Notizie da Assofarm n° 62

 

Editoriale

Mondo farmaceutico

Farmacie comunali

Erba Vita e Assofarm

 

 


Editoriale

Cosa volete dalle farmacie?

 

Le farmacie l’hanno scampata anche questa volta. Monti in Europa ha vinto Microsoft, ma in Italia perde contro le farmacie e tassisti. Ecco una casta più forte della manovra salva-Italia.
Sono un po’ questi i messaggi passati su tutti i giornali all’indomani delle approvazioni parlamentari ottenute dal Governo, seguite da bellicose dichiarazioni del Ministro Passera e del Sottosegretario Catricalà riguardo a rivincite che l’esecutivo sta approntando nei futuri provvedimenti riguardanti la crescita, in agenda per le prime settimane del prossimo anno.
Abbiamo già speso lunghe riflessioni sulle posizioni (positive) di Assofarm in tema di liberalizzazioni e riforme della distribuzione farmaceutica italiana, come del resto è altrettanto noto il nostro giudizio (negativo) sulle prime proposte apportate dal Governo.
Posizioni e giudizi che verranno certamente ribaditi durante i futuri confronti che avremo con il Ministero della Sanità. Un’occasione in cui spingeremo la nostra controparte istituzionale a giocare a carte scoperte.
Chiederemo apertamente che tipo di farmacia vogliono nel futuro del nostro paese.
Se intendono la farmacia come null’altro che un negozio specializzato nella vendita di farmaci, non tanto diverso da una pasticceria che vende unicamente dolciumi, allora risponderemo che le proposte “liberalizzatrici” contenute nelle prime bozze del decreto di metà dicembre erano pienamente coerenti con queste volontà.
Se infatti l’obiettivo è unicamente quello di abbassare il prezzo dei farmaci non coperti dal sistema sanitario, allora l’allargamento della distribuzione a parafarmacie e corner della gdo possono risultare delle mosse vincenti. Almeno fino al momento in cui il progressivo calo dei prezzi e relativi margini provocherà la chiusura di un numero di attività superiore a quelle che avevano aperto recentemente, con successiva perdita di posti di lavoro e inevitabile rialzo dei prezzi finali.
Se invece risponderanno che, al pari della nostra federazione, credono che la farmacia sia e debba rimanere una parte integrante del Sistema Sanitario Nazionale, e che debba essere riformata proprio per rispondere sempre più alle nuove esigenze di questo stesso sistema, in termini di miglioramento qualitativo del servizio e risparmi, allora avremo certamente modo di approfondire alcune argomentazioni che portiamo avanti da anni. Partiamo dalle liberalizzazioni. All’esigenza di aprire maggiormente il sistema ai giovani farmacisti, Assofarm ha sempre proposto l’abolizione della trasmissibilità della farmacia da padre a figlio, dal momento che non è una licenza acquistata, ma un servizio pubblico avuto in concessione. Al tempo stesso lee farmacie comunali dismesse dai comuni dovrebbero essere riassegnate per concorsi a cui possono accedere solo giovani farmacisti non proprietari.
Di fronte alla possibilità di abbassare il quorum degli abitanti per ogni farmacia da 5 a 4.000, ricordiamo che Assofarm si era già espressa a favore della proposta dell’allora Ministro Turco, che prevedeva di arrivare addirittura al livello di 3.500 abitanti per farmacia. È però importante fare in modo che tale riforma riesca anche a risolvere il problema dell’assenza di farmacie in aree periferiche in cui manca ogni altro tipo di presidio sanitario, e che salvaguardi il diritto di prelazione dei sindaci, a favore di un maggiore bilanciamento numerico tra farmacie private e pubbliche.
Infine, intendiamo riportare all’ordine del giorno l’opportunità di creare un legame tra fatturato e numero dei farmacisti presenti in ogni farmacia. Se, ad esempio, dovesse esserci un farmacista ogni 400.000 euro di farmaci venduti, non solo si creerebbero più posti di lavoro, ma si libererebbe il singolo farmacista dai doveri di semplice commesso pressato dai clienti in fila, lasciandogli il tempo di dispensare consigli al cittadino. Queste, a nostro avviso, sono le misure capaci di creare maggiore accesso alla professione da parte dei giovani farmacisti e anche un migliore servizio alla cittadinanza. Servizio non commerciale,  ma sanitario nel contesto della dispensazione del farmaco.
Passiamo ora al fronte del risparmio. Ancora una volta, cambiano i ministri ma rimangono gli stessi limiti nel comprendere quali sono i veri servizi sanitari erogabili in farmacia. Questi possono certamente essere la misurazione della pressione e altri indicatori minimi di salute personale, le prenotazioni di visite specialistiche e, nelle farmacie dove è logisticamente possibile, la presenza di infermieri.
Ma i veri servizi erogabili unicamente in farmacia e dal farmacista, si riferiscono alle peculiarità della sua professione. Pensiamo ad un serie di interventi che il farmacista può realizzare a sostegno di una corretta terapia farmacologica prescritta dal medico e che il paziente deve seguire.
Lo sviluppo e la formalizzazione di Buone Prassi della dispensazione farmaceutica, l’istituzione di un Registro farmaceutico del paziente, meccanismi di tutoraggio delle terapie e altri elementi della pharmaceutical care sono i veri servizi sanitari erogabili in farmacia e che contribuirebbero in maniera sostanziale a ridurre i ricoveri ospedalieri e i conseguenti aggravi di spesa sanitaria ad essi legati.
Si tratta di elementi che sono ormai pratica consolidata in altri paesi europei, così come certi sono i risultati che dimostrano quanto abbiamo appena dichiarato.
Risparmi che sono stati realizzati non mortificando la dimensione commerciale della farmacia, riducendola a puro negozio del farmaco in concorrenza con supermercati e parafarmacie, ma supportando la componente di servizio sanitario e professionale con alcune garanzie offerte alla parte di mercato della farmacia, cioè l’esclusività della vendita dei farmaci di fascia C. Un’esclusività, lo ricordiamo, ad oggi tutelata in tutti i paesi dell’Unione Europea.
Quindi, che cosa vorrà il Governo dalle farmacie?
Se la risposta sarà la semplice vendita di farmaci al minor prezzo possibile, si potrebbe arrivare alla sostituzione delle farmacie con distributori automatici in grado di leggere le ricette e somministrare confezioni. Se non altro perché in breve tempo saranno davvero poche le farmacie a potersi permettere di pagare stipendi ai propri dipendenti. Se invece la risposta sarà una maggiore integrazione al sistema sanitario nazionale e la volontà di fare della farmacia il luogo in cui migliorare la qualità della terapia farmacologica dei pazienti e di realizzare risparmi effettivi per le casse pubbliche e le tasche dei cittadini, allora le nostre risposte saranno queste.



Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm

 

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Mondo farmaceutico

Mandelli: Non esiste la casta dei farmacisti


Riportiamo di seguito un intervento del Presidente della FOFI Andrea Mandelli pubblicato su quotidianosanita.it il 16 dicembre scorso


L’approvazione della manovra economica senza la fuoriuscita del farmaco etico dalla farmacia chiude un periodo di polemiche molto forti, a volte inutilmente accese. Non ci sono né vittorie né sconfitte e tantomeno il successo di una lobby o peggio di una casta. Anche perché una casta non siamo. In Italia da sempre almeno uno dei figli intraprende la professione dei genitori: vale per molti titolari di farmacia, ma anche per medici, insegnanti, avvocati, imprenditori,giornalisti, persino artisti.
Abbiamo sempre sostenuto che lo sviluppo del settore farmaceutico, e del paese nel suo complesso, non può passare per un’incentivazione della vendita di farmaci, perché il farmaco non è una merce e non ammette la massimizzazione dei consumi attraverso i meccanismi di incentivazione, dallo sconto all’offerta speciale, che caratterizzano gli altri beni che definiamo, appunto, di consumo. Il farmaco si assume soltanto se ce n’è bisogno, a maggior ragione se è soggetto a prescrizione.
Se si parla di risparmio per i cittadini, nel caso dei farmaci etici non rimborsati, la risposta sta nell’agire sui meccanismi di formazione del prezzo, non creando e sviluppando un circuito alternativo alla farmacia.
Se si vuole aumentare l’accessibilità al farmaco la risposta sta nell’aprire più farmacie, nel potenziare la rete in termini di punti di presenza e orari di apertura, non nel creare delle “quasi farmacie” dove oltretutto i malati cronici, gli anziani e le altre categorie più fragili non trove rebbero le cure a carico del Servizio sanitario alle quali hanno diritto. E’ il caso di ricordare che in un paese anziano come il nostro – il terzo al mondo per popolazione ultrassentacinquenne serve il potenziamento dei presidi territoriali, dei quali la nuova farmacia dei servizi è una componente basilare.
Da ultimo, ma non per importanza, questo potenziamento della rete avrebbe anche l’effetto di favorire l’accesso alla titolarità della farmacia da parte dei giovani, dei farmacisti collaboratori, dei colleghi che avevano intravvisto nell’apertura di un esercizio di vicinato una soluzione praticabile.
A una riforma di questo tipo siamo da sempre disponibili, tanto che nel 2006 era già stato avviato un tavolo con l’allora Ministro della Salute Livia Turco. Se si vuole procedere su questa linea, la Federazione è pronta a sedersi a un tavolo anche domani: chiediamo soltanto che vengano affrontati tutti gli aspetti  della questione e che vengano ascoltate anche le nostre proposte, che sono innovative e tutt’altro che arroccate in difesa del passato e che, soprattutto, vanno nella direzione di offrire un servizio sempre migliore ai cittadini. Negli anni il servizio farmaceutico italiano si è dimostrato efficace, efficiente e gradito alla popolazione: è un bene su cui investire, non un nemico da distruggere.

