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Notizie da Assofarm n° 65

Editoriale
Dalla Federazione
Farmacie comunali
Mondo farmaceutico
Erba vita e Assofarm


Editoriale
Più opportunità che declino

Non vogliamo dimenticare le critiche al Governo mosse nelle nostre esternazioni dei mesi scorsi, ma certamente non è nella storia e nello stile di Assofarm produrre politiche di resistenza conservativa o pubblici piagnistei. Ecco quindi che, di fronte a decreti governativi che rischiano di ampliare il divario quantitativo tra farmacie pubbliche e private, e che per ora dimenticano l'apporto qualitativo della farmacia comunale italiana, riteniamo opportuno concentrare le nostre riflessioni sulle opportunità che ci attendono e le sfide che possiamo concretamente vincere nei prossimi anni.

Questo sforzo interpretativo "positivo" coinvolge prima di tutto la questione della pianta organica. Nell'articolo 11 del decreto Cresci Italia alcuni vedono l'abolizione totale di tale strumento che, fino ad oggi, ha costituito uno dei cardini non solo dell'assetto organizzativo e territoriale della farmacia italiana, ma anche un elemento di formale integrazione con il SSN. Noi invece, seguendo il parere di alcuni giuristi, rileviamo che la presenza di tale strumento in altre leggi ancora in vigore comporta la sopravvivenza di quest'ultimo oltre i termini di sospensione previsti per il concorso di assegnazione delle farmacie previste dagli ultimi provvedimenti del Governo.

Riserviamo tale approccio anche al diritto di prelazione dei sindaci, anch'esso sospeso. Pur denunciando l'iniquità del trattamento riservatoci, rileviamo il fatto che tra appena un anno e mezzo i comuni potranno di nuovo esercitare la prelazione in quei territori in cui la popolazione avrà superato la metà più uno del rapporto abitanti-farmacia pari a 3.300.
Ciò significa che in tutti i contesti in cui si sarà registrato un lieve aumento demografico tale da raggiungere questa soglia allo scadere della sospensione, ci vedrà addirittura avvantaggiati rispetto ai privati.

Nel frattempo dobbiamo sfruttare questo anno e mezzo per rafforzare quei vantaggi competitivi che già oggi abbiamo sul mondo del privato. Non si tratta di soddisfare sterili narcisismi, ma piuttosto di accettare la sfida della competizione al fine di migliorare le performance di servizio all'utenza e di contributo al controllo della spesa pubblica.

Il prossimo 19 aprile organizzeremo un convegno in cui verranno esposti importanti studi e analisi su come potremo realizzare economie di sistema e sinergie in grado davvero non solo di rivoluzionare il management delle nostre aziende, ma anche di costituire un elemento di eccellenza assoluta nel sistema sanitario italiano e dei pubblici servizi.

Siamo davvero orgogliosi di tutto questo, della capacità della nostra federazione nella sua interezza di reagire in maniera così propositiva a trend recessivi sia a livello istituzionale che di mercato.
Mentre insomma il Governo è impegnato in necessarie operazioni di quadratura dei conti pubblici che lo obbligano ad operazioni di miopia economica, noi procediamo ad auto-riformare il nostro sistema ridando centralità alla prestazione sanitaria facendo dialogare quest'ultima con la dimensione aziendale della nostra presenza. Rimane quindi prioritaria lo sviluppo di una diversa remunerazione del farmacista, come del resto è più che opportuno sfruttare meglio la grande mole di dati sanitari che è possibile estrapolare dalla nostra attività. L'adozione del Registro Farmaceutico del Paziente sarebbe lo strumento migliore per tutto ciò, perchè non solo offrirebbe maggiori potenzialità statistiche a livello macrosociale, ma permetterebbe anche di realizzare terapie farmaceutiche più adeguate ed economiche per ogni singolo paziente.

Vorremmo però che queste singole proposte venissero comprese in un più ampio e organico disegno di riforma del settore, considerando anche il fatto che l'ultima operazione di tale portata risale almeno a vent'anni fa. Vent'anni nei quali tutto è cambiato radicalmente, soprattutto in termini di modalità di consumo farmaceutico da parte del cittadino.
Il momento potrebbe essere propizio almeno per due grandi ordini di motivi. Il primo è sicuramente la crisi economica che colpisce sia la famiglia italiana che le casse dello Stato.
E il secondo è la vendita on-line dei farmaci. Questione sempre più pressante non solo a seguito dei crescenti fenomeni di contraffazione, ma anche per il fatto che ormai tutti noi siamo sempre più abituati ad acquistare beni e servizi via vveb. A parere nostro non è accettabile assumere una posizione di totale chiusura nei confronti di tale fenomeno:
negare questa possibilità in Italia significa spingere i nostri concittadini ad acquistare all'estero, con conseguenti perdite di mercato per le nostre aziende, e significa annullare ogni possibilità di controllo sanitario dei farmaci venduti on-line.

Serve insomma un radicale cambiamento di mentalità. Stato e farmacie devono imparare a dialogare maggiormente con l'evolversi delle problematiche sociali. All'ottuso contrasto di queste ultime si deve sostituire un approccio di adeguamento, di risposta propositiva.
Il rischio che oggi corre la farmacia pubblica italiana non è quello di non avere soluzioni pratiche a tali ordini di problemi, ma di essere troppo sola nel portarle avanti.

Francesco Schito
Vice Presidente Assofarm

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Dalla federazione
Allarme obesità, in Italia nel 2025 saranno 20mln

Nell'ambito dell'iniziativa "Lotta al sovrappeso e all'obesità. Anno III" promossa da Gianluca Mech e dal Centro Studi Tisanoreica, con il coinvolgimento di FIMMG (Federazione Medici di Famiglia), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), Federsanità - Anci (Servizi Socio-Sanitari Territoriali) e Assofarm (Associazione Nazionale Farmacie Comunali) sono stati diffusi dei dati agghiaccianti in merito al problema dell'obesità in Italia.
Abitudini alimentari sbagliate, scarso esercizio fisico, sedentarietà ed ecco che l'ago della bilancia sale. Quando il problema interessa pochi ed è circoscritto non fa così scalpore, quando, invece, ha carattere mondiale scatta l'allarme e la corsa ai rimedi.

