Notizie n. 20

Editoriale

Dalla Federazione

Dalle Associate

Mondo Farmaceutico

Consigli dal mondo del naturale


 
La strana liberalizzazione che alza i prezzi
 
L’Italia è un posto strano, l’unico forse un processo di riforma e liberalizzazione produca un aumento dei prezzi al consumo.
Tale infatti è la paradossale situazione che sta creandosi nel mondo della distribuzione del farmaco, dove chi ha pregiudizialmente osteggiato le varie Bersani, oggi rischia addirittura di trarre indebito vantaggio dalle innovazioni apportate ad uno dei settori più corporativi e immobili dell’economia italiana.
La multicanalità distributiva e la cancellazione del prezzo di vendita imposto su Otc e Sop avrebbe dovuto sviluppare un sistema di concorrenza tale da abbassare sistematicamente i prezzi dei farmaci senza obbligo di ricetta, favorendo quei soggetti aziendali più efficienti e maggiormente in grado di controllare il sistema degli acquisti e dei margini.
L’intento apprezzabile del governo era, immaginiamo, quello di smontare almeno due dei pilastri che impedivano un normale gioco di mercato nel settore farmaceutico. Il problema però è che mercato è un gioco che funziona se almeno qualcuno dei suoi partecipanti ne conosce le regole.
Una di queste regole è appunto il pricing: prospettive, strategie e tecniche attraverso le quali un’azienda determina il prezzo dei propri prodotti e servizi. Non solo un numero, quindi, un valore. Ma il risultato di una cultura economica e di un pensiero di mercato. Il prezzo è la cartina al tornasole dell’efficienza aziendale: forza negli acquisti, buona gestione dei costi, capacità di produrre utili attraverso il sottile equilibrio dei margini e dei volumi di vendita.
Ora, il fatto che nei primi mesi di liberalizzazione del prezzo al pubblico non si veda nessun segnale del suo abbassamento, fa nascere un sospetto: non conoscendo bene le tecniche determinazione la ribasso del prezzo di vendita, bilanciando i minori margini con i maggiori volumi previsti, i farmacisti alzano addirittura il prezzo finale, puntando a realizzare margini unitari maggiori pur sapendo di non raggiungere tutti i clienti 2 potenziali, e accettando di buon grado di scontentare parte di questi ultimi. Il contrario di quanto avviene in un mercato aperto e concorrenziale.
Una scelta imprenditorialmente disastrosa, che se ne breve periodo può aiutare i fatturati, nel futuro rivelerà i suoi lati oscuri non appena qualcuno si metterà seriamente a fare politiche di prezzo competitive. La creazione di questa sorta di cartello involontario delle farmacie, private e pubbliche, è il risultato rattristante di una cultura di settore che non è solo refrattaria al libero mercato, ma che reagisce istintivamente in difesa non appena avviene un cambiamento nel proprio ambiente.
L’immobilismo però non paga all’infinito. Le condizioni formali per una buona libertà di mercato ci sono già, ed è importante essere tra i primi a saperla sfruttare. Soprattutto per il fatto che la Gdo non riesce a diventare un competitor temibile per le farmacie, come peraltro dimostrato dagli ultimi dati di mercato riportati nel seguito di questo numero di “notizie da Assofarm”.
Siamo più di mille farmacie che nel tempo hanno saputo sviluppare un’azione politica e sociale comune, spesso con contenuti d’avanguardia tali da farci guadagnare grande considerazione presso istituzioni pubbliche, ordini professionali, sindacati, industria di settore, e l’opinione pubblica.
Unità d’azione politica e un’ottima reputazione devono costituire il presupposto allo sviluppo di strategie di mercato comuni. Da tempo parliamo di gruppi di acquisto, in grado di spuntare prezzi migliori nei confronti dei produttori. È ora pensare a gruppi di vendita, basati certamente su prezzi al pubblico competitivi, ma anche su altri elementi solo apparentemente meno importanti per determinare successi e insuccessi della competitività di mercato.
Innanzitutto la formazione: il marketing della distribuzione farmaceutica è un campo tutto da inventare. Esistono ottimi studiosi e consulenti da una parte, e le nostre aziende dall’altra. È fin d’ora possibile ipotizzare importanti executive master appositamente studiati per i manager delle nostre associate.
Se le farmacie pubbliche italiane assumeranno poi caratteristiche simili ad una catena distributiva nazionale, sarà allora possibile reperire le risorse necessarie allo sviluppo di una comunicazione commerciale che ha nella pubblicità solo uno dei tanti mezzi con cui esprimersi. Sarà infatti possibile sviluppare servizi informativi di carattere preventivo e salutistico che diventeranno essi stessi nuovo “prodotto” nella farmacia dei servizi e del benessere che siamo chiamati a realizzare in futuro. Le tecnologie telematiche permettono inoltre di elaborare strategie e strumenti di comunicazione in grado di combinare caratteristiche comuni delle farmacie comunali italiane con le identità di ogni singola azienda locale.
Da non dimenticare poi tutta un ampio spettro di azioni e iniziative capaci di trasformare le farmacie pubbliche italiane in un unico grande brand: dalla definizione coordinata e comune degli spazi interni delle farmacie territoriali, ad eventi itineranti, a campagne informative, allo sviluppo di un’immagine e logo condivisi.
Siamo insomma di fronte ad un punto estremamente critico, quello della progressiva apertura al mercato, coi suoi rischi e le sue opportunità. Ma è certo che il futuro sarà di chi vede in ogni rischio un’opportunità.