Andrea Mandelli Presidente della Fofi

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Mondo farmaceutico

Balduzzi, patto entro l’anno

Governo e Regioni accelerano sul nuovo ‘’Patto per la salute’’ e gia’ tra Natale e Capodanno potrebbero essere pronte le regole che governeranno la sanita’ pubblica, dai ticket ai Lea per arrivare agli acquisti di beni e servizi. Lo annuncia, intervistato dal quotidiano ‘’Il Sole 24 Ore’’, il ministro della Salute, Renato Balduzzi.
‘’La scadenza fissata spiega e’ il 30 aprile ma noi vorremmo fare prima, molto prima, almeno relativamente ad alcune decisioni che non richiedono approfondimenti. Vorremmo avere gia’ addirittura per fine anno un quadro generale del Patto e degli impegni precisi che prende il Governo e di quelli che prendono le Regioni. Pensiamo di stringere i tempi per le partite che e’ possibile accelerare’’. Per quanto riguarda il sistema della compartecipazione della spesa, iticket, aggiunge il ministro, ‘’il Governo propone una rimodulazione in base a tre criteri di equita’, trasparenza e omogeneita’: capacita’ di reddito, numerosita’ delle famiglie, appropriatezza delle cure’’.
Infine, una parola sui Lea (Livelli essenziali di assistenza): ‘’La scommessa di fondo e’ di riuscire ad assicurare i bisogni sanitari in un regime di equilibrio finanziario’’. La manutenzione dei Lea, ‘’significa avere presenti i bisogni sanitari e le risorse, vuol dire che alcuni livelli diventati costosi e obsoleti si perdono, ma insieme se ne acquistano di nuovi’’. Quindi, ‘’malattie rare, disabilita’, le emergenze di questi anni debbono entrare nei nuovi Lea, ma e’ inevitabile che qualcosa debba esser tolto senza ridurre le garanzie’’. (fonte: asca.it)

 

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Mondo farmaceutico

Federanziani a Monti, chiudendo l’Aifa 76 milioni di risparmio

Se occorre far quadrare i conti a ogni costo, “anche mettendo in secondo piano la tutela della salute dei cittadini, una soluzione ragionevole potrebbe essere quella di chiudere l’Agenzia italiana del farmaco, azione che comporterebbe un risparmio di circa 76 milioni di euro l’anno”. Lo suggerisce polemicamente il presidente di Federanziani Roberto Messina, criticando l’imminente uscita dei farmaci di fascia C dalle farmacie. “Non si comprende infatti quale sia ormai il ruolo dell’Aifa, quando lo Stato decide di procedere per conto proprio in tema di farmaci, anteponendo le ragioni del mercato e della grande distribuzione a quelle della sicurezza e della privacy”.
Gli effetti dell’articolo 32 del nuovo decreto Monti, che prevede la liberalizzazione dei farmaci di fascia C e la liberalizzazione dei loro prezzi, secondo la federazione della terza età saranno infatti “devastanti” proprio in termini di tutela dei dati sensibili e sicurezza dei cittadini, soprattutto degli anziani, che si troveranno così a perdere il loro punto di riferimento sul territorio, ovvero le farmacie, e a essere bersagliati da strategie di marketing (4X2) su un tema sensibile e delicato quale quello della salute. Negli Stati Uniti, come ha spiegato il direttore generale dell’Aifa, la lista dei farmaci da banco che è possibile acquistare liberamente è molto ampia, ma molto netta è anche la distinzione tra quei farmaci e il gabbiotto con il farmacista dove vengono dispensati i farmaci con ricetta.
“Se il mercato dei farmaci di fascia C è di 5 miliardi di euro, ammesso che la ‘pseudo liberalizzazione’ porti a un abbattimento del 20% del prezzo di acquisto per i farmacisti, il mercato si ridurrebbe a 4 miliardi di euro.
Ma chi garantirebbe un risparmio ai cittadini? Il solo vantaggio commenta Messina sarà per i ‘commercianti dei farmaci’, i quali, riuniti in grandi ‘organismi’ o meglio in grandi gruppi della distribuzione, non farebbero altro che fare lo specchietto per le allodole”.
“Ecco perché la politica dovrebbe ascoltare quella parte dello Stato, ovvero l’Aifa, preposto alla governance del comparto, che è il nostro fiore all'occhiello di fronte a tutta l'Europa per l’eccellente lavoro che svolge. Non ascoltarla è come dire che l'Aifa è inutile, che non serve. Allora tanto vale risparmiare quei 76 milioni di euro ogni anno. Meglio sarebbe, però prosegue il presidente di Federanziani avere il coraggio di rendere possibile il raddoppio o la quadruplicazione del numero delle farmacie, o assorbire le parafarmacie che abbiano come titolare un laureato
in farmacia”.
Questo “per mantenere il comparto sotto logiche farmacologiche e non di mercato, e per garantire ai laureati in farmacia una reale autonomia, superando l’attuale divisione tra farmacisti di serie A e di serie B. In caso contrario, renderemo tutti dipendenti di ben altri padroni, pronti a speculare eventualmente su prodotti che non dovrebbero mai essere equiparati agli altri. Quello che si verrà a creare in Italia sarà un precedente unico a livello europeo, così come sostiene l’Aifa e i 400.000 farmacisti europei. I farmacisti saranno trasformati in commessi alle dipendenze di multinazionali, e i cittadini/malati saranno ridotti a semplici consumatori”.
“Inoltre conclude il presidente di Federanziani ci chiediamo perché, alla luce della nuova disciplina, i farmacisti rurali dovrebbero essere così stolti da continuare a esercitare la loro professione nei piccoli centri anziché trasferirsi in grandi città e luoghi dove poter ottenere ben altri profitti, anche se solo con i farmaci di fascia C. A giudizio della Federazione conclude questa è solo una strenna natalizia destinata alla grande distribuzione”.
(fonte: liberoquotidiano.it)