Secondo le ultime statistiche condotte dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, gli adulti obesi in Italia sono ben 5 milioni, ossia il 10% della popolazione. A quanto pare questi numeri sono destinati a subire aumenti vertiginosi, considerando che gli studi effettuati stimano che nel 2025, il totale degli obesi potrebbe raggiungere il 43% della popolazione italiana.

A confermare i dati dello studio italiano, arriva quello della commissione europea Idefics (Identificazione e prevenzione di effetti dietetici e stile di vita indotti in giovani e bambini), il quale non smentisce il primato italiano in età infantile per obesità e sovrappeso e, inoltre, ne registra un aumento a ritmi galoppanti del +2,5% ogni 5anni.
"Se solo la metà degli italiani seguisse questo regime alimentare, il tasso di obesità in età adulta diminuirebbe dal 10% al 15% della popolazione totale: in soldoni, quasi 1.500.000 obesi in meno e, di conseguenza, una riduzione di quasi 2,5 miliardi di euro del costo sanitario annuo sostenuto per curarli", questa la replica di Mech, attivo nella campagna anti-obesità, il quale ha coinvolto nella sua battaglia sindaci e parlamentari per sensibilizzare medici generici e pediatri, affinchè prescrivano ai loro piccoli pazienti in sovrappeso diete a basso contenuto glicemico.

Il problema dell'obesità è mondiale e interessa tutti i Paesi sviluppati, Usa in primis. Dopo 30 anni di crescita record, gli Usa hanno intrapreso una lotta contro il junk food. Difatti, qui, nella patria del consumismo e della Coca Cola, si sta pensando di imporre una tassa sulle bibite gasate, disposizione che permetterebbe un risparmio di spese mediche per ben 17 miliardi di dollari.
Volgendo uno sguardo all'Europa ci si rende conto che la situazione non è così rosea nemmeno in Francia, con il suo 15% di obesi. Il ministero per la salute francese sta meditando di limitare gli spot pubblicitari ad alto contenuto di grassi e zuccheri in onda nelle fasce orarie più seguite dai giovani.

Le cose non vanno meglio in Germania. Con un 30% di obesi sull'intera popolazione, l'OCSE ha dichiarato l'obesità tedesca "malattia nazionale". Per questo il governo tedesco ha pensato di diffondere un patentino alimentare ai bambini delle elementari, oltre a definire standard quantitativi per le mense ed una campagna anti-anoressia.
"Mide tu salud" è la campagna pubblicitaria con la quale il Comune di Madrid cerca di promuovere l'autocontrollo del peso, considerando che gli spagnoli in sovrappeso superano quelli americani. E inoltre si accoda la Danimarca, che ha recentemente introdotto una tassa sul grasso (burro, latte, carne, pizza ecc.) mentre in Ungheria c'è la "tassa-chips" sugli alimenti eccessivamente salati o zuccherati nonchè sulle bibite con contenuto di frutta inferiore al 25% e sugli energy drink.
 
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Dalla federazione
Convegno: Opportunità di sviluppo o declino?

Il 19 aprile prossimo Assofarm organizza alla Sala Capranichetta a Roma un incontro pubblico in cui interverranno il Ministro della Salute Renato Balduzzi, il Presidente dell'Anci Graziano Del Rio, il vice Sindaco di Roma Sveva Belviso.

Successivamente verranno esposte relazioni tecniche degli avvocati Stefano Colombari e Costantino Tessarolo, e della Docente di Economia Sanitaria presso l'Università di Ferrara Emidia Vagnoni.

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Dalla federazione
Assofarm: "Farmacie pubbliche andavano espanse, non elimitate"

Il testo del Decreto Legge Cresci Italia approvato ieri dalla commissione Industria del Senato "rischia di cancellare in un sol colpo la storia ormai secolare delle Farmacie Pubbliche Italiane". Ad affermarlo è Assofarm, sottolineando in particolare "l'ambiguità con la quale viene trattata la proroga del diritto di prelazione dei sindaci sull'apertura di nuove farmacie" e che "apre legittimi dubbi sulla durata di tale sospensione, fino a far legittimamente credere che si tratti di un primo passo verso la sua completa cancellazione".
"Tutto questo - osserva l'Associazione delle farmacie pubbliche - mentre da alcuni esponenti del Governo Monti arrivano importanti segnali di riconoscimento del nostro ruolo sociale nel paese. Appena due settimane fa, infatti, in un'intervista al Corriere della Sera il Ministro Andrea Riccardi individuava nella rete nazionale delle farmacie comunali un importante strumento per ridurre il peso economico dei prodotti per la prima infanzia sulle famiglie italiane".
Assofarm ricorda che in Italia le farmacie comunali rappresentano appena l'8% del totale, "ed è ampiamente dimostrato che nelle città in cui la presenza tra farmacie pubbliche e private è più bilanciata, la qualità del servizio è migliore. Ciò dimostra - aggiunge Assofarm - che nel nostro settore, forse l'unico in Italia, una liberalizzazione a favore del cittadino avrebbe dovuto favorire l'espansione della presenza pubblica. Non limitarla".
Secondo Assofarm "negli ultimi dieci anni le farmacie pubbliche italiane hanno dimostrato di essere protagoniste dell'innovazione del settore. Per prime hanno portato nei propri spazi servizi sanitari offerti gratuitamente, hanno proposto alle istituzioni nuove modalità di servizio pubblico in grado di ridurre la spesa sanitaria a vantaggio della qualità, hanno costantemente promosso grandi campagne di prevenzione presso le comunità locale. E, non ultimo, - conclude la nota dell'associazione - hanno lavorato affinchè la presenza della farmacia giungesse anche nelle aree geograficamente più marginali del paese. I contenuti del Decreto Cresci Italia rischiano di bloccare improvvisamente questi processi"
 
