Notizie n. 21

Editoriale
Dalla FederazioneDalle Associate
Mondo FarmaceuticoRassegna Stampa


 
Riprendere le liberalizzazioni, nel rispetto del pubblico servizio

Nel momento in cui questa edizione di Notizie da Assofarm viene scritta, non si hanno ancora notizie certe su chi sarà il Ministro della Salute del prossimo governo. Da parte nostra però non ci sono dubbi sul fatto che appena insediato il nuovo vertice di Lungotevere Ripa, sarà doveroso recuperare il lavoro fatto dal "Tavolo De Giuli" che sul finire dell'anno scorso ha coinvolto Ministero della Salute, Ministero per le Attività Produttive, AIFA, Regioni, FOFI, Federfarma e Assofarm.
Certamente si ricorderà che, dopo un processo di trattative assai complesso, peraltro sotto l'incombente emendamento D'Elia sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, il Tavolo aveva trovato una certa coesione attorno ad un'idea di liberalizzazione da realizzarsi con l'abbassamento della pianta organica: eliminare la distinzione tra comuni più piccoli e più grandi di 12.500 residenti e individuare come unico parametro nazionale 3.800 abitanti per farmacia.
Allo stesso modo si creò un accordo per la rivisitazione dell'articolo 104 del Testo Unico delle leggi sanitarie n.1265 del 27/7/1932, riguardante le dimensioni topodemografiche della pianta organica. Sulla stessa linea la proposta di abolizione degli orari massimi di apertura delle farmacie.
Va però ricordato che non tutto ciò che si produsse in seno a quel consesso fu da considerarsi positivo. La proposta di abolire la figura del farmacista nei corner della Gdo e nelle parafarmacie, per esempio, è del tutto inaccettabile dal punto di vista della nostra federazione.
Non è infatti pensabile che la riforma del sistema della distribuzione farmaceutica italiana debba passare per un progressivo degrado e marginalizzazione della figura del farmacista.
Risultati positivi e fronti di battaglia ancora aperti confermano dunque la nostra convinzione che quel momento di confronto debba essere riaperto quanto prima.
L'elemento del contendere alla fine è sempre lo stesso: produrre una liberalizzazione del settore senza che questa degradi in liberismo estremo.
La prima svilupperà la professionalità del farmacista e aumenterà i benefici per il cittadino, il secondo modificherà semplicemente il sistema delle rendite di posizione, e rischierà di distruggere quell'elemento di servizio sanitario pubblico oggi giocato dalle farmacie.
Ciò è particolarmente vero per le aziende associate ad Assofarm, che formalmente sono sottoposte alla normativa dei servizi pubblici locali, e sostanzialmente hanno ampliato il proprio raggio d'azione ben oltre la dispensazione del farmaco (atto di per sé non banale, ma che richiede una componente consulenziale complessa), fino a raggiungere programmi di informazione e prevenzione, servizi sanitari aggiuntivi, piani di sostegno a categorie sociali svantaggiate.
Se nel futuro governo e nelle tante nuove amministrazioni pubbliche locali prevarrà una marcata tendenza liberista, tutto questo patrimonio di vero e proprio welfare avanzato, rischia di andare perso.
Rendere il mercato della distribuzione farmaceutica "più mercato", non può significare perdere il suo potenziale sociale. Al contrario, lo sviluppo della concorrenza interna al settore (un settore peraltro allargato anche alle parafarmacie e alla gdo) dovrebbe valorizzare quei soggetti la cui competitività è basata su elementi di servizio al cittadino.
Conforta tale posizione un recentissimo parere della Corte dei Conti della Puglia che, rispondendo positivamente alla richiesta del Comune di Bitonto di assumere la gestione di farmacie mediante la costituzione di un'apposita società di capitali, ha ribadito che le farmacie comunali sono un pubblico servizio, secondo i parametri definiti dall'ex art 112 del dlgs 267/2000.
Secondo la Corte pugliese, quindi, la farmacia comunale è un elemento che concorre al perseguimento delle finalità istituzionali degli enti locali, nel loro ruolo di pubblico servizio in favore della collettività.

Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm


 
Come sviluppare il mercato degli equivalenti

AIFA si interroga sulla mancata diffusione dei farmaci equivalenti, e lo fa con tutti i soggetti della filiera. È accaduto il mese scorso durante un workshop convocato dall'Agenzia del Farmaco, al quale Assofarm e Federfarma hanno presentato un documento comune.
Nonostante gli interessanti passi in avanti degli ultimi anni, l'Italia è rimasta indietro rispetto a paesi come la Francia e la Germania, che in passato avevano percentuali di equivalenti rispetto al totale venduto simili alle nostre.
Secondo le farmacie italiane le cause di tale situazione sono molteplici.
- proliferazione delle referenze determina problemi di magazzino.
- diminuzione dei prezzi porta ad una svalutazione delle scorte, e la non accettabilità dei generici da parte dell'Assinde determina maggiori rischi economici.
- Mancanza di incentivi economici alla sostituzione di un farmaco di marca con un generico
- Maggiori margini giustificati dal diverso onere professionale richiesto.
- carente prescrizione medica del principio attivo richiesto.
- Messa in dubbio della sostituibilità del farmaco, e quindi della professionalità del farmacista.

Da qui una serie di proposte miranti da un lato a rafforzare la domanda di farmaci generici, ma dall'altro anche a creare condizioni più favorevoli allo sviluppo dell'industria del generico:
- Reiterazione di campagne di informazione al pubblico
- Incentivare la prescrizione del principio attivo al posto del nome del farmaco
- Richiesta al medico di giustificare la prescrizione di un farmaco più costoso rispetto al prezzo di riferimento
- Verifica, su segnalazione di Federfarma ed Assofarm, della coerenza dei prezzi contrattati
- Periodo di moratoria prima della possibilità per l'originator di ridurre il prezzo del farmaco.
- Riaffermazione della possibilità di sostituzione "a prezzo uguale"

La farmacia può chiaramente giocare un ruolo molto importante in questo campo. Assofarm e Federfarma sono d'accordo nel proporre la conferma della possibilità per la farmacia di sostituire anche a parità di prezzo e soprattutto nell'affidamento della compliance la farmacista salvo diverso avviso medico

Dalla Federazione


 
Prezzi liberi, prime segnalazioni al Garante

Il 15 aprile scorso industrie produttrici, distributori e farmacie sono state convocate dal Garante per la sorveglianza dei prezzi al quale erano giunte segnalazioni di aumenti sui farmaci da banco e latte per l'infanzia.
Assofarm ha risposto affermando che aveva già segnalato il rischio di una aumento dei prezzi al consumo, come prodotto di una liberalizzazione per la quale i farmacisti potrebbero non essere tecnicamente preparati.
Sul latte per l'infanzia va però anche detto che il farmacista può incidere in maniera irrisoria, perché spessissimo la madre arriva in farmacia con un nome ben preciso di latte ed è poco disposta a cambiare quanto consigliatole dal suo medico.
Sempre a monte della farmacia sta anche il fatto che le aziende produttrici devono "spalmare" sul prezzo finale gli ingenti fondi destinati ai campioni gratuiti distribuiti ai medici, il latte donato ai reparti ospedalieri, i convegni. Costi di marketing non presenti in altri paesi, che poi devono essere coperti dalle vendite dirette.
Discorso più complesso per i farmaci da banco. È chiaro che la mancata padronanza tecnica del pricing possa portare molti farmacisti ad aumentare il prezzo di vendita. Non deve però essere dimenticato che sono però aumentati anche i prezzi ex fabrica, fermi da due anni e mezzo a causa del decreto Storace.
Una situazione pertanto complessa, che non può essere unicamente ricondotta a sempre possibili strategie speculative di alcuni soggetti della filiera, ma anche ad inefficienze e contraddizioni di un sistema che lentamente sta riformandosi.

