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Notizie n. 27



Editoriale
23 bis: grandi rischi, grandi opportunità
 
Il 23 bis della Legge 133/2008 relativa ai Servizi Pubblici Locali potrebbe tanto distrugge­re la farmacia pubblica italiana, quanto aprire a scenari di grande interesse.
È quanto emerso dal nostro convegno del 12 novembre scorso a Firenze "Aziende, So­cietà e Servizi Farmaceutici dopo la conversione del DL 112/08 tra norme immediatamen­te precettive e futuri regolamenti".
Il famigerato Decreto Brunetta ha attratto gran parte dell'attenzione di osservatori e opi­nione pubblica sulle questioni relative all'assenteismo e alle assunzioni del personale nel pubblico impiego (tema quest'ultimo trattato anche duran-
te il nostro incontro toscano) .
Ma certo non di minore importanza sono alcune norme a Indice
favore della concorrenza nei pubblici servizi. Il rischio per le farmacie comunali sta nel secondo comma del prowe­dimento, che definisce il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali mediante procedure competitive ad evidenza pubblica. Il che significherebbe la fine dell'affida­mento diretto da parte dei sindaci.
La questione, tra problemi e prospettive, è stata trattata a Firenze dall'awocato Costantino Tessarolo, noto giuri­sta, consulente di Conservizi ed esperto di Servizi Pubblici Locali, secondo il quale "le farmacie comunali potrebbero non essere considerate un servizio pubblico locale. Sono certamente un servizio pubblico, ma non locale. Perché il servizio farmaceutico è reso dal Servizio Sanitario Nazio­nale e affidato alle ASL, e per conto del quale è svolto da farmacie pubbliche e private. Quindi, se viene svolto per conto delle ASL, non è locale, ma nazionale".
Se passasse tale ipotesi, le farmacie comunali sarebbero al sicuro.
La distribuzione dei farmaci è un parametro per i livelli es­senziali di assistenza ed è quindi da comprendersi a tutti gli effetti come azione del Ssn. Contribuisce a consolida­re tale posizione la necessità per l'ente locale di ottenere l'autorizzazione-concessione da parte del soggetto"altro" titolare del servizio.
Siamo insomma un servizio pubblico in titolarità generale, anziché un servizio pubblico locale, come da tempo so­stengono diversi osservatori giuridici.
Ad escludere le farmacie comunali dal raggio d'azione del
23 bis potrebbe esserci anche quanto scritto nel primo comma dell'articolo, quando si dichiara che lo scopo del prowedimento è quello di "favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza".
Come noto a tutti per il servizio farmaceutico non vige alcuna situazione di monopolio naturale, come per altri servizi basilari come gas, acqua, elettricità. Le farmacie comunali vivono già in un regime di concorrenza con quelle private. In ogni centro urbano di una certa dimensione, le farmacie comunali sono sempre in minoranza rispetto al com parto privato.
Se quindi continuasse a prevalere una considerazione sostanzialmente errata dalla Far­macia Pubblica, e in generale del servizio farmaceutico, allora per le farmacie comunali l'articolo 23 porterebbe problemi rilevanti, derivati dall'impossibilità di praticare ancora l'affidamento diretto dai sindaci.
Ma se passassero le considerazioni appena esposte, allora lo stesso articolo di legge offrirebbe importanti e nuove opportunità di sviluppo per la Farmacia pubblica.
Farmacia Pubblica che uscirebbe di fatto dal contesto del servizio pubblico locale e fareb­be finalmente riferimento alla legislazione del settore farmaceutico.
Da queste considerazioni, insomma, nasce la strategia di Assofarm: proporre un emen­damento che escluda le farmacie comunali dalla competenza del 23 bis.
La strada è già aperta. Nel mese di ottobre il Sottosegretario per la semplificazione nor­mativa Ono Aldo Brancher ha richiesto ad enti ed associazioni di categoria proposte di semplificazione della legge 112.
La risposta di Assofarm arriverà da un documento preparato dallo stesso awocato Tes­sarolo.
Si apre insomma un nuovo importante fronte di confronto, nel quale la Farmacia Comuna­le sarà chiamata a definire il proprio ruolo tra servizio pubblico e mercato, tra dimensione locale del proprio agire e strategie nazionali della propria mission.