(fonte: Quotidianosanita. it)
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Dalla federazione
Cinisello Balsamo: prevenzione Osteoporosi


Più di 60 le persone che hanno affollato la Sala degli Specchi di Villa Ghirlanda in occasione della conferenza sull'osteoporosi dell'Azienda Multiservizi e Farmacie di Cinisello Balsamo in provincia di Milano tenutasi il 21 Marzo scorso. E' una delle prime conferenze che traggono spunto da dati statistici rilevati attraverso screening eseguiti nelle farmacie comunali con lo scopo di attuare una prevenzione di patologie ampiamente diffuse. Tutto ciò voluto e condiviso dai vertici aziendali, il Presidente Gaetano Vultaggio e il Direttore dell'azienda dott. Maurizio Anzaldi e organizzato e coordinato dalla Dott.ssa Marisa Franciosi, Direttrice d'Area delle Farmacie. Il Presidente dell'AMF ha presentato alla platea i futuri progetti dell'Azienda e le iniziative che verranno svolte nelle farmacie comunali in relazione al ruolo proprio della professione di informazione e di prevenzione e particolarmente sentito come mission aziendale. Relatore sulla tematica della conferenza, il Dottor Davide Derossi, medico ortopedico e Responsabile del Centro per l'Osteoporosi dell'ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio, che ha esposto in modo chiaro e conciso aspetti e problemi della patologia osteoporotica focalizzando l'attenzione sui danni sia in merito alla salute stessa dei pazienti ma anche sul peso economiche a carico del SSN come conseguenza delle fratture dovute a osteoporosi.La dottoressa Lella Ronzio, direttrice di una delle 9 farmacie dell'AMF ha quindi illustrato i dati risultati dallo screening eseguito nella farmacie comunali nel 2010 e 2011. A tale screening sono stati dedicati 3 giorni in ciascuna farmacia. Interessanti i risultati sulla percentuale di persone osteoporotiche e osteopeniche, sovrapponibili ai dati nazionali. Il test prevedeva un'indagine sul calcagno con un'apparecchiatura in grado di rilevare la densità dell'osso. A tale test si sono sottoposte quasi 1200 persone tra i 50 e i 70 anni, di cui più dell'80% donne. Il grado di osteopenia rilevato è stato di circa il 55%; molte di queste persone non erano a conoscenza del loro stato di salute mentre molte delle persone osteoporotiche non erano in trattamento terapeutico per curare la malattia.
Questo ha permesso ai farmacisti di far opera di informazione e sensibilizzazione e di indirizzare le persone in questione al loro medico curante, attuando in questo modo una vera azione di prevenzione della malattia.

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Farmacie comunali
Toscana, Sfida delle farmacie comunali: nuovo ruolo e nuovo marchio

"La farmacia deve diventare sempre di più uno dei nodi qualificati di un welfare moderno, capace di integrarsi nella rete regionale dei servizi sociosanitari assistenziali, dei servizi alla persona", ha detto il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo che ha chiesto la modifica del decreto Cresci Italia per consentire anche alle farmacie pubbliche di partecipare alle assegnazioni delle nuove concessioni (142 in Toscana)

Le farmacie comunali, discriminate per una scelta inspiegabile e sbagliata nel provvedimento sulle liberalizzazioni, sfidano il mercato e rilanciano il loro ruolo che è quello di fornire servizi di qualità al cittadino. "La farmacia in generale e quella pubblica in particolare deve diventare sempre di più uno dei nodi qualificati di un welfare moderno, capace di integrarsi nella rete regionale dei servizi sociosanitari assistenziali, dei servizi alla persona", ha detto il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo, aprendo i lavori del convegno "Farmacia dei servizi" che si è svolto oggi a Firenze.
Per rendere immediatamente visibile la nuova sfida, è stato lanciato un marchio regionale "FARMAQUI", prima iniziativa di questo genere in Italia, che intende garantire la fornitura e la qualità di questi servizi integrativi in una rete regionale di farmacie comunali che aderiscano all'iniziativa. "La farmacia pubblica - ha spiegato De Girolamo - è diffusa in tutto il territorio, è un marchio forte, credibile, e in questi anni ha garantito l'unica concorrenza nel settore, sia in termini di prezzo che di qualità del servizio". I cittadini non esiterebbero dunque "a sceglierla come interlocutore di un'ampia gamma di servizi di welfare". Solo così- ha proseguito - la farmacia pubblica può ritrovare la sua missione, e potrà competere con gli altri operatori e vincere la battaglia della liberalizzazione.

Battaglia che parte dalla correzione del testo del decreto Cresci Italia, in fase di conversione alla Camera: "All'apertura dei nuovi punti vendita non potranno partecipare le aziende comunali, una scelta - ha aggiunto De Girolamo - che priva questo mercato dell'unico concorrente vero alle gestioni private. Per questo chiediamo di modificare alla Camera la legge di conversione consentendo alle farmacie pubbliche di partecipare alle nuove assegnazioni, e puntando ad introdurre criteri di merito nelle selezioni, favorendo chi si integra nella rete regionale di servizi alla persona: i servizi di prenotazione, l'attivazione della tessera sanitaria, il supporto alle famiglie (psicologo, infermiere, aiuto familiare), la consegna di referti medici e l'offerta di strumenti di analisi e diagnosi".

In Toscana, secondo l'attuale formulazione della legge, potrebbero essere aperte 142 nuove farmacie, in un'ottantina di Comuni. "Un incremento - ha commentato da parte sua Simona Laing, Coordinatrice farmacie Confservizi Cispel Toscana - che dal punto di vista quantitativo non comporterà modifiche sostanziali per i consumatori, ma che dal punto di vista della qualità potrebbe essere l'occasione per un miglioramento dell'offerta di servizi".