La proposta del Garante
In risposta ad Assofarm, il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha richiesto di segnalare tutti i casi di buone pratiche in materia di contenimento dei prezzi dei servizi farmaceutici al pubblico. Questi casi positivi verranno poi segnalati sul sito del Garante.


 
Farmacisti in Aiuto di nuovo in India

L'11 Aprile scorso tre volontari di Farmacisti in Aiuto sono partiti alla volta dell'India. Sono Mario Delle Monache di Sambuceto, Alessandra Montebello di Giulianova, e Sabrina Scarmozzino, alla sua quarta esperienza.
Compito del gruppo di farmacisti è verificare lo stato di salute dei bambini e verificare la corretta gestione dei fondi impegnati.
Seguiranno i progetti avviati da Farmacisti in Aiuto come il centro medico di Poonthura, il lebbrosario o il nostro villaggio costruito con un impegno di 50.000 euro. Dovranno poi verificare il funzionamento di un pozzo che sembra non funzioni al meglio, costruito in memoria del papà di un collega membro dell'Associazione.
Tra gli obiettivi della missione c'è anche una prima valutazione riguardo la possibilità di incrementare l'impegno economico dell'associazione in India.
Mario, Alessandra e Sabrina porteranno anche piccoli doni e lettere che le famiglie adottive vorranno mandare ai loro piccoli.
Trasmettiamo di seguito una breve introduzione al viaggio fatta da Sabrina Scaramozzino poco prima di partire.
"Attualmente i bambini che sosteniamo sono 160, abitano in tre villaggi diversi per posizioni, numero di abitanti e condizioni lavorative delle famiglie.
La nostra adozione permette al bambino di avere il materiale scolastico, di essere seguito in maniera attenta dai nostri insegnanti nei Tution Center (una sorta di dopo-scuola dove ibambinisi recano dopo aver seguito le lezioni della scuola dell'obbligo), di avere assistenza sanitaria (i bambini vengono sottoposti a chek up medici due volte l'anno in media e laddove son stati necessari interventi medici ci siamo adoperati per farli).
Il villaggio di Kattuvila è interamente costruito da noi con l'aiuto della Namastè e della Loacker, 24 famiglie colpite dallo Tsunami che avevano ricevuto la terra dal governo ora hanno una casa.
Sul fronte sanità abbiamo due progetti, il dispensario di Poonthura, sostenuto da Assofarm, che serve circa 500 persone, dispensario che esisteva già, ma che senza il nostro intervento era destinato a chiudere ed il dispensario del Tamilnadu (dove si trova il villaggio di Kattuvila) che invece serve 250 persone, possiamo quindi vantarci di coprire le esigenze sanitarie di un bacino d'utenza di circa 750 persone.
Infine ci sono i progetti volti a creare reddito, la produzione dei quaderni iniziata due anni fa con l'acquisto di una macchina taglia-carta e che ora riesce a coprire le esigenze di tutti i bambini adottati tramite la nostra associazione, e la produzione di sapone, un piccolo laboratorio che impiega attualmente due donne".

Dal Blog
Una partenza...a razzo!
Il nostro primo giorno di missione è stato penalizzato sin dall'arrivo; siamo arrivati alle quattro del mattino di domenica 13 dopo varie vicessitudini,non ultimo lo smarrimento del bagaglio di Alessandra(forse domani riusciamo a recuperarlo). Dopo qualche ora di riposo, necessario dopo le 24 ore di viaggio, ci siamo dedicati allo smistamento del materiale spedito da Mauro e Patriza: (12 pacchi per un totale di 190 Kg tra vestiario, materiale ,scolastico e giochi). Inutile dire che sono bastate poche ore alla Namastè per calarci nella realtà indiana; la difficoltà piu' grande è riuscire a trovare un equilibrio tra il desiderio di fare, di risolvere i problemi e la difficoltà di decidere le priorità. Qui tutto sembra una priorità, qui tutto è una priorità. Nebulson, il nostro referente alla Namastè, ci ha esposto una serie di "medical helps". Il nostro compito ora è decidere cosa fare e vi assicuro non è per niente semplice.

Alessandra e Sabrina


Il codice di Farmacisti in aiuto

- Operiamo ovunque rifiutando la guerra e la violenza.
- Crediamo fermamente nell'interdipendenza degli eventi e delle persone.
Per questo sosteniamo il dialogo cercando il confronto con le realtà dove operiamo, nel pieno rispetto delle comunità locali.
- Rispettiamo l'ambiente, il territorio, le forme di vita presenti, le culture e le religioni con le quali veniamo in contatto.
- Riconosciamo l'interesse del singolo solo quando non ostacola l'interesse collettivo.
- Riteniamo giusto vivere una vita semplice cercando di non sprecare ciò che ci è stato dato, con un atteggiamento onesto e orientato all'ascolto degli altri.
- Desideriamo che nessuno dei Farmacisti in aiuto, che fanno parte del direttivo, possa ricoprire alcun incarico all'interno degli ordini professionali, nelle associazioni di categoria o a livello sindacale.
- Assicuriamo che il 95% di quanto raccolto raggiunga le zone di missione.


 
Parte Amore al Cubo

Il 3 aprile scorso Ferrara ha ospitato la presentazione pubblica del progetto Amore al cubo, "la prima occasione di Assofarm Servizi di costruire una rete operativa tra le sue associate" ha detto Francesco Schito nelle prime battute. "partiamo con un prodotto che si sposa molto bene con la nuova farmacia del benessere. Non solo quindi farmaci per curare le malattie, ma servizi e prodotti che contribuiscano ad una quotidianità più sana".

