Notizie n. 24

EditorialeDalla Federazione
Mondo Farmaceutico
Dalle AssociateRassegna Stampa



Nel futuro saremo centri socio-sanitari polifunzionali

Il Tavolo Farmaceutico parte in maniera convincente, ponendo all’ordine del giorno un rinnovato impegno sui farmaci equivalenti e sulla necessità di ridefinire il ruolo delle farmacie come centri socio-sanitari polifunzionali.
Sono questi due tra i più importanti punti all’ordine del giorno dell’incontro promosso dai sottosegretari al Welfare Ferruccio Fazio e Francesca Martini lo scorso 24 luglio, al quale hanno partecipato tutti i soggetti istituzionali della filiera del farmaco. Durante l’incontro è stata presentata una sintetica lista di tematiche che il Tavolo dovrà affrontare nel suo lavoro futuro: oltre agli equivalenti e al ruolo delle farmacie, si dibatterà anche di rinnovo della Convenzione Nazionale, del rapporto tra farmacie e vendita dei farmaci ospedalieri e del costo di questi ultimi, per finire con una riflessione sulle leggi regionali sulla riorganizzazione del servizio farmaceutico territoriale e sulla rimborsabilità dei farmaci.
A partire da questi temi sono stati organizzati degli specifici tavoli di lavoro che diverranno operativi dal prossimo settembre. Assofarm parteciperà al dibattito riguardante il nuovo ruolo delle farmacie, la Convenzione Nazionale e i rapporti tra farmacie e vendita dei farmaci ospedalieri. Avremo certamente modo di ritornare su questi argomenti man mano che si dispiegherà il confronto pubblico su ognuno di essi. Ci preme però aprire fin d’ora una riflessione sul nuovo ruolo delle farmacie come centri sociosanitari polifunzionali. Il Tavolo avrà il compito di riempire di contenuti quella che oggi è poco più che una definizione, ma certo è che le parole chiave che dovranno guidare questo processo non potranno che essere quelle di territorialità, professionalità e servizi.
In un periodo di riorganizzazione del sistema ospedaliero nazionale caratterizzato, sulla spinta della necessità di controllare maggiormente i costi di gestione, da una contrazione numerica degli ospedali di provincia a favore di strutture centrali di maggiori dimensioni, alla farmacia viene riconosciuta la funzione di presenza territoriale capace di assistere il cittadino nei bisogni sanitari definibili come quotidiani.
Se quindi la dispensazione del farmaco rimarrà l’attività primaria della farmacia, dalla qualità della quale dipenderà il vantaggio competitivo rispetto agli altri canali distributivi nati negli ultimi anni, alla farmacia stessa è richiesto un ampliamento dello spettro di prestazioni professionali. Il farmacista che un domani opererà all’interno dei centri polifunzionali dovrà intervenire non solo per contrastare il malessere dell’utente, ma anche di anticiparne l’insorgenza attraverso operazioni proprie della cosiddetta farmacia del benessere, come il partecipare a campagne di educazione sanitaria e di prevenzione, saperlo consigliare su pratiche che oggi costituiscono la cura di sé.
Alla rinnovata professionalità del singolo farmacista si deve accompagnare un rafforzamento della professionalità di interi sistemi farmaceutici territoriali, tali da poter rispondere a quello che i sottosegretari Fazio e Martini hanno suggerito come azioni di contenimento dei Pronto Soccorso: le farmacie potranno cioè risolvere nei propri ambienti e con il proprio personale i cosiddetti “codici bianchi”, quei piccoli malesseri e infortuni dei cittadini che oggi affollano le sale d’attesa dei pronto soccorso ospedalieri. Nuove professionalità ed efficienze di sistema, quindi, per poter erogare una gamma di servizi potenzialmente ampissima.
Sia chiaro che non ci è sfuggito il fatto che si tratta di temi che compaiono per la prima volta nel dibattito farmaceutico italiano. La cosiddetta “casa della salute” che il ministro Turco aveva proposto nella precedente legislatura, potrebbe essere qualcosa di abbastanza simile ai centri polifunzionali di cui si parla oggi. Come del resto va ricordato che le farmacie comunali già da tempo hanno puntato con decisione sull’erogazione dei servizi e sul proprio ruolo di educatori sanitari.
Il fatto però che in futuro quanto da noi già avviato possa ricevere un riconoscimento istituzionale, apre nuovi scenari di sviluppo di questi progetti, di cui non si possono trascurare le possibili ricadute economiche positive per le nostre aziende.
Ciò che fino ad oggi abbiamo insomma interpretato come semplice mission sociale, da domani potrà diventare una voce rilevante dei nostri bilanci, una volta che i servizi dei centri polifunzionali saranno compresi in un accordo formale con il SSN.
Se questo è il traguardo, appare evidente che la farmacia pubblica italiana può vantare oggi un vantaggio non indifferente. L’esperienza accumulata negli ultimi anni nell’offrire servizi sanitari primari diventa oggi un importante bagaglio di conoscenze sui bisogni dell’utente, e ci accredita come partner privilegiato presso le Regioni e le Asl locali nella realizzazione del nuovo assetto territoriale prefigurato dal Governo.
Un valore aggiunto che dobbiamo rafforzare rimane senza dubbio quello dell’essere “sistema” di farmacie, tanto a livello locale quanto in una dimensione nazionale: siamo insomma la rete di soggetti locali che può rispondere in maniera più efficace a quelle domande sanitarie complesse che il sistema pubblico ci chiede. Non ci rimane dunque che rafforzare la forza di questa rete, arricchendola di nuovi nodi e infittendone la trama.