De Girolamo ha invitato infine le Regioni "a far sentire la loro voce, per consentire la partecipazione delle farmacie comunali alle nuove aggiudicazioni, ma soprattutto per poter introdurre a livello regionale, criteri di selezione per i nuovi punti vendita basati sull'adesione ad un programma di erogazione di servizi qualificati alla persona, quei servizi che vogliamo promuovere con il nostro marchio regionale".

Nel corso del convegno, al quale ha partecipato anche l'assessore alla salute Daniela Scaramuccia, sono state illustrate numerose esperienze in corso da parte delle farmacie comunali toscane.
La Toscana rappresenta un caso di eccellenza in Italia: 64 aziende partecipate dai comuni Toscani, con 212 farmacie aperte in 80 comuni della Toscana, la maggior parte in comuni sopra i 5000 abitanti. 2,6 milioni di abitanti, il 75 % del totale regionale, hanno almeno una farmacia nel proprio comune. Un settore che genera un fatturato di 300 milioni di euro l'anno e che impiega circa 800 addetti.
Il 25 % delle farmacie toscane è comunale e garantisce servizi di qualità.

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Mondo farmaceutico
Federfarma, accelerare su Convenzione, servizi, remunerazione

E ora avanti tutta sulla Convenzione con il Ssn, per assicurare ai titolari un quadro operativo chiaro, discutere di riforma della remunerazione e gettare le fondamenta della farmacia dei servizi. E' questa la rotta che l'assemblea generale di Federfarma, riunita ieri a Roma per fare il punto sul decreto liberalizzazioni e sugli scenari a venire, ha tracciato per i mesi a venire. Resta l'amarezza - sottolinea il quotidiano online dei farmacisti, Farmacista 33 - per un provvedimento che non assicura quel riordino su cui lo stesso sindacato conveniva da tempo, rimane la preoccupazione per alcuni passaggi (come il limite d'età per la direzione della farmacia) che verranno anche sottoposti a verifiche sulla legittimità costituzionale, ma in ogni caso la parola d'ordine che arriva dalla mozione finale (approvata a larga maggioranza) è guardare avanti ed essere pragmatici. "Sappiamo che la nascita di nuovi presidi legati all'abbassamento del quorum comporterà mediamente una diminuzione dei fatturati", spiega a Farmacista33 la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, "perchè la spesa farmaceutica convenzionata non cresce nel tempo, anzi arretra. Sarà allora importante avviare un confronto con gli altri partner della filiera, a partire dalla distribuzione intermedia, per costruire progetti condivisi". E poi va avviato un pressing sulle Regioni perchè si apra la trattativa per la nuova Convenzione: "c'è bisogno che la farmacia recuperi operatività - sottolinea Racca - quindi vanno messi in cantiere con urgenza sia il contratto di settore, nell'ambito del quale dovrà essere varata la riforma della remunerazione, sia la farmacia dei servizi". Intanto dall'assemblea di ieri i rappresentanti di alcune regioni del centro Italia hanno lanciato un grido d'allarme: nei primi due mesi dell'anno i fatturati hanno fatto registrare cali a due cifre, attorno al 10%. Da questa emergenza dovrà partire il piano di salvataggio della farmacia italiana.
 


SIFO, liberalizzazione sia reale. Penalizzato chi lavora in ASL

"Concordiamo con i principi del Decreto Liberalizzazioni sull'apertura di circa 5.000 nuove sedi farmaceutiche perchè è giusto garantire un più capillare servizio al cittadino migliorando insieme alla concorrenza, la qualità e il risparmio per il Paese.
Vogliamo però unirci al disappunto e alla protesta dei 3.000 farmacisti in Italia che operano nelle Aziende Sanitarie che, di fatto, non riusciranno mai a vincere una di queste nuove farmacie messe a concorso in quanto il loro punteggio è valutato quasi la metà rispetto a quello attribuito a chi già opera o gestisce farmacie private o parafarmacie. Di fatto, quindi, pur volendo liberalizzare, il decreto sostiene ancora gli interessi dei farmacisti privati, spesso titolari per diritto ereditario, attribuendo loro condizioni di favore ingiustificabili per l'assegnazione delle farmacie che si metteranno a concorso". Questa la posizione della SIFO, la Società Italiana dei Farmacisti Ospedalieri e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie, che ritiene assolutamente incongruo non riconoscere a chi opera in Aziende sanitarie competenze manageriali, gestionali e professionali e non tenere conto di criteri meritocratici e di equità di trattamento. In particolare, ribadisce SIFO, chi lavora nelle strutture ASL e ospedaliere, svolge compiti importanti, come l'erogazione diretta ai pazienti di farmaci ad alto rischio - antitumorali, farmaci biologici, farmaci innovativi, ad alto costo e ad alto rischio d'inappropriatezza prescrittiva; e ancora, l'erogazione di farmaci per le Malattie Rare, farmaci della fascia A e C in varie categorie particolari di pazienti (es fibrosi cistica); erogazione di prodotti galenici sterili e non sterili preparati in laboratorio ad elevato livello tecnologico. Da sottolineare anche l'importante compito di vigilanza sulle farmacie private/convenzionate, parafarmacie e grossisti di medicinali e la vigilanza e controllo dell'appropriatezza prescrittiva dei farmaci in ospedale e sul territorio. Tutti compiti che vanno nella direzione di favorire un miglior controllo della spesa farmaceutica".
"La disparità di trattamento nella valutazione del percorso professionale - denuncia l'associazione - tradisce le aspettative che tale decreto aveva acceso in tanti Farmacisti del Servizio Sanitario Nazionale (che operano nelle strutture sanitarie ASL e Ospedali) di vedere riconosciute la loro grande competenza ed esperienza nonchè la loro lealtà ed abnegazione nello svolgimento di un'attività cruciale per il funzionamento efficace ed efficiente delle Strutture del SSN".

