovente, proteste, boom dei generici

Un esordio più difficile del previsto, con proteste, confusione, file. Il primo giorno con le nuove tariffe dei ticket sui medicinali decise dalla Regione Lazio ha visto non pochi disagi nelle farmacie romane, da Termini a Prati, dal Pinciano all’Aurelio. Numerose le persone che non conoscevano il provvedimento e, alle casse, le necessarie spiegazioni da parte dei farmacisti hanno provocato attese più lunghe del solito, soprattutto in mattinata e nel primo pomeriggio. Vendite aumentate per i generici. «In pochi conoscevano le nuove norme - spiega Emanuela Carotti, farmacista in via Cola di Rienzo - e le proteste non sono mancate, anche vibrate. Noi stessi non siamo favorevoli all’aumento del ticket, ma non possiamo fare altro che applicare le regole».
Tra i più critici, soprattutto gli anziani che non rientrano nelle fasce esentate. «Non si può pagare 4 euro, con la ricetta, un farmaco che costa, a prezzo pieno, 5 euro e 20 centesimi - osserva Luigi Campana, pensionato, all’uscita dalla farmacia di via Alessandria. - Non sapevo di questo cambiamento. Già 3 euro e 50 centesimi erano una quota eccessiva, ma 4 euro sono improponibili». Altri clienti si sono rivelati ancora più critici. «Ho fatto una fila di 15 minuti - racconta Elisabetta Cancellato, davanti alla farmacia di via Baldo degli Ubaldi - perché tutti hanno chiesto informazioni: e pensare che le regole erano cambiate da poco». Alle casse di diverse farmacie, da piazza Irnerio a Termini, da via Conte Verde a via Nomentana, a tratti, la fila è stata rallentata proprio dalla necessità di spiegazioni: tra le domande più gettonate, quelle su nuove tariffe, categorie esentate, sempre accompagnate da proteste e disorientamento. «Lo sanno tutti - dichiara Ezio Vallauri, ferroviere in pensione - che gli anziani sono i principali acquirenti di medicinali. Le esenzioni dovrebbero essere ampliate». Proteste e confusione dei clienti si sono avute anche nelle farmacie di via Lorenzo il Magnifico, viale San Giovanni Bosco, via Pacchiarotti, a Colli Serpentara.
Lavoro raddoppiato, quindi, per i farmacisti. «Abbiamo chiesto ai clienti se rientravano nelle categorie esentate - afferma Renato De Angelis, nella farmacia vicino a Porta Pia - ma spesso non hanno saputo rispondere». Nei locali erano affisse le nuove norme e tariffe (come nelle farmacie di Termini e di via Conte Verde), ma in pochi si sono soffermati a visionarle. «E’ stata una decisione rapida - aggiunge De Angelis - che noi stessi abbiamo conosciuto, nei dettagli, venerdì sera: anche per noi non è stato agevole rispondere a tutte le domande, quando si deve pagare la tariffa intera di 4 o 2.50 euro o i casi in cui sono sufficienti uno o due euro. Forse bisognava partire con il nuovo anno». Pur tra la diffidenza di non pochi clienti, la soluzione proposta dai farmacisti è stata quella di acquistare i farmaci generici, esenti da ticket. «Ma tra la clientela più anziana - sostiene ancora Carotti - c’è da sempre un po’ di ritrosia verso questi prodotti. Oggi, però, molti di loro hanno preferito acquistarli, pur di non pagare il ticket. E in effetti, la composizione del farmaco è esattamente la stessa di quello classico, più conosciuto».

(fonte: Il messaggero.it)
 
Dalla federazione
Ultime da assofarm.it
 
L’esercizio fisico come farmaco - Progetto fondo 0,15% 2008 Un esercizio fisico quotidiano, controllato e commisurato alle proprie capacità è uno dei migliori farmaci che ci si possa autosomministrare. Questo il messaggio di fondo dell’opuscolo presentato a Roma il 25 novembre scorso, alla presenza del direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale cittadina Fosco Foglietta, dell’Assessore Regionale alla Sanità dell’Emilia Romagna Giovanni Bissoni, del sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, dell’autore del documento Francesco Conconi, e del vice-presidente di Assofarm Francesco Schito.
“Questa iniziativa conferma il ruolo che le farmacie comunali italiane hanno assunto da anni nel panorama socio-sanitario italiano – ha dichiarato il vice-presidente di Assofarm Francesco Schito – le farmacie pubbliche sono il soggetto più prossimo ai bisogni quotidiani della cittadinanza, e per questo in grado di offrire un servizio di base competente e efficace. Siamo pertanto a disposizione di chiunque voglia proporre campagne di educazione e prevenzione sanitaria simili a quella de “L’esercizio fisico come farmaco”.

