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Notizie n. 26

 
Editoriale
L'ennesimo arrembaggio alle casse delle farmacie
Una perdita annua prevista di 22.600 euro di Risultato prima delle imposte per ogni far­macia. È questo ciò che accadrà alle farmacie grazie all' "accordo" raggiunto lo scorso 15 ottobre presso il Tavolo Farmaceutico coordinato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
Sotto la minaccia di un'azione giudiziaria e di un intervento della Guardia di Finanza, a seguito di una denuncia della Regione Toscana, Farmacie private e pubbliche sono state costrette a firmare a malincuore un testo che punta a recuperare al Servizio Sanitario Nazionale il beneficio conseguente la pratica degli extrasconti.
Di seguito le tre misure dell'Accordo.
Viene aumentata per legge la quota di spettanza alla filiera distributiva del farmaco, per i farmaci unbranded, nella misura di 8 punti percentuali. Prima di tale prowedimento
l'extra-sconto era libero, e secondo di calcoli di Assofarm si posizionava su un valore medio del 25%. Ciò significa che si perde un 17% pieno, corrispondente a 8.800 euro di
risultato prima della tassazione. Paradossalmente meno si Dalle Associate era capaci di strappare buoni extrasconti, più si riduce la Nasce Luccav perdita odierna.
Secondo punto, vengono ridotti del 7% i prezzi al pubblico dei prodotti equivalenti unbranded inseriti nelle liste di tra­sparenza Aifa al settembre 2008. In questo caso si produce una perdita di 4.800 euro di Risultato prima delle tasse, in caso di acquisto diretto.
Infine, per far recuperare al SSN il valore degli extra-sconti praticati nel corso del 2008, lo sconto a favore del SSN viene incrementato del 1,4% una tantum lungo tutto il 2009 e per tutti i farmaci erogati. Assofarm stima in 9.000 euro la perdita di Risultato prima delle imposte. Riassumendo, l'Accordo del 15 ottobre scorso fa perdere per sempre 13.600 euro prima delle imposte in media ad ogni farmacia, a cui si aggiunge la misura una tantum di 9.000 euro per il 2009. A fronte di ciò lo Stato risparmie­rebbe 250 milioni di euro in spesa farmaceutica per ogni anno a venire.

Che si stesse andando in questa direzione era chiaro da tempo, e in fondo c'è del vero e del giusto nelle posizio­ni assunte dalla Regione Toscana, seppure in modi non sempre ortodossi.
Non è quindi solo nei numeri che questa vicenda fa male alla farmacia italiana. I dati più preoccupanti sono di natura politica.
Prima di tutto l'incapacità delle farmacie pubbliche e private di arrivare compatte al Tavo­lo, con una proposta tanto realistica quanto condivisa. Abbiamo insomma perso un'oc­casione importante di fare fronte comune, quando la situazione rende tale necessità più che evidente.
Altro dato politico, assai più grave, è quello che si va a colpire l'unico settore di spesa sanitaria virtuoso (cumulato ad agosto 2008 -2% sullo stesso periodo dell'anno scorso per i farmaci di Fascia A). Si tolgono insomma risorse dove vengono gestite bene, per appianare problemi irrisolti altrove.
Diversamente non si spiegherebbe l'affollarsi di prowedimenti che erodono spazi di cre­scita alla farmacia, come la Tomassini-Gasparri, o l'erogazione di servizi sanitari a costi zero per il SSN.
Si chiede sempre di più alla farmacia, e al contempo se ne riducono i margini operativi. Lo Stato deve avere maggiore rispetto delle farmacie, in particolare di quelle pubbliche. Le farmacie comunali oggi sono un laboratorio dinamico di sperimentazione di come un servizio pubblico può essere gestito con efficienza e coerenza alla mission sociale. L'ar­rembaggio al portafoglio delle farmacie non fiacca la nostra operatività, ma soprattutto im­poverisce la società italiana di una prospettiva di sviluppo sanitario moderno e virtuoso.
 
Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm
 
Dalle associate
Nasce "Luccav": la card assistenziale per genitori e bambini fino a tre anni di età
Alliance Farmacie Comunali spa e il Comune di Lucca hanno dato vita a "Luccav", una carta consegnata ai genitori dall'Ufficio anagrafe del Comune al momento della nascita del figlio.
L'iniziativa consiste in una card che permette la fruizione di servizi di accoglienza, informazione e formazione fino al compimento del terzo anno di età del bambino.
I servizi attivabili e gratuiti della tessera consistono a un kit di "benvenuto alla vita", contentente il necessario per il neonato e consulenze con esperti per l'orientamento, consigli nutrizionali e psicologici e la consegna a domicilio di farmaci urgenti su richiesta del medico.
All'iniziativa partecipano anche la Confraternita della Misericordia, la Croce Rossa, la Croce Verde, il consultorio La Famiglia e l'UNICEF.
"Un servizio importante - ha sottolineato il sindaco Favilla - che permette all'amministrazione di venire incontro alle esigenze delle famiglie e dei loro bambini, per il quale ringrazio Alliance Farmacie Comunali. Dopo anni di polemi­che sul ruolo delle Farmacie Comunali queat iniziativa rappresenta una risposta adeguata".
"Il concepimento, la nascita e le relazioni affettive del bambino da zero a tre anni - ha evidenziato Vincenzo Placido, presidente di farmacie Comunali Spa - costituiscono la situazione pilota che orienterà la persona umana nel suc­cessivo percorso della sua esistenza. Per questo il consiglio di amministrazione di Alliance Farmacie comunali Spa, allo scopo di contribuire a favorire questa fondamentale fase della vita, unitamente all'assessorato agli asili nido del Comune, ha elaborato questo progetto".
"Nel primo anno - ha sottolineato l'assessore Donatella Buonriposi - il rapporto madre bambino è fondamentale, le istituzioni devono fare la loro parte, ma anche la famiglia deve riscoprire l'importanza del rapporto madre-bambino".
 