Amore al cubo è un progetto commerciale di intimo "sano" per bambini dai 0 ai 12 mesi, distribuiti esclusivamente nella rete delle farmacie.
L'obiettivo sociale del progetto è garantire ai propri figli neonati un abbigliamento intimo "sano", risultato di attente ricerche che coniugano la materia prima del prodotto con la lavorazione specifica dello stesso preservandone le qualità naturali.L'importante e decisiva fase di start-up interesserà le Farmacie Comunali di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì, Venezia, Padova, Verona, Rovereto, Trento. A questo primo nucleo di associate si affiancheranno entro breve tempo le Farmacie di Bologna, Milano, Prato e Cremona. Si costituirà, in tal modo, un primo gruppo di circa 200 Farmacie che consentirà di testare adeguatamente la portata del nostro esperimento. I capi della linea sono di Fior di cotone 100%, certificato con il marchio internazionale di qualità tessile OEKO-TEX.
I parametri scientificamente valutati ed accettati sono revisionati annualmente in base alla legislazione.

Comprendono:
- la totale assenza di sostanze vietate per legge come i coloranti cancerogeni;
- sostanze il cui uso è regolamentato dalla legge quali formaldeide, ammorbidenti, metalli pesanti e pentaclorofenolo; per la pelle, utili per la salvaguardia della salute del consumatore.
- sostanze che secondo le conoscenze attuali sono nocive per la salute ma che non sono regolamentate o proibite per legge, come pesticidi, coloranti allergici o composti organici dello stagno;
- parametri come solidità del colore e valore del pH non irritante
L'azienda che produce i capi di Amore al Cubo è Bio-Logika di Ferrara, di consolidata esperienza nella produzione tessile di qualità. Del progetto però è altrettanto interessante quanto sviluppato parallelamente agli aspetti merceologici e salutistici.
"Amore al Cubo coglie un vuoto di mercato - dice il titolare Paolo Ferrari - 500.000 bambini ogni anno non dispongono di indumenti adatti ai bisogni particolari tipici del neonato".
Bio-logika affronta questo mercato potenziale scegliendo il canale distributivo della farmacia, con un prezzo di vendita consigliato del tutto competitivo con i competitor presenti in grande distribuzione: "dobbiamo rompere il luogo comune che sono nei supermercati è possibile fare acquisti di qualità a prezzi interessanti" dice sempre Ferrari. Mirata è anche la comunicazione, che in una prima fase si concentrerà su target diretti come i reparti maternità e i centri pre-parto. Particolare è anche il layout espositivo.
Un'alta colonna in plexiglas che conterrà ordinatamente tutta la linea di prodotti Amore al Cubo nelle sue due stagionalità estate/inverno.

Dalla Federazione
 

 
Chi è Bio Logika

Bio Logica srl è un'azienda che opera nel settore tessile abbigliamento ed è specializzata in produzioni di capi per intimo ed esterno.
I particolari tessuti utilizzati sono finiti con trattamenti anallergici, o provenienti da colture biologiche, che si prefiggono come scopo primario di offrire prodotti attenti alla salute del consumatore.
Fa parte di un gruppo più ampio attivo da 25 anni nel settore tessile-abbigliamento e fornitore di grandi catene di negozi e marchi importanti in Europa e Stati Uniti.
La lunga esperienza , maturata con Partners di alto livello, ha condotto a scelte ben precise che tengono conto di fattori oggi essenziali sul mercato:
-Costante ricerca di nuove proposte finalizzata a prodotti testati nel rispetto delle necessità umano-ecologiche
-Alta qualità della produzioneRispetto delle tempistiche concordate
-Prezzi competitivi
La verticalizzazione dell'azienda, dalla produzione al consumatore finale, fa si che tali presupposti consentano di proporre ottimi prodotti che penetrano rapidamente il mercato poiché garanti di un rapporto qualità prezzo eccellente.
 

 
Dalle Farmacie Sociali Europee rafforzato l'impegno a favore della libertà di stabilimento

Ai primi di aprile Bruxelles ha ospitato l'Assemblea Annuale dell'Unione Europea delle Farmacie Sociali. Presente per Assofarm Francesco Schito, che all'interno dell'associazione ricopre anche il ruolo di tesoriere.
Approvati all'unanimità il bilancio 2007 e il preventivo
2008. Diffusa invece ormai in tutti gli stati membri la preoccupazione per una congiuntura economica caratterizzata quasi ovunque da un ritardo di crescita e da un'inflazione in aumento.
Situazione, questa, che inevitabilmente si riverbera anche nel settore farmaceutico.
La giornata di lavoro ha poi prodotto un documento riassuntivo sui principi di libertà di stabilimento, di seguito presentato:

1. Interesse del paziente
Il settore delle farmacie e dei servizi farmaceutici deve essere regolamentato in ciascun Stato membro con l'obiettivo di garantire ai pazienti la qualità, la sicurezza e l'efficacia di tali servizi, nonché la loro accessibilità, al fine di assicurare il rispetto dellelibertà fondamentali sancite dal Trattato che istituisce le Comunità europee e delle disposizioni in deroga agli enunciati del Trattato.

2. Intervento indispensabile del farmacista
Il settore del farmaco è regolamentato dalla normativa europea, che disciplina specificamente la sua fabbricazione ed importazione, etichettatura e foglio illustrativo, classificazione, distribuzione all'ingrosso ed immissione in commercio. La normativa europea interviene inoltre in materia di pubblicità, farmacovigilanza, ecc. La dispensazione del farmaco al paziente deve quindi essere vista come un'appendice naturale di tutto il processo afferente al farmaco e, come tale, deve necessariamente essere disciplinata all' interno di un continuum normativo. Sarebbe infatti del tutto paradossale assoggettare la fabbricazione, l'immissione in commercio e la distribuzione all'ingrosso dei farmaci ad un insieme di rigide disposizioni volte a garantire i principi di qualità, sicurezza ed efficacia, laddove la dispensazione del farmaco al paziente non venisse inquadrata in modo altrettanto rigoroso. Ciò significherebbe interrompere una catena accuratamente regolamentata a monte per ogni singola fase. Del resto, anche che la diagnosi della patologia e la prescrizione della terapia sono per legge appannaggio del medico. In questo contesto, si rimanda alla Direttiva CE in materia di medicinali per uso umano: "considerando che è opportuno esercitare un controllo su tutta la catena di distribuzione dei medicinali, dalla loro fabbricazione o importazione nella Comunità fino alla fornitura al pubblico, così da garantire che i medicinali stessi siano conservati, trasportati e manipolati in condizioni adeguate [...]". Proprio in virtù della sua formazione, il farmacista è lo specialista del farmaco. E proprio in ragione delle funzioni da esso svolt e, il farmacista instaura un rapporto personale con i pazienti che gli manifestano la loro fiducia, parimenti a quanto avviene per il medico in fase di diagnosi e di prescrizione della terapia. La dispensazione del farmaco deve essere espletata congiuntamente ad altre prestazioni, quali la fornitura di informazioni e consulenza, e seguita da un follow-up farmaco-terapeutico che permettano di garantire la sicurezza e l'efficacia del trattamento.
Questa missione potrà essere assolta unicamente dal farmacista.