Venanzio Gizzi
presidente Assofarm

 
Dalle associate
Intesa in Trentino tra farmacie comunali e Celiaci
 
E' stato sottoscritto la settimana scorsa un protocollo d'intesa fra l'Azienda Multiservizi Rovereto (l'azienda speciale multiutility del Comune trentino che gestisce le farmacie comunali), Farmacie comunali Trento SpA e l'Associazione Provinciale Trentina Celiachia dai rispettivi presidenti: Santuari, Sester, Corposanto.
Non tutti sanno che la celiachia è una patologia identificabile con l'intolleranza al glutine, che è una proteina contenuta soprattutto nelle farine di grano, elemento base del pane, della pasta, dei dolci, delle pizze, ecc.
I celiaci potenzialmente sarebbero in Italia circa 400 mila, ma ne sono stati diagnosticati solo 35 mila. Ogni anno vengo­no effettuate cinquemila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9%. Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dalla dieta alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l'assunzione di glutine, anche in piccole dosi, può causare danni.
In Trentino sono poco meno di un migliaio le persone alle quali è stata finora diagnosticata questa patologia. Gli iscritti all'associazione italiana celiachia del Trentino (Aic) sono quasi 700, con ritmi di crescita di quasi cento all'anno.
La caratteristica della patologia e i rimedi per la cura sono tali per cui la presenza di un gruppo locale di supporto facilita tantissimo le cose.
Questa considerazione - esperienza comune anche a livello internazionale - insieme alla convinzione che rientri nelle sfere di competenza del servizio farmaceutico dimostrare attenzione alle necessità particolari di benessere dei citta­dini, ha spinto le Farmacie comunali di Trento e di Rovereto a investire, da anni ormai, in formazione del personale e in attrezzature: per esempio un ampio reparto espositivo in farmacie specializzate in alimentazione per la celiachia, congelatori da 800 litri ciascuno per l'esposizione al pubblico dei preparati surgelati, diversi pozzetti come "magazzino" per i surgelati.
Tutto ciò per offrire livelli di servizio sempre più adeguati alle esigenze di questa categoria di cittadini, come l'ampiezza di gamma dei prodotti offerti, la competenza, la varietà di tipologia: le farmacie comunali del Trentino offrono infatti pro­dotti secchi, prodotti freschi e anche surgelati.
Un ulteriore passo naturale data la storia di attenzione alle problematiche dei celiaci è la sottoscrizione di un protocollo di intesa con l'Associazione provinciale Celiaci, rawedendo negli obiettivi della stessa significative convergenze con la mission istituzionale delle farmacie comunali e interessanti sinergie di azione.
In tal maniera si può infatti consentire ai celiaci di usufruire di una "rete" capillare sul territorio provinciale ed omogenea per quel che attiene i servizi, i prodotti e l'attenzione offerta, mentre al contempo le due Aziende potranno utilizzare le economie di scala e logistiche che verranno implementate.

 
Dalle associate
Siena, fino al 31 dicembre paniere solidale nelle farmacie comunali 
 
Farmaci antinfiammatori e antidolorifici, latte e omogeneizzati per neonati, alimenti per celiaci, diabetici e neuropatici. Sono alcuni dei prodotti che fino al31 dicembre 2008 saranno disponibili a prezzi convenienti per gli utenti nelle tre far­macie comunali gestite dall'Asp "Città di Siena". Tutto questo grazie al "paniere solidale" introdotto dall'Azienda Pubblica Servizi alla Persona "Città di Siena" e visibile anche in rete all'indirizzo www.asp.comune.siena.it. Inoltre, nell'ambito delle campagne di prevenzione di particolari patologie promosse ormai da tempo dall'Asp, in concomitanza con la Gior­nata Mondiale del Diabete, nella Farmacia 1 (nei giorni 13 e 14 novembre) e 2 (nei giorni 14, 17 e 18 novembre) sarà offerta a tutti i cittadini la possibilità di effettuare un check-up diabetologico gratuito presso l'angolo dell'autodiagnosi dove sarà possibile accedere a tutte le informazioni sulla malattia. Verrà inoltre distribuito materiale informativo, in par­ticolare un pieghevole con informazioni generali sul diabete.
 

 
Dalla Federazione
Amore al cubo, un successo

Per Amore al cubo, il progetto di abbigliamento intimo sano per neonati in vendita esclusivamente nelle far­macie e lanciato in 100 farmacie comunali italiane e in in tre paesi europei i primi giorni di settembre, è già tempo di rilanci.
Amore al cubo nasce dalla volontà di proporre un pro­dotto che risponda ad una esigenza ancora poco af­frontata quale l'irritazione della pelle derivante da un capo di abbigliamento intimo non idoneo per il bam­bino.
Esigenza erroneamente poco affrontata poiché la pel­le, come ed a volte più di altri organi, ha la necessità di essere preservata sin dal primo giorno di nascita.

 
Anche a Venezia
A.M.E.S. S.pA di Venezia ha presentto "Amore al cubo" il 18 novembre al Casinò di Venezia Ca' Vendramin Calergi. Ottimo successo di pubblico e di interesse.
 
Sempre più frequentemente si fa riferimento a prodotti naturali che tutelino la salute del consumatore ed in quest'ambito è evidente che un'attenzione particolare andava rivolta al mondo del bambino.
Come noto, Assofarm ha intrapreso una collabora­zione con una importante società del settore che ha messo a punto un prodotto che tutelasse il benessere di chi di fatto, come i bambini piccoli, non hanno che il solo pianto per poter eventualmente "contestare" un disagio.
L'obiettivo odierno è quello di ampliare la copertura distributiva fino a raggiungere l'intero territorio nazio­nale. "Amore al cubo, sta riservando ottime perfor­mance di vendita a seguito delle novità e bontà delle tematiche affrontate. Speriamo che anche chi non ha aderito alla fase di start-up apprezzi questo ulteriore passo nella ricerca di materiali anallergici o Bio che sarà inevitabile considerare sempre più nel prossimo futuro", ha dichiarato il presidente di Assofarm Venan­zio Gizzi.
Da parte sua, la società partner di Assofarm e produt­trice dei capi, BioLogika, sta fortemente sostenendo il progetto con costante comunicazione su riviste spe­cializzate oltreché direttamente sui reparti di mater­nità, centri pre-parto, pediatri e ginecologi di tutte le città italiane.