 

 
Dalle associate
Livorn, arriva la Carta Fedeltà
Arriva nelle nove farmacie comunali di Livorno la Carta Fedeltà, una carta magnetica personale, che permette di accumulare punti validi fino a agosto 2009. Il rilascio della carta è subordinato al versa­mento di un contributo minimo di 2 euro, che viene interamente devoluto all'Associazione Cure Pallia­tive Onlus di Livomo. La carta fedeltà consentirà all'utente di accumulare 1 punto per ogni euro di spesa sostenuta per l'acquisto di prodotti parafar­maceutici. Sono esclusi gli acquisti di farmaci, com­presi quelli da banco o OTC, di prodotti omeopatici, di I atti per la prima infanzia, e di ogni altro articolo già soggetto a campagna promozionale. Una volta raggiunto l'ammontare di 100 punti (equivalenti a 1000 di spesa), e per ogni 100 punti successivi, il titolare della carta avrà diritto ad un buono sconto di 10 € da ritirare presso la farmacia che ha consegna­to la stessa carta. Il buono di 10 euro può essere utilizzato per l'acquisto di altri prodotti parafarma­ceutici oppure può essere convertito, totalmente o parzialmente, in un contributo da versare a favore dell'Associazione Cure Palliative Onlus di Livomo.
 
 

 
Dalle associate
A Vasto apriranno a breve due nuove farmacie
Una nuova società (una srl a totale capitale pubblico con il Comune unico socio) gestirà la Farmacia Comunale di Vasto sulla Circonvallazione Histoniense.
«Grazie al nuovo soggetto giuridico - ha aggiunto il sinda­co Lapenna - la nostra farmacia è destinata ad aumentare sensibilmente il proprio fatturato. Fatturato che, come ho avuto modo già di sottolineare, ci consentirà di investire gli utili sia nel sociale che nella stessa farmacia, potenziando­ne le capacità gestionali».
Delle due nuove farmacie una sarà Comunale, l'altra andrà a bando. Per quanto concerne la loro ubicazione ad oggi
si sa per certo che una delle due opererà nell'area del quartiere Incoronata. Per l'altra la zona è ancora in via di definizione.
«Seguendo le indicazioni del sindaco - ha detto il consi­gliere Montemurro - abbiamo rispolverato le pratiche con la Regione Abruzzo per far sì che la nostra Comunità possa avere presto altre due farmacie. Per quanto concerne quella comunale già in servizio, grazie alla nuova forma di gestione, avrà la possibilità di attuare una politica migliore dei prezzi, con una scontistica maggiore per tutti i farmaci».
 
 

 
Dalle associate
A Forlì le farmacie incontrano la città
Dopo il grande successo ottenuto lo scorso anno, la manifestazione "Le Farmacie comunali incontrano la città" di quest'anno si è svolta al Parco Incontro, uno dei parchi più contesti pubblici della città, ideale per dare alla manife­stazione il significato di festa. Una festadei dipendenti di Forlifarma e dei suoi utenti.
I numeri parlano chiato: oltre un migliaio di persone al gazebo dell'organizzazione per ritirare i prodotti in omaggio e allo stand delle consumazioni.
Sono stati letteralmente presi d'assalto i gazebo delle analisi del sangue, dell'esame della pelle e del capello e quello degli integratori.
Anche la tavola rotonda su "Integratori e sport" è stata seguita con molto interesse non solo dagli sportivi ma anche dal pubblico presente che ha molto apprezzato gli interventi e soprattutto i consigli del prof. Pietta. Complessivamente è andato tutto molto bene: dall'organizzazione e servizi offerti, alla tavola rotonda; dall'intratteni­mento musicale, alla sfilata di moda e alla straordinaria partecipazione di pubblico che ha seguito la manifestazione fino alla fine.
Il successo dell'iniziativa, come ha ricordato il Sindaco, non è frutto del caso, ma nasce e si realizza con il contributo di molti cuori e molte mani: quelli dei dipendenti di Forlifarma e a quelli dei volontari dell'Associazione del Parco Incontro.
 