Francesco Schito
Vice-presidente di Assofarm

 
 
 

 
D.Lgs. 231/01 Assofarm si dota di consulenti
 
Sulla spinta dolorosa offerta dai recenti casi Thyssenkrupp e Impregilo, le aziende italiane iniziano ad applicare i dettami del Decreto Legislativo 231 del 2001 che introduce per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa – penale dell’azienda per i reati commessi nell’interesse o a vantaggio della società dagli Apicali (amministratori, dirigenti, ecc.) e dipendenti sottoposti alla vigilanza e direzione degli apicali.
Assofarm ha recentemente sottoscritto un accordo con lo Studio Legale Associato Vinci di Ferrara per la fornitura di consulenze alle associate al fine di prevenire reati che prevedono sanzioni pecuniarie da un minimo di quasi 26.000 euro ad un massimo di oltre 1.540.000 euro, e sanzioni interdittive particolarmente pesanti (interdizione dall’esercizio dell’attività, divieto di contrarre con la pubblica amministrazione, sospensione e revoca autorizzazioni, ecc.), confisca dei beni e pubblicazione della sentenza.
Lo studio Vinci di Ferrara ha una solida esperienza nel diritto societario, e negli ultimi anni si è specializzato proprio in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e redazione di Codice etico e modelli organizzativi ex D.Lgs 231/2001.
Tale competenza si è sviluppata attraverso la creazione di un gruppo di lavoro composto da legali di diritto societario, amministrativo e civile, consulenti del lavoro e consulenti aziendali. Particolare poi la metodologia di lavoro, basato sull’analisi delle aree aziendali a tutti i livelli organizzativi in modo da poter garantire un adeguato Modello Organizzativo. Questo dovrà comprendere il controllo dei flussi finanziari aziendali, della documentazione aziendale, dei collaboratori esterni, del sistema gerarchico mediante il sistema di deleghe, dei sistemi informativi, e una previsione di un apposito sistema sanzionatorio interno, la formazione degli amministratori, apicali e sottoposti, la redazione di un codice etico.
“Il modello organizzativo non può essere standardizzato per tutte le aziende – dice Marina Ligabue, la consulente aziendale dello studio Vinci – ma deve essere strutturato sulle caratteristiche e le aziendali. È importane conoscere bene l’azienda, studiarla con un occhio esterno. a tal fine abbiamo predisposto un particolare processo di auditing interno”.
“Esistono già delle sentenze di condanna di aziende che avevano predisposto un modello organizzativo – gli fa eco l’avvocato Antonio Vinci – ciò significa che non basta dotarsi di un modello, da si deve costruire il modello adatto alla propria azienda, e dotarsi di processi atti affinché esso sia applicato”.
Mettersi adeguatamente al riparo dalle responsabilità introdotte dalla 231 significa quindi evitare pesanti problemi legali. Ma può anche costituire un’interessante opportunità di check-up generale per l’azienda: “un auditing accurato – continua Marina Ligabue – fotografa le dinamiche aziendali interne, rivelando ombre e luci, problemi ma anche aree di eccellenza, conoscenze insomma la cui utilità va ben oltre il modello organizzativo”.Per ulteriori informazioni:
Studio Legale Associato Vinci
Via Kennedy 37
44100 Ferrara
Tel. 0532/768563 - fax. 0532.767452
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.studiolegale-vinci.it
 