3. Dispensazione del farmaco in farmacia
L'intervento del farmacista manifesterà la sua piena efficacia solamente se svolto all'interno di una struttura adeguatamente organizzata ed allestita, nonché seguendo delle procedure che rispettino le normative basilari in fatto di qualità (cfr. le Raccomandazioni per l'elaborazione di standard di buone prassi in farmacia ). Il farmacista necessita infatti di disporre di materiali e strumentazioni specifiche, di attrezzature informatiche, di un sistema di archiviazione, ecc. L'organizzazione e l'allestimento dello spazio della farmacia deve inoltre essere tale da assicurare l'opportuna accoglienza riservata al paziente, ragion per cui il farmaco non può essere venduto all'interno d i strutture inadeguate. I requisiti sopra enunciati portano ad un'unica conclusione: non soltanto i farmaci devono essere dispensati da un farmacista, ma anche all'interno di una farmacia, intendendo con ciò una struttura idonea, debitamente attrezzata ed organizzata in ottemperanza agli standard di buone prassi.

4. Proprietà della farmacia
Il tema della proprietà della farmacia si delinea come una questione secondaria rispetto ai punti 2 e 3 sopra analizzati. Difatti, se i farmaci vengono dispensati dal farmacista, all'interno di una farmacia e nel pieno rispetto delle norme e principi di buone prassi in materia, è di scarso rilievo il fatto che il proprietario della farmacia sia una persona fisica (farmacista o meno) o una persona giuridica (composta esclusivamente da laureati in farmacia o meno). Il fatto che il proprietario di una farmacia debba inderogabilmente possedere determinati requisiti non è di per sé una garanzia ulteriore della sicurezza ed efficacia delle prestazioni farmaceutiche. Non riteniamo quindi che debbano essere accettate delle deroghe alle libertà fondamentali garantite dal Trattato CE. Lo stesso ragionamento vale per il discorso della multiproprietà. A condizione che vengano rispettati gli standard di cui ai sopracitati punti 2 e 3, non sussistono i motivi per vietare ad una persona (sia essa fisica o giuridica) di possedere più di una farmacia.

5. Stabilimento e ubicazione delle farmacie
Il principio sancito a livello europeo della libertà di stabilimento deve essere moderato dal diritto del paziente alla qualità dei servizi farmaceutici ed alla loro accessibilità. I singoli Stati membri hanno la facoltà di limitare, per quanto necessario, la libertà di stabilimento. Essendo l'attività svolta in farmacia legata all'interesse generale di salute pubblica, occorre distribuire le farmacie in modo adeguato (nel rispetto di standard qualitativi) affinché siano soddisfatti i bisogni della collettività in fatto di medicinali. Ciononostante, le normative nazionali in materia devono essere necessarie e proporzionate al suddetto obiettivo di interesse nazionale.

6. Concorrenza tra farmacie
Dal momento in cui, nella fase di dispensazione dei farmaci al paziente, vengono garantite la qualità, l'efficacia, la sicurezza e, in termini più generali, l'interesse generale di salute pubblica in virtù dei principi sopraesposti, non si coglie il motivo per cui la normativa nazionale debba limitare la libera concorrenza, privilegiata a livello del diritto europeo. E' possibile quindi che sussistano delle restrizioni alla libera concorrenza tra farmacie ma, ancora una volta, nei limiti del necessario , in modo da assolvere gli obiettivi di salute pubblica.

Dalla Federazione
 

 
Formazione ECM

Qualche informazione operativa per l'applicazione di quanto previsto dal 2008 in materia ECM:
Obbligo di copertura a carico delle Aziende: 30 crediti ECM per ciascun anno attraverso corsi di formazione a distanza. Tempo necessario per la frequenza dei suddetti corsi: i corsi possono essere svolti durante l'orario di lavoro o fuori orario di lavoro: nel caso vengano svolti in orario di lavoro, il dipendente non ha diritto ad alcun compenso aggiuntivo; nel caso in cui lo svolgimento delle FAD sia previsto al di fuori dell'orario di lavoro è previsto un compenso forfetario (essendo il tempo di frequenza soggettivo e difficilmente verificabile) pari a 6 ore di retribuzione ordinaria.
Si attira l'attenzione sulla dicitura contrattuale "somma corrispondente a 6 ore di retribuzione ordinaria" che non è interpretabile analoga a 6 ore di permesso aggiuntivo.
La scelta di svolgere la FAD in orario di lavoro o fuori orario spessa all'Azienda (eventualmente sentite le rappresentanze sindacali, ove presenti) Strumenti per la frequenza della FAD: qualora l'azienda non metta a disposizione del dipendente gli strumenti necessari alla frequenza del corso (computer e collegamento ad internet) questi ha diritto ad un compenso forfetario di 20 euro lordi.
A livello aziendale, tramite contrattazione di secondo livello, è possibile regolamentare, estendere e/o integrare quanto previsto dal CCNL per rendere la normativa in materia più confacente alle esigenze locali (aziendali e dei dipendenti).

 
Novara vende le Farmacie comunali?