 

 
Mondo farmaceutico
Un medicinale diventa generico solo se è sicuro ed efficace.  Convegno AssoGenereci
Un farmaco diventa generico solo dopo che si è ri­velato efficace e sicuro, quindi diventare un farmaco generico è il destino di tutti i farmaci. Lo ha spiegato il Presidente di Asso Generici l'Associazione che rap­presenta i produttori di farmaci equivalenti Giorgio Fo­resti in occasione del Congresso Nazionale Asso Ge­nerici che si è aperto oggi a Roma. "In un certo senso, non è azzardato dire che, soltanto se un farmaco fun­ziona, risponde alle esigenze del clinico e ai bisogni del paziente, diventa generico" ha detto Foresti.
"La ricerca farmacologica - ha dichiarato Foresi - l'in­dustria del farmaco hanno negli ultimi cinquant'anni migliorato radicalmente le condizioni di vita di tutti. Basti un esempio: in era preantibiotica, il 30% delle persone colpite da una polmonite moriva, oggi la gua­rigione è la regola. Lo stesso vale per molte altre con­dizioni acute e croniche. I farmaci che hanno garanti­to questo importantissimo risultato oggi sono ancora impiegati quotidianamente con successo e sono tutti generici".
A dimostrazione, poi, del fatto che il ricorso ai farmaci generici non toglie spazio alla ricerca e all'innovazio­ne il Presidente di Asso Generici ha portato l'esempio degli Stati Uniti, in cui "la quota dei generici prescritti è passata nel periodo 2004-2006 dal 48 al 57,3% e alcune previsioni indicano per il 2013 una quota su­periore al 70%", senza conseguenze negative sulla ricerca farmaceutica. "Tuttavia - ha concluso Foresi ­anche se non vogliamo certo limitarci a una denuncia, resta il fatto che gli ostacoli che in Italia impediscono al generico di svolgere pienamente il suo ruolo devo­no essere adeguatamente affrontati".
Due le giornate di lavori del Congresso e due le te­matiche all'ordine del giorno. Il titolo scelto per oggi è "Il farmaco generico nella politica sanitaria nazio­nale: criticità e prospettive"; la discussione affronterà quello che, in questi anni, è rimasto un nodo irrisolto: le misure sin qui adottate per sostenere lo sviluppo del mercato dei farmaci generici non sono state suf­ficienti a creare le condizioni per un effettivo sviluppo del comparto. La ragione principale è che non si è andati oltre l'affermazione dell'esistenza del concetto di farmaco generico/equivalente e il riconoscimento di un ruolo del generico soltanto in termini di "risparmio" per il Sistema Sanitario Nazionale. AI contrario, il farmaco generico costituisce una risorsa per il SSN e per la spinta innovativa dell'industria farmaceutica nazionale; relegarlo soltanto al ruolo di "creatore di risparmio" sarebbe un errore strategico difficilmente recuperabile.
Hanno partecipato ai lavori il Sottosegretario del Welfare Francesca Martini, il professor Guido Rasi, Direttore Gene­rale AIFA; il dottor Antonio Pilati, Componente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato; il dottor Loredano Giorni della Commissione Salute della Conferenza delle Re­gioni e l'onorevole Alberto Giorgetti, Sottosegretario all'Eco­nomia.
La seconda giornata è stata invece dedicata a "I farmaci in ospedale: criticità e prospettive", un tema raramente posto al centro dell'attenzione ma che presenta numerosi aspetti che hanno ostacolato il cammino del generico in Italia. La rela­zione introduttiva del Vicepresidente di AssoGenerici, dottor Francesco Colantuoni, illustra alcuni esempi di capitolati di gara contenenti clausole fortemente distorsive della concor­renza che, se da un lato rappresentano un serio ostacolo all'accesso al mercato delle aziende produttrici di farmaci generici, dall'altro dimostrano altresì il mancato risparmio per il SSN. Interverranno il dottor Marco Boni, Fondazione FARE Sanità; la dottoressa Stefania di Serafino, Direttore Aggiunto della Direzione Agroalimentare e Trasporti - Autori­tà Antitrust; il dottor Mario Bruzzone, Dirigente Ufficio Prezzi AIFA; la dottoressa Laura Fabrizio, Presidente SIFO (Socie­tà Italiana di Farmacia Ospedaliera) e il professor Roberto Bernabei - SIGG (Società Italiana di Geriatria e Gerontolo­gia).
 
 

 
Opuscolo sull'esercizio fisico
In questi giorni gli uffici romani della Federazione stanno spedendo a tutte le Farmacie Comunali l'opuscolo "L'Eser­cizio fisico come farmaco" , realizzato come ogni anno con il Fondo 0,15%.
Si tratta di un breve manuale in cui si spiega il tipo, l'inten­sità, la durata e la frequenza dell'attività fisica da "sommini­strare" e all'uso del conta passi per "misurarla".
Il documento è stato redatto da Francesco Conconi, già rettore dell'Università di Ferrara, ed attualmente direttore del Centro Studi Biomedici Applicati allo Sport dello stesso ateneo.
 