(fonte: ASCA)
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Anifa, -2,5% confezioni da banco vendute nel 2011

I medicinali senza obbligo di prescrizione, che costituiscono il 16,9% del mercato farmaceutico complessivo a volumi e l'11,6% a valori, nel 2011 hanno registrato consumi per 310 milioni di confezioni (-2,5%), per un giro d'affari di 2.210 milioni di euro (-0,1%).

Anche il 2011 si chiude, quindi, con un calo dei volumi e una tenuta dei fatturati, nota l'Associazione nazionale dell'industria farmaceutica dell'automedicazione (Anifa). Nel 2011 sono state acquistate in Italia poco più di 1,8 miliardi di confezioni di medicinali (+0,4%) per un controvalore di oltre 19 miliardi di euro, in diminuzione del 2,2% rispetto al consuntivo 2010. Guardando nello specifico l'andamento delle vendite delle due classi di medicinali che costituiscono i farmaci senza obbligo di ricetta, e cioè le specialità di automedicazione o Otc (Over The Counter) - quelle a cui è consentita la pubblicità al cittadino - e i farmaci Sp - che non possono comunicare direttamente al pubblico, - si osserva che gli Otc hanno visto diminuire dell'1,4% il numero di confezioni acquistate (233,2 milioni) per un giro d'affari di 1.675,5 milioni di euro mentre i farmaci Sp, con fatturati pari a oltre 534 milioni di euro, presentano una flessione dei volumi del 5,8% (77,2 milioni di confezioni). I dati del comparto non prescription evidenziano una diminuzione dei volumi dovuta sia a una contrazione generalizzata dei consumi, legati alla stagionalità - una primavera fresca con una bassa incidenza dei sintomi delle allergie respiratorie e un autunno e un inizio di inverno caratterizzati da temperature al di sotto delle medie stagionali hanno determinato, fatta eccezione per il primo trimestre, una contrazione generalizzata delle vendite - che ad alcune riclassificazioni a farmaco da prescrizione (classe C) di alcune categorie di prodotti, soprattutto nell'area degli antinfiammatori per uso topico.

Di contro - prosegue l'Anifa - l'immissione sul mercato di nuovi prodotti, specie nell'area dell'apparato digerente, l'extension line di prodotti già esistenti e lo switch di diversi prodotti/confezioni da farmaco Sp a farmaco Otc, danno segnali di positivo dinamismo al mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione. Ciò non è tuttavia sufficiente a segnare una inversione dei trend registrati nell'ultimo quinquennio a livello complessivo, in cui il tasso medio anno di crescita è stato del -2% a volumi e dello +0,4% a valori. Con riferimento alle classi terapeutiche, quella dei farmaci per le malattie da raffreddamento si conferma la più rilevante, con una quota del 34,2% del mercato a volumi e del 30,7% a valori. Questa categoria ha assistito a una contrazione del numero di confezioni vendute, oltre 106 milioni, dell'1,2% per controvalore di 678 milioni. La classe degli analgesici e quella dei farmaci per l'apparato digerente, le altre due aree terapeutiche principali, sono quelle per le quali si evidenziano maggiormente gli effetti dei passaggi di prodotto - switch e switch back - tra farmaci da prescrizione e farmaci senza obbligo di ricetta. La farmacia si conferma il canale di acquisto privilegiato per le specialità senza obbligo di prescrizione con il 91,6% di confezioni vendute (284,5 milioni) e un giro di affari di poco superiore ai 2 miliardi di euro (92,6% del mercato a valore). Stabile al 3,5% la quota della Gdo, mentre la parafarmacia ha costantemente eroso, seppure di misura, quote di mercato alla farmacia con vendite, a fine 2011, pari al 4,9% del numero di confezioni (poco più di 15 milioni) per un giro d'affari di circa 102 milioni di euro (4,6% del mercato a valori).
Rispetto alla performance dell'anno appena trascorso, le farmacie e i corner Gdo assistono a una contrazione delle confezioni vendute rispettivamente del 2,7% e del 2,1% mentre la parafarmacia registra un +1 %.
 
(fonte: iltempo.it)
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L'esperto, -15% fatturato farmacie entro 2014

A seguito dell'entrata in vigore del decreto liberalizzazioni, "il fatturato medio delle farmacie italiane, che oggi è pari a circa 1,5 milioni di euro, calerà del 15%, a circa 1,3 milioni di euro, entro il 2014". Lo ha calcolato Luca Pinto, senior manager di Hbi, società di Business Consulting e Coaching, nel suo intervento al convegno "Il decreto legge sulle liberalizzazioni: quale impatto sul comparto farmaceuticò organizzato da Business International presso lo studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli Partners. "Il decreto liberalizzazioni e la conseguente apertura dei nuovi presìdi sanitari - ha sottolineato Pinto - accelererà la dinamica di erosione della redditività della farmacia già attualmente in atto.
Anche i loro margini di profitto sono destinati a ridursi del 20% entro il 2014".
 