Francesco Schito
Vice-presidente Assofarm
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Defibrillatori semiautomatici

Mettere a disposizione dei cittadini uno strumento che sia in grado di salvare loro la vita è un passaggio indispensabile per realizzare la nuova mission sociale della Farmacia pubblica come presidio sanitario sul territorio e per rafforzare nuovi legami con le istituzioni pubbliche locali.
Oltre al 118, la richiesta di soccorso immediato viene spesso rivolta al personale in servizio nella Farmacia più vicina, che in molte comunità è un sicuro riferimento per il cittadino. La defibrillazione precoce è fondamentale nella lotta alla morte improvvisa cardiaca e anche le Farmacie Comunali possono dare un contributo significativo ed importante per tutta la Comunità.
I defibrillatori semiautomatici possono intervenire rapidamente nei casi in cui ambulanze e personale sanitario non potrebbero essere disponibili. Si tratta infatti di apparecchi leggeri e maneggevoli, di facile utilizzo, in grado di riconoscere in pochi istanti un’eventuale crisi cardiaca e di erogare, tramite due elettrodi adesivi da applicare al torace, la scarica necessaria a ripristinare il normale battito del cuore.
L’utilizzo rapido e diffuso dei defibrillatori convenzionali è estremamente limitata dalla difficoltà di interpretare presto e bene una traccia elettrocardiografica, soprattutto in condizioni extraospedaliere e da personale non medico. Molti studi hanno invece confermato l’ampia affidabilità dei defibrillatori semiautomatici e l’utilità della loro adozione in quanto consentono di anticipare sensibilmente la defibrillazione. Inoltre questi apparecchi sono dotati di meccanismi che interpretano l’ECG e dati gli alti livelli di specificità riscontrati garantiscono una scarica adeguata alle necessità del momento e possono essere utilizzati senza specifiche referenze.
E’ stato stimato che in Italia più di una persona ogni mille, in particolare tra i 45 e i 65 anni muore di morte improvvisa. Il riconoscimento tempestivo e l’immediato intervento permette di salvare una vita. E’ infatti calcolato che cinque minuti dopo l’arresto cardiaco la percentuale di sopravvivenza grazie alla defibrillazione è del 50%, mentre dopo altri sei minuti è praticamente dello 0%.
La Defibrillazione Precoce è fondamentale nella lotta alla Morte Cardiaca Improvvisa e anche noi dobbiamo effettuare uno sforzo sinergico perché venga resa estesamente possibile.
Assofarm Servizi ha siglato recentemente una importante convenzione con Mortara Rangoni Europe, Azienda leader mondiale nel settore elettromedicale cardiologico, in modo che tutte le Farmacie Comunali si possano dotare di un defibrillatore semiautomatico esterno ”LifeLine AED”.
 
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Dall’ultima Giunta

Nuovi arrivi nella Giunta di Assofarm. Durante l’incontro del 23 luglio scorso sono entrati nell’organo esecutivo della Federazione il nuovo presidente di Agec Verona Venturini e il presidente di Incofarma di Napoli Di Foggia.
Tra le decisioni più rilevanti prese durante l’incontro vi è sicuramente la creazione di un gruppo di lavoro di amministratori delegati e manager delle associate che affiancherà il coordinamento dei direttori. La necessità di questo nuovo organo sociale, che peraltro richiederà a breve un modifica delle disposizioni statutarie, risiede nella difficoltà dei direttori di coniugare gli impegni istituzionali in Assofarm con il loro lavoro quotidiano nelle aziende farmaceutiche comunali che dirigono.
Si tratta insomma di un’azione di supporto ai programmi della Federazione, soprattutto al fine di elaborare ed incentivare le politiche ed le iniziative di Sistema. Questo nuovo organismo avrà anche il compito diallargare la partecipazione ed il contributo di tutti gli Associati.
La Giunta ha poi definito la programmazione di incontri istituzionali che i vertici di Assofarm dovranno effettuare dopo l’estate, al fine di incrementare il livello di legittimazione istituzionale della Federazione presso il mondo politico italiano.
Buona parte di questa agenda sarà dedicata alla partecipazione al dibattito sul riordino dei servizi pubblici locali, di cui si è occupato anche il recente decreto economico.
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Nel 2007 ogni italiano ha consumato 525 dosi di farmaci

Pubblicato il sesto Rapporto Nazionale dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed), relativo all’uso dei farmaci in Italia nel 2007.
Il rapporto è stato presentato nell’ambito di un convegno, organizzato all’Istituto Superiore di Sanità, dedicato all’analisi della prescrizione farmaceutica in Italia.
Ogni cittadino italiano ha consumato, nel 2007, in media circa 525 dosi di farmaci. Il consumo farmaceutico totale, comprensivo della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche (ospedali, ASL, IRCSS), ha superato i 30 miliardi di dosi, di cui il 70% a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto OsMED, secondo cui i farmaci del sistema cardiovascolare, con oltre 10 miliardi di DDD (dosi giornaliere), rappresentano in assoluto la categoria più utilizzata, con una copertura da parte del SSN di oltre il 94%.
Altre categorie terapeutiche di rilievo per consumo in DDD sono: i farmaci gastrointestinali (13,9% del totale), i farmaci del Sistema Nervoso Centrale (10%) e gli ematologici (9,8%).
Ogni mille abitanti sono state prescritte 881 dosi di farmaco di classe A-SSN con un aumento del 52% rispetto al 2000. Il Lazio è la regione con il consumo più elevato, con 1.020 dosi ogni mille abitanti, mentre Bolzano è quella con il valore più basso (670 dosi). In media, ogni cittadino ha acquistato 29 confezioni di farmaci, di cui 17 appartenenti alla classe A-SSN.
La spesa territoriale lorda di classe A-SSN è stata pari a 12.712 milioni di euro.
La regione con il valore più elevato di spesa pubblica per farmaci di classe A-SSN è la Sicilia con 272,3 euro pro capite, mentre il valore più basso si osserva nella Provincia Autonoma di Bolzano (151,6 euro). La prescrizione di farmaci equivalenti, che all’inizio dell’anno 2002 rappresentava il 13% del consumo, costituisce nel 2007 circa un terzo delle dosi. Questo incremento è dovuto in larga misura alla scadenza della copertura brevettuale di importanti molecole. L’Umbria ha il consumo a livello territoriale più basso, mentre la Sicilia è quella con il dato più elevato.
Dall’analisi condotta nella popolazione a disposizione dell’OsMed si conferma come l’età sia il principale fattore predittivo dell’uso dei farmaci. Infatti, la spesa pro capite di un assistibile di età superiore a 75 anni è di oltre 11 volte superiore a quella di una persona di età compresa fra 25 e 34 anni (la differenza diventa di circa 17 volte in termini di dosi). I cittadini con più di 65 anni assorbono circa il 60% della spesa e delle DDD.
 