Viva Preoccupazione è stata espressa dal presidente di Assofarm Venanzio Gizzi a proposito della decisione di vendita delle farmacie comunali di Novara da parte del sindaco della città piemontese.
Nella lettera inviata da Gizzi al sindaco Massimo Giordano, si propone un ripensamento della posizione presa dalla Giunta locale, che tenga conto di "cosa" è oggi la Farmacia Comunale.
"Innanzitutto - si legge nel documento del presidente di Assofarm - è opportuno evidenziare come il sistema Farmacie e quindi anche quelle Pubbliche, sia parte integrante e sostanziale del Servizio Sanitario Nazionale: titolo acquisito grazie alla professionalità raggiunta anche per la funzione "storica" territoriale che svolgono.
Vendere le Farmacie, quindi, significa mettere in vendita una componente del SSNN senza alcuna garanzia nei confronti del cittadino. Prima riflessione: quanto vale, o meglio quanto costa una parte di sanità pubblica del cittadino? Allora, non possiamo condividere le posizioni che antepongono questioni di carattere economico rispetto a quelle di carattere sanitario, sociale e di presenza sul territorio di un importante presidio a tutela della salute.
Di conseguenza operazioni impostate come quella per l'eliminazione delle Farmacie Comunali della Sua Città, ripetendosi su tutto il territorio nazionale rischiano di destabilizzare il Sistema della distribuzione finale del farmaco. Tali processi portano non ad una liberalizzazione del mercato ma ad un certo consolidamento o ingresso di monopoli unici per la gestione della filiera farmaceutica.
Il tutto al di là di considerazione di carattere economico che, a nostro avviso, confortati da piani economici e finanziari di facile lettura, confermano la tesi che le vendite in questione non sono certo un buon affare e si corre seriamente il rischio di non avere in tempi brevi né il patrimonio né i soldi ricavati dalle vendite. Le offerte di acquisto tanto elevate al di fuori di ragionevoli limiti di mercato, sono una delle valutazioni che dovrebbero destare maggiori sospetti".
Di seguito i sette punti elencati da Gizzi a sostegno del suo invito:
1) l'operazione in corso, così come programmata, contribuisce a scardinare il "sistema" Farmacie su tutto il territorio nazionale;
2) l'elevata redditività delle Farmacie, come quelle di tutto il "Sistema A.S.SO.FARM.", l'elevata professionalità dei lavoratori, la possibilità di incidere con una politica sanitaria sul territorio, rappresentano, tra gli altri, forti motivi che non giustificano, con la vendita, alcun affare economico;
3) si procederebbe ad una vendita di una parte del S.S.N. introducendovi elementi di carattere fortemente commerciale, appunto all'interno del Servizio Sanitario Nazionale, che non portano nessun vantaggio al cittadino, (le Farmacie per legge sono tutte convenzionate con il S.S.N.);
4) esiste un elevato rischio di non perseguire alcuna liberalizzazione ma procedere ad un ingresso indiscriminato di monopoli e privilegi privati;
5) la vendita escluderebbe i Comuni da ogni possibilità di inserimento a progetti di riforma del settore farmaceutico in itinere, che vedono in giusta considerazione le Farmacie Pubbliche, penalizzando anzi le amministrazioni locali che procedono alle vendite;
6) si procede non solo in controtendenza rispetto a quanto previsto dal DDL di riforma dei servizi pubblici locali che modifica gli articoli 22 e 23 della legge 142/1990 per consentire la gestione delle Farmacie Pubbliche tramite costituzione di società a capitale pubblico maggioritario, ma anche in contrasto con quanto previsto dall'articolo 274, comma 1, lettera w) del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, contenente il "Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali", che ha abrogato il primo comma dell'articolo 12 della legge 23 dicembre 1992, n. 498, ribadendo in tal modo il vincolo dell'esclusiva partecipazione dei farmacisti dipendenti nelle società costituite dai Comuni per la gestione delle Farmacie Comunali;
7) si procede, con il programma di vendita, al contrario rispetto ai processi di trasformazione del sistema Farmacie in Europa dove sono tenuti in massima considerazione le Farmacie sociali, quali strumenti di servizio verso quelle che sono definite le nuove povertà ed i processi migratori.

Dalle Associate 
 

 
Capaci consegna a domicilio

Consegna a domicilio di farmaci per cittadini disabili per la Farmacia Comunale di Capaci, con la collaborazione l'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo di Palermo Il servizio viene effettuato mediante una semplice telefonata alla Farmacia, che a sua volta si mette in contatto con l'associazione di volontariato che a sua volta si reca al domicilio dell'utente o altra ubicazione indicata dall'assistito e ritira la ricetta che viene consegnata alla Farmacia.
La fornitura può essere effettuata immediatamente, oppure in casi non urgenti, possono essere cumulate più forniture in modo da poter programmare le consegne.


 
Nuova Farmacia Comunale a Caserta

Folla delle grandi occasioni sabato 21 aprile scorso per la inaugurazione della nuova Farmacia Comunale di Caserta. Con l'apertura della farmacia comunale stanno prendendo corpo diverse iniziative ad essa collegata.
In primo luogo è stata istituita la 'Carta dei servizi', in diffusione all'utenza presso la Farmacia Comunale, ed è iniziata la 'Campagna sanitaria per il controllo dell'ipertensione'. L'iniziativa consiste nella sensibilizzazione dell'utenza al controllo periodico della pressione con l'erogazione di materiale informativo e suggerimenti utili per il controllo della patologia. La misurazione della pressione rientra tra i servizi sanitari che la Farmacia Comunale eroga gratuitamente all'utenza con distribuzione di apposita scheda personalizzata. Contestualmente alcuni prodotti di largo consumo per la prevenzione ed il controllo dell'ipertensione vengono venduti con particolare sconto. Sono in programma, inoltre, altre iniziative di carattere sanitario come la campagna per il controllo del diabete, dell'obesità, effettuazione gratuita del test per le intolleranze alimentari, dell'esame della cute e check - up del cuoio capelluto, misurazione e controllo gratuito dell'udito.
Tra i servizi offerti all'utenza vi sono la prenotazione di visite presso strutture pubbliche e private convenzionate, previo accordo con l'ASL competente, test psico - fisico con i 'Fiori di Bach', bilancia pesa neonati utilizzabile gratuitamente, 'giornata della bellezza' con consulenze gratuite di medicina estetica e test gratuiti di prodotti cosmetici.
Sono state programmate anche iniziative di carattere socio - sanitario come la 'Campagna presso le scuole per la prevenzione della pediculosi', la campagna si svolge con la distribuzione di materiale scientifico educativo differenziato a seconda del grado di scuola visitato. Vengono distribuiti, inoltre, campioni omaggio di prodotti per la prevenzione e buoni sconto del 50% sull'acquisto dei prodotti presso la farmacia comunale. Al Comune di San Nicola la Strada vengono dati in omaggio un numero di buoni per il ritiro gratuito del prodotto da distribuire alle persone indigenti (generalmente n. 20 buoni). Previste, inoltre, miniconferenze presso circoli per anziani, associazioni sportive e culturali, organismi assistenziali, con illustrazioni di argomenti e tematiche di specifico interesse e distribuzione di materiale informativo, distribuzione di opuscoli informativi sulle principali patologie, distribuzione gratuita di giornali e riviste di carattere sanitario. Saranno, infine, programmate iniziative di carattere sociale come:
'Vola al cinema con la farmacia comunale', proiezioni presso i cinema di film per bambini con distribuzione gratuita dei biglietti di ingresso validi per un bambino ed un accompagnatore adulto, raccolta fondi in collaborazione con associazioni di volontariato per iniziative di beneficenza. Al donatore viene dato in regalo un promozionale di valore superiore a quanto donato, donazione di giochi per parchi pubblici ed asili, manifestazioni culturali presso le scuole medie e superiori con l'organizzazione di temi scolastici su argomenti di interesse generale (bullismo, disagio giovanile, criminalità, ect...), vendita di prodotti OTC e SOP nonché parafarmaci e alimenti per l'infanzia con prezzi particolarmente favorevoli all'utenza, consegna dei farmaci a domicilio per anziani soli e persone non deambulanti.