 

 
Dalla Federazione
DDL Tomassini, per Assofarm, una farmacia più qualificata
 
"Applaudiamo ad un progetto che porta avanti l'idea di far­macia più qualificata in termini sanitari. La farmacia avrà una prospettiva solo se assume in pieno il ruolo di presidio sani­tario, sviluppando la professionalità del farmacista": il presi­dente di Assofarm Venanzio Gizzi commenta così il testo del disegno di legge Casparri-Tomassini.
"Siamo soddisfatti del trattameto riservato alle farmacie co­munali: bisogna rafforzare il servizio pubblico". Certo, ag­giunge, "si potrebbe fare di più in termini di liberalizzazioni, con un allargamento del concetto di titolarità". Perplessità, invece sulla vendita di farmaci senza la necessaria presenza del Farmacista.
"Da tempo sosteniamo la necessità di una legge di riordi­no del settore farmaceutico. Finora gli interventi sul setto­re sono stati settoriali ed occasionali - continua Gizzi - più orientati secondo rapporti di natura economica che ispirati alla mission di servizio pubblico delle farmacie. Finalmente un ddl che va in questa direzione".
Quanto alle farmacie comunali, "più attenzione servirebbe all'aspetto della prelazione: attualmente le procedure am­ministrative sono farraginose, si prestano a facili ricorsi. Ai comuni bisognerebbe dare gli strumenti per far si che la pre­lazione possa essere esercitata in maniera più agile. Biso­gnerebbe anche indicare i tempi massimi per l'apertura della farmacia" .
C'è poi la questione della vendita di farmaci anche senza il farmacista: "ho sempre ritenuto - sottolinea Gizzi - che la sua presenza sia fondamentale: quando c'è il farmaco, deve esserci anche il farmacista". Anzi, aggiunge "si dovrebbero far rientrare in farmacia anche altri prodotti: come gli integra­tori alimentali, come il latte pediatrico".


 

 
Anche la Marsica ha una farmacia comunale

Il 14 settembre scorso è stata aperta la prima farmacia co­munale ad Avezzano. "Due comunità per secoli in conflitto tra loro, oggi hanno costruito insieme un servizio pubblico nel rispetto delle tradizioni locali ed un'attenzione a pro­spettive future basata sulla collaborazione e la solidarietà a vantaggio del cittadino", ha dichiarato il presidente del AFM Vittorio Sconci, presente all'inaugurazione con i sin­daci di Avezzano e dell'Aquila Antonio Floris e Massimo Cialente.


 

 
Dalla Federazione
Primi incontri del Gruppo di Lavoro Tecnico

Primo incontro operativo per il Gruppo di Lavoro Tec­nico, lo scorso 21 ottobre a Roma.
I lavori sono stati preceduti dalla relazione del vice­presidente di Assofarm Francesco Schito, in merito alla firma dell'Accordo del Tavolo Farmaceutico del 15 ottobre 2008 sugli extrasconti dei generici.
Il Gruppo entra poi nel vivo del proprio ordine del gior­no:

raccolta dati ricette con Phase e CSF ed operazioni relative di unificazione delle raccolte con eventuali maggiori oneri, per Assofarm., nel periodo transitorio;
progetto Tessera Sanitaria da presentare al Ministero dell'Economia e da diffondere a tutte le far­macie associate;
coinvolgimento della Federazione per lo svi­luppo del sistema Farmacie Comunali delle Regioni Sicilia e Puglia;
proposte e programmi per la diffusione di pro­dotti a marchio;
questionario da sottoporre agli associati sui servizi sociali gestiti dalle stesse e servizi offerti al cittadino all'interno della farmacia;
diffondere all'interno delle farmacie attività già in atto come "Amore al Cubo" "Defibrillatori" etc.
organizzazione di due eventi: la giornata di studio sul DL 112 e la giornata di studio sul riordino del servizio farmaceutico DL 863 su cui Assofarm ha dato una consulenza specializzata per la predisposizione degli emendamenti.
A conclusione del dibattito che ne è seguito, si decide al momento di lavorare sui seguenti fronti:
  1. un'indagine di mercato sul territorio;
  2. la costituzione di sottogruppi per approfondire e lavorare su più argomenti;
  3. organizzare per tavoli istituzionali, la presen­za di rappresentanze tecniche a sopporto della parte politica.
Conclude il Presidente comunicando che la Giunta ha stabilito di nominare quale Coordinatore del Grup­po Tecnico di Lavoro, Dr.Efstathios Tsuroplis, Presi­dente AMES Venezia.
Infine propone di costituire tre sottogruppi di lavoro che tratti i temi come di seguito elencati:
  1. contributi e proposte relative alle situazioni legislative ed alla normativa in essere.
  2. Predisposizione di piani e di programmi relativi alla fattibilità ed alla pratica di eventuali cosiddetti "gruppi di ac­quisto".
  3. Attuazione della Tessera Sanitaria quale registro del paziente oltre ad attività legate alla diffusione di acquisti sa­nitari quali "Amore al cubo", defibrillatori etc.
Il secondo incontro del Gruppo è invece awenuto il 17 no­vembre, durante il quale Schito ha aggiornato il gruppo ri­guardo le problematiche del settore. si è poi entrati nel vivo dei problemi regionali della distribuzione per conto per i quali si richiederà un maggiore coordinamento a livello naziona­le.
E' stato poi nominato l'esecutivo del Gruppo: Toschi, Tumia­ti, Mazzotti, Campari.