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Tra sconti e concorrenza spuntano i “punti fedeltà”

All’inizio a smuovere le acque fu l’allora ministro della Salute Francesco Storace. Era il 2005 e il suo decreto “taglia prezzi” offriva l’occasione ai farmacisti di applicare, per medicinali non rimborsabili dal Servizio sanitario, uno sconto massimo del 20%. L’anno successivo Pierluigi Bersani, all’epoca ministro del Welfare con il decreto sulle liberalizzazioni, che conteneva la possibilità di vendere Otc e Sop in parafarmacie, negozi di vicinato e negli ipermercati dove fosse stato creato un “angolo” salute e alla presenza di un farmacista, diede un ulteriore scossa al comparto. E oggi? Lo sconto applicato a i farmaci di automedicazione è in media del 15-20% come conferma Rita Battaglia, vicepresidente di Federconsumatori, e responsabile dell’area Sanità. “La competitività ha movimentato il mercato nonostante da gennaio il prezzo di Sop e Otc è libero. E in media il costo è sceso del 20%”, spiega Battaglia che aggiunge: “Ogni nucleo familiare ha risparmiato in un anno dai 30 ai 35 euro. Ad averne maggiormente beneficato sono sati gli anziani, in genere i maggiori consumatori. Va poi sottolineato che gli sconti non sono applicati da ipermercati, grandi catene di distribuzioni e parafarmacie, ma anche da molte farmacie”. E si moltiplicano le iniziative salva-prezzi. Tra queste la campagna “Prezzi ridotti” di Farmagruppo. La cooperativa, che riunisce 416 farmacie del territorio piemontese, propone a prezzi ridotti oltre 400 medicinali Otc e Sop. E proprio in questi giorni la Federazione Cooperative Farmacisti (11mila farmacie diffuse su tutto il territorio) mette sul mercato la linea di prodotti “Marchio Farmacista”: 60 tra medicinali, parafarmaci, integratori e prodotti per l’infanzia controllati, sicuri ed efficaci a prezzi competitivi. Mentre poche settimane fa è arrivato sugli scaffali degli ipermercati il primo farmaco di automedicazione a marchio CoopSalute, un’associazione di acido acetilsalicilico e acido ascorbico (20 compresse a 2 euro) molte farmacie ora propongono ai clienti le tessere fedeltà che permettono di cumulare a ogni spesa effettuata dei punti che si trasformano in sconti o in regali benessere. (fonte: repubblica.it testo di annarita cillis)
 
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Ricerca sulle Farmacie Comunali di Roma per adeguamento a Buone Prassi della UEFS

Farmaci venduti senza ricetta obbligatoria nel 47,5% dei casi e mancanza di suggerimenti sui farmaci equivalenti sostitutivi dei farmaci in fascia C senza obbligo di prescrizione (Sop), tanto che solo il 7,5% dei farmacisti ricorda al cliente la possibilità di poter acquistare un farmaco equivalente più economico.
Altri aspetti analizzati sono stati l’accessibilità, l’ organizzazione e le relazioni con il pubblico: 40 osservazioni in ogni punto di rilevazione. Per quel che attiene l’accessibilità del punto vendita con riferimento alle aree esterne e alle zone limitrofe all’ esercizio, il monitoraggio mostra accesso senza difficoltà anche a persone con disabilità motorie nell’80,0% dei casi, mentre la presenza di un parcheggio ad essi riservato e’ in 25 farmacie su 40. Carente (non e’ stata individuata nel 57,5% dei casi) la segnaletica verticale stradale per la localizzazione della farmacia.
L’organizzazione del punto vendita ha mostrato buoni risultati relativamente ad insegna, vetrine e bacheche, decoro ed allestimento interno ed esterno ed esposizione dei prodotti. Tra le carenze invece, nel 37,5% dei casi manca il contenitore dei farmaci scaduti, non ci sono sedie, sgabelli, cestini per rifiuti, cartellonistica rispetto alla privacy al banco e presenza di materiale informativo sociosanitario relativo al territorio. In merito alle relazioni con il pubblico, infine, la rilevazione mostra che solo il 42,5% degli operatori (non farmacisti) indossavano la targhetta di riconoscimento che riporta nome e cognome, mentre la possibilità di presentare reclami ed osservazioni varia in funzione del punto vendita.
Sono solo alcuni dei dati che emergono da una rilevazione voluta dall’ Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi del Comune di Roma, ‘’Monitoraggio della qualità erogata nelle farmacie Farmacap del Comune di Roma’’, realizzata nel corso della seconda metà di aprile 2008 analizzando le 40 farmacie gestite dall’azienda Farmacap, azienda - tra l’altro - priva di contratto e carta di servizio. Obiettivo della ricerca, svolta in collaborazione con la società Pragma s.r.l., era valutare la qualità erogata del servizio in ottemperanza alle ‘’Raccomandazioni per l’elaborazione di standard di buone prassi in farmacia’’ elaborate da Eurosocialpharma - l’Unione Europea delle Farmacie Sociali.
 