 

 
Mondo farmaceutico
Inchiesta farmaci da banco al supermercato
Nel complesso, gli italiani sono soddisfatti della riforma che ha portato i farmaci da banco in super­mercati e parafarmacie: la maggioranza di chi ha risposto all'inchiesta di Test Salute, supplemento di Altroconsumo, afferma che la possibilità di comprarli senza passare sotto la croce verde deve restare, così come che la liberalizzazione della vendita abbia favorito un calo dei prezzi dei medicinali (confermato da un'inchiesta di Altroconsumo pubblicata nel mese di agosto 2008).
Anche la presenza del farmacista nel luogo dove si vendono i farmaci da banco è ritenuta importante, anche se dall'inchiesta emerge che i farmacisti che prendono spontaneamente l'iniziativa di dare infor­mazioni ai clienti sono poco più della metà: e questo awiene allo stesso modo in farmacia e al supermer­cato.
Tra coloro che preferiscono acquistare farmaci al supermercato, la maggior parte afferma di essere convinto di poter risparmiare, mentre per più di un terzo il fattore chiave e la comodità di poterli acqui­stare durante la normale spesa.
Colpisce il fatto che più di metà del campione abbia dichiarato di avere acquistato un farmaco visto per caso, decidendolo al momento: un comportamento da non incoraggiare, per evitare che la possibilità di acquistare farmaci fuori dalle farmacie porti a un loro consumo maggiore.
[ ... ]
 
 
 
Mondo farmaceutico
Farmacie o non farmacie, meta' degli italiani fa da se' an­che sui farmaci con ricetta
Fai da te degli italiani sull'utilizzo dei farmaci anche se si tratta di un medicinale specialistico o con un prodotto per il quale e' necessaria la ricetta medica: uno studio condot­to dal Censis sui farmaci equivalenti e sull'uso corretto dei medicinali, presentato dalla direttrice dell'Istituto Carla Col­licelli nel corso del congresso annuale dei medici di famiglia mette ancora una volta in evidenza molte imprudenze nelle abitudini di cura del Belpaese. Il Censis ha rilevato che quasi il 45% degli italiani ha acquistato senza ricetta farmaci con obbligo di prescrizione spesso o qualche volta. Ben tre ita­liani su quattro hanno in casa farmaci specifici utilizzati solo in parte e quasi un terzo degli intervistati ha risposto di ave­re smarrito il foglietto illustrativo dei prodotti che usano. Lo studio del Censis ha valutato gli effetti di una campagna in­formativa dell'Aifa sui farmaci generici che prima dell'iniziati­va venivano giudicati non altrettanto efficaci rispetto a quelli griffati da quasi un terzo degli italiani. La campagna condotta attraverso le reti televisive, la distribuzione di locandina e opuscoli negli studi dei medici di famiglia e nelle farmacie hanno modificato l'atteggiamento nazionale nei confronti di questi prodotti che nel 2007 hanno raggiunto quota 30,7% sul totale delle dosi giornaliere con un aumento del 20% ri­spetto all'anno prima. Secondo lo studio oltre la meta' degli intervistati ha modificato i propri comportamenti di fronte ad una scatoletta di farmaci: il 66% di questa quota ha detto che in futuro prestera' piu' attenzione alle eventuali interazioni fra prodotti, il 33,9% che stara' piu' attento alloro consumo e il 26% che deve chiedere sempre consiglio al medico.
 
(fonte: ADUC Salute)
 


 
Mondo farmaceutico
Lazio: 7 farmacisti su 10 non consigliano i generici
Sette farmacisti su dieci, nel Lazio, non consigliano i farmaci generici. È quanto emerge da un'inchiesta pubblicata dal sito della Regione Lazio - www.portaleconsumatore.it - al termine di un tour che ha sottoposto a un test 100 farmacie del territorio per chiedere un farmaco contro la febbre, ed uno contro il mal di denti.
AI contrario, invece, sono stati moltissimi i farmacisti che hanno preferito consigliare farmaci griffati: quelli da più tem­po sul mercato nel caso dell'antipiretico, quelli maggiormente pubblicizzati nel caso dell'antidolorifico.
Non erano obbligati, ma ...
Certo, avendo richiesto esclusivamente farmaci da banco acquistabili senza ricetta, i farmacisti non sono obbligati a consigliare il generico più economico (come invece è dovuto per i farmaci vendibili solo dietro la presentazione di una ricetta medica, quando sulla stessa non è scritto "non sostituibile"), ma il test speiga con chiarezza le ragioni per cui i generici in Italia e nel Lazio non decollino, nonostante costino almeno il 20% in meno e siano esattamente equivalenti ai corrispettivi "firmati". I generici sono, infatti, l'esatta riproduzione di medicinali icon il brevetto scaduto e, per questo, riproducibili anche da altre case farmaceutiche con il nome del principio attivo.
 