 

 
Mondo Farmaceutico
Aumenta la fiducia nei generici
 
Oggi oltre l'80% degli italiani è convinto che i generici so­stituiscano appieno i farmaci griffati anche se resta uno zoccolo duro del 20% della popolazione che continua a non fidarsi. Lo indicano alcuni dati del Censis raccolti per valutare la campagna informativa AIFA rivolta ai cittadi­ni, sui farmaci equivalenti e il corretto uso dei medicinali condotta tra marzo 2007 e gennaio 2008 e i cui risultati sono stati presentati nel corso del congresso dei medici di famiglia Fimmg, a Villasimius (Ca). Nell'ultimo anno, grazie anche alla campagna dell'AI FA, è molto cresciuta la fiducia degli italiani nel farmaco generico. Se, infatti, prima dell'iniziativa di informazione era il 77% gli italiani per i quali "l'equivalente sostituisce appieno il farmaco di marca", successivamente 1'85% del campione intervistato ammetteva di aver compreso meglio che cosa sono i ge­nerici. "Gli equivalenti erano già abbastanza conosciuti ­spiega Carla Collicelli, vicedirettore del Censis - prima del 2008 ma, dopo la campagna, si è superato 1'80%.1148,5% ha ammesso di aver cambiato comportamenti rispetto a questi farmaci: oltre il 28% dichiara che richiederà al pro­prio medico prescrizioni di equivalenti, il 22% che richie­derà la sostituzione al farmacista, il 10% che acquisterà direttamente equivalenti".


 

 
Mondo Farmaceutico
Farmaci e Sport, una campagna nazionale
 
Presentata a Roma l'iniziativa "Farmaci e Sport, uniti e puliti". Importante iniziativa organizzata dalla FOFI, con il CONI e la FMSI e che ha visto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che sta riscuo­tendo un grande successo
11 ottobre scorso la prestigiosa sede del Centro di Preparazione Olimpica Acqua Acetosa "Giulio Onesti" di Roma, ha ospitato la conferenza stampa di apertu­ra della campagna informativa "Farmaci e sport, uniti e puliti".
L'iniziativa, organizzata dalla FOFI in collaborazione con CONI e FMSI, ha visto il patrocinio delle principali istituzioni nazionali: Presidenza del Consiglio dei Mi­nistri Sottosegretariato di Stato con delega allo Sport, Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche So­ciali, Ministero dello Sviluppo Economico, FNOMCeO e Lega Calcio. In apertura di lavori è stato letto, a sot­tolineare la straordinarietà dell'evento, il messaggio di augurio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha espresso alla FOFI il suo vivido apprezzamento per l'organizzazione della campagna, volta a riaffermare e diffondere i valori ideali che devo­no animare le manifestazioni sportive.
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con de­lega allo Sport Rocco Crimi ha affermato che "Parlare di sport, sano e pulito significa rivolgersi a diciassette milioni di italiani che praticano un'attività sportiva. Per questo la campagna che oggi viene presentata ha un grande valore per tutta la nostra nazione e mi piace che figure socialmente centrali come quelle del farma­cista e del medico sportivo confermino il loro impegno non solo sul campo, come del resto la professione ri­chiede loro ogni giorno, ma in un settore cruciale per il nostro paese qual è appunto lo sport, con un'atten­zione speciale nei confronti dei praticanti più giova­ni. Ispirandosi al metodo della sussidiarietà, cardine delle politiche del Governo italiano, questa campagna potrà contare sui 40 mila farmacisti, professionisti da sempre al servizio della comunità in grado di fomire giusti consigli per la salute di ciascuno".
A margine dell'evento il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione Sanità del Senato ha confermato la sintonia del Governo con l'iniziativa FOFI. "L'iniziativa della FOFI - ha detto il Senatore - è in perfetta sintonia col programma di Go-
verno per quello che concerne le politiche farmaceutiche e sul corretto utilizzo del farmaco. Politiche finalizzate anche attraverso apposite campagne educazionali, a promuovere una maggiore consapevolezza del valore del farmaco, scon­giurandone ogni forma di uso improprio".
La mattinata si è conclusa con la lettura del decalogo elabo­rato dalla Federazione degli Ordini che condensa i principi della campagna sul corretto uso dei farmaci nella popolazio­ne sportiva e che verrà distribuito come volantino informati­vo in circa un milione di copie durante oltre 30 tra manifesta­zioni ed eventi sportivi a rilevanza nazionale.