(fonte: iltempo.it)
 


Mondo farmaceutico
Anpi: "Parafarmacie non vogliono destabilizzare il sistema"

La legge di conversione del decreto "Cresci Italia" si prevede venga approvata nei termini previsti (entro il 24 marzo) dalla Camera dei Deputati. Pertanto dal mese di Aprile potranno essere venduti in parafarmacia i farmaci veterinari, effettuare preparazioni galeniche e ci auguriamo, per fine aprile, vendere anche i farmaci di fascia C, con obbligo di ricetta, riclassificati come SOP in applicazione del decreto "Salva Italia" di dicembre. A questo deve aggiungersi il Decreto del Ministro della Salute, un vero e proprio regolamento delle parafarmacie, che di fatto ne definisce, come mai avvenuto dal 2006, attribuzioni funzionali e prescrizioni operative. Dunque un quadro normativa che stabilizza il ruolo delle parafarmacie, come esercizi commerciali, nell'ambito della distribuzione del farmaco. Una collocazione ed una prospettiva chiara, come per altro le associazioni delle parafarmacie, salvo qualche eccezione assolutamente minoritaria, hanno da sempre indicato come la sola strada per progettare una nuova distribuzione del farmaco e per la valorizzazione della professione di farmacista ovunque sia esercitata. Un progetto che più volte abbiamo cercato di condividere con i rappresentanti di categoria della farmacia e della professione, ad oggi senza successo, anche se per la verità alcuni di loro hanno manifestato interesse verso una riprogettazione del sistema, nel quale farmacia, parafarmacia e professione dovessero avere una giusta ed equilibrata collocazione. Vogliamo ribadirlo ancora una volta, perchè non vi siano incomprensioni e per rimuovere pregiudizi artatamente montati da chi ha interesse a radicalizzare le posizioni: le parafarmacie non hanno alcun interesse a destabilizzare il sistema distributivo del farmaco e dunque il ruolo della farmacia, specie di quelle rurali, tanto meno frustrare le sacrosante ambizioni del farmacista collaboratore.
La nostra rivendicazione era e rimane la stessa: allargare la platea dei farmaci vendibili in parafarmacia compresi quelli di fascia C con obbligo di ricetta medica, coniugato al collocamento dei nostri esercizi nell'ambito della legge sul commercio, con la presenza obbligatoria del farmacista, magari con l'adozione, se necessario, di qualche parametro che ne regolasse le aperture, e con la disponibilità ad escludere, anche per legge, la possibilità di accedere alla convenzione con il Ssn. Questa proposta abbiamo caldeggiato ancora nei giorni scorsi in occasione dei lavori in Commissione industria del Senato, come alternativa possibile all'apertura delle 4.500 farmacie previste dal decreto. Purtroppo anche in questa occasione la razionalità di una soluzione compatibile con il sistema farmacia e politicamente sostenibile è stata sacrificata, riteniamo, per l'incapacità di sapere interpretare e quindi anticipare le sollecitazioni provenienti dall'opinione pubblica e dalla politica.
In questi giorni molti si sono cimentati nell'analisi del testo dell'art. 11 approvato dal Senato, dalla Fofi ad alcune espressioni di Federfarma ma anche associazioni di collaboratori, persino qualche rappresentante di parafarmacie che ha trovato il tempo per lamentarsi per le soluzioni adottate, salvo non essersi mai visto o sentito nei lunghi dieci giorni di discussione in Commissione. Come sempre, in questo strano Paese chi non si "sporca le mani" pretende sempre di avere ragione. Al contrario crediamo che la forza della democrazia, ovunque essa si manifesti, è sempre la stessa: le soluzioni sono determinate da chi si assume la responsabilità di proporle e approvarle. Certo, Anpil ha presenziato tutti i giorni in Senato e quando richiesto ha anche espresso il proprio punto di vista sulla riorganizzazione del sistema distributivo del farmaco.
E' evidente che il quadro complessivo del testo ci trova soddisfatti, in particolare per quelle parti del testo dove si è voluto valorizzare la professionalità del farmacista che esercita in parafarmacia, cosi come riteniamo fondamentale l'approdo della ricetta medica, sia pure limitatamente ai farmaci veterinari, in parafarmacia e la possibilità di effettuare le preparazioni galeniche nei nostri esercizi.
Pezzi di un puzzle che comincia a prendere forma, nel quale manca l'ultimo passaggio:i farmaci di fascia C con obbligo di ricetta medica in parafarmacia.
Tuttavia riconosciamo che sul testo approvato sia opportuno fare alcune riflessioni, specie se suffragate dai dati. Ad esempio abbiamo sempre manifestato perplessità sull'inserimento dei titolari di farmacia soprannumeraria, senza distinzione sulla popolazione dei comuni.
Alcuni dati:
- Il numero di comuni che presentano sedi farmaceutiche soprannumerario rispetto al quorum di 3.300, sono 572: - Il numero di farmacie soprannumerarie sono circa 800 - I comuni con maggiori sedi soprannumerarie: Genova (31); Milano (28); Napoli (19);
Venezia (13); Bologna (11); Catania (10); Ferrara (8);Firenze (6).
Negli incontri che pure ci sono stati con i titolari di farmacia, abbiamo sempre espresso la necessità di riconoscere la precarietà dei titolari di farmacia soprannumeraria, ma solo per quelli presenti in comuni fino a 5.000 abitanti. Una domanda ci poniamo: le sedi farmaceutiche soprannumerarie dei titolari che dovessero vincere il concorso che fine fanno? Si chiudono, o vengono di nuovo assegnate? E se vengono assegnate di nuovo non c'è il rischio di riproporre un nuovo disagio?
Tra i comuni nei quali verranno aperte nuove sedi farmaceutiche, fatto salvo gli 841 comuni privi di farmacia con popolazione al di sotto dei mille abitanti, ve ne sono un centinaio, con popolazione tra 1000 e 3100 abitanti, che potranno dotarsi per la prima volta di una farmacia.
Infine qualche considerazione sui comuni che avendo già una o più sedi farmaceutiche, vedranno l'apertura di nuove farmacie.
- I comuni con una sola sede farmaceutica, popolazione che va da circa 4.600 a oltre 11.000 abitanti, nei quali si aprirà una nuova farmacia (in qualche caso anche più di una) sono oltre 550. Per tutte queste farmacie il volume d'affari sarà drasticamente ridimensionato;
- Fatti salvi i comuni che vedranno l'apertura di una farmacia per la prima volta (circa 940), il numero di comuni interessati dall'apertura di nuove farmacie sono circa 1.900. Di questi la stragrande maggioranza sono compresi nella fascia di popolazione tra 4.550 e 30.000 abitanti (90%);
- Il comune che vedrà l'apertura del maggior numero di farmacie è Roma con oltre 110 sedi, seguito da Palermo, Prato, Reggio Emilia, Verona, Parma, Modena. Mancano grandi comuni come Milano, Napoli, Venezia, Bologna che al contrario sono in soprannumerario.
Per tutte queste ragioni, riproponiamo ancora oggi la domanda che abbiamo formulato ai rappresentanti delle farmacie e della professione nelle scorse settimane: siete proprio certi che quei titolari di farmacia che vedranno ridimensionare drasticamente il loro fatturato, non preferiscano competere con la parafarmacia sul solo 10% del mercato? Inutile, in quanto scontata, riferire la risposta che ci è stata data. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. In questi giorni dalla Fofi sono state espresse perplessità circa le regole concorsuali adottate nel decreto. In particolare quelle afferenti i punteggi da riconoscere alle diverse espressioni professionali, lamentando la parificazione dei titolari di parafarmacia ai colleghi titolari di farmacia rurale sussidiata che penalizzerebbe i collaboratori di farmacia. Sul punto due considerazioni uno legato ai lavori parlamentari e dunque di stampo politico/sindacale ed uno che attiene più specificamente al carattere professionale del "nuovo" farmacista chiamato sempre più ad esprimere una competenza articolata e complessa che non si risolve con i soli aspetti dispensativi del farmaco ma molto di più sulle competenze manageriali ed imprenditoriali del farmacista. Non è un caso che negli ultimi anni assistiamo ad uno stravolgimento del ruolo e della missione della farmacia, sempre più chiamata a misurarsi con controllo di gestione aziendale, marketing e collegamenti con altre espressioni professionali diverse dal farmacista. Riteniamo, come confermato dagli stessi dirigenti di Fofi e Federfarma, che le tante farmacie che oggi hanno problemi gestionali ed economici, sono prima di tutto l'espressione di un disagio che nasce dalla incapacità della titolarità a traghettare l'impresa nel nella nuova dimensione della farmacia. Ritornando alla parificazione dei punteggi tra titolari di parafarmacia e farmacia rurale, ricordiamo che quanto recepito dal decreto è la soluzione di ripiego alla impossibilità di adottare quanto prevedeva in origine la riscrittura del provvedimento ovvero di assegnare le sedi farmaceutiche con le "riserve", nella logica di riassorbire nella farmacia le parafarmacie ricondotte alla titolarità del farmacista. Dunque una soluzione politica di recepimento di istanze sindacali di categoria e professionali, ben note a tutte le espressioni della professione. Tuttavia riteniamo che il motivo principale della parificazione è a nostro parere più di stampo progettuale ovvero quello di riconoscere ai nostri farmacisti titolari di parafarmacia, dopo un certo numero di anni, una preparazione gestionale ed imprenditoriale simile, sia pure con i limiti numerici, a quella del titolare di farmacia. Preparazione sul campo che coniugata alla dispensazione dei farmaci, sempre più rappresenterà il laboratorio formativo per i titolari di farmacia del domani, specie dopo che i farmaci di fascia C approderanno in parafarmacia.
Solo ex post emergono riflessioni da parte dei titolari di farmacia, come di esponenti della professione, sulla possibilità di trovare nuove soluzioni meno dirompenti per il sistema farmacia rispetto a quanto previsto dal decreto. Per parte nostra crediamo, come sempre, che un confronto onesto e senza pregiudizi, con la finalità ambiziosa di definire un progetto complessivo del sistema, rappresenti la sola possibilità per dare credibilità al settore, nell'interesse del farmacista, della farmacia, della parafarmacia e degli stessi cittadini.
 