Dalla Federazione 

 
Amore al Cubo
 
Ai nastri di partenza “Amore al cubo”, interessante progetto commerciale di intimo “sano” per bambini dai 0 ai 12 mesi, distribuiti esclusivamente nella rete delle farmacie.
L’obiettivo sociale del progetto è garantire ai propri figli neonati un abbigliamento intimo “sano”, risultato di attente ricerche che coniugano la materia prima del prodotto con la lavorazione specifica dello stesso preservandone le qualità naturali.
L’importante e decisiva fase di start-up interesserà le Farmacie Comunali di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì, Venezia, Padova, Verona, Rovereto, Trento. A questo primo nucleo di associate si affiancheranno entro breve tempo le Farmacie di Bologna, Milano, Prato e
Cremona. Si costituirà, in tal modo, un primo nucleo di circa 200 Farmacie che consentirà di testare adeguatamente la portata del nostro esperimento. I capi della linea sono di Fior di cotone 100%, certificato con il marchio internazionale di qualità tessile OEKO-TEX.
I parametri scientificamente valutati ed accettati sono revisionati annualmente in base alla legislazione.
Comprendono:
- la totale assenza di sostanze vietate per legge come i coloranti cancerogeni;
- sostanze il cui uso è regolamentato dalla legge quali formaldeide, ammorbidenti, metalli pesanti e pentaclorofenolo; per la pelle, utili per la salvaguardia della salute del consumatore.
- sostanze che secondo le conoscenze attuali sono nocive per la salute ma che non sono regolamentate o proibite per legge, come pesticidi, coloranti allergici o composti organici dello stagno;
- parametri come solidità del colore e valore del pH non irritante
Il partner di Assofarm è Bio Logika srl, un’azienda che opera nel settore tessile abbigliamento ed è specializzata in produzioni di capi per intimo ed esterno. Fa parte di un gruppo più ampio attivo da 25 anni nel settore tessile-abbigliamento e fornitore di grandi catene di negozi e marchi importanti in Europa e Stati Uniti.
Interessante anche il processo produttivo realizzato da Bio Logika. “Spesso nelle fasi di lavorazione di un capo si seguono criteri di che non sono in funzione del benessere bensì del marketing – dice il titolare Paolo Ferrari - . Va da se che ad un bimbo tutto ciò non interessi minimamente”.
Bio Logika ha invece impostato l’intera lavorazione e confezione dei tessuti secondo il criteri di “attenzione al benessere” finale del bambino, anche nei minimi particolari: nessuna etichetta in tessuto viene posta internamente al capo garantendo che non esista alcun tipo di “sfregamento” sulla pelle del neonato, l’etichetta del “marchio” è stampata ad acqua direttamente sul tessuto, tutto il capo è cucito rigorosamente con morbido filato di cotone 100%. “Si tratta insomma di un prodotto le cui caratteristiche altamente salutistiche – continua Paolo Ferrari - ben si adattano ad un circuito, che certamente non è solo commerciale, come quello delle farmacie”.
Amore al cubo sostiene anche l’attività di Farmacisti In Aiuto, Onlus impegnata in diversi progetti di solidarietà internazionale. 
Ai nastri di partenza “Amore al cubo”, interessante progetto commerciale di intimo “sano” per bambini dai 0 ai 12 mesi, distribuiti esclusivamente nella rete delle farmacie.
L’obiettivo sociale del progetto è garantire ai propri figli neonati un abbigliamento intimo “sano”, risultato di attente ricerche che coniugano la materia prima del prodotto con la lavorazione specifica dello stesso preservandone le qualità naturali.
L’importante e decisiva fase di start-up interesserà le Farmacie Comunali di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì, Venezia, Padova, Verona, Rovereto, Trento. A questo primo nucleo di associate si affiancheranno entro breve tempo le Farmacie di Bologna, Milano, Prato e
Cremona. Si costituirà, in tal modo, un primo nucleo di circa 200 Farmacie che consentirà di testare adeguatamente la portata del nostro esperimento. I capi della linea sono di Fior di cotone 100%, certificato con il marchio internazionale di qualità tessile OEKO-TEX.
I parametri scientificamente valutati ed accettati sono revisionati annualmente in base alla legislazione.
Comprendono:
- la totale assenza di sostanze vietate per legge come i coloranti cancerogeni;
- sostanze il cui uso è regolamentato dalla legge quali formaldeide, ammorbidenti, metalli pesanti e pentaclorofenolo; per la pelle, utili per la salvaguardia della salute del consumatore.
- sostanze che secondo le conoscenze attuali sono nocive per la salute ma che non sono regolamentate o proibite per legge, come pesticidi, coloranti allergici o composti organici dello stagno;
- parametri come solidità del colore e valore del pH non irritante
Il partner di Assofarm è Bio Logika srl, un’azienda che opera nel settore tessile abbigliamento ed è specializzata in produzioni di capi per intimo ed esterno. Fa parte di un gruppo più ampio attivo da 25 anni nel settore tessile-abbigliamento e fornitore di grandi catene di negozi e marchi importanti in Europa e Stati Uniti.
Interessante anche il processo produttivo realizzato da Bio Logika. “Spesso nelle fasi di lavorazione di un capo si seguono criteri di che non sono in funzione del benessere bensì del marketing – dice il titolare Paolo Ferrari - . Va da se che ad un bimbo tutto ciò non interessi minimamente”.
Bio Logika ha invece impostato l’intera lavorazione e confezione dei tessuti secondo il criteri di “attenzione al benessere” finale del bambino, anche nei minimi particolari: nessuna etichetta in tessuto viene posta internamente al capo garantendo che non esista alcun tipo di “sfregamento” sulla pelle del neonato, l’etichetta del “marchio” è stampata ad acqua direttamente sul tessuto, tutto il capo è cucito rigorosamente con morbido filato di cotone 100%. “Si tratta insomma di un prodotto le cui caratteristiche altamente salutistiche – continua Paolo Ferrari - ben si adattano ad un circuito, che certamente non è solo commerciale, come quello delle farmacie”.
Amore al cubo sostiene anche l’attività di Farmacisti In Aiuto, Onlus impegnata in diversi progetti di solidarietà internazionale.
 