Rassegna stampa
Prezzi in "vetrina" e presto sconti sui generici
Un "poster" in vetrina con il prezzo di 20 confezioni
di farmaci da banco. È quanto prevede il protocollo d'intesa sulla trasparenza dei prezzi dei farmaci da banco sottoscritto ieri dai rappresentanti delle istitu­zioni e di categoria. La campagna informativa partirà il 16 ottobre presso i punti vendita che sceglieranno di aderire. A metà ottobre, inoltre, un tavolo tecnico istituito al ministero del Welfare deciderà su come far risparmiare le Regioni attraverso un extra-sconto sul prezzo dei generici.
A firmare l'intesa, ieri, c'erano i rappresentati del ministero dello Sviluppo Economico e del Welfare, dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, dal Cncu, Federfarma, Assofarm, Anpi-Parafarmacie, Ancc­Coop, Federchimica-Anifa e Farmindustria.
Delle 20 confezioni - spiega una nota del ministero - 15 saranno da selezionare all'interno di un elenco dei cinquanta prodotti maggiormente commercia­lizzati e 5 saranno individuate autonomamente dal singolo esercizio.
L'iniziativa, promossa dal Garante per la sorveglian­za dei prezzi, Antonio Lirosi, nasce dalle segnalazio­ni dei consumatori che hanno manifestato disagio per l'assenza dell'indicazione del prezzo di vendita sulle confezioni dei medicinali e per la conseguente impossibilità di verificare gli sconti eventualmente proposti dalla farmacia o dal punto vendita prescelto. Una situazione che si protrae dall'inizio del 2008, essendo venuto meno, in base alla Finanziaria 2007, l'obbligo per i produttori di indicare il prezzo.
A metà ottobre, inoltre, un tavolo tecnico istituito al ministero del Welfare deciderà su come far rispar­miare le Regioni attraverso un extra-sconto sul prezzo dei generici. Sembra esclusa, per il momento, l'ipotesi di un taglio secco del 20% dei prodotti ge­nerici, come ipotizzato a livello tecnico dalle Regioni, che sperano così di ottenere 800 milioni di euro di risparmi sul costo dei farmaci.
L'ipotesi che emerge è quella di lasciare il prezzo invariato, ma di accreditare lo sconto che le aziende fanno alle farmacie su grossi acquisti per due terzi al servizio sanitario e per un terzo alle farmacie come incentivo per le vendite dei farmaci a brevetto sca­duto. "Non possiamo accettare in alcun modo - ha detto Sergio Dompe', presidente della Farmindustria
- l'ipotesi di un taglio secco di prezzi visti i 18 interventi di tagli awenuti negli ultimi anni. I prezzi italiani sono più bas­si del 30% rispetto a quello degli altri paesi europei".
 
(fonte: Bisturi)

 
I prezzi dei farmaci arrivano in vetrina. Scatta l'operazione trasparenza sui prodotti da banco: in base a un accordo promosso dal Garante Antonio Lirosi (<<Mister Prezzi»), presso ogni punto vendita dei medicinali, che si tratti di far­macie, parafarmacie o «come!"» nella grande distribuzione, un cartello informativo riporterà il prezzo di vendita di 20 confezioni di farmaci da banco. La campagna informativa partirà il 16 ottobre presso i punti vendita che sceglieranno di aderire e nasce dalle richieste dei consumatori, che fino­ra non trovavano indicazioni così immediate ed evidenti e perciò avevano difficoltà a confrontare i prezzi e a verificare eventuali sconti.
Delle 20 confezioni in vetrina solo 15 saranno le stesse ovunque (e verranno selezionate nell'elenco dei cinquanta prodotti maggiormente commercializzati); le altre 5 invece saranno scelte autonomamente dal singolo esercizio, a se­conda di quali confezioni risultino più in voga nella località [ ... ]
Ieri è stata resa nota una ricerca (<<Medici in difesa») com­missionata dall'Ordine dei medici della provincia di Roma e condotta su 800 dottori da cui risulta che il 60% dei medici prescrive farmaci anche quando non è necessario; inoltre
il 50% invia i pazienti a fare una visita specialistica non per necessità del malato ma per paura di ripercussioni legali, e il 70% dei medici prescrive un eccesso di esami in una mi­sura che varia dal 20 al 40%. Il costo complessivo di questi abusi a carico del Servizio sanitario nazionale è stimato dal sottosegretario con delega alla Salute Ferruccio Fazio fra i 12 e i 20 miliardi di euro all'anno (owiamente in tutta Italia e non solo a Roma e provincia) ed è equivalente a una pesante Manovra economica correttiva.
I dottori si comportano così perché cedono alle pressioni degli assistiti e vogliono evitare conseguenze legali o fastidi personali. Solo 4 medici su 10 dicono di non avere mai ceduto alla paura e di essersi rifiutati di firmare ricette non necessarie. I farmaci più prescritti in «via difensiva» sono quelli per l'apparato cardio-circolatorio (33,8%), digerente (28,3%) e respiratorio (27,9%). Il sottosegretario Fazio parla di «sfarinamento del rapporto di fiducia medico-pa­ziente».
 