 
 
FOFI incoraggia lo sport sano
 
Secondo recenti indagini all'incirca il 60% della popolazione italia­na pratica un'attività sportiva, con una partecipazione crescente delle donne e in generale dei giovanissimi (6-10 anni). Altre rile­vazioni evidenziano come 15 adolescenti su 100 facciano uso di medicinali senza consultare il medico; il 4,3% lo fa abitualmen­te, il 15% in modo più saltuario. Sono queste le principali ragioni che hanno spinto la FOFI a organizzare la campagna "Farmaci e Sport, uniti e puliti". "Lo sportivo che si rivolge al medicinale ­ha evidenziato nel suo intervento Giacomo Leopardi, Presidente FOFI - ha la lusinga di trovare una via più breve per il successo, ma non ricorda che le pillole non possono fare raggiungere risul­tati strepitosi. Lo sportivo dopato perde la salute, che è il bene più prezioso. Con questa iniziativa i farmacisti si vogliono fare carico delle proprie responsabilità di professionisti sanitari anche in ordi­ne al fenomeno doping". Il target dell'intervento della Federazione riguarda essenzialmente i giovani, gli amatori e in generale, gli abitanti di aree lontane dalle metropoli, dove il farmacista è ancora più considerato il referente immediato per consigli relativi a piccoli problemi di salute. "Ogni giomo 3 milioni di persone entrano in contatto con gli oltre 40000 farmacisti. Una cifra che configura da sola, una responsabilità enorme. Ma che costruisce parallelamen­te un prezioso patrimonio - di contatti, di conoscenze, di credibilità - che i farmacisti vogliono mettere a disposizione di tutti quanti sono impegnati a tutela di un bene supremo quale è la salute". Così ha riassunto il senso dell'iniziativa il vicepresidente FOFI An­drea Mandelli. "La Federazione degli Ordini dei farmacisti intra­prende la strada di una grande iniziativa pubblica - ha sottolineato il vicepresidente FOFI - centrata su un settore fondamentale per la società quale è lo sport". Il farmacista, va sottolineato, è conside­rato la prima figura professionale della salute ed è "soprattutto con questa consapevolezza - aggiunge Mandelli - che abbiamo deciso di scendere concretamente in campo a favore dello sport sano".


 

 
Il decalogo

  1. Il farmaco è un bene esistenziale, concepito e prodotto per tutelare la vita e la salute delle persone e per consentire loro di vivere più a lungo e con la migliore qualità di vita possibile.
  2. Il farmaco deve possedere, per essere utile, tre requisiti fondamentali: sicurezza (tutti i farmaci possiedono una po­tenziale tossicità e va dunque salvaguardato il rapporto più favorevole tra i benefici attesi e il rischio di effetti awersi), efficacia (deve poter modificare il decorso di una malattia o curarne i sintomi o prevenirli) e qualità (i medicinali hanno contenuti e caratteristiche certificati e garantiti in ogni fase di vita del prodotto, dalla produzione alla dispensazione).
  3. Il farmaco è un prodotto ad altissima specificità composto da parti inscindibili: una sostanziale (il principio attivo e gli eccipienti) e una formale (il complesso delle indicazioni per l'impiego fornito dalle aziende produttrici, dalle autorità sanitarie che ne autorizzano la diffusione, dai medici che lo prescrivono e dai farmacisti che lo dispensano).
  4. Il farmaco possiede inevitabili e forti profili di criticità: tutti i farmaci esercitano attività terapeutica, hanno controin­dicazioni e possono causare effetti collaterali anche gravi. Per questo in nessun caso una medicina studiata per fini terapeutici va assunta allo scopo di esaltare le proprie potenzialità fisiche.
  5. Il farmaco è un prodotto destinato a una terapia o a finalità preventive, come tale non si consuma, ma si impiega. Proprio per questo l'erogazione dei farmaci è sottoposta a regole rigide, nel superiore interesse della tutela della salute: in nessun modo i medicinali possono avere lo scopo di sostituirsi ad abitudini di vita corrette (alimentazione equilibrata, attività fisica ... ).
  6. L'uso non terapeutico dei farmaci nello sport, il doping, - oltre che altamente pericoloso per la salute - è contrario ai principi di lealtà e di correttezza nelle competizioni sportive, ai valori culturali dello sport, alla valorizzazione delle naturali potenzialità fisiche e delle qualità morali degli atleti
  7. Il medico specialista in medicina dello sport ed il farmacista sono in prima linea nella battaglia al doping e all'abu­so dei farmaci; sono a disposizione di tutti i cittadini-sportivi, in particolare dei giovani e degli amatori, per informare direttamente sull'utilizzo di qualsiasi prodotto farmaceutico.
  8. Il medico specialista in medicina dello sport ed il farmacista sono in grado di illustrare l'efficacia e le eventuali con­troindicazioni dell'assunzione di integratori e di prodotti "naturali" (anch'essi ormai sottoposti, nell'ambito dell'attività sportiva, a costanti controlli antidoping).
  9. Il medico specialista in medicina dello sport ed il farmacista sono le figure professionali più "dirette", i primi referenti del cittadino-sportivo, per sviluppare l'indispensabile attività di farmacovigilanza, anche per i farmaci di automedica­zione. Spetta a loro registrare e segnalare subito alle autorità sanitarie competenti ogni eventuale sospetta reazione awersa legata all'impiego di un farmaco.
  10. La legge stabilisce che sulle confezioni dei farmaci (ormoni, antinfiammatori, antidepressivi, diuretici ecc.) con­tenenti principi attivi inclusi nell'elenco delle sostanze proibite nell'attività sportiva sia impresso un chiaro simbolo di divieto: un cerchio rosso sbarrato con la scritta "doping".