Ai nastri di partenza “Amore al cubo”, interessante progetto commerciale di intimo “sano” per bambini dai 0 ai 12 mesi, distribuiti esclusivamente nella rete delle farmacie.
L’obiettivo sociale del progetto è garantire ai propri figli neonati un abbigliamento intimo “sano”, risultato di attente ricerche che coniugano la materia prima del prodotto con la lavorazione specifica dello stesso preservandone le qualità naturali.
L’importante e decisiva fase di start-up interesserà le Farmacie Comunali di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì, Venezia, Padova, Verona, Rovereto, Trento. A questo primo nucleo di associate si affiancheranno entro breve tempo le Farmacie di Bologna, Milano, Prato e
Cremona. Si costituirà, in tal modo, un primo nucleo di circa 200 Farmacie che consentirà di testare adeguatamente la portata del nostro esperimento. I capi della linea sono di Fior di cotone 100%, certificato con il marchio internazionale di qualità tessile OEKO-TEX.
I parametri scientificamente valutati ed accettati sono revisionati annualmente in base alla legislazione.
Comprendono:
- la totale assenza di sostanze vietate per legge come i coloranti cancerogeni;
- sostanze il cui uso è regolamentato dalla legge quali formaldeide, ammorbidenti, metalli pesanti e pentaclorofenolo; per la pelle, utili per la salvaguardia della salute del consumatore.
- sostanze che secondo le conoscenze attuali sono nocive per la salute ma che non sono regolamentate o proibite per legge, come pesticidi, coloranti allergici o composti organici dello stagno;
- parametri come solidità del colore e valore del pH non irritante
Il partner di Assofarm è Bio Logika srl, un’azienda che opera nel settore tessile abbigliamento ed è specializzata in produzioni di capi per intimo ed esterno. Fa parte di un gruppo più ampio attivo da 25 anni nel settore tessile-abbigliamento e fornitore di grandi catene di negozi e marchi importanti in Europa e Stati Uniti.
Interessante anche il processo produttivo realizzato da Bio Logika. “Spesso nelle fasi di lavorazione di un capo si seguono criteri di che non sono in funzione del benessere bensì del marketing – dice il titolare Paolo Ferrari - . Va da se che ad un bimbo tutto ciò non interessi minimamente”.
Bio Logika ha invece impostato l’intera lavorazione e confezione dei tessuti secondo il criteri di “attenzione al benessere” finale del bambino, anche nei minimi particolari: nessuna etichetta in tessuto viene posta internamente al capo garantendo che non esista alcun tipo di “sfregamento” sulla pelle del neonato, l’etichetta del “marchio” è stampata ad acqua direttamente sul tessuto, tutto il capo è cucito rigorosamente con morbido filato di cotone 100%. “Si tratta insomma di un prodotto le cui caratteristiche altamente salutistiche – continua Paolo Ferrari - ben si adattano ad un circuito, che certamente non è solo commerciale, come quello delle farmacie”.
Amore al cubo sostiene anche l’attività di Farmacisti In Aiuto, Onlus impegnata in diversi progetti di solidarietà internazionale.
 
Dalla Federazione 

 
Una guida per i cittadini senesi
 
ASP, Azienda Pubblica dei Servizi alla Persona di Siena, ha recentemente pubblicato la “Guida ai Servizi delle Farmacie Comunali” per fornire un’informazione completa ed esaustiva sulla Farmacia Pubblica cittadina.
“Quali servizi? quali prestazioni? come si fa ad accedervi? Quanto costano? Con questa guida l’ASP “Città di Siena” e il Comune di Siena – si legge nella presentazione della Guida - vogliono rispondere a queste e ad altre domande e fornire tramite le Farmacie Comunali tutte le informazioni per facilitare l’accesso e l’uso del “bene farmaco” da parte dei cittadini.
Delle due Farmacie Comunali sono riportati dati utili (indirizzo, telefono), e, soprattutto, i servizi e le prestazioni che le Farmacie, oltre alla disponibilità di farmaci e parafarmaci, forniscono: dalla misurazione della pressione, alle autoanalisi del sangue, alla prenotazione CUP, alla fornitura di alimenti dietetici, il “paniere solidale” l’insieme dei prodotti di largo uso e di libera vendita ceduti con uno sconto dal 10 al 30% rispetto al prezzo di vendita consigliato e tanto altro”.
 
Dalle Associate 

 
Le cure Primarie secondo il Ministero della Salute
 
Alla fine del febbraio scorso Bologna ha ospitato la prima Conferenza nazionale sulle Cure primarie, organizzata dal Ministero della Salute e a cui hanno partecipato rappresentanti di Regioni, enti Locali, operatori professionali, organizzazioni del non profit.
Obiettivo dell’incontro era misurarsi con lo stato dell’arte : ciò che è stato già sperimentato, con maggiore e minore successo, nelle diverse regioni, avendo cura di guardare anche a quanto si sta facendo a livello europeo.
Secondo il Ministero della Salute, la conferenza ha sancito la nascita del secondo pilastro del Servizio Sanitario Nazionale, incentrato sulla necessità di garantire un’efficace presa in carico di cronicità e disabilità create dall’aumentata aspettativa di vita e dall’invecchiamento della popolazione.
Fondamentali per il ministero sono la valutazione dei bisogni dei cittadini, l’appropriatezza e l’uso razionale delle risorse, l’azione di filtro verso le cure secondarie e terziarie, il coordinamento tra i diversi soggetti che intervengono nel processo di cura del paziente.
Riguardo al servizio farmaceutico, risulta importante quanto l’area delle cure primarie intende assicurare:
  • vigilanza sulle attività delle farmacie presenti sul territorio;
  • cura dei rapporti con le farmacie territoriali ai fini della promozione di una collaborazione a specifici obiettivi aziendali;
  • organizzazione dell'assistenza farmaceutica per i casi previsti in assistenza domiciliare;
  • collaborazione con le unità operative che si occupano di residenzialità territoriale nell’erogazione dell'assistenza farmaceutica e nell'analisi e monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche nelle residenze protette;
  • valutazione tecnica di eventuali presidi o di innovazioni tecnologiche proposti come potenziali strumenti per l'ottimizzazione dell'assistenza domiciliare;
  • aggiornamento sistematico dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta rispetto alla normativa riguardante gli atti prescrittivi;
  • elaborazione dei dati relativi alla spesa farmaceutica territoriale per l'analisi e il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, allo scopo di consentire l'individuazione di azioni utili al miglioramento della qualità ed appropriatezza prescrittiva, con riferimento anche al governo della spesa farmaceutica, e della qualità dell'assistenza.
 Mondo Farmaceutico