 

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Mondo farmaceutico

Fascia C. Quasi tutta la categoria contro la scelta del Governo

5 dicembre I primi commenti dal mondo dei farmacisti sul provvedimento che liberalizza la vendita dei farmaci di fascia C esprimono preoccupazione.  E non solo da parte della Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi) e di Federfarma, la Federazione dei titolari di Farmacia.

 

Assofarm: “Rischio estinzione per le farmacie”
“Le dichiarazioni del presidente del Consiglio Mario Monti riguardo la manovra che si appresta a sottoporre al Presidente della Repubblica e al Parlamento” secondo il presidente Assofarm, Venanzio Gizzi, “contengono misure sul sistema della farmacia italiana che a seguito di una prima analisi appaiono contraddittorie. Aumento delle farmacie, ma nel contesto di un disegno più organico.
Assofarm ha sempre guardato con interesse ogni riflessione e proposta riguardante l’aumento delle farmacie sul territorio italiano, a patto che ciò avvenisse in risposta ad alcuni problemi concreti quali l’assenza di presidi sanitari in alcune aree rurali e periferiche del paese anche con la finalità di recuperare l’attuale sbilanciamento di farmacie pubbliche e private, ad oggi ad eccessivo vantaggio di queste ultime.
Se il Decreto Salva-Italia prevederà invece un semplice abbassamento del quorum degli abitanti per ogni farmacia, da cinque a quattromila abitanti, non verrà di fatto garantita alcuna risposta alle riflessioni appena esposte e, perdipiù, le farmacie esistenti e di prossima apertura dovranno far fronte ad un progressivo calo della redditività, già oggi gravemente depressa.
La contrarietà delle farmacie comunali italiane è invece netta e senza distinguo riguardo la vendita dei farmaci di fascia C in canali distributivi altri rispetto la farmacia.
Dal punto di vista economico si tratterebbe di un’operazione mortale per i conti delle farmacie italiane, e certamente le metterebbe nell’impossibilità di realizzare i servizi sanitari di cui si parla da anni e previsti dalla legge 69/2009. Ma, cosa altrettanto grave, significherebbe delegittimare del tutto la farmacia come luogo primario della terapia farmaceutica, dove un professionista altamente specializzato garantisce e sviluppa la prescrizione farmaceutica elaborata dal medico curante attraverso competenze e relazioni specifiche con il paziente.
Nel mentre la recente legislazione intende caricare la farmacia di nuove funzioni, le recenti scelte del Governo sembrano privarla di quelle risorse e considerazione necessarie al proprio sviluppo.
Se tutto ciò diventasse realtà conclude Gizzi -  l’Italia sarebbe il primo paese europeo in cui il cittadino può acquistare un farmaco prescritto con ricetta medica in un ambiente diverso dalla farmacia”.

 

Conasfa: “La farmacia è il luogo prescelto e deputato alla dispensazione consapevole e professionale del farmaco etico”
“Esprimiamo la nostra preoccupazione in merito alla vendita dei farmaci di fascia C al di fuori del canale farmacia. I farmacisti per la loro formazione e esperienza sanno bene che il farmaco non può e non deve essere considerato un bene di consumo e quindi, ammesso e non concesso che questa manovra possa portare ad un risparmio economico, in quanto i farmaci di fascia ”C” hanno un prezzo imposto, è importante chiedersi quale sarà il costo per la salute di tutti i cittadini.
La possibilità per la collettività di avere una maggior capillarità di esercizi aperti si può attuare con il riordino del servizio farmaceutico.
I farmacisti non titolari rappresentati dalla Federazione Conasfa ritengono che il binomio farmaco-farmacista non debba essere scisso e che la farmacia per sua natura e concezione sia il luogo prescelto e deputato alla dispensazione consapevole e professionale del farmaco etico così come avviene in tutta Europa”.