 

 
Dalla federazione
Un opuscolo distribuito in tutte le farmacie comunali
 
"L'esercizio come Farmaco" è un opuscolo informativo distribuito in questi giorni in tutte le farmacie pubbliche italiane, con la prestigiosa firma di Francesco Conconi, uno dei più noti medici sportivi italiani, già direttore del Centro Studi Biomedici Applicati allo Sport dell'Università di Ferrara, poi rettore dello stesso Ateneo.
Nel manuale si fa riferimento a tipo, intensità, durata e frequenza dell'attività fisica da "somministrare" e all'uso del contapassi per "misurarla".
Si parla anche di quali attività fisiche è meglio praticare, non solo per passione, ma come vera e propria prevenzione sanitaria. Il tutto in rapporto all'età che, come come dice il professor Concorni, "non è mai troppo avanzata per comin­ciare".
Ma anche un metodo alla portata di tutti per misurare il lavoro svolto: un semplice contapassi, capace di dare informa­zioni sul lavoro svolto e sulle calorie consumate.
Anche perché, si ricorda nel manuale, attività motoria e alimentazione corretta devono andare di pari passo.


 

 
Mondo Farmaceutico
Master a La Sapienza

AI via le iscrizioni al master universitario di secondo livello in "Sostanze Organiche Naturali" attivato dal­l'Università La Sapienza di Roma, promosso dall'as­sociazione "Farmacisti per la vita ONLUS" ed istituito in collaborazione con la Facoltà di Scienze Matemati­che, Fisiche e Naturali e la Facoltà di Farmacia. Il ci­clo di incontri consiste in un corso di alta formazione e specializzazione permanente e ricorrente per studenti ed operatori del settore delle sostanze organiche na­turali in possesso di titolo di laurea. La didattica del Master è annuale e articolata in cinque moduli. "Sostanze organiche e naturali e analoghi nelle pre­parazioni farmaceutiche: il farmacista di emergenza nella struttura dei sistemi di salute nei paesi in fase di sviluppo": questo il titolo del quinto modulo del ma­ster promosso dall'Associazione che permetterà al farmacista di mettere la specializzazione acquisita a disposizione di tutte quelle associazioni ed organizza­zioni umanitarie che offrono soccorso alle popolazioni tormentate da disagi cronici o colpite da gravi emer­genze. I coordinatori del quinto modulo in Farmacia applicata sono il Prof. Giulio Cesare Porretta e il Dott. Armando Saltarelli. I punti che verranno affrontati sono, nelle linee essenziali:
- La qualità dei farmaci in funzione della farmacopea;
- Il ruolo dell'OMS e il concetto e la logica dei "farmaci
essenziali" .
Il master è stato riconosciuto dal Ministero della Sa­lute come evento ECM n. 11701-198171, accreditato con 50 crediti formativi.
 
http://w3.uniroma1.it/sosnat/master.htm . tel. +39 06 49913622 fax +39 06 49913841 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


 

 
Sanità
Sanità italiana 16^ nell'Ue

La situazione sta migliorando ma ancora molta strada resta da fare. Stiamo parlando della sanità in Italia, anzi, per me­glio dire, di come gli "utenti-consumatori" valutano i servizi relativi alla salute. Il nostro Paese è piuttosto in basso nella classifica dei sistemi sanitari europei. L'indice dei consuma­tori "Euro Health Consumer Index" (Ehci) per il 2008, pre­sentato oggi a Bruxelles, ci pone al sedicesimo posto. Nono­stante qualche piccolo passo avanti rispetto all'anno scorso, l'Italia - si legge in una nota - ha ottenuto un risultato medio­cre, simile a quelli di Spagna e Grecia. I Paesi Bassi sono in testa alla classifica con 839 punti, seguiti da Danimarca, Austria (che aveva vinto nell'EHCI 2007), Lussemburgo e Svezia. Nelle sei categorie, che coprono 34 indicatori della performance, l'Italia ha ottenuto 640 punti su un potenziale teorico di 1.000.
Miglioramenti nelle attese "Abbiamo osservato alcuni miglio­ramenti per quanto riguarda l'accesso e i tempi di attesa, che indicano una volta tanto una positiva controtendenza dell'Italia", spiega il dottor Arne Bjornberg, direttore della ri­cerca dell'Euro Health Consumer Index, aggiungendo: "Cio­nonostante, in linea generale il sistema sanitario italiano è mediocre e deve migliorare in tutte le subcategorie".
"Dei in camice bianco" "Come già osservavamo l'anno scor­so, il sistema sembra essere ancora governato da 'Dei in camice bianco' e questo non è certo il modo migliore di ga­rantire al paziente la conformità con gli ordinamenti per il trat­tamento. Il sistema sanitario italiano ha bisogno di un pas­saggio di potere dai medici ai pazienti", afferma il presidente della Health Consumer Powerhouse, Johan Hjertqvist. Rilevazione annuale L'Euro Health Consumer Index è una classifica annuale dei sistemi sanitari nazionali europei suddivisa in sei aree: diritti e informazione dei pazienti, e­sanità, tempi di attesa per il trattamento, risultati, gamma e ambito dei servizi forniti e farmaci. L'lndex copre 31 paesi ed è stato pubblicato per la prima volta nel 2005