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Rapporto OSMED 2007

Pubblicato il rapporto OSMEd sull’utilizzo dei farmaci in Italia relativo all’anno 2007.
  • Il consumo farmaceutico totale ha superato nel 2007 i 30 miliardi di dosi, di cui il 70% a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Ogni cittadino italiano ha consumato in media circa 525 dosi di farmaci nel corso dell’anno.
  • I farmaci del sistema cardiovascolare, con oltre 10 miliardi di DDD, rappresentano in assoluto la categoria più utilizzata, con una copertura da parte del SSN di oltre il 94%. Altre categorie terapeutiche di rilievo per consumo in DDD sono: i farmaci gastrointestinali (13,9% del totale), i farmaci del sistema nervoso centrale (10%) e gli ematologici (9,8%). Oltre un terzo del consumo all’interno di strutture pubbliche del SSN è relativo ai farmaci ematologici. Come atteso il 55% delle dosi dei farmaci antineoplastici è erogato a carico del SSN attraverso le strutture pubbliche.
  • La spesa farmaceutica territoriale complessiva, erogata tramite le farmacie pubbliche e private, è diminuita del 2,6% rispetto al 2006, con una contrazione del 5,4% della spesa pubblica. La diminuzione della spesa pubblica di classe A-SSN è prevalentemente attribuibile ai provvedimenti di riduzione del prezzo dei farmaci; nella valutazione di questa riduzione bisogna tener conto che una quota della prescrizione è stata erogata tramite forme diverse di distribuzione quali la diretta e la per conto. La quota di spesa privata è aumentata del 4% rispetto al 2006.
  • Ogni mille abitanti sono state prescritte 881 dosi di farmaco di classe A-SSN con un aumento del 52% rispetto al 2000. Il Lazio è la Regione con il consumo più elevato, con 1.020 dosi ogni mille abitanti, mentre la Provincia Autonoma di Bolzano mostra il valore più basso (670 dosi). In media, ogni cittadino ha acquistato 29 confezioni di farmaci, di cui 17 appartenenti alla classe A-SSN e 12 acquistate privatamente.
  • La spesa territoriale lorda di classe A-SSN è stata pari a 12.712 milioni di euro. Dall’analisi delle principali componenti della spesa pubblica (quantità, prezzi, mix) si rileva rispetto al 2006 un aumento delle dosi del 3,4%, una diminuzione dei prezzi del 6,9% ed un effetto mix negativo (-1,8%).
  • La Regione con il valore più elevato di spesa pubblica per farmaci di classe A-SSN è la Sicilia con 272,3 euro pro capite, mentre il valore più basso si osserva nella Provincia Autonoma di Bolzano (151,6 euro).
  • La sostanza più prescritta risulta essere, nel 2007, il ramipril (39,9 DDD/1000 abitanti die). L’acido acetilsalicilico usato come antiaggregante piastrinico (38,1 DDD), l’amlodipina (25,8 DDD), l’atorvastatina (23,4 DDD), la furosemide (19 DDD), la simvastatina (18,8 DDD) e l’enalapril (18,5 DDD) tengono conto di oltre il 20% delle dosi prescritte.
  • La prescrizione di farmaci equivalenti, che all’inizio dell’anno 2002 rappresentava il 13% del consumo, costituisce nel 2007 circa un terzo delle dosi. Questo incremento è dovuto in larga misura alla scadenza della copertura brevettuale di importanti molecole quali l’omeprazolo, la simvastatina e il doxazosin.
  • I farmaci con nota AIFA continuano a rappresentare meno di un terzo della spesa e circa un sesto delle DDD, con una certa disomogeneità tra le Regioni dovuta, in parte, a differenti comportamenti prescrittivi e in parte all’adozione di politiche diverse sulla distribuzione diretta e per conto dei medicinali. L’Umbria ha il consumo a livello territoriale più basso, mentre la Sicilia è quella con il dato più elevato.
  • Dall’analisi condotta nella popolazione a disposizione dell’OsMed si conferma come l’età sia il principale fattore predittivo dell’uso dei farmaci. Infatti, la spesa pro capite di un assistibile di età superiore a 75 anni è di oltre 11 volte superiore a quella di una persona di età compresa fra 25 e 34 anni (la differenza diventa di circa 17 volte in termini di dosi). I cittadini con più di 65 anni assorbono circa il 60% della spesa e delle DDD.
  • Tutte le categorie terapeutiche, ad eccezione dei farmaci del sistema respiratorio, fanno registrare una diminuzione della spesa rispetto al 2006. Tra quelle a maggior consumo, i farmaci del sistema cardiovascolare aumentano del 3,3%; incrementi nella prescrizione si rilevano anche per i gastrointestinali (+4,3%), per gli ematologici (+1,3%) e per i farmaci del sistema nervoso centrale (+2,7%).
  • Le statine sono il sottogruppo a maggior spesa nel 2007 (16,5 euro pro capite) con un aumento dell’8% delle dosi e una diminuzione del 10,4% della spesa. Aumenti nella spesa si osservano per gli antagonisti dell’angiotensina II da soli o in associazione con i diuretici (rispettivamente +6,2% e +5,7%), per i beta2 agonisti in associazione (+7,9%), i betabloccanti (+2,6%) e le insuline ed analoghi (+6,2%).
 