Dalle Associate


 
A Castiglione consegna di farmaci a domicilio

Oltre alla innovativa campagna di vaccinazione contro il Papillomavirus c'è un'altra novità che coinvolge la farmacia comunale. Dal 5 maggio infatti prende avvio il nuovo servizio di consegna gratuita dei farmaci a domicilio su tutto il territorio comunale.
"Il servizio di consegna a domicilio gratuito dei farmaci migliorerà molto la qualità di vita dei cittadini, soprattutto di coloro che abitano nelle frazioni che sono in gran parte anziani. A questo si aggiunge anche il fatto che spesso chi ha bisogno di farmaci è malato e quindi, se solo, è anche in difficoltà a muoversi. E' un grande, ulteriore passo avanti verso un rapporto più diretto tra il Comune e il cittadino" - commenta il consigliere con delega alle politiche sociali Edoardo Mazzini.
Per attuare il servizio l'amministrazione comunale non ha fatto altro che ottimizzare i propri mezzi e il personale. Il progetto è attuato infatti attraverso la farmacia comunale e il dipendente comunale che già ricopre un ruolo di interfaccia tra il Comune e i cittadini delle frazioni che avrà da oggi un compito nuovo, esteso anche ai cittadini del capoluogo.
Il servizio funziona con un numero di telefono cellulare attivo in orario ufficio, l'operatore si reca poi a casa del richiedente e ritira la ricetta, e successivamente vengono consegnati a casa i farmaci.
"E'da sottolineare - ricorda Mazzini - per i farmaci che coloro che richiedono questo servizio siano già in possesso della ricetta del medico".

(fonte: Maremmanews.tv)


 
Emergenza e farmaci con ricette: il Decreto

L'11 aprile scorso è stato pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero della Salute concernente la "Consegna da parte del farmacista, in caso di emergenza, di medicinali con obbligo di prescrizione medica in assenza di presentazione della ricetta". di seguito uno stralcio

Art. 2.
1. Qualora il medicinale venga richiesto per la necessita' di assicurare la prosecuzione del trattamento di un paziente affetto da diabete, ipertensione, broncopneumopatia cronica ostruttiva o altra patologia cronica, il farmacista puo' consegnare il medicinale, a condizione che siano disponibili elementi che confermino che il paziente e' in trattamento con il farmaco, quali:
a) presenza in farmacia di ricette mediche riferite allo stesso paziente nelle quali e' prescritto il farmaco richiesto;
b) esibizione da parte del cliente di un documento rilasciato dall'autorita' sanitaria attestante la patologia per la quale e' indicato il farmaco;
c) esibizione da parte del cliente di un documento originale firmato dal medico curante attestante la patologia cronica da cui il paziente e' affetto, con indicazione del farmaco utilizzato per il relativo rattamento;
d) esibizione di una ricetta con validita' scaduta da non oltre trenta giorni; in tal caso il farmacista e' tenuto ad apportare un'annotazione sulla ricetta che impedisca la sua riutilizzazione nell'ambito della disciplina del presente decreto;
e) conoscenza diretta da parte del farmacista dello stato di salute del paziente e del trattamento in corso.

Art. 3.
1. Al di fuori dei casi previsti dall'art. 2, qualora la richiesta riguardi un paziente che necessiti di non interrompere un trattamento, quale ad esempio l'ulteriore assunzione di un antibiotico, il farmacista puo' consegnare il medicinale richiesto a condizione che siano disponibili elementi che confermino che il paziente e' in trattamento con il farmaco, quali:
a) presenza in farmacia di una prescrizione medica rilasciata in una data che faccia presumere che il paziente sia ancora in trattamento con il medicinale richiesto;
b) esibizione, da parte del cliente, di una confezione inutilizzabile, ad esempio un flaconcino danneggiato.

Art. 4.
1. In aggiunta alle ipotesi disciplinate negli articoli 2 e 3, il farmacista puo' consegnare il medicinale richiesto in caso di esibizione da parte del cliente di documentazione di dimissione ospedaliera emessa il giorno di acquisto o nei due giorni immediatamente precedenti dalla quale risulti prescritta o, comunque, raccomandata la prosecuzione della terapia con il farmaco richiesto.

Art. 5.
1. In tutti i casi previsti dal presente decreto il farmacista e' tenuto a consegnare una sola confezione con il piu' basso numero di unita' posologiche del farmaco richiesto, fatta salva l'ipotesi di antibiotici iniettabili monodose che possono essere consegnati in una quantita' sufficiente ad assicurare la continuita' del trattamento fino alla possibilita' di contatto del paziente con il medico prescrittore.
2. Il farmacista e' altresi' tenuto a ricordare al cliente che la consegna del farmaco senza ricetta e' una procedura eccezionale e che il cliente deve comunque informare il medico curante del ricorso alla procedura. A tal fine il farmacista consegna al cliente una scheda, da inoltrare al medico, contenente la specificazione del medicinale consegnato.

Art. 6.
1. La consegna da parte del farmacista di medicinali iniettabili e' ammessa nell'ipotesi disciplinata dall'art. 4. La consegna del medicinale iniettabile e' ammessa altresi' nelle ipotesi previste dall'art. 2, limitatamente all'insulina, e all'art. 3, limitatamente agli antibiotici monodose.
2. Non e' ammessa la consegna di medicinali inseriti nelle tabelle delle sostanze stupefacenti, allegate al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope e di prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309 e successive modificazioni.

Art. 7.
1. Nei casi previsti dall'art. 2, lettera b), quando il documento non indichi il farmaco da utilizzare nel trattamento, dall'art. 2, lettera d) e dall'art. 3, lettera b), il cliente e' tenuto a sottoscrivere una dichiarazione di assunzione di responsabilita' circa la veridicita' del trattamento con il medicinale richiesto. La dichiarazione e' conservata dal farmacista ed e' allegata al registro di cui al comma 2 del presente articolo.
2. Il farmacista annota su apposito registro, le cui pagine sono allo stesso numerate, timbrate e siglate, la consegna dei farmaci effettuata ai sensi del presente decreto, riportando il nome del farmaco, le iniziali del paziente e la condizione, tra quelle previste dagli articoli 2, 3 e 4, che ha dato luogo alla consegna del farmaco.

Art. 8.
1. Entro il mese di dicembre 2008 la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani (FEDERFARMA) e la Federazione delle aziende e servizi socio-farmaceutici (A.S.SO.FARM) raccolgono e comunicano al Ministero della salute e all'AIFA i dati relativi alla numerosita' e alla tipologia dei casi di ricorso alle procedure di cui al presente decreto registrati fino alla data del 30 novembre 2008, formulando eventuali proposte di modifica della presente disciplina. Tale documentazione e' trasmessa dal Ministero dellasalute, alla Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (FNOMCeO) e alla Federazione ordini farmacisti italiani (FOFI), per le rispettive valutazioni.
 