 

 
Tomassini, attivare dispositivi a garanzia trasparenza costi
 
"Se i risparmi attivati al tavolo della Farmaceutica, concordata con le Regioni, servono a coprire il deficit della farma­ceutica ospedaliera, e' evidente che bisogna mettere in atto dei dispositivi affinche' questo mal costume non si ripeta; e' inoltre evidente che la distribuzione attraverso canali diversi dalle farmacie porta ad un peggioramento della spesa e ad una non trasparenza dei costi, sia che awenga attraverso la fascia ospedaliera, che attraverso la distribuzione diretta". E' quanto sottolinea il senatore del Pdl, Antonio Tomassini, presidente della commissione Igiene e Sanita'.
"Sono convinto - conclude Tomassini - che per una migliore garanzia di salute ed un migliore controllo dei conti, i farmaci di fascia H vadano affidati per la distribuzione alle farmacie, con l'eccezione dei farmaci da somministrare strumental­mente o sotto diretto controllo medico".
 
(Fonte: asca)


 

 
Rassegna Stampa
Farmaci senza ricetta. Vendita anche senza farmacista. Dise­gno di legge

Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parla­mentare Radicale - Partito Democratico
Da quando i farmaci senza ricetta (SOP e OTC) sono venduti fuori della farmacia, grazie alla legge del 2006, si e' aperto il mercato della distribuzione e della vendita al dettaglio del settore, con maggiore reperibi­lita' per i consumatori e con un significativo risparmio, nonche' trovando piu' sbocchi per la professione di farmacista. Nell'anno successivo all'entrata in vigore della legge, le parafarmacie sono piu' che raddoppiate (da 1061 a 2201) ed i Corner della salute nei super­mercati sono passati da 137 a 2008. A maggio 2008, dieci mesi dall'entrata in vigore della legge, la quota di questi farmaci venduti fuori dalle farmacie era passata da 3,5% a 5,5%. Questo ha comportato un notevole vantaggio per il consumatore: se il prezzo medio di un farmaco Otc e' di 6,5 euro nelle farmacie, scende a 6,30 nelle parafarmacie, e soprattutto a 5,04 nei cor­ner, un risparmio medio di quasi un euro e mezzo a confezione.
Vi e' pero' un grosso limite alla legge, l'obbligo della presenza di un farmacista in appositi spazi per la ven­dita e il divieto delle promozioni commerciali. Una pro­fonda limitazione del mercato, visto che solo i gran­di supermercati possono permettersi la creazione di spazi appositi e l'assunzione di farmacisti. Tant'e' che questo aspetto della legge e' stata definita dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) una norma ad cooperativam, visto che favorisce la grande distribuzione come la Coop -uno dei soggetti che piu' si e' impegnato per questa legge.
Perche' non poter acquistare un farmaco, per esem­pio, a base di ibuprofene (contro il mal di testa) in una stazione di servizio lungo l'autostrada o in edicola, al negozio di alimentari piuttosto che al tabaccaio, eser­cizi che sicuramente non possono attrezzarsi con un farmacista per avere un angolo con questi prodotti? Cosi' funziona ad esempio negli Stati Uniti, dove si puo' sempre e facilmente reperire una pillola a qual­siasi ora del giorno e della notte, senza la necessita' di andare in cerca della farmacia di turno o di un su­permercato aperto.
Inoltre, risulta del tutto ingiustificato e lesivo dei con­sumatori il divieto di applicare ai farmaci OTC sconti,
operazioni a premio e concorsi, cosi' come per qualsiasi al­tro bene di consumo, divieto in genere mascherato dietro al fatto che i farmaci sarebbero prodotti potenzialmente danno­si per la salute, danno che, invece, non sarebbe tale per le promozioni di alcolici, dolci e qualunque altro prodotto che, al pari di un farmaco, se consumato in condizioni non razio­nali potrebbe arrecare danno. E' evidente che non si tratta di un divieto finalizzato alla salute del consumatore ma solo a mantenere blindato un mercato su cui le attuali cosiddette li­beralizzazioni hanno ancora poco influito. Un divieto, questo, di cui sembrano beneficiare solo gli attuali monopolisti, visto che pone un profondo limite alla competitivita' dei prezzi. Per tale motivo, con la collaborazione dell'Aduc, ho presen­tato un disegno di legge, composto di un unico articolo volto ad abrogare l'obbligo del farmacista per la vendita dei farma­ci senza obbligo di prescrizione e il divieto per le vendite pro­mozionali. E' una misura che, eliminando il monopolio della vendita "alternativa" dei farmaci OTC oggi detenuto dalla grande distribuzione al dettaglio, favorirebbe quei 40 milioni di cittadini che gia' fanno uso di questi prodotti.
 