(fonte: quotidianosanita.it)
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Erba vita e Assofarm
I "segreti" per il controllo del peso e per ritrovare la forma fisica

Secondo le direttive comunitarie gli integratori alimentari sono prodotti che integrano la nostra dieta e sono una fonte concentrata di sostanze nutritive, come vitamine e minerali, o altre sostanze, come gli estratti erbali, che hanno un effetto nutritivo o fisiologico. Dal momento che un solo integratore non basta per soddisfare le diverse problematiche di sovrappeso Erba Vita propone una linea di integratori per rispondere efficacemente alle diverse esigenze di controllo del peso.

La nuova linea 6 snell di Erba Vita ha anche un sito internet dedicato: www.6snell.it
Oggi i laboratori Erba Vita hanno ancora potenziato tutti i prodotti della linea 6 SNELL. Gli effetti esercitati dalle piante officinali e dai fattori bio-nutrizionali sono differenti e multipli, a seconda degli specifici estratti e bio-costituenti utilizzati: dalla facilitazione del conseguimento della sensazione di sazietà, alla limitazione e la riduzione dell'assorbimento di nutrienti, dalla tendenza a ridurre il grasso corporeo e mantenere o aumentare la massa magra (i muscoli) ad azioni di tipo termogenico. Utilizzare i prodotti della Linea Erba Vita 6 SNELL ci aiuta ad avere un metabolismo più attivo, un organismo che lavora a pieno regime, che consuma meglio le calorie ed elimina in modo più efficiente le tossi ne.

La grande novità di 6Snell è il nuovo Snack biscotlo "spezza fame"
Un'altra novità di quest'anno: la linea 6snell è stata accresciuta con un gradevole snack biscotto per spezzare la sensazione di fame, arricchito di Cromo picolinato, ad alto contenuto di fibre, con tè verde ed Ananas.

Dobbiamo anche pensare alla depurazione...
Spesso l'aumento di peso è associato ad una cattiva funzionalità del fegato e delle vie biliari che si intasano di sostanze di deposito o di scarto; le tossine così generate ne impediscono il corretto e totale funzionamento. I nutrienti introdotti in eccesso non vengono trasformati in energia e si accumulano sottoforma di grasso, oppure vengono metabolizzati ma non smaltiti, generando accumulo di tossine e scorie.