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Marche: farmacie private insieme per i servizi

La tradizionale farmacia si avvia a diventare un centro integrato di servizi per garantire ai cittadini e soprattutto alle fasce più deboli della popolazione tutto ciò che necessita per soddisfare i bisogni di salute.
Il progetto è stato illustrato nelle settimane scorse a Jesi nel corso di un incontro nella sede della cooperativa Saf (Servizi Autonomi Farmacie) tra la giunta regionale presieduta dal presidente Gian Mario Spacca, i vertici della Saf e il presidente di Federfarma Marche Paolo Zecchini.
La riunione è servita per porre le basi di una bozza di convenzione che le parti in causa dovranno poi sottoscrivere. “La farmacia - ha spiegato il presidente del Saf Sandro Cerni si sta trasformando da impresa tradizionale a impresa sociale, quindi con un ruolo più partecipativo, con compiti e servizi aggiuntivi rispetto alle vendita del farmaco. Nuovi servizi, che potranno essere d’integrazione con il Sistema Sanitario Regionale, saranno trasferiti ai cittadini grazie ad una centrale, la Saf, che sta attuando anche lei un’evoluzione.
La logica del consorzio di acquisto per i farmaci sarà integrata da una produzione di servizi e di funzioni da far transitare nelle farmacie a disposizione dei cittadini”.
L’interesse della Regione nei confronti della proposta è stato concretamente dimostrato dalla presenza dell’intera giunta oggi a Jesi. “Questa che ci offrite - ha detto il presidente Spacca - è una occasione straordinariamente preziosa. Ci state mettendo a disposizione ulteriori strumenti per consentirci di proseguire in un’organizzazione a rete capace di servire un territorio come il nostro fatto di piccoli Comuni garantendo ai cittadini uguale trattamento in qualsiasi angolo delle Marche si trovino. Un’evoluzione inevitabile per continuare ad assicurare la coesione sociale sul territorio e per aumentare ancora la nostra attenzione nei confronti degli anziani che non vogliamo istituzionalizzare ma tenere nelle loro case con un’adeguata assistenza il più a lungo possibile per offrire loro quella qualità di vita che meritano per il grande contributo che hanno dato allo sviluppo di questa regione”.
Un’opinione condivisa dall’assessore alla sanità Almerino Mezzolani. “Oggi - ha affermato - si compie un ulteriore salto di qualità nel sistema sanitario marchigiano. Un anno fa rischiavamo il commissariamento.
Oggi, agendo su efficienza e appropriatezza, siamo la seconda Regione più virtuosa sul fronte dei conti e la quarta sul fronte delle prestazioni erogate. Ma il sistema sta cambiando e non possiamo sederci sugli allori. L’opportunità che ci viene offerta oggi è quella di avvicinarci ancora di più ai cittadini attraverso appunto le farmacie diffuse sul territorio e garantire servizi sempre più omogenei in un concetto di rete che esalta e allo stesso tempo rende più semplice il lavoro di ciascuno”.
Zecchini ha elencato poi i servizi di cui le farmacie sono disposte a farsi carico: il Centro unico di prenotazione per prenotare dalla farmacia visite specialistiche, l’assistenza domiciliare farmaceutica per farmaci rari o per anziani temporaneamente allettati, le prestazioni accessorie (defibrillatore), la disponibilità di cardiotel (elettrocardiogramma a distanza), una comunicazione diretta con i medici di famiglia.
Tutto questo si aggiungerà ai servizi di farmacia già offerti quali il controllo del peso, l’esecuzione di analisi cliniche di prima istanza (colesterolo, glicemia, ...), l’utilizzo di apparecchiature medicali e protesiche oltre che il servizio di informazione e promozione dei progetti come Helios per esempio.
Nelle Marche le farmacie sono circa 500 e registrano 10mila contatti al giorno. La maggior parte opera in centri inferiori ai 10mila abitanti dove spesso non ci sono neanche i Carabinieri, l’Ufficio postale e il Parroco. La popolazione delle Marche ha un’aspettativa di vita di circa 80 anni (tra le più longeve) e per questo la prescrizione di farmaci è aumentata negli ultimi 5 anni del 20%. Contestualmente è rimasto sostanzialmente inalterato il fatturato della farmacia. La Saf associa 300 farmacie, ha 78 dipendenti, 25 vettori che consegnano la merce e percorrono ogni anno 2 milioni di chilometri per raggiungere tutte le farmacie delle Marche.
 
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Pisa: sesta farmacia comunale nell’area dell’aeroporto