 
Continua il dibattito sulla liberalizzazione
 
Farmaci: per le associazioni consumatori ci sono ancora ombre sull’applicazione del decreto Bersani.
A un anno e mezzo dalla loro introduzione, rimangono ancora ombre sulle liberalizzazioni dei farmaci, sia dal punto di vista dei prezzi che dell’accessibilità. Lo afferma un’indagine delle associazioni dei consumatori promotrici del progetto “Più Concorrenza+Diritti” (Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori), presentata oggi a Roma.
“Pur di salvarsi dal decreto Bersani - ha commentato Giustino Trincia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva, molti avevano lanciato allarmi ingiustificati.
A distanza di mesi, non solo nessuna farmacia ha chiuso, ma si sono create opportunità occupazionali per giovani farmacisti, e soprattutto si sono registrati diminuzioni nel costo dei farmaci dell’11 per cento. Quello che ora occorre è uno sforzo per considerare i temi dell’accesso, della qualità e del costo dei farmaci”. Ecco alcuni numeri dello studio, effettuato in 122 farmacie.
Prezzi: due i farmaci campione presi in esame, l’aspirina e il paracetamolo. Nel primo caso il prezzo medio tra gennaio e dicembre 2007 è addirittura aumentato, passando da 3,95 a 4,5 euro. Molte le differenze, con il prezzo che è sotto i 3,7 euro nel 22 per cento dei casi e superiore a 6,5 euro nel 12 per cento. Per il paracetamolo, il prezzo medio è 3,2 euro, il minimo 2,5 e il massimo superiore a 4. Al Sud si registrano i prezzi più alti.
Accessibilità: dal punto di vista dei cittadini, afferma Cittadinanzattiva, gli effetti della liberalizzazione sui farmaci rimangono ancora in secondo piano, visto che il 37 per cento delle segnalazioni giunte nell’ultimo anno denunciano come prioritario il tema dell’accessibilità. Al secondo posto la distribuzione (14 per cento),al terzo i costi (13 per cento).
Orari di apertura al pubblico e gestione reclami. Inferiori al 20 per cento coloro che riscontrano – rispetto ad un anno fa – un aumento delle ore di apertura settimanali nell’ambito del settore della distribuzione di farmaci e, soprattutto, coloro che percepiscono passi in avanti nella gestione dei reclami. Nello specifico: il 18 per cento del campione interpellato concorda nel ritenere migliorato - rispetto ad un anno fa - il monte ore settimanale, a fronte di un 80 per cento che non nota alcuna variazione.
In particolare, i miglioramenti sono percepiti maggiormente nel Nord-Ovest e nei capoluoghi più grandi. Solo il 12 per cento del campione afferma che sia migliorata la gestione dei reclami.
On line su www.concorrenzaediritti.it un vademecum per saperne di più sulle norme introdotte dal Decreto Bersani in tema di distribuzione dei farmaci.
 
(fonte: Tutto Consumatori)

Nei corner degli iper si continua a risparmiare, ma il 97% del mercato rimane in farmacia.
Diciotto mesi dopo l’apertura in un ipermercato del primo spazio per i medicinali da banco, i corner della grande distribuzione sono diventati 170 mentre le parafarmacie sono proliferate totalizzando quasi 2.000 punti vendita.
Nonostante l’esplosione dei punti vendita, per l’acquisto dei farmaci senza ricetta i cittadini continuano a preferire la farmacia di fiducia.
Persiste quindi la posizione di assoluta supremazia delle farmacie nelle cure “fai da te”, nel 2007 infatti, il 97% del mercato dei farmaci di automedicazione è transitato per il canale farmacia, lasciando gli altri due canali in situazione di quasi parità (Corner GDO 1,6%; parafarmacie 1,4%).
Sul piano della convenienza è però il corner dell’ipermercato a vincere la sfida, i medicinali da banco presenti sugli scaffali offrono uno sconto che in media si attesta intorno al 20/25%.
La farmacia dal canto suo risponde con uno sconto in media dell’11% proponendo al cliente la sostituzione del prodotto richiesto con uno meno costoso, generico o di marca che sia, potendo usufruire dell’immediata reperibilità di tutte le 2mila confezioni di “senza ricetta” presenti sul mercato, contro le circa 300 offerte degli altri punti vendita.
Dando per scontato che le liberalizzazioni non avrebbero determinato nessuna esplosione dei consumi, le aziende di automedicazione si attendono però ben altre novità per il 2008. Le richieste per un effettivo decollo del settore restano di fatti focalizzate su: più principi disponibili sul mercato; indicazioni per orientare i cittadini e i medici al consumo dei medicinali senza ricetta per le patologie lievi e un accesso adeguato alle leve della comunicazione e del marketing.
 
(fonte: Business International)

 
Acquisti impulsivi di medicinali senza ricette. Quintuplicati in farmacia, negli ultimi 15 anni.
 