(fonte: La Stampa)
 

 
Rassegna stampa
Doping: facile in farmacia
A rivelarlo e' un'inchiesta condotta da Men's Health, il mensile diretto da Luigi Grella, in edicola col nuovo numero, che si e' infiltrato negli spogliatoi delle palestre italiane e nelle farmacie, per entrare in contatto con allenatori e persone "del giro", e scoprire come questo fenomeno stia veramente dilagando. Il risultato e' choccante: spesso sono proprio trainer spregiudicati, medici compiacenti e farmacisti disonesti a fare da tramite col popolo delle palestre. La Liguria
e' la capolista delle regioni piu' attive nel commercio clandestino di questo genere di sostanze illecite. Infatti, proprio nei pressi del porto di Genova, un giornalista di Men's Health ha potuto constatare di persona quanto sia facile entrare in farmacia, chiedere qualcosa per definire i muscoli e vedersi passare sottobanco 50 capsule galeniche, contenenti efedrina (prodotto vietato per legge), per soli 40 euro.
Attualmente, anche se grazie a recenti operazioni di polizia la disponibilita' sul mercato di anabolizzanti e' fortemente diminuita, il web e' il nuovo canale di diffusione e vendita di dopanti. I siti vengono oscurati ma ci sono gli "scammers", altri siti che sfruttano un marchio per vendere sostanze illecite, che inoltre truffano non spedendo la merce. Il dato preoccupante e' che le vittime stanno crescendo esponenzialmente.
"Nelle palestre la tendenza e' cambiata, quando si parla di doping -spiega Fabio Timo, personal trainer di una palestra di Genova- se prima si cercava di essere grossi, oggi l'obiettivo di molti e' diventato 'definirsi'. Come? Dimagrendo drasticamente. Si fa incetta come si puo' di capsule a base di stimolanti. Le conseguenze per il fisico sono pero' molto negative perche' il peso cala ma il conto si paga in termini di tachicardia, agitazione, ipertermia, disidratazione, iper­tensione".
Per accelerare il metabolismo, infatti, si assumono irregolarmente e con dosaggi superiori al consentito farmaci che, come spiega Giuseppe D'Onofrio, ematologo sportivo, possono creare problemi al metabolismo, alla tiroide, all'appa­rato cardiocircolatorio, sino a diventare addirittura controproducenti oltre che dannosi. Creano "ipotirodei da rimbalzo", owero gente che desidera un fisico da spiaggia si ritrova obesa e con problemi di salute.
Tra le ultime novita' negative c'e' il neurodoping, owero il doping che serve massimizzare l'efficienza mentale, ottenu­to con farmaci che contengono il metilfenidato.
Inoltre ora Viagra, ma anche Levitra e Cialis, non e' piu' un semplice rimedio contro le disfunzioni erettili ma uno degli ultimi arrivati nella nutrita lista dei sistemi dopanti professionali e non. In America gia' lo chiamano "vitamina V" e se n'e' sentito parlare alle ultime Olimpiadi."A Pechino i laboratori dell'antidoping ne hanno trovate tracce nelle urine di moltissimi atleti. Con nessuna conseguenza dal punto di vista della giustizia sportiva, dato che non e' incluso tra le sostanze proibite per gli atleti", racconta Christiane Ayotte, direttore di uno dei laboratori accreditati dalla Wada (World Anti Doping Agency), a Men's Health.
Infine esiste anche il doping anche come blocca-invecchiamento: molti over 35enni utilizzano l'Hgh (l'ormone della crescita impiegato nei farmaci contro il nanismo) per contrastare il calo di ormoni dovuto all'eta' e quindi ridurre uno dei fattori dell'invecchiamento.
 
(fonte: Vita)
 

 
Rassegna stampa
Censis, oltre 69% italiani a vendita fuori da farmacia
Gli italiani sono "fedeli" alla farmacia fiducia, ma oltre il 69% esprime una valutazione positiva relativamente alla pos­sibilita' di vendere farmaci in luoghi diversi. E' quanto emerge dalla ricerca "Trent'anni di ricerca biomedica e di lotta alle malattie: passato e futuro del farmaco" presentata oggi al Censis.
Oltre il 67% degli intervistati, quota identica a quella rilevata nel 1996, dichiara di rivolgersi di solito alla stessa farma­cia. Il farmacista (77%) segue il medico di medicina generale (97%) come soggetto che, secondo gli intervistati, deve dare informazioni sui farmaci. La fiducia al farmacista e la fedelta' alla farmacia, con il riconoscimento pieno del ruolo sociale di entrambi, non determinano tabu' di alcun tipo, ne' preclusioni verso l'evoluzione del mercato dei farmaci e delle modalita' distributive. Spicca, infatti, la positiva valutazione espressa da oltre il 69% degli italiani relativamente alla possibilita' di vendere farmaci in luoghi diversi dalle farmacie, anche se per il 56,6% deve awenire sempre e comunque in presenza di un farmacista nel punto vendita. Meno del 18 ha pero' effettivamente acquistato farmaci in luoghi diversi dalla farmacia.
 