Il tutto incomincia nel giugno 2003 con la trasformazione in società per azioni delle cinque farmacie. Il personale dipendente era composto da sole 16 persone. Oggi, con sei farmacie ed uno studio medico, ammonta a 47 unità (38 farmacisti, 5 magazzinieri, 2 ragioniere, 2 segretarie addette gli studi medici). Nel solo 2008 sono state effettuate ben 8 nuove assunzioni. E la rappresentanza femminile è assoluta: 37 donne contro solo 10 uomini.
Quando le farmacie comunali si costituirono in spa, l’ammontare del capitale sociale era di 500 mila euro. Oggi, il volume di affari ammonta ad oltre 10 milioni di euro.
Ultimo passo di questo processo di crescita aziendale invidiabile è l’apertura della farmacia all’aeroporto Galilei. “Una farmacia all’avanguardia sia per la qualità delle prestazioni offerte che per la sua collocazione. I cittadini pisani che abitano in questa parte delle città - l’assessore alle politiche sociali del Comune di Pisa Valentina Settimelli - avranno infatti a disposizione una nuova farmacia”.
“Questa nuova farmacia comunale - ha poi aggiunto Cesare Cava, presidente del Consiglio di amministrazione delle stesse farmacie comunali - non vuole essere un semplice punto vendita, ma vuole diventare una vera e propria “farmacia dei servizi”. I cittadini - viaggiatori e non- potranno infatti prenotare le visite mediche (CUP), fare lo screening di prevenzione per ipertensione e diabete, analisi mediche, assistenza domiciliare, informazione sanitaria, test pelle e capelli. E inoltre -conclude Cava- saranno presenti servizi specifici quali ad esempio, la predisposizione scheda paziente in caso di particolari cronicità, il controllo udito, il centro antifumo e la preparazioni magistrali cioè le preparazione in farmacia”.
“La farmacia dell’aeroporto di Pisa - ha detto l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi - è il primo servizio di questo genere che apriamo, attuando quanto avevamo previsto con la legge regionale n.16 del 2007. Le farmacie rappresentano uno snodo molto importante della rete dei servizi sanitari. Stiamo lavorando perché siano sempre più vicine ed accessibili ai cittadini, più qualificate, attrezzate a garantire non solo una adeguata distribuzione dei far- maci, di ausili e presidi medici, ma a coprire anche una vasta gamma di servizi, come prenotazioni di prestazioni sanitarie e diagnostiche, o servizi di informazione ed educazione alla salute. Abbiamo snellito le procedure per l’apertura di sedi nuove e Pisa ha colto prontamente la buona occasione”.
“Da sempre i nostri passeggeri ci chiedono una farmacia in aeroporto - ha detto Pier Giorgio Ballini, Amministratore Delegato SAT - ci sono voluti molti anni per ottenerla, perché la normativa non lo consentiva. Adesso, con la nuova legge regionale, anche questo importante servizio è aperto al Galilei. L’ Aeroporto di Pisa si allinea così anche in questo campo ai migliori standard del settore, coerentemente con la sua mission di porta della Toscana”.
Ecco la nuova Farmacia Comunale. I servizi, misurazione pressione, peso corporeo, cosmesi, consigli dietetici, CUP (centro unico di prenotazione), preparazioni galeniche, prodotti veterinari, fitoterapici ed omeopatici, assistenza integrativa, distribuzione farmacia ad alto costo, autoanalisi (colesterolo, glicemia...), visagista, test pelle e capelli, consulenza per prodotti naturali, consulenza allattamento al seno, affitto articoli sanitari, assistenza e consigli per “viaggi al’estero”, prodotti e linee “internazionali” (ad esempio, sono presenti marche quali Nux, Fermes de Marie,Vichy, Roche- Posay).
Orario di apertura, dalle 8 alle 21, tutti i giorni incluso festivi e festivi infrasettimanali. Parcheggio gratuito nel parcheggio a piani dell’aeroporto a 50 m. dalla farmacia. I 4 farmacisti possiedono un’ottima conoscenza dell’inglese.
 
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Nuova Farmacia Comunale a Siena

Inaugurazione ufficiale per la terza Farmacia Comunale di Siena. Il 7 luglio scorso alla presenza di Donatella Buti e Biancamaria Rossi, presidente e direttore dell’Azienda Pubblica Servizi alla persona (Asp) ‘Città di Siena’ e di Maria Teresa Fabbri, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Siena. La terza Farmacia Comunale, gestita direttamente dall’Asp, è situata nell’area interna alla stazione di Siena ed è aperta dalle 8 alle 20 di tutti i giorni dell’anno, festivi compresi.
“La struttura – spiega Donatella Buti, presidente dell’Asp - offre i servizi tradizionali delle farmacie con un taglio rivolto ad una clientela in transito, garantendo l’accesso al bene farmaco ai viaggiatori in qualunque momento del giorno”. “La struttura sanitaria – continua Buti – aperta al pubblico già da alcuni giorni, si è dimostrata subito un luogo efficace soprattutto per i tanti turisti in visita a Siena per il Palio”.
L’Azienda Pubblica Servizi alla Persona ha provveduto alla fornitura dei farmaci e all’assunzione del personale mentre il Comune di Siena, titolare della licenza, si è occupato degli arredi.
Tra breve il servizio sarà integrato con uno spazio attiguo destinato a punto di informazione sulla città, utile per i costanti viaggiatori che scelgono Siena come meta per le loro vacanze.
Il progetto è stato realizzato tenendo conto della recente legge regionale 16/2000 modificata nel 2007. L’apertura del nuovo servizio all’interno della stazione ferroviaria permette di migliorare l’accesso al bene farmaco soprattutto per le persone che per turismo, lavoro e studio, arrivano o partono da Siena.
Anche nella Terza Farmacia Comunale presto sarà attivata, a cura dell’Asp, la possibilità di accedere al cosiddetto paniere solidale, lo sconto dal 10 al 30% su alcuni prodotti di libero mercato.
Per maggiori informazioni sulle Farmacie Comunali è possibile consultare la guida realizzata dall’Asp scaricabile dal sito .
 