“Con questo termine - spiega Roberto Giampietri, docente di Aspetti di economia e marketing dei medicinali della Facoltà di Farmacia dell’università di Milano – si intende che il consumatore si reca in questi esercizi commerciali senza un’idea precisa di cosa voglia comprare, ma soprattutto di quali marche preferire, e decide poi una volta davanti agli scaffali zeppi di prodotti, mentre prima lo faceva prima di uscire di casa. Per questo sempre più farmacie si stanno adattando a tale tendenza di 9 mercato. Effettuando in molti casi veri e propri ‘restyling’ interni, con spazi espositivi più ampi”. Giampietri ha illustrato il trend oggi a Roma intervenendo a un seminario tecnico organizzato da Assofarm, l’associazione delle farmacie comunali.
“Oggi - ha spiegato l’esperto - il 10% dei clienti di una farmacia entra e chiede un prodotto preciso per l’automedicazione, indicando sempre anche la marca. Ben il 56% chiede generici sciroppi per la tosse o pillole contro il mal di testa. Mentre, se fino ai primi anni ‘90 solo il 6-7% entrava in farmacia con le idee confuse, oggi questa percentuale è arrivata al 34%.
E i farmacisti, per rispondere alla nuove esigenze di consumo, si stanno organizzando: su 16 mila farmacie esistenti in Italia, circa due-tremila hanno già provveduto a rinnovare i propri spazi espositivi e a porre al centro il consumatore, con una spesa che può andare dai sei anche ai 400 mila euro”.
Per l’esperto si tratta comunque “di un libero servizio positivo, che va verso l’autogestione degli acquisti per consumatori ormai maturi e informati sui prodotti più utilizzati”. Il convegno è stato anche l’occasione per fare il punto sul nuovo sistema del prezzo ex factory, e quindi del venir meno del prezzo imposto e, quindi, della necessità di passare dall’applicazione di un eventuale sconto alla determinazione del prezzo di vendita attraverso l’applicazione di un ricarico.
“L’arrivo improvviso di queste nuove norme - ha detto Venanzio Gizzi, presidente dell’Assofarm - è stato un vero e proprio scossone per i farmacisti, che trovano molte difficoltà nell’entrare nel nuovo meccanismo. La nostra professione è infatti legata a valori culturali antichi e radicati nel passato e facciamo fatica, senza l’aiuto di nessuno, a diventare degli esperti di economia dal mattino alla sera”. E il risultato di questa impreparazione, “è che, oggi come oggi, c’è una generale tendenza all’aumento dei prezzi - ha sottolineato Roberto Giampietri, docente di Aspetti di economia e marketing dei medicinali della Facoltà di Farmacia dell’università di Milano - per il mancato recepimento delle norme o per la scarsa conoscenza delle regole di competitività. In più, a rendere ancora più difficoltoso il lavoro dei farmacisti, c’è il fatto che le rimanenze di magazzino riportano ancora sulla confezioni il prezzo stampigliato, dunque ci si trova a dover bilanciare la situazione”, di scontrino in scontrino. I farmaci di automedicazione, ha ricordato l’esperto, “nel 2006 si sono aggiudicati una fetta di mercato in farmacia pari all’8,4%, che a volumi, cioè quanto a confezioni vendute, corrisponde al 14,8%”.
 
(fonte: farmacista33)

 
Farmaci sotto accusa
 
Si acquistano liberamente in farmacia, ma possono avere effetti collaterali molto gravi.
Soprattutto nei bambini e negli anziani.Alcuni medicinali sono stati ritirati dal mercato. Ma il rischio è sempre in agguato L'onnipresente nimesulide, l'Aulin per intenderci, ritirato in Irlanda, Finlandia e Spagna perché può causare gravi danni al fegato. Gli sciroppi per la tosse e il raffreddore messi sotto accusa negli Usa 10 perché pericolosi per i bambini, oltre che probabilmente inutili. Le gocce o gli spray per decongestionare il naso. Il diffusissimo rosiglitazone, antidiabetico, al centro di una bufera dai contorni inquietanti. E lo psicofarmaco olanzapina, che è tra i più venduti. Si allunga la lista dei farmaci che sembrano fare più male che bene.
Cominciamo da quelli che ora, in tempo di influenza, sono tra i più venduti nelle farmacie italiane: prodotti da banco per tosse e raffreddore. Dal 2000 a oggi i centri antiveleni statunitensi hanno ricevuto più di 750 mila chiamate in relazione all'uso di questi prodotti, e tra il 2004 e il 2005 più di 120 bambini americani sotto i sei anni sono morti a causa di sciroppi contro i sintomi da raffreddamento. Perché? "È difficile fare un discorso unico su questi prodotti, costituiti da varie misture di antistaminici, decongestionanti, sedativi della tosse, espettoranti", spiega Maurizio Bonati del laboratorio per la Salute materno-infantile dell'Istituto Mario Negri di Milano: "Ognuna di queste componenti di per sé o insieme alle altre può dare effetti indesiderati, e non esistono prove che servano davvero".
È di pochi giorni fa uno studio che non ha trovato differenze tra gli sciroppi per la tosse e il classico sistema del latte caldo col miele. Tra i sedativi della tosse è stata la stessa azienda produttrice a ritirare dal mercato mondiale il clobutinolo (Silomat), in commercio in Italia da più di trent'anni, ma per il quale studi su volontari sani hanno dimostrato un aumento del rischio di aritmie del cuore.
Di decongestionanti nasali, in Italia, si è occupato un gruppo di lavoro costituito nel 2006 all'interno dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) guidato da Maurizio Bonati, che racconta: "Solo dal Centro antiveleni dell'Ospedale Niguarda di Milano abbiamo ricevuto una cinquantina di segnalazioni su questi prodotti. Per fortuna non risultano decessi, ma disturbi del respiro, della coscienza e reazioni cutanee anche importanti". Le autorità raccomandano, quindi, di non usarli sotto i 12 anni di età.
Sotto i due, poi, sono assolutamente vietati, anche se, annota Bonati, "essendo prodotti che si possono acquistare liberamente in farmacia, è difficile controllare che questi limiti siano rispettati". Ma non sono l'unico pericolo in agguato per i bambini raffreddati: "Attenzione c'è per i cortisonici per aerosol, come il beclometasone (Clenil) di cui in Italia siamo i più grandi consumatori al mondo", aggiunge il farmacologo. A un bambino italiano su quattro, infatti, per ogni raffreddore vengono prescritti aerosol a base di farmaci che dovrebbero essere usati soltanto negli asmatici.
Altro fenomeno che non ha pari negli altri paesi è la 'passione' per la nimesulide, che fino all'ultimo allarme deteneva in Italia il primato assoluto nelle vendite degli antinfiammatori, con una fetta di mercato superiore al 50 per cento. Dai dati della Rete nazionale di farmacovigilanza risulta che i 25 milioni di confezioni di nimesulide vendute ogni anno in Italia, per lo più in bustine prese con leggerezza al primo starnuto o a un accenno di mal di testa, per i dolori mestruali o la lombalgia, hanno provocato anche nel nostro Paese non pochi effetti collaterali: dal 2001 a metà del 2007 le segnalazioni di possibili reazioni avverse sono state più di 700, la metà delle quali considerate gravi.
Nello stesso periodo i decessi sarebbero stati solo sul territorio nazionale una ventina. Eppure per molti italiani, ignari che il provvedimento fosse già stato preso da tempo anche in Finlandia e Spagna, la notizia che la nimesulide era stata ritirata in Irlanda dopo alcuni casi letali è stata una doccia fredda. L'Aifa, dopo aver soppesato rischi e benefici, ha deciso di mantenerla sul mercato: può essere usata, ma solo su indicazione specifica del medico, che di volta in volta ne valuta la necessità e l'assenza di possibili altri fattori di rischio come l'abuso di alcol o la concomitante assunzione di farmaci che possono danneggiare il fegato. Gli stessi produttori raccomandano che non venga preso, come di solito accade, per il trattamento di febbre e sintomi influenzali e che non si superino i 100 mg. al giorno.