Fenagifar: “Nessuna attenzione ai giovani farmacisti”

Nel nuovo decreto appena varato ci ritroviamo dinnanzi a provvedimenti che promettono di far scomparire del tutto il modello della farmacia italiana. Non riusciamo ancora a comprendere quale sia l’utilità e chi ne trarrà godimento, ma sentiamo la necessità di dire che queste scelte politiche ed i provvedimenti conseguenti non tengono in alcun conto delle esigenze ed aspettative delle giovani generazioni; purtroppo, siamo consapevoli di ciò e ci sentiamo derubati del nostro futuro.
Con tutta la risolutezza possibile – aggiunge la nota della Federazione dei giovani farmacisti -, invitiamo i rappresentanti di categoria a guardare la professione con una prospettiva generazionale e chiediamo che si costituisca, con urgenza, un tavolo ufficiale, che domandiamo al presidente della Fofi, Andrea Mandelli di convocare, dove si definisca una nostra proposta complessiva del sistema farmaceutico italiano, che superi le criticità che ci indeboliscono e che restituisca ai farmacisti la dignità ed il valore della loro professione. Con amarezza, ci rendiamo conto che il farmaco, considerato da tutti noi un bene per la salute, sia stato ridotto a puro interesse di mercato. Tuttavia, pensiamo che non sia troppo tardi, ma non possiamo più tollerare altri ritardi che addebiteremo ad inadeguatezza ed incapacità della nostra classe dirigente”.


Omnisalus: “Il farmaco deve curare la persona e non i bilanci aziendali”

“Va fatta una distinzione tra gli interessi delle Parafarmacie di proprietà dei farmacisti (Omnisalus) e quelli delle parafarmacie presenti nella grande distribuzione organizzata (Gdo) o “appendici” di farmacie (Anpi).
La proposta di questi ultimi di decanalizzare la fascia C secondo il presidente di Onmisalute, Giancarlo Stival è solo un delisting, che ci permette di commercializzare qualche molecola in più non risolvendo i nostri problemi economici ed etici.
In qualità di presidente di Omnisalus devo tutelare chi non concorda con l’interpretazione tendenziosa di Massimo Brunetti, segretario dell’Anpi, perché storpia quanto inteso da Federfarma che non vuole barattare la trasformazione di un migliaio di parafarmacie in farmacie con la fine della liberalizzazione.
Egli rappresenta solo quella parte delle parafarmacie di non titolari farmacisti e collegate con la grande distribuzione. Infatti delle 3.500 parafarmacie esistenti solo 1.500 circa sono gestite da titolari farmacisti non collegati ad altre strutture. Inoltre, il fatto che la Gdo con soli 400 corner ottenga un fatturato superiore alla somma dei restanti, indica che il mercato ha già deciso chi sopravvive e chi chiude.
Dietro  lo  specchietto  dell’esiguo  aumento  dei  farmaci vendibili, si penalizza la professione del farmacista, le cui competenze e codice deontologico sono il valore aggiunto che nessun mercato può garantire. Alle catene farmaceutiche e ai colossi economici non importa di preservare la nostra professionalità ma solo di monopollizzare il mercato penalizzando i pazienti, che dovrebbero essere consigliati dal farmacista laureato e non dal marketing. Il farmaco deve curare la persona e non i bilanci aziendali. A sostegno della nostra richiesta di liberalizzazione la Corte di Giustizia Europea, che con la sentenza del giugno 2010 chiede una farmacia nei luoghi e quartieri privi di servizio farmaceutico e con un’ adeguato numero di abitanti, in deroga alle normative Statali, proprio vista l’assurda situazione italiana. Sancisce inoltre che l’adeguamento ai nuovi parametri può avvenire anche senza normativa nazionale poiché urge rimediare quanto prima all’ingiustizia professionale e al disservizio sanitario. Inoltre nel marzo 2010 la stessa Corte dice che la concessione di farmacie può essere fatta nelle zone carenti di servizio, il che significa per il nostro Paese in cui troppi Comuni e frazioni è priva di farmacia, fino ad arrivare all’apertura di 3000 nuove sedi come più volte ribadito dalla stessa Fofi e Federfarama.
Ulteriore sentenza del maggio 2009, dichiara: che i farmaci devono essere distribuiti da chi ha titolo di farmacista per garantirne un rifornimento alla comunità sicuro e di qualità. Da tale sentenza si evince inoltre che uno Stato può lasciare libera la professione al farmacista purché essa sia svolta al 100% della sua laurea. Non solo si riporta la farmacia al suo ruolo nella Sanità Nazionale ma si creano le condizioni per farvi rientrare le parafarmacie che hanno come titolare un farmacista.
Non condividiamo le proposte di Anpi che insiste con finte riforme allo scopo di assecondare la speculazione del mercato; sono proposte avanzate da chi non è del settore e quindi non ci può rappresentare. Chi non conosce non può indicare la via”. (fonte: quotidianosanita.it)

 