Mondo Farmaceutico


 
Scontrino parlante: chiarimenti dalla FOFI

Trasmettiamo di seguito una circolare della Federazione degli Ordini dei Farmacisti.
La normativa attualmente in vigore (artt. 10 e 15 DPR 917/1986 - All. 2) prevede che la deducibilità o detraibilità delle spese sanitarie relative all'acquisto di medicinali sia subordinata alla certificazione di tali spese mediante fattura o scontrino fiscale in cui devono essere riportati e specificati la natura, la qualità e la quantità dei prodotti acquistati, nonché il codice fiscale del destinatario, ovvero del soggetto che dedurrà o detrarrà la relativa spesa o di altro componente del nucleo familiare che sia a carico del soggetto medesimo (il c.d. "scontrino parlante").
Com'è noto (cfr circolare federale n. 6911 del 29.12.2006), le nuove disposizioni in materia di "scontrino fiscale parlante" sono entrate in vigore il 1° luglio 2007 (art. 1, commi 28 e 29, legge 296/2006 - All. 3).
Tuttavia (cfr circolare federale n. 6911 sopra richiamata nonché circolare federale n. 7077 del 7.12.2007), limitatamente al periodo compreso tra il 1° luglio 2007 e il 31 dicembre 2007, ai fini della deduzione o detrazione delle spese sanitarie sostenute per l'acquisto di medicinali, potevano ritenersi validi gli scontrini fiscali recanti l'indicazione del codice fiscale del destinatario del farmaco riportata a mano e privi delle indicazioni relative al farmaco acquistato, purché integrati da un documento rilasciato dal farmacista contestualmente allo scontrino fiscale ed allo stesso riferito, nel quale fossero specificate la natura ("farmaco" o "medicinale"), la qualità (denominazione del farmaco) e la quantità del farmaco venduto (si vedano in proposito il comunicato stampa dell'Agenzia delle Entrate in data 28.6.2007 e la risoluzione della medesima Agenzia n. 156 del 5.7.2007 - All. 4 e 5).
A tal proposito, anche nella richiamata circolare n. 30/E del 28.3.2008, l'Agenzia ha rilevato ed evidenziato che la concreta applicazione nel corso del 2007 delle nuove disposizioni ha esposto gli operatori del settore e i contribuenti interessati ad oggettive difficoltà, con riferimento sia all'adeguamento della strumentazione necessaria per il rilascio del documento di spesa con le caratteristiche prescritte sia all'acquisizione dell'apposita documentazione, alternativa allo scontrino "parlante", rilasciata dal farmacista.
Pertanto, tenuto conto delle obiettive difficoltà incontrate in sede di applicazione della norma e allo scopo di consentire ai contribuenti che ne hanno diritto di beneficiare dell'agevolazione fiscale, l'Agenzia delle Entrate ha ritenuto che le spese sanitarie sostenute per l'acquisto di medicinali nel periodo dal 1° luglio al 31 dicembre 2007, ai fini della deduzione/detrazione IRPEF, potranno essere certificate anche tramite scontrino fiscale non "parlante" o incompleto, qualora questo venga integrato, da parte dello stesso contribuente, mediante l'indicazione, anche su un foglio aggiunto, del codice fiscale dell'acquirente nonché della natura, qualità e quantità dei prodotti acquistati.
L'Agenzia ha comunque ribadito che, per la certificazione delle spese sanitarie relative all'acquisto di medicinali effettuate a decorrere dal 1° gennaio 2008, non potranno essere considerati validi documenti privi delle caratteristiche individuate dalla legge.
Si ritiene utile riepilogare quanto segue, ricordando che, come evidenziato nella circolare federale n. 7077 più volte richiamata, vi è l'obbligo per legge di darne comunicazione ai contribuenti mediante avviso affisso e visibile nei locali della farmacia.
Dal 1° gennaio 2008, per poter detrarre dall'imposta (o, nei casi consentiti, dedurre dal reddito) le spese relative all'acquisto di medicinali, il contribuente deve documentare tali spese mediante fattura o scontrino fiscale cosiddetto "parlante".
La fattura o lo scontrino "parlante" devono recare le seguenti indicazioni:

- natura del bene acquistato: vale a dire l'indicazione "medicinale" o "farmaco";
- qualità del bene acquistato: vale a dire la denominazione del medicinale;
- quantità dei beni acquistati: vale a dire il numero di confezioni;
- codice fiscale del destinatario del medicinale, ovvero del soggetto che dedurrà o detrarrà la relativa spesa o di altro componente del nucleo familiare che sia a carico del soggetto medesimo.

Come precisato dal Ministero della Salute con nota del 15.1.2008, qualora al momento dell'acquisto il cliente non sia in grado di esibire la tessera sanitaria, il codice fiscale può essere comunicato con altra modalità, compresa la dichiarazione verbale (cfr circolare federale n. 7095 del 16.1.2008).
Dal 1° gennaio 2008, ai fini della deduzione o detrazione fiscale della spesa relativa all'acquisto di medicinali, non è più idoneo uno scontrino fiscale non "parlante", né è possibile renderlo idoneo integrandolo con documentazione o dichiarazioni di qualsiasi tipo.
Va tenuto presente che l'obbligo di rilasciare fattura o scontrino fiscale "parlante", in luogo del normale scontrino fiscale, per la vendita di medicinali, sussiste solo in caso di specifica richiesta del cliente.
Si evidenzia inoltre che tale obbligo non riguarda solo le farmacie ma anche gli esercizi commerciali che vendono medicinali in base alla legge 248/2006 (cosiddetta "legge Bersani").
Per quanto riguarda la questione relativa alla necessità di conservare o no anche fotocopia della ricetta, ai fini della deduzione o detrazione della spesa relativa all'acquisto di medicinali sostenuta nel 2008, questa Federazione è intervenuta sottoponendola alla competente Agenzia delle Entrate, chiedendo comunque che la suddetta necessità di conservare copia della ricetta sia esclusa.
Si fa pertanto riserva di far conoscere le determinazioni che l'Agenzia delle Entrate riterrà di adottare al riguardo.