(fonte: L’espresso on line – di Roberto Villa)

 
F.E.F.: “troppi medicinali con obbligo di ricetta”
 
Questa in sintesi l'analisi dal Presidente della Federazione Esercizi Farmaceutici Marco Esposito in un commento sullo stato dei farmaci d'automedicazione in Italia: «Ci sono situazioni che sfiorano il ridicolo» - precisa il presidente FEF - «il caso più eclatante è quello dell'Efferalgan 500 compresse effervescenti a base di paracetamolo e sottoposto ad obbligo di ricetta medica, mente la Tachipirina 500 buste effervescenti con lo stesso contenuto di 500 mg di paracetamolo è venduta senza obbligo di ricetta».
«Perché si domanda Esposito?» «Esiste forse un maggiore rischio dato dal nome del prodotto».
Casi come questo, sottolineano t titolari delle parafarmacie iscritti alla FEF, sono numerosi e tutti privi di qualsiasi giustificazione scientifica, medicinali che non sono sottoposti ad alcun vincolo nella maggior parte dei Paesi europei. I consumatori italiani possono acquistare senza ricetta 87 principi attivi contro i 117 della Gran Bretagna, i 114 della Germania e i 99 della Francia.
Un recente studio CERGAS ha quantificato il risparmio per il SSN dato dallo spostamento (switch) di alcuni farmaci etici in medicinali d'automedicazione in 185 milioni di euro. Farmaci che vengono venduti «senza batter ciglio» in farmacia enza la presentazione di ricetta medica mentre non possono essere presenti nelle parafarmacie. Una situazione che falsa la concorrenza e favorisce indirettamente le farmacie.
La Federazione Esercizi Farmaceutici chiede all'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, di assumersi la responsabilità di una revisione completa e profonda dello stato di esitabilità dei farmaci etici guardando alle esperienze già consolidate degli altri Paesi europei favorendone il passaggio a farmaci d'automedicazione.
Posizione questa condivisa anche da Martin Terberger, capo dell'Unità farmaci della sezione Impresa e industria della Commissione europea Lo spostamento di alcuni farmaci etici a farmaci d'automedicazione oltre ad aumentare l'offerta, avrebbe il pregio di 12 allargare il numero di patologie «minori» che potrebbero essere risolte con i farmaci d'automedicazione evitando, in molti casi, il ricorso al medico di base.
Inoltre, nel 2005 il Censis valutò un risparmio di 30 miliardi di euro pari al 2,2% del PIL in giornate lavorative non perse grazie all'uso dei farmaci d'automedicazione.
 

 
Una vista affaticata può rendere difficilòi guida, studio e lavoro.
 
Ecco come la natura può essere d'aiuto.
Nello svolgimento quotidiano delle più svariate mansioni i nostri occhi sono sottoposti a numerose sollecitazioni di vario genere; ore passate davanti al PC, luce solare e guida notturna possono influire negativamente sulla fisiologica funzionalità della vista, potendo addurre uno certo stato di stanchezza, con conseguente difficoltà nell'espletamento delle nostre performance.
In funzione di ciò le categorie più esposte al rischio della "vista stanca" risultano essere tutti coloro che passano molto tempo alla guida (camionisti, agenti, tassisti), impiegati, studenti e insegnanti ma anche tutti coloro che per ragioni professionali svolgono lavori di precisione (orafi, orologiai, assemblatori, saldatori ecc…).
Anche i bambini in età scolare corrono rischi simili in quanto agli impegni scolastici e ai compiti a casa si sommano spesso lunghe ore davanti alla TV o ai videogiochi. Le radiazioni emesse da questi oggetti hanno effetti negativi nei confronti degli occhi portando una elevata percentuale di bambini ad accusare fastidi alla vista. In tutti questi casi può essere utile l'utilizzo di prodotti naturali a base di piante officinali quali Mirtillo, Carota e Sambuco ricche in principi attivi in grado di aiutare la fisiologica funzionalità visiva svolgere una benefica azione antiossidante.
A prescindere dall'uso di prodotti erboristici, da utilizzare sempre su consiglio del professionista, è comunque importante sottoporsi periodicamente a dei controlli specifici per verificare lo stato di salute dei nostri occhi, specialmente nel caso dei bambini, i quali possono manifestare arrossamenti agli occhi, affaticamento della vista o mal di testa proprio nelle ore scolastiche. Una vista affaticata potrebbe causare difficoltà nell'apprendimento con il rischio di rimanere inutilmente indietro rispetto agli altri compagni e alle proprie effettive potenzialità intellettive.
 