...ed al drenaggio
L'approccio del drenaggio è sempre raccomandato, in quanto un organismo ripulito è più ricettivo ai successivi trattamenti, che risultano pertanto più efficaci e duraturi nel tempo. Il drenaggio ci consente di eliminare i cataboliti (le scorie, le tossine) attraverso una stimolazione degli organi emuntori (fegato, reni, sistema linfatico, cute, apparato respiratorio.

I punti di forza classici della Linea Erba Vita 6 SNELL sono i seguenti:

  • Utilizza Attivatori del metabolismo basale: aumentano il dispendio calorico aumentando la termogenesi (Citrus aurantium, Lipofruit, Bioperine, Coleus, Fucus)
  • Utilizza Attivatori delle lipasi: aumentano la mobilitazione dei grassi (Rhodiola rosea, Fucoxantina, The verde, Finomate, Caffè verde
  • Effettua la Regolazione e Riduzione dell'assorbimento dei nutrienti: i principi attivi limitano i processi di assorbimento (Faseolamina, Chitosano, Cassia nomame, Garcinia, Jambul, Cannella, PomactiV)
  • Effettua la Regolazione e Riduzione del senso di fame: i principi attivi rigonfiano, sequestrano, limitano l'appetito (Glucomannano, Guar, Pinnothin, Garcinia)
  • Utilizza Carminativi ed eupeptici: i principi attivi facilitano la digestione e contrastano la formazione di gas e gonfiori addominali (Finocchio)
  • Utilizza Depurativi e drenanti: i principi attivi facilitano l'eliminazione di tossine e liquidi in eccesso (Ortosiphon, Ananas,Cardo mariano, Bardana, Carciofo, Rafano, Betulla, Fagiolo


6SNELL: snelli per natura
Per controllare il peso corporeo, un valido aiuto arriva anche dall'utilizzo di integratori alimentari, oltre a seguire una dieta ipocalorica adeguata (consigliata da uno specialista) e a fare una adeguata attività fisica (calibrata in base alle potenzialità e possibilità della persona).
Il miglior metodo per dimagrire in modo sicuro si basa su l'attuazione di un programma equilibrato in cui l'attività fisica, l'alimentazione e alcuni integratori specifici sono le tre componenti fondamentali.
Gli integratori alimentari sono costituiti normalmente da miscele di sostanze naturali; contengono in genere una certa quantità di fibre in associazione ad altre sostanze ad azione coadiuvante (ad esempio per contrastare la ritenzione idrica, per stimolare la termogenesi, ad azione lipobloccante o glucobloccante, ad azione saziante).
A seconda della tipologia di persona, in base al tipo di stile di vita o alla situazione oggettiva, si delineano diverse situazioni: c'è chi segue una dieta ma non sa rinunciare a pane, pasta e dolci; c'è chi tende ad accumulare i grassi, soprattutto nella zona addominale; alcuni non riescono a controllare la fame nervosa; altri bevono poco, per una cattiva abitudine di vita, e si sentono sempre gonfi; alcune persone pur mangiando non tantissimo tendono ugualmente ad ingrassare.
In questo ultimo caso, a parte i casi di disfunzioni ormonali, specialmente tiroidei, che sono abbastanza rari (questi casi sono delle vere e proprie patologie che se accertate dovranno essere trattate da medici specialisti con cure idonee al caso), la causa di questa anomalia, come già affermato, potrebbe essere una cattiva funzionalità del fegato e delle vie biliari. In pratica cistifellea e fegato sono intasati di sostanze di deposito che ne impediscono il corretto e totale metabolismo fisiologico.

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La nuova Linea 6 SNELL di Erba Vita

DREN -liquidi +depura
Quando serve?Ottimo inizio insieme ad una dieta ipocalorica. Aiuta l'eliminazione liquidi ed è utile per mantenere la linea.
Perchè usarlo? Per depurare l'organismo da scorie e tossine, favorendo l'eliminazione dei liquidi in eccesso.

TOTAL azione combinata
Quando serve? Quando si è appesantiti, gonfi e si tende a bere poco, sia ai pasti che durante la giornata.
Perchè usarlo? Aiuta l'organismo a sentirsi più leggero ed a favorire l'eliminazione delle tossine.

PESO più forma
Quando serve? Da usare prima di pasti ricchi di carboidrati, per chi non sa rinunciare a pane, pasta e dolci.
Perchè usarlo? Aiuta a ridurre il senso di fame.
Utile per limitare l'assorbimento dei grassi alimentari e diminuire quelli già depositati.

PESO meno grassi
Quando serve? Quando vi è presenza di grasso in eccesso, soprattutto nella zona di girovita e addome.
Perchè usarlo? Utile per diminuire l'assorbimento alimentare di lipidi, aiutare l'organismo ad utilizzare quelli già depositati, limitare il senso di fame.

PESO meno calorie
Quando serve? In caso di dieta poco equilibrata, per favorire la mobilizzazione dei grassi grazie ad un effetto termogenico.
Perchè usarlo? Aiuta a ridurre le calorie diminuendo l'assorbimento di grassi e carboidrati; favorisce il senso di sazietà.

SAZIA meno stimolo della fame PASTI
Quando serve? Prima dei pasti principali, in caso di eccessivo appetito o di numerosi spuntini fuori pasto.
Perchè usarlo? Favorisce il senso di sazietà, per la presenza di fibre ad effetto rigonfiante.

SAZIA meno stimolo della fame BREAK
Quando serve? In qualsiasi momento della giornata, in caso di eccessivo desiderio di spuntini fuori pasto.
Perchè usarlo? Contribuisce al controllo della fame nervosa, favorendo il senso di sazietà.

SNACK biscotto
Quando serve? Un gradevole snack adatto ad ogni momento della giornata, anche in caso di sensazione di fame tipica di metà mattina o pomeriggio.
Perchè usarlo? Aiuta a controllare la fame nervosa.

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