Mondo Farmaceutico
 

 
Più chiarezza sullo scontrino

Permangono dubbi e confusioni sulla nuova normativa per la deduzione delle spese sostenute per l"acquisto di farmaci. La Federazione ha ritenuto opportuno intervenire di nuovo in materia.
Come è noto, l'Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 30/E del 28/3/2008, ha fornito chiarimenti sul cosiddetto scontrino fiscale parlante. l'Agenzia, viste le difficoltà obiettive che ha incontrato l'applicazione della nuova normativa sulla deduzione della spesa per farmaci, ha ritenuto che le spese sostenute nel periodo dal 1° luglio al 31 dicembre 2007, ai fini della deduzione/detrazione IRPEF, potranno essere certificate anche tramite scontrino fiscale non "parlante" o incompleto, qualora questo venga integrato, da parte dello stesso contribuente, mediante l'indicazione, anche su un foglio aggiunto, del codice fiscale dell'acquirente nonché della natura, qualità e quantità dei prodotti acquistati. In considerazione dell'importanza che la materia assume per il pubblico, e dell'attenzione non sempre disinteressata dei media, la Federazione nazionale degli ordini ha predisposto una circolare per riassumere la situazione.
Al di là dell'analisi della normativa, il documento federale richiama l'attenzione sui seguenti punti.
Innanzitutto, dal 1° gennaio 2008, per poter detrarre dall'imposta (o, nei casi consentiti,dedurre dal reddito) le spese relative all'acquisto di medicinali, il contribuente deve documentare tali spese mediante fattura o scontrinofiscale cosiddetto "parlante".
La fattura o lo scontrino "parlante" devono recare le seguenti indicazioni:
natura del bene acquistato: vale a dire l'indicazione "medicinale" o "farmaco";
qualità del bene acquistato: vale a dire la denominazione del medicinale;
quantità dei beni acquistati: vale a dire il numero di confezioni;
codice fiscale del destinatario del medicinale, ovvero del soggetto che dedurrà o detrarrà la relativa spesa o di altro componente del nucleo familiare che sia a carico del soggetto medesimo.
Come precisato dal Ministero della Salute con nota del 15.1.2008, qualora al momento dell'acquisto il cliente non sia in grado di esibire la tessera sanitaria, il codice fiscale può essere comunicato con altra modalità, compresa la dichiarazione verbale. Dal 1° gennaio 2008, ai fini della deduzione o detrazione fiscale della spesa relativa all'acquisto di medicinali, non è più idoneo uno scontrino fiscale non "parlante", né è possibile renderlo idoneo integrandolo con documentazione o dichiarazioni di qualsiasi tipo. Va tenuto presente che l'obbligo di rilasciare fattura o scontrino fiscale "parlante", in luogo del normale scontrino fiscale, per la vendita di medicinali, sussiste solo in caso di specifica richiesta del cliente.
Si evidenzia inoltre che tale obbligo non riguarda solo le farmacie ma anche gli esercizi commerciali che vendono medicinali in base alla legge 248/2006 (cosiddetta "legge Bersani"). Per quanto riguarda la questione relativa alla necessità di conservare o no anche fotocopia della ricetta, ai fini della deduzione o detrazione della spesa relativa all'acquisto di medicinali sostenuta nel 2008, la FOFI è intervenuta sottoponendola alla competente Agenzia delle Entrate, chiedendo comunque che la suddetta necessità di conservare copia della ricetta sia esclusa. La FOFi pertanto farà conoscere le determinazioni che l'Agenzia delle Entrate riterrà di adottare al riguardo.
Infine, la circolare federale ricorda che vi è l'obbligo per legge di dare comunicazione ai contribuenti delle disposizioni in vigore mediante avviso affisso e visibile nei locali della farmacia.

(rassegna stampa - Da Farmacista 33)
 

 
Carrefour incrementa gli spazi del parafarmaceutico

Il gruppo francese ha aperto il 21° corner specializzato in farmaci da banco Carrefour, l'insegna d'ipermercati più nota in Italia del gruppo francese che fa sempre più gola al re del lusso, Bernard Arnault, e all'immobiliarista americano Tom Barrack di Colony Capital, sta puntando su due servizi extra-core business che ha potuto implementare grazie alla liberalizzazione del ministro uscente delle attività produttive, Pierluigi Bersani: la vendita dei prodotti farmaceutici da banco all'interno degli ipermercati e lo sviluppo del servizio di telefonia mobile con UNOmobile, che Carrefour ha lanciato il 7 giugno del 2007.
Mentre sui primi risultati relativi all'attività di Mvno (operatore mobile virtuale) non ci sono informazioni certe- secondo alcune fonti il gruppo francese dovrebbe aver venduto un numero di Sim compreso tra 100.000 e 150.000 - Carrefour non manca di segnalare con entusiasmo le tappe del suo cammino nell'apertura di corner specializzati nei farmaci Otc-Sop, a testimonianza forse - è una nostra sensazione - del fatto che 50-60 mq dedicati a questi prodotti danno soddisfazioni commerciali più immediate rispetto al lavoro di gestore telefonico, e grane minori dal punto di vista gestionale.
Anche nell'ipermercato Carrefour (centro commerciale Shopville Gran Reno in via Marilyn Monroe a Casalecchio di Reno-Bo), sono da poco in vendita i farmaci da banco e senza obbligo di prerassegna Il nuovo reparto, inserito all'interno della zona dedicata alla profumeria, si estende su una superficie di vendita di circa 65 mq. Fra prodotti farmaceutici e parafarmaceutici, salutistici e dermocosmetici, l'offerta si articola in 3.400 referenze, 400 delle quali sono farmaci che assicurano la copertura di tutte le aree terapeutiche e dei più importanti principi attivi. È previsto anche il servizio di misurazione della pressione.
In ottemperanza a quanto previsto dalle disposizioni di legge, anche nel corner SOP-OTC di Casalecchio di Reno, i farmaci da banco sono venduti con l'assistenza di farmacisti iscritti all'Ordine. L'orario di vendita coincide con quello dell'ipermercato: 13 ore senza interruzioni permettono di fare i propri acquisti anche negli orari della pausa pranzo o in tarda serata, e nelle domeniche per le quali è autorizzata l'apertura al pubblico. Carrefour garantisce il prezzo più competitivo del bacino di riferimento con sconti fra 20 e 30%, rispetto al prezzo riportato sulla confezione. Ad oggi Carrefour Italia ha aperto 21 "corner della salute".
Allargando la visuale al mercato, si nota che nella distribuzione geografica dei corner dedicati al parafarmaco il Nord Est fa la parte del leone con 24 punti di vendita. Segue il Nord Ovest con 17 e il Centro con 11 unità. Fanalino di coda il Sud Italia, nel quale si registrano solo 5 punti di vendita. Esaminando le vendite per classi di prodotto, si nota che il 20% dei ricavi è generato da prodotti contro il raffreddore, seguiti da articoli per dolori muscolari (11,7%), analgesici generali (10,8%), rimedi per la tosse (8,4%), probiotici (6,5%).
Il confronto con la farmacia non evidenzia differenze sostanziali.

(rassegna stampa - Sole24ore.com)
 

 
Informatore Farmaceutico

Nei primi giorni dello scorso marzo gli uffici centrali della Federazione hanno inviato a tutti gli associati copia gratuita dell'Informatore Farmaceutico Edizione 2008.
A fronte di un servizio davvero utile e senza alcun costo per gli associati, chiediamo una cortese collaborazione nel riscontrare presso gli uffici di questa Federazione, anche telefonicamente, l'avvenuta ricezione del materiale in questione presso le singole Farmacie gestite.
 

 
Cosmofarma

Anche quest'anno Assofarm sarà presente ad uno dei più importanti appuntamenti fieristici italiani del settore.
Nello stand informativo della Federazione saranno presentati i seguenti progetti:
- programma FAD
- Amore al Cubo
- Manuale su come gestire una Farmacia Comunale
- progetto di collaborazione con CSF Sistemi per l'art. 50 della Finanziaria 2006 (raccolta dati)
- Progetto Tessera Sanitaria
- Assofarm per il sociale