Pressione border-line.
 
Stili di vita più attenti e rimedi naturali possono essere di aiuto.
Sono sempre più numerose le persone che in farmacia o dal medico ricevono avvisi sui proprilivelli di pressione: "un po' troppo alta", "un po' troppo bassa", o "non esageri con il sale!". Ciò in virtù del fatto che i valori pressori border-line rappresentano oggi una delle esigenze di salute più diffuse al mondo e in particolare nelle società occidentalizzate.
E non c'è da stupirsi che l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia indicato, in base a studi condotti su larga scala, i valori di pressione arteriosa da considerare come limiti per la normalità, quelli da tenere sotto controllo e quelli che invece costituiscono un rischio reale e richiedono quindi un immediato trattamento medico.
Valori di pressione fuori norma non devono mai essere sottovalutati in quanto sono riconosciuti come una delle maggiori cause di problematiche più serie. Cibi elaborati e condimenti eccessivi, fumo e alcol, vita sedentaria e mancanza di riposo sono tra le maggiori cause dei dislivelli di pressione e in particolare della "massima" (o sistolica), ovvero quella indicante la forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie quando il cuore si contrae.
La pressione "minima" (o diastolica) si riferisce invece alla forza esercitata quando il cuore si rilascia per potersi nuovamente riempire di sangue, prima di una nuova contrazione.
Ma entro quali valori si può definire normale la pressione? Attualmente si considera normale una pressione arteriosa fino a 130/85 mmHg; c'è poi una fascia di valori intermedi, compresi fra 135/85 mmHg e 140/90-95 mmHg, definiti borderline, che non sono ancora da curare bensì da tenere sotto controllo e che si possono gestire con mezzi non farmacologici. Al contrario, valori al di sopra dei 140-160/90-95 mmHg vengono definiti di vera ipertensione arteriosa. Quando i dislivelli pressori sono moderati può essere sufficiente applicare piccole variazioni nello stile di vita come perdere peso, limitare l'uso di sale, ridurre l'assunzione di alcol e svolgere una adeguata attività fisica. Dietro consiglio del medico o del farmacista si può ricorrere anche all'uso di prodotti naturali a base di erbe officinali come olivo e biancospino, da sempre riconosciute dal mondo medico come i migliori rimedi naturali per "tenere a freno" la pressione.
 
Consigli dal mondo del naturaleStili di vita più attenti e rimedi naturali possono essere di aiuto.
Sono sempre più numerose le persone che in farmacia o dal medico ricevono avvisi sui proprilivelli di pressione: "un po' troppo alta", "un po' troppo bassa", o "non esageri con il sale!". Ciò in virtù del fatto che i valori pressori border-line rappresentano oggi una delle esigenze di salute più diffuse al mondo e in particolare nelle società occidentalizzate.
E non c'è da stupirsi che l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia indicato, in base a studi condotti su larga scala, i valori di pressione arteriosa da considerare come limiti per la normalità, quelli da tenere sotto controllo e quelli che invece costituiscono un rischio reale e richiedono quindi un immediato trattamento medico.
Valori di pressione fuori norma non devono mai essere sottovalutati in quanto sono riconosciuti come una delle maggiori cause di problematiche più serie. Cibi elaborati e condimenti eccessivi, fumo e alcol, vita sedentaria e mancanza di riposo sono tra le maggiori cause dei dislivelli di pressione e in particolare della "massima" (o sistolica), ovvero quella indicante la forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie quando il cuore si contrae.
La pressione "minima" (o diastolica) si riferisce invece alla forza esercitata quando il cuore si rilascia per potersi nuovamente riempire di sangue, prima di una nuova contrazione.
Ma entro quali valori si può definire normale la pressione? Attualmente si considera normale una pressione arteriosa fino a 130/85 mmHg; c'è poi una fascia di valori intermedi, compresi fra 135/85 mmHg e 140/90-95 mmHg, definiti borderline, che non sono ancora da curare bensì da tenere sotto controllo e che si possono gestire con mezzi non farmacologici. Al contrario, valori al di sopra dei 140-160/90-95 mmHg vengono definiti di vera ipertensione arteriosa. Quando i dislivelli pressori sono moderati può essere sufficiente applicare piccole variazioni nello stile di vita come perdere peso, limitare l'uso di sale, ridurre l'assunzione di alcol e svolgere una adeguata attività fisica. Dietro consiglio del medico o del farmacista si può ricorrere anche all'uso di prodotti naturali a base di erbe officinali come olivo e biancospino, da sempre riconosciute dal mondo medico come i migliori rimedi naturali per "tenere a freno" la pressione. 
 
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