Rassegna stampa
Federfarma: spesa Ssn a -0,6% nei primi nove mesi 2008

Cala la spesa farmaceutica a carico del Ssn. Secondo gli ultimi dati diffusi da Federfarma, infatti, l’esborso netto per i farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale ha registrato una contrazione dello 0,6% nei primi nove mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007, attestandosi a 8.535 milioni di euro, pari a 145,27 euro a cittadino. Nel mese di settembre, sottolinea Federfarma, si è registrato un incremento del 5,5% rispetto allo stesso mese 2007, a seguito di un sensibile aumento del numero delle ricette (+11,7%). I primi dati di ottobre indicano, invece, una inversione di tendenza con un calo della spesa.
Cresce poi sensibilmente il numero delle ricette: +6,2% rispetto agli stessi mesi 2007. Sono state infatti oltre 412 milioni le ricette nei primi nove mesi 2008, pari a 7,02 per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del Ssn sono state invece quasi 755 milioni, con un aumento di circa il 4,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ogni italiano ha ritirato in farmacia in media 12,8 confezioni di medicinali a carico del Ssn. Secondo Federfarma, il calo della spesa, malgrado l’aumento del numero delle ricette, «è dovuto alla riduzione del valore medio delle ricette stesse (-6,4%), cioè al fatto che vengano prescritti farmaci di prezzo mediamente più basso». Il valore delle ricette, si legge ancora nella nota della federazione guidata da Annarosa Racca, «continua a calare per gli effetti degli interventi sui prezzi dei medicinali varati dall’Agenzia del farmaco a partire dal 2006, del crescente impatto del prezzo di riferimento per i medicinali equivalenti e delle misure applicate a livello regionale». Tra queste ultime, ricorda Federfarma, l’estensione in diverse Regioni del rimborso di riferimento agli inibitori di pompa protonica (misure che, come previsto dalla legge n. 222/2007, non potranno più essere introdotte); la reintroduzione (Abruzzo, Campania e, dal 17 settembre 2008, Lazio) o l’appesantimento (Sicilia) del ticket; la distribuzione diretta o tramite le farmacie di medicinali acquistati dalle Asl; la limitazione della prescrizione a una confezione per ricetta (applicata, ad esempio, in Calabria).
Passando alla fotografia regionale, Federfarma sottolinea come l’andamento della spesa sia fortemente diversificato: particolarmente marcato il calo della spesa in Sicilia (-4,6%), come evidente è l’aumento di spesa in Puglia (+4,8%), in Piemonte (+3,9%) e in Campania (+2,8%). Differenze su cui incidono le diverse misure varate nelle Regioni. Fonte: Federfarma-Sole24ore
 
(Fonte: cybermed)

Sconti per anziani nelle farmacie comunali di Soliera e Campogalliano

Al 1°gennaio 2009 per tutti gli anziani ultra 65enni dei comuni di Soliera e Campogalliano sarà possibile beneficiare di uno sconto del 10% su oltre 3.000 prodotti parafarmaceutici e fare gratis la misurazione delle pressione arteriosa nelle farmacie comunali. Questi e altri benefici per la popolazione anziana sono il frutto di un accordo fra i sindacati dei pensionati Spi/Cgil, Fnp/Cisl e Uilp/Uil e le due amministrazioni comunali di Soliera e Campogalliano proprietarie delle farmacie.
Grazie alla convenzione sarà infatti possibile ritirare presso le stesse farmacie, o negli appositi incontri organizzati dai sindacati, la “carta fedeltà” magnetica che dà diritto allo sconto (sono esclusi i prodotti già in promozione) a tutti gli anziani residenti, iscritti e non al sindacato, con più di 65 anni. La convenzione sottoscritta in questi giorni, prevede inoltre l’organizzazione di incontri presso i centri di aggregazione degli anziani (leghe, polisportive, ecc…) alla presenza di esperti farmacisti per informare sull’uso corretto dei farmaci, effettuare controlli sulle confezioni possedute dagli anziani per verificarne la validità, lo stato di conservazione, le modalità di utilizzo, le eventuali controindicazioni. Negli incontri si daranno anche consigli e informazioni di particolare interesse per la cura e il benessere degli anziani, sui parafarmaci per l’igiene orale, gli alimenti speciali, il controllo della pressione. Le farmacie comunali si impegnano inoltre ad ampliare il servizio di consegna dei farmaci a domicilio, mentre ci si potrà rivolgere ai farmacisti per l’utilizzo appropriato dei farmaci di difficile somministrazione.
Periodicamente saranno anche organizzati dei gruppi di ascolto e discussione fra farmacisti e rappresentanti dei sindacati pensionati per favorire il miglioramento dei servizi, anche attraverso il recepimento delle istanze da parte degli utenti.