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Mondo farmaceutico

Ospedali pubblici sprecano il 29% dei finanziamenti

Gli ospedali pubblici sprecano oltre il 29% dei finanziamenti che ricevono: è uno dei dati contenuti nel rapporto “Ospedali & Salute 2011”, realizzato da Aiop (associazione italiana Ospedalità privata), in collaborazione con Ermeneia-Studi & strategie di sistema, presentato in questi giorni a Roma. Gli sprechi si realizzano soprattutto al Sud, con la Calabria in prima fila (46,4% di tasso d’inefficienza): la Lombardia però perde il primato di regione più virtuosa (19,3% contro il 16,9 % dello scorso anno) e cede il posto al Veneto (17,2%), pur confermandosi insieme all’Emilia Romagna, la regione che attrae più pazienti dal resto d’Italia.
Lieve miglioramento per il Centro Italia, che guadagna un punto percentuale (l’inefficienza passa dal 33,4% della rilevazione del 2010 al 32,8% di quest’anno). Migliorano leggermente due delle regioni sotto commissariamento: la Campania, che passa da 42,4% al 41,7% e il Lazio, che da 43% passa a 41,3 %. Il Lazio, resta, tuttavia la regione che in termini assoluti spreca più soldi con 1.900 milioni di euro bruciati.
Per quanto riguarda la percezione e i comportamenti dei cittadini di fronte a questa situazione, l’indagine, condotta su oltre 4.000 persone, evidenzia che nell’ultimo anno si sono rivolti a un ospedale, pubblico o privato, meno di un terzo della popolazione: il 29,5% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver utilizzato i servizi ospedalieri negli ultimi 12 mesi.
Elevato il livello di soddisfazione: ha espresso un giudizio ‘molto’ o ‘abbastanza soddisfatto’ il 95,3% dei pazienti del privato accreditato e l’87,8% di quelli delle strutture pubbliche. Emerge, inoltre, una crescita costante del livello di empowerment nei confronti del sistema ospedaliero, sia in tema di conoscenza, che di capacità di scelta. Rispetto alle precedenti rilevazioni, infatti, è aumentata sensibilmente la percentuale (dal 30 al 40%) di cittadini che, prima del ricovero, ha confrontato diverse strutture.
Obiettivo dell’indagine, come spiega il presidente di Ermeneia, Nadio Delai “non è puntare il dito contro gli amministratori degli ospedali pubblici, quanto essere strumento di riflessione e di lavoro”. Quel che occorre, secondo il presidente dell’Aiop, Enzo Paolini, “è una vera e propria riforma strutturale, che garantisca un sistema sanitario universalistico, ma che abbia, al suo interno, meccanismi per l’ottimizzazione dei costi”. La proposta concreta dell’Aiop, prosegue Paolini, “è l’introduzione del principio della terzietà dei controlli, per superare il conflitto che vede lo Stato essere regolatore, operatore e controllore delle strutture, proprie e altrui”.
(fonte: superabile.it)

 

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Mondo farmaceutico

Quorum: “Il criterio topografico prevale su quello demografico”

Una recentissima sentenza del Consiglio di Stato, sezione III, n. 5993 del 12 novembre 2011, ha stabilito due importanti principi in materia di servizio farmaceutico su tematiche di stretta attualità anche alla luce del decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri che cambia i quorum farmacia/abitanti per aprire un nuovo presidio.
Il primo pronunciamento del Consiglio di Stato afferma che la restrizione della libertà d’impresa dei titolari di farmacie è compensata dal regime di quasi-monopolio basato sul “numero chiuso” e su ulteriori regole anticoncorrenziali.
Il secondo intervento chiarisce invece che non esiste nessuna disposizione che ponga un limite massimo al numero delle farmacie delle quali il Comune può essere titolare.
Riguardo al primo aspetto, afferma la citata sentenza, lo strumento eccezionale del “criterio topografico” di cui all’art. 104, t.u.l.s., consente di istituire una sede farmaceutica in aggiunta a quelle corrispondenti al criterio demografico, qualora quest’ultimo si riveli insufficiente allo scopo di “coprire” adeguatamente tutti i nuclei abitati dispersi in un territorio molto ampio.
Ma ciò non significa che anche una pianta organica basata solo sul numero canonico (demografico) delle farmacie non possa e non debba tenere conto delle esigenze derivanti dalla frammentazione della popolazione comunale in diversi nuclei.
E’ possibile che per effetto dei vincoli inerenti alla pianta organica taluno degli esercizi venga a trovarsi in una posizione meno vantaggiosa dal punto di vista commerciale e proprio per queste ipotesi, continua la sentenza, il legislatore si è dato carico prevedendo speciali benefici per le farmacie “rurali” ossia quelle “ubicate in Comuni, frazioni o centri abitati con popolazione non superiore a 5.000 abitanti” (art. 115, t.u.l.s.; legge n. 221/1968).
Ma, soprattutto, la contropartita escogitata dal legislatore per compensare i titolari di farmacia dalle restrizioni imposte alla loro libertà imprenditoriale è rappresentata dal regime di quasi-monopolio basato sul “numero chiuso” e su ulteriori regole anticoncorrenziali (limiti di distanza etc.) ed altri privilegi (trasmissibilità dell’azienda etc.).
Con riferimento al secondo profilo richiamato dalla sentenza e cioè ai limiti di acquisizione di farmacie da parte dei Comuni, la sentenza del Consiglio di Stato afferma che non esiste alcuna disposizione che ponga un limite massimo al numero delle farmacie delle quali il Comune può essere titolare.
Non vi sono neppure disposizioni che positivamente precludano al Comune di acquisire la titolarità di una farmacia in modo diverso dalla prelazione di cui all’art. 9 della l. n. 475/1968, anche se è intuitivo che il Comune non può, ad esempio, partecipare al concorso.
Continua la citata sentenza che i Comuni possano ricevere la titolarità di una farmacia per disposizione testamentaria oppure acquistarla a prezzo di mercato.
In altre parole, il Comune può divenire titolare di una farmacia sia in ossequio delle regole generali (iuxta ordinem), nella misura in cui la sua natura di ente pubblico glielo consente (dunque con l’esclusione del concorso) sia attraverso una procedura dettata esclusivamente a suo favore (extra ordinem): il diritto di prelazione.
A tal proposito, il legislatore si preoccupa di porre un limite a tale privilegio, il diritto di prelazione, infatti, non può essere esercitato che un numero limitato di volte. Conclude, quindi, la sentenza del Consiglio di Stato che ai fini del limite posto dalla legge al diritto di prelazione, entrano nel computo solo le farmacie già acquisite dal Comune extra ordinem, non anche quelle acquisite iuxta ordinem.
Avv. Paolo Leopard (pubblicato su quotidianosanita.it)