(fonte: ASCA)
 

 
Rassegna stampa
Liberi Farmacisti rispondono al Senatore Tomassini
Le dichiarazioni pubblicate dal Sole 24 ore del Pre­sidente della Commissione Igiene e Sanità Antonio Tomassini relative al disegno di legge Gasparri sono, secondo il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, completamente infondate e smentite dai fatti oggetti­vi. Il Odi in questione, presentato il 10 luglio e firmato da Antonio Tomassini e Maurizio Gasparri, "vorrebbe ridurre tipo e quantità di medicine vendibili nelle pa­rafarmacie mettendo a rischio giro d'affari e posti di lavoro" .
Tomassini si è difeso così: "Questo Odi permette di vendere un numero limitato di farmaci, di uso comune e in confezioni ridotte, anche senza la presenza del farmacista. Si allinea così l'Italia ai Paesi più evolu­ti e si salvaguarda il sistema distributivo tipico della farmacia. E si dà la possibilità di aprire rapidamente almeno 1.500-2.000 nuove farmacie, che possono es­sere comprate da quasi tutti i farmacisti oggi titolari di parafarmacie" .
Per quanto riguarda i farmaci vendibili "si tratterebbe solo di una revisione della lista dell'Agenzia Italiana del Farmaco, nel senso di un ampliamento non di una diminuzione". Anche sui 5mila posti di lavoro a rischio Tomassini "ridimensiona l'allarme chiusura lanciato dalle associazioni di farmacisti non titolari". Infine, se­condo Tomassini "le parafarmacie non saranno toc­cate. Le limitazioni si applicheranno solo agli esercizi privi di farmacista; la stragrande maggioranza dei tito­lari di parafarmacie troverebbe comunque collocazio­ne, professionalmente più qualificante, nelle farmacie di nuova istituzione".
Secondo il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti Tomassini sta soltanto "calmando le acque" o peg­gio, viene il dubbio che "non abbia letto in maniera approfondita ciò che ha firmato". Infatti, il testo parla chiaro e senza alcuna possibilità di fraintendimento:
"Art. 9: Chiunque ponga in vendita farmaci diversi da quelli previsti dall'articolo 1, comma 6, al di fuori delle farmacie, oppure esercita attività d'accaparramento di ricette mediche per qualsiasi scopo, è punito con l'ammenda da euro 5.000 a euro 15.000; in caso di recidiva l'ammenda è elevata al triplo". I farmaci previ­sti all'articolo 1 comma 6 sono proprio quelli che sarà possibile vendere nei centri commerciali (ma anche nelle tabaccherie e bar) senza la presenza del farmacista. Quindi tutti gli altri potranno essere venduti solo nelle farmacie e non più nelle parafarmacie.
Circa la possibilità di aprire con il dd11.500 - 2.000 farmacie, secondo il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, si rischia "il ridicolo in quanto chiunque conosca bene la realtà sul ter­ritorio sa che con un abbassamento minimo del quorum per aprire una farmacie il risultato non può che essere modesto, questo per la presenza nelle città delle farmacie sopranume­rarie, farmacie aperte in deroga al criterio della popolazione o che per spostamenti rilevanti della popolazione risultano appunto al di sopra dei criteri demografici". Queste farmacie con il ddl GasparrifTomassini verrebbero riassorbite impe­dendo nuove aperture. Uno studio dei Liberi Farmacisti con un parametro ancora più basso (3800) ha già dimostrato che nelle grandi metropoli si sarebbero potute aprire solo 5 nuo­ve farmacie, mentre nei capoluoghi di provincia 78 esercizi. In totale, con il ddl GasparrifTomassini si potrebbero aprire appena 3-400 nuove farmacie. "La diminuzione del prezzo dei farmaci d'automedicazione dopo il decreto Bersani è un fatto inconfutabile, cercare di sminuirlo per propri fini ideo­logici non rende ragione del ruolo istituzionale ricoperto dal senatore Tomassini".
"In quanto alle affermazioni del senatore che, paragonando l'attività medica a quella di farmacista, dice che non tutti i medici possono comprarsi cliniche private, rispondiamo che tutti i medici hanno la possibilità di scegliere tra l'attività in convenzione con il S.S.N. e la libera professione aprendo un proprio studio medico. Questa possibilità ai farmacisti italiani è negata da un corporativismo bigotto che tutela solo ed uni­camente i privilegi di alcuni danneggiando quelli generali".
 
