“Avevamo fatto questa proposta allarmati dai dati della crescente carenza di farmacisti e forti delle solide esperienze maturate in diversi paesi del Nord Europa. Avevamo, inoltre, acquisito la consapevolezza che la realizzazione della “farmacia dei servizi” richiede la presenza di figure di supporto del farmacista altamente specializzate. La reazione negativa di più parti e i toni usati ci hanno francamente sorpreso. Crediamo che la farmacia italiana abbia bisogno di rinnovamento, all’interno però di un contesto di unità e condivisione.
Se queste ultime condizioni non ci sono, è meglio frenare questa nostra proposta di cambiamento” queste le parole del presidente di Assofarm Luca Pieri all’indomani della lettura sulla stampa di settore delle varie posizioni contrarie all’introduzione dell’Assistente del Farmacista.
Nei mesi scorsi Assofarm aveva più volte riflettuto pubblicamente sulla possibilità di creare una nuova figura professionale in grado di supportare il farmacista. Riflessioni nate da studi e testimonianze apprese in seno all’Unione Europea delle Farmacie Sociali, nella quale altri paesi stavano già riscontrando risultati positivi ottenuti dall’Assistente del Farmacista.
“Non era nostra intenzione aprire nuovi fronti critici in un periodo riformatore complesso e non privo di incognite ma l’obiettivo era stimolare un confronto per cercare di trovare soluzioni efficaci. Del resto, ricordo sommessamente che la nostra Federazione, già nel lontano 2006, aveva proposto, in perfetta solitudine, di cambiare la remunerazione del farmacista, risultato raggiunto 18 anni dopo.” ha concluso Pieri.