 

 

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Farmacie comunali

Codice Etico per Perugia

L’Azienda Speciale Farmacie del Comune di Perugia ha approvato nelle scorse settimane il Codice Etico, un documento che formalizza i principi di comportamento dell’Azienda nei confronti dell’intero contesto sociale e istituzionale nel quale Afas opera.
Ispirato ai valori di chiarezza e trasparenza il Codice Etico Afas esprime gli ideali, la cultura e i principi posti alla base dei comportamenti dei propri organi aziendali, del management, dei quadri e tutto il personale affinché la correttezza, la buona fede e la professionalità rappresentino un impegno costante nei confronti dei cittadini in un’ottica di miglioramento continuo del servizio in grado di dare risposte esaurienti al crescente bisogno di salute e di benessere per una migliore qualità della vita.
Il testo del documento è scaricabile al sito istituzionale della nostra associata umbra:
www.afas.it

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Farmacie comunali

Porto Sant’Elpidio: le farmacie comunali impegnate nel sociale

Sono sempre più impegnate nel sociale le farmacie comunali di Porto Sant’Elpidio. Dopo l’acquisto del gazebo per diversamente abili posizionato questa estate nei pressi della quadrata del lungomare centro, per il nuovo anno sono davvero moltissime le iniziative che saranno realizzate su tutto il territorio comunale.
In particolare, dai primi mesi del 2012 partirà la consegna a domicilio dei farmaci per tutti coloro che ne faranno richiesta, ci sarà un sito internet interamente dedicato alle farmacie comunali e saranno di nuovo sponsorizzate alcune iniziative promosse dalla Commissione Pari Opportunità del comune di Porto Sant’Elpidio, come accaduto lo scorso anno con gli incontri dedicati alla menopausa.
“Abbiamo moltissimi progettihanno spiegato Vitaliano Romitelli e Donatella Ruggeri, rispettivamente presidente e parte del direttivo delle Farmacie Comunalitutti finalizzati a creare servizi socialmente utili ai cittadini di Porto Sant’Elpidio. Nell’immediato, in occasione delle prossime festività natalizie, le nostre farmacie comunali offriranno anche proposte regalo delle migliori marche come Avene, Chicco e Euphidra per la dermocosmesi, la salute e il benessere di grandi e piccini. Per tutti i nostri clienti ci sarà anche un gradito omaggio”. (viverefermo.it)

 

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Erba Vita e Assofarm

Go&Fun

Praticare sport o attività fisica in modo costante rappresenta un fattore determinante sia per la prevenzione di alcune tipologie di disturbi come l’obesità, ma porta effetti benefici anche nel  semplice sovrappeso. Sport e attività fisica sono naturali soluzioni per tutti coloro che ricercano il benessere fisico. Ad un’attività fisica regolare si deve comunque accompagnare una sana e corretta alimentazione: gli alimenti forniscono tutti i nutrienti indispensabili per donare benessere all’organismo.
Nella pratica sportiva, però, non sempre è possibile assumere i nutrienti ed i micronutrienti (le vitamine, i minerali ed i fattori vitamino-simili) necessari sotto forma di cibo (poco prima o durante una gara, ad esempio), perciò è preferibile ricorrere all’uso di integratori alimentari specifici, in grado di sopperire alle eventuali carenze per soddisfare meglio
tutte le richieste strutturali ed energetiche dell’organismo, in modo rapido e con una biodisponibilità immediata.


Il Baobab: una preziosa fonte naturale di vitamine, minerali e fibre.