Rassegna stampa
UE, Giro di vite Ue sui farmaci

La Commissione europea ha presentato nelle settimane scorse un pacchetto di misure volte a combattere la contraffazione dei farmaci, a garantirne la tracciabilità e una corretta informazione ai consumatori La Commissione europea lancia la sfida ai farmaci contraffatti, mettendo al primo posto la salute e la corretta informazione del paziente. Questo il “cuore” del pacchetto per il settore farmaceutico presentato oggi a Bruxelles. Nel mirino in particolare il mercato delle contraffazioni di medicinali, un problema crescente nell’Unione europea e un danno non solo per i pazienti, ma anche per un settore che dà lavoro a oltre 630 mila addetti ed assorbe il 17% della spesa Ue in ricerca e sviluppo.
“Le iniziative che proponiamo oggi – ha spiegato il commissario Ue all’industria, Gunther Vaerheugen, durante una conferenza stampa – si basano sui bisogni e sugli interessi dei pazienti. I cittadini europei dovrebbero avvantaggiarsi di medicinali sicuri, innovativi e accessibili. Essi – ha proseguito il commissario – dovrebbero essere meglio informati sui medicinali e sui trattamenti disponibili: è in gioco la loro salute”. Una delle preoccupazioni principali di Bruxelles è la progressiva perdita di terreno nel campo dell’innovazione farmaceutica a causa dell’aumento del numero dei medicinali contraffatti. I sequestri, secondo fonti comunitarie, sono passati dai 561 mila nel 2005, ai 2,467 milioni nel 2006 fino a 2,5 milioni di pezzi nel 2007. Nella sola Gran Bretagna nel 2007 sono stati identificati cinque casi e sequestrate 72 mila confezioni falsificate.
Per offrire ai pazienti una maggiore sicurezza, la Commissione ha studiato un metodo di facile e immediato riconoscimento dell’autenticità delle medicine. Se il pacchetto dovesse entrare in vigore – deve ancora passare da Consiglio e Parlamento – la prossima volta che si andrà in farmacia sarà possibile trovare sulla scatola del farmaco un codice a barra, che ne garantirà la completa tracciabilità dal produttore al consumatore, e un sigillo. Le misure si estendono anche ai farmaci immessi sul mercato dal commercio parallelo. Le medicine spacchettate e di nuovo impacchettate in un paese diverso da quello di produzione dovranno avere una confezione sicura come l’originale. Le misure, ha ammesso il commissario, avranno un costo che potrà ripercuotersi anche sui prezzi dei medicinali, ma – ha aggiunto – costerebbe molto di più ritirare dal mercato tutti i farmaci sospettati di essere contraffatti”. Tra gli altri provvedimenti varati da Bruxelles anche quello relativo alla pubblicità e alle informazioni su giornali o internet che dovranno seguire uno specifico codice di condotta, al fine di evitare comunicazioni distorte e non veritiere. Previsto inoltre un rafforzamento complessivo del sistema Ue di monitoraggio della sicurezza dei medicinali.

(fonte: la stampa)

Italiani maturi nel consumo di farmaci

In base ai dati del 42esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2008, l’atteggiamento degli italiani verso il farmaco sta diventando più maturo, in particolare in fatto di consumi. A testimoniarlo è l’andamento della spesa farmaceutica, sia pubblica sia privata.
Non solo. La maggior maturità in fatto di medicinali “rappresenta il portato di un’evoluzione di lunga deriva, nella quale si è assistito a un’ampia rinegoziazione dell’intera gamma delle strategie di tutela della salute, dove il medicinale conquista sempre maggiore centralità”.
L’80% degli italiani, rileva l’indagine Censis-Fbm realizzata nel 2008, ritiene che il farmaco aiuti a convivere con le patologie croniche (+26% rispetto al 2002), il 76% (+15,7% rispetto al 2002) vi vede uno strumento per il miglioramento della qualità della vita, mentre il 54% ne sottolinea il contributo nella sconfitta delle malattie mortali (+14% rispetto al 2002). D’altra parte, rispetto ai propri genitori, il 54% dei connazionali si sente più informato sulle corrette modalità di assunzione, oltre il 52% ritiene di avere più dimestichezza su quando e come utilizzarli, più del 51% conosce meglio i rischi di un eccessivo consumo e degli effetti collaterali. L’indagine evidenzia, dunque, una diffusa propensione all’autogestione misurata, che si salda con la convinzione della delicatezza e della strategicità del ruolo dei farmaci. Infatti gli stessi cittadini sottolineano la necessità di cautela nell’acquisto, e il 30,4% pensa che tutti i farmaci debbano essere venduti esclusivamente in farmacia.
Infine, per il 71,7% degli italiani, il consumo eccessivo di farmaci è imputabile all’ansia e all’idea che possano risolvere tutto. Un dato che, commenta il Censis, ancora una volta si inscrive nel percorso di responsabilizzazione individuale rispetto all’uso dei medicinali
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