(Fonte: Aduc Salute)


 

 
La svolta dei prezzi in farmacia
 
Mentre in alcune farmacie è scattata la declamata operazione "prezzi trasparenti" (un semplice cartello che indica i prezzi di 20 medicinali senza obbligo di prescrizione, 15 tra i 50 più commer­cializzati e 5 scelti dalla farmacia), una vera "svolta dei prezzi" è stata compiuta con l'accordo (che diverrà decreto) ottenuto faticosamente dal sottosegretario al Welfare e Salute Ferruccio Fazio con Regioni, aziende, distributori e farmacisti.
Si trattava di recuperare circa 500 milioni sulla spesa farmaceuti­ca e regolare l'anomalia di supersconti sui generici (i farmaci con brevetto scaduto e prezzo ridotto). Si è arrivati al compromesso di un taglio dei prezzi dei generici del 7% (si era partiti dal 20%; possibile, però, rinegoziare il prezzo); concesso l'extra sconto dell'8% da ridistribuire all'interno della filiera; tassa dell'1,4%, per un anno, sui prodotti del Servizio sanitario nelle farmacie. Sergio Dompè, presidente Farmindustria, ha parlato di "senso di responsabilità""; Giorgio Foresti, di Assogenerici, segnala il "sacrificio dei più deboli: ora Farmindustria dovrà fare la sua par­te". Di incentivazione all'uso del "generico" se ne riparlerà tra un mese.
 
(fonte:repubblica.it)


 

 
Rassegna Stampa
Antibiotici: ogni giorno assunti da 1,5 milioni di italiani. Meta' li usa male

Si assumono troppo e si assumono male. Gli italiani ricorrono troppo spesso agli antibiotici e circa la meta' dei "con­sumatori" ne fa un uso scorretto favorendo anche lo sviluppo dell'antibioticoresistenza. Un quadro "allarmante" quello presentato oggi al ministero della Salute, dal sottosegretario Ferruccio Fazio, il presidente dell'Istituto superiore di Sa­nita', Enrico Garaci, e il direttore generale dell'Aifa, Guido Rasi, in occasione della presentazione della Campagna di comunicazione per un uso corretto degli antibiotici.
In particolare ogni giorno in Italia 1 milione e mezzo di persone assume un antibiotico, al di fuori dell'ambito ospedaliero, senza distinzioni legate all'eta', tranne che per un maggior ricorso in eta' pediatrica. Tra le cause piu' frequenti di prescri­zione, le infezioni delle vie respiratorie (60%) del sistema urinario (9%) dell'orecchio (6%) del cavo orale (6%).
Inoltre, i dati relativi al consumo degli antibiotici analizzati dall'Agenzia Italiana del Farmaco mostrano come il consumo di questa classe di farmaci continui a crescere e come l'Italia sia uno dei Paesi europei con il piu' alto consumo di anti­biotici preceduta solo dalla Francia, dalla Grecia e da Cipro.
E ancora: i dati mostrano come gli antibiotici siano al terzo posto come spesa nella classifica dei farmaci dispensati a ca­rico del Ssn e al quinto se si considerano anche gli acquisti fatti direttamente dai cittadini. Il 90,8% della spesa territoriale relativa agli antibiotici e' a carico del Servizio sanitario nazionale e dunque la dispensazione del farmaco e' conseguente a prescrizione del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta.
Solo il 9,2% della spesa e' relativo ad acquisto fatto direttamente dai cittadini in farmacia. In relazione ai consumi, invece, il primo posto tra gli antibiotici e' occupato da una penicillina (amoxicillina + acido clavulanico) seguita da ma­crolidi e chinoloni (Ievofloxacina). Dal 2000 al 2007 la prescrizione di moxifloxacina e' aumentata del +398%, quella di amoxicillina+acido clavulanico e' raddoppiata (+100%) mentre quella di azitromicina e c1aritromicina (macrolidi) e' aumentata rispettivamente del +23,9% e +25,6%.
 
(fonte: asca)


 

 
Mondo Farmaceutico
Educare a non sprecare
 
I dati raccolti dal Censis rivelano uno spreco di farmaci nelle case italiane. Da oltre 2.500 interviste, è emerso che sette italiani su 10 consumano solo meta della confezione che resta, nel 30% dei casi, senza il foglietto illustrativo. L'indagi­ne è stata accompagnata da una campagna informativa, rivolta ai cittadini, sui farmaci equivalenti e il corretto uso dei farmaci condotta tra marzo 2007 e gennaio 2008, realizzata con interventi redazionali all'interno di trasmissioni Rai, e con locandine e informazioni. "Ci sono molte persone che non completano le cure - afferma Carla Colicelli, vicedirettore del Censis - e negli armadietti delle famiglie italiane ci sono farmaci inutilizzati, per il 20% del campione "spesso" e per il 50% solo "qualche volta". Gli italiani, però, sono molto consapevoli dei problemi dell'automedicazione - prosegue Co­licelli - infatti, il 70% concorda che la gestione troppo autonoma sia la causa principale dei problemi legati ai farmaci". Tuttavia, la campagna sembra essere stata efficace, poiché le persone che hanno detto di averla seguita hanno dichia­rato di aver modificato i loro comportamenti (47%) e di essere molto più attenti a un uso corretto del farmaco.


 
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