Circolari

Il 15 marzo u.s. è stata convocata la seconda riunione sull'argomento per sviluppare quanto in precedenza emerso nell'incontro del 7 febbraio 2013, in ordine alla prevista modifica del decreto 2 agosto 2001 relativo ai bollini a lettura ottica.
In particolare, è stato richiesto a Federfarma ed Assofarm di comunicare il risultato delle verifiche sui lettori ottici utilizzati dalle farmacie, relativamente alla loro capacità di leggere il codice bidimensionale datamatrix che verrà introdotto nel nuovo bollino.
Sia Federfarma che Assofarm hanno informato il Ministero che al momento non c'è ancora un documento tecnico specifico elaborato dalle associazioni, ma dalle prime verifiche effettuate, la stragrande maggioranza delle farmacie non è attualmente dotata di lettori ottici idonei, né configurabili. Sembrerebbe inoltre che la lettura dei codici datamatrix sia più lenta rispetto a quella dei codici a barre; tale svantaggio può però essere compensato dalla possibilità di effettuare una sola lettura anziché due, richieste dai codici lineari, e vi è un minor rischio di errore. Le associazioni hanno inoltre fatto presente che i campioni di bollini predisposti dall'Istituto Poligrafico con i codici datamatrix sono pervenuti solo da una decina di giorni e non è stato possibile fare prove dirette di lettura.
Federfarma e Assofarm si sono impegnate a far pervenire, separatamente ed entro una decina di giorni (pertanto entro fine marzo, primi giorni di aprile), un documento tecnico in cui sia espressa l'inadeguatezza degli attuali lettori ottici per la lettura dei codici datamatrix, eventuali altre criticità che al momento potrebbero non essere state individuate, e che contenga la stima dei costi che una farmacia dovrebbe sostenere per l'acquisto di nuovi lettori, in grado di leggere sia i codici a barre che il datamatrix, tenuto conto owiamente della variabilità nella tipologia delle farmacie stesse (grandi, medie piccole).
Federfarma ha suggerito di prendere in considerazione alcune modifiche alla bozza del nuovo bollino a lettura ottica predisposta dal Ministero, per consentire il mantenimento di un codice a barre riportante il codice seriale del prodotto. In questo modo, le farmacie non sarebbero più obbligate a dover sostituire i lettori ottici in dotazione, ma verrebbe loro lasciata la decisione per una loro sostituzione avvantaggiandosi così della maggior praticità e sicurezza di lettura del codice datamatrix. Per poter ricavare lo spazio necessario all'introduzione di questo nuovo codice, si potrebbe agire, ad esempio, uniformando l'attuale altezza dei codici a barre del seriale e dell'AIC, riducendolo, o riducendo le dimensioni del carattere con la denominazione del medicinale e/o quella del carattere del codice AIC in chiaro.
I funzionari del Ministero, d'intesa con l'Istituto Poligrafico, proveranno a "ridisegnare" la bozza del bollino, in una o più versioni, che verranno trasmesse quanto prima alle associazioni, via e-mail, per una loro valutazione. Verranno anche predisposte bozze in cui i due codici lineari saranno sovrapposti, anziché nettamente separati come ora, in quanto forse questo agevola la lettura.
Un altro punto discusso nell'incontro è la possibilità che nel codice datamatrix sia inserito il numero di lotto e la data di scadenza della confezione, che sarebbero dati di estremo interesse per agevolare il lavoro del farmacista e spingerlo quindi verso l'adozione della nuova tecnologia di lettura. In sede europea si sta esaminando la possibilità di una codifica unica per i codici seriali, per contrastare i fenomeni di contraffazione, e ci si sta indirizzando verso l'adozione del codice datamatrix, che dovrebbe essere riportato per tutti i medicinali. Se le aziende potevano essere interessate ad un utilizzo della targatura della confezione per medicinali ad alto costo e/o ad alto rischio di contraffazione, l'estensione alla totalità dei medicinali prodotti trova una forte resistenza per gli inevitabili aggravi economici della produzione, dovendosi allestire sistemi di stampa diretta nelle linee di produzione. Il percorso a livello europeo è appena agli inizi e probabilmente saranno necessari ancora diversi anni prima che giunga a conclusione, tenuto conto che mancano ancora gli atti delegati e che, una volta che questi saranno approvati, il nostro paese avrà ancora 6 anni di tempo per potersi adeguare.
ll Ministero, riprendendo una comunicazione già anticipata nel precedente incontro, evidenzia che dal 21 marzo, in concomitanza con l'implementazione della nuova versione grafica del sito del Ministero della Salute, sarà disponibile per il cittadino-utente, una funzione di ricerca del numero di lotto e della scadenza di un medicinale acquistato presso una farmacia, per verificarne l'autenticità. Attualmente, le industrie forniscono questi dati per circa il 60% dei medicinali di classe A, e il Ministero sta svolgendo una azione costante nei confronti delle aziende per arrivare ad avere la copertura totale dei medicinali in commercio. Al riguardo non è necessario dotarsi di una nuova disposizione di legge in quanto la fornitura di questi dati da parte dell'industria alla Banca Dati centrale del Ministero era già prevista dal D.M. 15.07.2004.
I rappresentanti delle farmacie hanno chiesto che alle farmacie siano resi disponibili tutti questi dati sia per quanto riguarda la black-list, cioè l'informazione sui lotti invendibili, che la white-list, cioè le targature che dovranno essere annullate al momento della spedizione delle ricette elettroniche. Le informazioni relative alla black-list potrebbero arrivare alle farmacie anche attraverso le banche dati cui le stesse si appoggiano, ma diverso è il problema dell'accesso alla white-list, perché avrebbe riflessi strutturali sulle banche dati non immagina bili e probabilmente non sostenibili.
Il Ministero sta ricercando soluzioni al riguardo, ma sottolinea l'esigenza fondamentale che vi sia un sistema di riconoscimento preventivo della farmacia che richiede l'accesso ai dati (vale a dire dei codici da annullare al momento della spedizione della ricetta). Il sistema deve assolutamente essere inaccessibile ad attacchi informatici, per garantire la riservatezza dei dati, ma non è pensa bile che per ogni transazione la farmacia debba farsi riconoscere come soggetto autorizzato per entrare nel sistema. Federfarma ha stimato che l'indice di "contemporaneità" degli accessi potrebbe raggiungere il valore di 5.000 chiamate, il che richiede evidentemente sistemi informatici estremamente potenti che solo il ministero può predisporre. Viene ipotizzata, come soluzione da approfondire in un apposito incontro, la possibilità che una farmacia venga preventivamente riconosciuta da un sistema front-end predisposto dalle associazioni delle farmacie e che, una volta entrata nel sistema, alla stessa farmacia venga assegnato un token per la sicurezza di durata limitata. In questo modo, il sistema centrale del Ministero dovrebbe gestire circa 18.000 chiamate giornaliere di autenticazione (che aumenteranno per le aperture di nuove farmacie).
Si ritiene quindi importante arrivare in tempi brevi ad un incontro tra tecnici informatici per predisporre sessioni sperimentali con un certo numero di farmacie, possibilmente dotate di sistemi gestionali diversi.
L'incontro viene fissato per il 28 marzo alle ore 10,00, presso il Ministero della Salute.