(fonte: Helpconsumatori)
 

 
Rassegna stampa
Liberalizzazioni, Federfarma appoggia ddl Gasparri
Federfarma ha diffuso una nota nella quale si legge: "Il DDL Gasparri Tomassini propone un ampliamento della liberalizzazione dei farmaci da banco in quanto prevede la possibilità che alcuni dei medicinali di automedicazione piu' maneggevoli, in confezioni ridotte, siano vendibili in qualsiasi esercizio commerciale, anche senza la presen­za obbligatoria del farmacista. Il prowedimento consen­tirebbe quindi di rendere accessibili tali confezioni ridotte di farmaci di uso comune anche in luoghi oggi sprowisti, come autogrill e piccole stazioni."
 


 
Rassegna stampa
Insufficiente la campagna promossa da Mister Prezzi
Mister Prezzi, il Garante per la sorveglianza dei prezzi, fa un passo per aiutare i cittadini a comprare i farmaci da ban­co al prezzo più conveniente. Ma è un passo piccolo piccolo.
Da gennaio 2008 non c'è più l'obbligo di indicare il prezzo di vendita sulle confezioni dei farmaci senza prescrizione.
Il motivo è semplice: il prezzo al pubblico è libero ed è deciso autonomamente da ciascun punto vendita. Sono gli effetti della liberalizzazione, che porta però anche una conseguenza indesiderata: il consumatore quando acquista un farmaco non ha più un riferimento di prezzo preciso, utile per scegliere dove acquistarlo al prezzo migliore. Nell'intento di aiutare il cittadino Mister Prezzi ha recentemente lanciato una campagna informativa, che partirà il 16 ottobre. Farmacie, parafarmacie e corners della grande distribuzione esporranno un cartello con indicati i prezzi di vendita al pubblico di 20 confezioni di farmaci da banco, fra i quali 15 dovranno essere selezionati all'interno di un elenco dei 50 prodotti più commercializzati, redatto ogni sei mesi, mentre gli altri cinque potranno essere scelti auto­nomamente dal punto vendita.
Iniziativa utile? Non molto. Il punto è che 15 confezioni sono troppo poche. Si corre il rischio che siano proprio quelle su cui il farmacista pratica prezzi promozionali, che nulla hanno a che vedere con il reale livello di economicità del punto vendita.
Perché allora non prevedere l'esposizione dei prezzi di tutte le 50 confezioni? Solo così ci sarebbe una reale traspa­renza.
Da Mister Prezzi ci aspettiamo anche qualcosa di più: l'autorità garante dovrebbe occuparsi in prima persona del mo­nitoraggio dei prezzi dei farmaci senza ricetta, rendendo pubblici i prezzi medi praticati nei diversi punti vendita.
In questo modo - e non con una magra lista di 20 confezioni - si aiuterebbe realmente il cittadino a orientarsi nel mer­cato farmaceutico, stimolando attivamente la concorrenza.
Per trovare i farmaci più convenienti: hai già consultato la nostra banca dati farmaci?
 
(fonte: Altroconsumo)
 

 
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Vendita libera senza farmacisti e farmaci con ricetta ovunque ci sia un farmacista
Dopo il successo che la vendita di farmaci senza ricette sta avendo nelle parafarmacie e la sperimentazione sul campo, e' evidente che per vendere questo tipo di medicinali la presenza del farmacista e' inutile oltre che un ostacolo ai diritti dei consumatori. La diffusione dei farmaci da banco e' limitata proprio per quei farmaci di piu' frequente uso: perche' non poter acquistare un farmaco a base di ibuprofene (contro il mal di testa) in una stazione di servizio lungo l'autostrada, che sicuramente non si attrezzera' mai con un farmacista per avere un angolo con questi prodotti? In questo senso va parte del disegno di legge presentato dal seno Maurizio Gasparri, che trova il nostro appoggio visto che si riferisce anche ad una proposta di legge che, nella passata legislatura, con la nostra collaborazione era stata presentato dal deputato Donatella Poretti e altri (1) e che in questi giorni ripresenteremo.
La cosa importante, pero', e' non fermarsi a questi aggiustamenti della "rivoluzione Bersani" della scorsa legislatura, ma andare oltre, interpretando quelle che sono le esigenze dei consumatori, sempre piu' consapevoli dopo questi primi anni di rodaggio del supera mento del monopolio delle farmacie.
Per questo, sempre con la seno Donatella Poretti, stiamo preparando un disegno di legge che prevede la vendita di farmaci con ricetta anche nelle parafarmacie. Non si capisce perche' la presenza di un farmacista non debba essere sufficiente a garantire l'erogazione di un prodotto con prescrizione; forse un farmacista e' piu' affidabile quando e' in farmacia e non quando e' in un altro tipo di presidio sanitario?
Due prowedimenti che riteniamo importanti: se da un lato servono a rompere il monopolio delle farmacie su alcu­ni prodotti senza levare nulla alla professionalita' dei farmacisti, dall'altro garantiscono la piu' ampia apertura di un mercato ancora nella fase della puberta' e, per questo, non ancora scrostato di tutti gli impedimenti che favoriscono qualita', economicita' e scelta dei consumatori.
 
(fonte: Aduc Salute)
 


 
 
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