Circolari


Il fenomeno sta diventando sempre più preoccupante per i farmacisti e deriva dall'irreperibilità di un prodotto presso gli abituali fomitori e, talvolta, nell'intero circuito distributivo territoriale.

Tale impossibilità di trovare un determinato farmaco richiesto dal paziente, del tutto indipendente dalla volontà del farmacista, ha delle ripercussioni dirette anche sulle relazioni con gli stessi pazienti. Questi ultimi, infatti, non sempre comprendono le ragioni per cui il farmaco di cui hanno necessità non sia presente nella loro Farmacia di riferimento. La diretta conseguenza di tale situazione, a dir poco incresciosa, è rappresentata dalla perdita di credibilità e di immagine del nostro canale distributivo, connessa all'inevitabile perdita di tempo, da parte del farmacista, speso per fornire spiegazioni ad interlocutori comprensibilmente irritati per un disseNizio non certamente imputabile a sua responsabilità.

La responsabilità delle distorsioni sul mercato distributivo sono una conseguenza del c.d. "paralleltrade" il quale, com'è noto, consiste nell'acquistare farmaci in Paesi dove costano meno per poi rivenderli dove il prezzo è più elevato.

Il " mercato parallelo" ha conosciuto uno sviluppo davvero rilevante nel corso degli ultimi anni, anche sulla spinta della sempre più decisa liberalizzazione della circolazione delle merci perseguita in ambito europeo, che non ha ovviamente mancato di avere riflessi diretti anche sul mercato farmaceutico. I soggetti più dotati di spirito di intraprendenza, favoriti dall'allentamento degli storici e stretti vincoli regolatori del commercio dei farmaci (si pensi, solo per fare un esempio, alla possibilità concessa alle Farmacie italiane di poter esercitare anche la vendita all'ingrosso, prima vietata dalle leggi nazionali), hanno pensato bene di cogliere l'opportunità e volgerla, per quanto possibile, a proprio vantaggio: sui mercati nazionali è così cominciata, più o meno a partire dal 2006, una rincorsa al farmaco con un certo numero di operatori (grossisti, in particolare, ma non mancano le Farmacie) che "sottraggono" al mercato interno quantitativi consistenti di farmaci che poi rivendono agli importatori di altri Paesi, dove quelle referenze hanno un prezzo maggiore, dopo aver proceduto al loro riconfezionamento.

Come è agevole intuire, tanta vitalità imprenditoriale - consentita, è bene ribadirlo, dall'evoluzione del quadro normativo di riferimento voluta dall'Unione europea - non poteva che scompaginare gli equilibri esistenti.

Ad essere penalizzate dal fenomeno sono soprattutto le industrie del farmaco, per la riduzione di profittabilità che deriverebbe dal trasferimento di significativi quantitativi di farmaci da mercati a prezzo basso a mercati a prezzo più alto, con il margine differenziale che va tutto a vantaggio dell'intermediazione.

A fronte di questa situazione, nell'asserito tentativo di arginare gli effetti negativi delle speculazioni del mercato parallelo, l'industria ha così cominciato a immettere sul mercato nazionale quantità sempre più limitate e contingentate dei farmaci maggiormente "appetiti" dagli importatori paralleli.
Risultato inevitabile: la rottura degli stock, sempre più frequente e sempre più estesa.

L'unica possibile strada per contrastare il fenomeno sembra essere quella di una risposta ferma, coerente e condivisa di tutta la filiera che, almeno a livello di dichiarazioni, sembra esistere: tutti concordano infatti nello stigmatizzare il fenomeno e già nel 2011 la questione della carenza dei medicinali fu oggetto di un protocollo di intesa tra le sigle di comparto, compreso la nostra.

Tale protocollo, tuttavia, non ha prodotto tangibili risultati. La sensazione, infatti, è che in ordine al problema si continui a viaggiare in ordine sparso e che i comportamenti degli operatori non sempre siano coerenti con gli intendimenti.

Siamo pertanto convinti che il nostro sistema di Farmacie Comunali, sulla base dell'alto contenuto valoriale della nostra mission, si batta in prima persona per arginare il fenomeno in discussione e si impegni, in modo trasparente e pubblico, a non effettuare importazioni e/o esportazioni parallele.

Nei giorni scorsi abbiamo assunto l'impegno, al Tavolo della filiera convocato dall'AIFA, di contribuire al monitoraggio delle carenze e di trasmettere, in tempo reale, tali informazioni alla stessa Agenzia del farmaco.

Pertanto, vi invitiamo a comunicarci le carenze riscontrate nelle nostre Farmacie, compilando il modulo che si trasmette in allegato (all.1 ) e di restituircelo ogni qualvolta si registra una carenza in Farmacia.

Certi che non faremo mancare il nostro contributo per "tentare" di dare una soluzione efficace al problema, si coglie l'occasione per inviare cordiali saluti.

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