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Liberalizzazioni, in teoria convincono, in pratica un po’ meno

Dalla “ricerca sull’impatto delle liberalizzazioni” realizzata a cura delle Associazioni Consumatori emerge, da un lato l’elevato consenso di adesione alle liberalizzazioni sul piano culturale ed ideologico, dall’altro una scarsa informazione sui risultati apportati dalle singole liberalizzazioni e soprattutto una delusione rispetto ai benefici attesi, rimasti limitati in alcuni settori. Tuttavia sarebbe un errore utilizzare questo risultato contraddittorio pensando ad una inversione di marcia. «Occorre proseguire sulla strada delle liberalizzazioni cercando di evitare i limiti e gli errori del passato, come normative imprecise o carenti e scarso coinvolgimento dei consumatori», insiste Adiconsum.
Il progetto “Consumatori & Mercato”, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha permesso di diffondere sul territorio oltre 1 milione di brochure informative, di realizzare circa 150 riunioni territoriali e alcuni focus group con esperti per mettere a fuoco indicazioni e proposte per il futuro.
Dalla ricerca e dal dibattito con i consumatori è emerso che i benefici maggiori da loro percepiti sono stati nel settore dei farmaci, del commercio, dei passaggi di proprietà e del risarcimento diretto.
Le resistenze più significative le ritroviamo nel settore bancario sulla portabilità dei mutui, anche per effetto di una normativa imprecisa, ma soprattutto nel settore degli ordini professionali con una dura opposizione all’introduzione della quota-lite e del superamento degli onorari minimi.
Quali gli aspetti prioritari di intervento? Molte sono le criticità emerse dall’attuazione delle liberalizzazioni, che necessitano di correttivi che intendiamo riprendere e portare avanti.
Settore bancario: un nuovo obiettivo è rappresentato dalla portabilità del conto corrente. Inoltre occorre consolidare la prassi secondo la quale ciò che viene negoziato e convenuto con la banca deve avere un durata di almeno 12 mesi e non modificato a discrezione dalla stessa.
Settore assicurativo: il risarcimento diretto rappresenta una riforma positiva, ma necessita di un intervento correttivo sulle compensazioni forfettizzate che stanno producendo un aumento artificioso dei sinistri con un arricchimento indebito delle compagnie e con un’ovvia conseguenza negativa sulle tariffe. Settore farmaceutico: a fronte della presenza di personale specializzato (farmacisti) sia nei corner della GDO che nelle parafarmacie è opportuno estendere anche a queste la vendita dei farmaci oggi esclusi.
Settore agro-alimentare: vanno rafforzati i controlli sulla filiera per impedire ricarichi speculativi e ingiustificati. Un ruolo importante può essere svolto da Mr. Prezzi, anche a seguito dell’ampliamento dei poteri previsto dal decreto fiscale. Le Associazioni Consumatori, Adiconsum, Acu, Casa del Consumatore, Lega Consumatori, Centro Tutela Consumatori, anche in previsione delle prossime liberalizzazioni che riguarderanno i servizi pubblici locali ritengono indispensabile «la salvaguardia dell’indipendenza delle Autorità di regolazione, nonché un rafforzamento del loro ruolo sanzionatorio e di moral suasion».

fonte: www.primadinoi.it
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Due anni dopo la Bersani, più concorrenza e prezzi più bassi e adesso?

Elemento di competizione, strumento per avviare una trasformazione che fino ad oggi, malgrado tutto, non si è ancora compiuta. A due anni dall’introduzione del decreto Bersani che ha liberalizzato la vendita dei farmaci Sop (senza obbligo di prescrizione) e Otc, (da banco o di automedicazione) in corner della salute realizzati all’interno di ipermercati e parafarmacie, le diatribe tra i diversi attori coinvolti restano. E si affacciano nuovi scenari. Le vendite, ancora in mano alle farmacie che detengono il 95,2 del fatturato (ricerca Nielsen aggiornata a marzo 2008), registrano però un incremento per il “fuori canale” di oltre un punto percentuale oggi valutato al 4,8%. Un piccolo pezzo di una torta miliardaria (oltre due nel 2007) da suddividere tra i 216 corner della salute (presenti per lo più nel Nord) e le 1929 parafarmacie (attive al Sud). “Tra mille difficoltà le cose si stanno muovendo”, dice Pietro Marino, presidente dell’Anpi, l’Associazione nazionale delle parafarmacie, che aggiunge: “Il fatturato medio, per una parafarmacia è di circa 20mila euro, lordi, mensili, ma gran parte è dovuto alla vendita di prodotti diversi dai medicinali. Quello che realmente abbiamo ottenuto è una riduzione dei costi per i cittadini e nuove assunzioni di farmacisti. Per il resto il processo è lento”.
Tra le difficoltà la mancata approvazione della cosiddetta “terza lenzuolata” del Decreto Bersani che di fatto doveva liberalizzare anche la vendita dei farmaci di fascia C (a totale carico del cittadino). All’Anpi fa eco Cittadinanzattiva che, sulla base dello studio “Distribuzione dei farmaci al pubblico” commissionato a Ipsos-Explor chiarisce: “Si tratta di un processo lento ma oramai percepibile non tanto nell’ampliamento dei canali di distribuzione o nell’estensionne degli orari di apertura quanto piuttosto nel livello dei prezzi”. E tira fuori due esempi: il costo di una confezione di acido acetilsalicilico che può variare da 4,5 euro a un massimo 6,5 euro e quello di una confezione di paracetamolo da un minimo di 3,2 a un massimo di 4 euro. Inoltre su 19mila segnalazioni arrivate all’associazione il 37% lamenta difficoltà di accesso ai farmaci. Punto dolente quest’ultimo in una Italia dove solo una minoranza della popolazione vive nelle grandi e medie città, il resto in paesi, in zone rurali, montane, nelle isole, tutti luoghi che avrebbero dovuto trarre vantaggio dal decreto Bersani.
I nodi da sciogliere restano numerosi e la strada verso la liberalizzazione ancora lunga. Tanto che l’Antitrust ha inviato al riguardo una segnalazione a Governo e Parlamento: l’unica strada possibile per una totale liberalizzazione, afferma, è di eliminare la riserva di titolarità del presidio dei farmacisti e delle società da loro costituite, il limite massimo delle quattro licenze per uno stesso soggetto e la revisione della pianta organica prevedendo un minimo di farmacie e non un massimo come accade oggi.
Farmacie che continuano ad essere un punto fermo per i consumatori come rileva il “Libro bianco sulla distribuzione dei farmaci in Italia” realizzato per Federfarma. Co Spa da TradeLab.
Sette consumatori su dieci, emerge dalla ricerca, si rivolgono abitualmente alla farmacia di riferimento, a spingerli è la professionalità e cortesia di chi ci lavora. In più da una scala da 1 a 9 il valore medio di soddisfazione espresso dagli intervistati è stato del 7,3 (4500 interviste).
“Lo studio”, racconta Paolo Bertozzi, professore di Marketing allo Iulm di Milano, autore con Roberto Pozzana dell’Università di Padova del libro bianco, “dimostra come la liberalizzazione abbia spinto le farmacie a migliorare offerta e servizi”.
Una considerazione che non trova d’accordo il Movimento Nazionale dei Liberi farmacisti (Mnlf) che nel frattempo ha presentato, attraverso l’europarlamentare Beniamino Donnici (Italia dei Valori), un’interrogazione al Parlamento europeo contro il numero chiuso delle farmacie in Italia (oggi ferme a una ogni 4mila abitanti in località con meno di 12.500 unità e una ogni 5mila se la popolazione è superiore ai 12.500) e che punta i piedi contro l’eventualità, paventata dal ministro del Welfare e Salute, Maurizio Sacconi, di consentire ai corner la vendita dei farmaci fai da te senza la presenza di un farmacista.