Il Baobab (Adansonia digitata), pianta della famiglia delle Bombacaceae (o Malvaceae), è originaria dell’Africa centrale, dove il suo impiego è ben radicato: il decotto delle radici viene impiegato come tonico e stimolante ; la corteccia si utilizza contro la febbre; le mucillagini reperibili nella corteccia servono per alleviare i dolori gastrici. Il frutto, e in particolare la polpa, è particolarmente ricca in vitamina C (280-300 mg/100 g di polpa), prende parte a innumerevoli processi biochimici, tra i quali spicca la biosintesi del collagene ed è il principale antiossidante idrosolubile. Bisogna inoltre ricordare il basso tenore in lipidi (0.27 mg/100 g di polpa) e l’elevato contenuto in glucidi e proteine. La polpa del Baobab è particolarmente ricca di fibre alimentari solubili ed insolubili: quest’ultime, non essendo assimilate e attraversando il tratto gastro-enterico senza subire modifiche, vanno a stimolare la peristalsi e ad aumentare il volume delle feci; ciò può rivelarsi utile in caso di stipsi o comunque di disordini legati ad un transito lento. Le fibre solubili invece sono sfruttate proprio dalla flora intestinale, che possiede il corredo enzimatico necessario alla loro digestione (attività prebiotica), rivelandosi così utili in tutti quei casi (uso di antibiotici, stress, infezioni intestinali) in cui il normale equilibrio batterico sia alterato.



L’acerola: un concentrato di vitamina C

Grazie all’alto contenuto in vitamina C il frutto di acerola
è utile in caso di stanchezza e affaticamento per la forte attività antiossidante che permette di contrastare i radicali liberi dovuti a stress ed eccessivo sforzo fisico. L’Acerola contiene inoltre vitamine, proteine e sali minerali (ferro, calcio e fosforo), acido l-malico, fibre e lipidi ed è in grado di stimolare le difese immunitarie.



Magnesio

Il Magnesio è un elemento di grandissima importanza per il nostro organismo: prende infatti parte a moltissimi processi biologici essenziali, quali il metabolismo del glucosio, la produzione di energia a livello cellulare, la sintesi degli acidi nucleici e delle proteine. Il contenuto corporeo di Mg è di circa 21-28 g, di cui il 60% si trova nel tessuto osseo e il 20% nel muscolo scheletrico; le cellule ne contengono circa il 38% del totale. E’ un minerale indispensabile per la stabilità elettrica delle cellule, l’integrità delle membrane cellulari e la conduttività delle cellule di sistema. A livello intracellulare il Mg si lega all’adenosintrifosfato (ATP), agendo come trasportatore di cariche energetiche necessarie per il funzionamento della pompa Na/K (pompa sodio/potassio); può interferire con l’attivazione ed il rilascio del calcio a livello muscolare, regolandone la contrattilità stessa (inclusa quella cardiaca): il suo apporto concorre alla prevenzione dei crampi e dell’eccessivo affaticamento muscolare. Le lievi carenze di tale elemento non sono purtroppo rare, e si verificano con una certa frequenza tra gli anziani, i soggetti in terapia con diuretici, coloro che seguono diete ipocaloriche e gli sportivi

 

Il Potassio

Il Potassio è il principale catione intracellulare dell’organismo e prende parte a moltissime reazioni biologiche essenziali: tra queste la contrazione delle fibre muscolari (incluso il cuore), la trasmissione degli impulsi elettrici attraverso le fibre nervose, la sintesi di energia a livello cellulare e i processi biosintetici di acidi nucleici e proteine. Durante l’esercizio fisico prevalentemente anaerobico, vi è una fuoriuscita di K dal tessuto muscolare, con conseguente aumento della concentrazione plasmatica dello stesso catione. Chi pratica attività sportiva, come pure i soggetti in terapia con farmaci diuretici, possono presentare quindi sintomi da carenza di questo elemento, quali spossatezza, debolezza generale e stanchezza muscolare con tendenza ai crampi. Molti studi hanno dimostrato che un regolare supplemento di K migliora proprio le prestazioni sportive degli atleti.

 

Nasce la nuova linea di prodotti Go&Fun Green Energy, formulata dai laboratori Erba Vita.

La nuova linea di prodotti Go&Fun Green Energy, formulata dai laboratori Erba Vita, comprende un’ampia gamma di prodotti professionali, specifici per tutti coloro che praticano sport, pensati e realizzati per favorire il raggiungimento di quel benessere psico-fisico che solo attraverso una sana e regolare attività sportiva si è in grado di ottenere. La linea Go&Fun Green Energy contiene infatti sostanze naturali ad alto contenuto di principi attivi e di grande valore biologico; è stata formulata per un pubblico sia maschile che femminile ed è adatta per qualsiasi tipo di allenamento e sport praticato.
Per una corretta preparazione atletica, oltre ad integratori alimentari di altissima qualità, completano la linea prodotti ad uso esterno di diverse tipologie: coadiuvanti il massaggio professionale, utili per dare sollievo e favorire il recupero muscolare, specifici pre e post-attività, ad effetto tonificante (durante il riscaldamento) e defaticante (nelle fasi di recupero). Go&Fun non è solo prodotti ma è anche uno stile di vita; l’uomo è una macchina perfetta. E allora perché non usare il giusto modo per alimentarla?
Go&Fun è una forza della natura.
Un modo diverso di attingere forza: più naturale, più pulita, in linea con quello che oggi viene chiesto dal mercato. Tutto questo con la garanzia di un’azienda che da sempre punta a dare ai propri clienti un’alternativa di vita naturale, verde ed efficace. Go&Fun di Erba Vita alimenta la voglia di fare sport ma anche di vivere, di emozionarsi, di relazionarsi, di affrontare con slancio gli impegni quotidiani.

 

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