(fonte: www.repubblica.it - di Anna Rita Cillis)
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Parafarmacie, un boom negli ultimi 12 mesi

In un anno le parafarmacie in Italia sono più che raddoppiate: se a maggio 2007 se ne contavano 923, a distanza di 12 mesi il numero arriva a 2028. È quanto emerge dal “Rapporto 2008″ dell’Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione (Anifa). E, a sorpresa, le parafarmacie appaiono più diffuse al sud con il 40 per cento di nuovi esercizi, mentre il nord preferisce come canale alternativo alla farmacie i corner all’interno dei supermercati, diffusi per quasi l’80 per cento. In particolare, gli italiani tendono ad acquistare i medicinali contro disturbi respiratori in farmacia, quelli per la cura dei dolori e delle malattie dell’apparato digerente nei corner della grande distribuzione, mentre i prodotti dermatologici sono più venduti nelle parafarmacie. Di pari passo con i nuovi esercizi, cresce il numero di confezioni vendute fuori dalla farmacia: lo scorso anno l’1,4 per cento dei 332 milioni di prodotti era stato acquistato nelle parafarmacie, mentre nei primi cinque mesi del 2008 il dato è già arrivato al 3,2 per cento, raddoppiando anche in questo caso.
Secondo l’Anifa, aumentare l’offerta dei farmaci da banco potrebbe produrre un risparmio nella spesa sanitaria. Questo segmento di mercato registra cifre interessanti: circa il 75 per cento dei cittadini, pari a 35 milioni in valori assoluti, ha utilizzato un farmaco di automedicazione nell’ultimo anno. Addirittura, uno studio realizzato da GfK Eurisko condotto su un campione di mille casi rappresentativo della popolazione italiana adulta, rivela che il 48 per cento della popolazione italiana ha utilizzato farmaci otc nell’ultimo mese: si tratta soprattutto di giovani/adulti di 18-44 anni, laureati, dirigenti, impiegati e studenti universitari. Tre sono gli elementi significativi che emergono dall’analisi: il riconoscimento del valore del marchio di riconoscimento della categoria otc, il riconoscimento di valore a un marchio o brand di prodotto, infine l’orientamento verso l’ipotesi di un marchio-ombrello sotto il quale articolare una linea di offerta per l’automedicazione.
Nonostante il successo in termini di popolarità, la spesa nazionale pro-capite per l’automedicazione è circa la metà rispetto a quella media dei maggiori Paesi europei. Secondo i dati contenuti nello studio commissionalo a Eurisko, l’automedicazione si configura come una pratica ad elevato valore di sicurezza. Chi sceglie un farmaco per la prima volta nel 40 per cento dei casi lo fa su suggerimento del medico, nel 20 per cento su consiglio di amici o parenti, nel 18 per cento su suggerimento del farmacista e solo nel 12 per cento dei casi su stimoli di origine pubblicitaria. L’esperienza d’uso risulta aver generato presso il pubblico un’elevata percezione di valore per il farmaco da automedicazione. Valutato nella gran parte dei casi come un rimedio decisamente utile, il farmaco da banco fonda la sua valorizzazione anzitutto sul riconoscimento di “rimedio in grado di eliminare i disturbi e restituire benessere”. Il ricorso all’automedicazione, secondo l’indagine Eurisko, tende a configurarsi come una pratica appropriata e oculata, dato che il ricorso non assomiglia ad un’attività “fuori controllo”: la centralità del medico quale figura cardine per la consulenza risulta ancora una volta ribadita, ma anche la centralità delle figure esperte viene confermata dal riconoscimento di ruolo del farmacista (minore rispetto a quello del medico ma tutt’altro che irrilevante).

(fonte: Panorama.it)
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